Proseguono i suggestivi “Incontri d’Autunno”, gli appuntamenti culturali che rendono il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria un luogo aperto a tutto il territorio. Dopo la serata inaugurale con la conferenza sui Bronzi di Riace, promossa dall’Associazione Amici del Museo, che ha ottenuto una grande partecipazione del pubblico, domani 27 ottobre, alle 17.00, sarà la volta del Centro Internazionale Scrittori della Calabria. Le proficue sinergie con la Presidente Loreley Rosita Borruto condurranno gli ospiti del MArRC alla scoperta di “Antonello da Messina e la pittura italiana del secondo ‘400”, con la conferenza della prof.ssa Francesca Paolino, già professore associato di Storia dell’Architettura presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
«Durante l’incontro –spiega la Relatrice – scopriremo l’opera e la vita del pittore nato a Messina nel 1430 e poi formatosi a Napoli presso Colantonio, il cui ambiente era aperto a influssi fiamminghi, provenzali e iberici. Nel 1456 Antonello è nuovamente a Messina, dove nel 1457 dipinse un perduto gonfalone per S. Michele dei Gerbini di Reggio di Calabria. Nella città di Reggio mette bottega con l’allievo Paolo di Ciacio nel periodo che va dal 1460 al 1465. Nel 1475 è a Venezia, forse anche a Milano; ma si può credere abbia compiuto poi altri viaggi in altre città italiane. Nel 1476 ritorna a Messina e vi rimane fino alla morte nel 1479».
Venerdì 28, invece, sulla scia dell’eclisse parziale di Sole registrata martedì scorso, la professoressa Angela Misiano, responsabile scientifico del Planetario Pythagoras, condurrà il pubblico alla scoperta del fenomeno “tra scienza e mito”.
«L’astronomia ha sempre affascinato gli uomini di tutti i tempi – dichiara la Misiano – e sugli astri gli antichi hanno favoleggiato costruendo miti e leggende che ancora oggi entusiasmano la nostra fantasia. Altra storia è lo studio scientifico della volta celeste, ricerca che ci aiuta a spiegarci il mondo che ci circonda con le leggi della fisica e della matematica».
Per il direttore del Museo, Carmelo Malacrino, gli incontri al MArRC suggellano la proiezione sul territorio del Museo. «Un luogo inclusivo e in grado di intercettare le molte e plurime esperienze culturali di questa terra straordinaria, che ruota intorno a Reggio Calabria – commenta Malacrino. Ringrazio i protagonisti di questa nuova programmazione, che ci accompagnerà per tutto l’autunno fino alle feste natalizie. Il Cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace è appena iniziato e stiamo preparando nuovi eventi per celebrarlo fino al prossimo mese di agosto. Ringrazio le autorità, le istituzioni e le tante associazioni che ci accompagnano in questo viaggio di promozione e valorizzazione culturale. E ringrazio la dott.ssa Giuseppina Cassalia, funzionario al MArRC, che sta curando l’organizzazione di queste manifestazioni».
Gli eventi del Museo per la settimana non si esauriscono qui perché sabato 29 ottobre, in vista della festa di Halloween, il MarRC sarà eccezionalmente aperto con orario continuato fino alle ore 23.00, con ultimo ingresso alle 22.30.
“Aspettando Halloween” sarà il nome della serata durante la quale si svolgerà la “Caccia al reperto”, con la distribuzione palloncini, caramelle e un gioco per i più piccoli che, per l’occasione, potranno anche venire mascherati. Dalle 20.00 il costo del biglietto sarà di soli 3 euro, con ultimo ingresso alle 22.30. L’ingresso, come sempre, resta gratuito fino a 18 anni.
Al via da oggi alle 17 il ciclo di incontri in streaming dedicati ai Bronzi in sinergia con l’Università di Roma Tre. SI comincia con la conferenza del professor Mario Micheli.
Il professor Mario Micheli del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Roma Tre parlerà de “I Bronzi di Riace tra restauro e metallurgia della grande statuaria in bronzo”. L’incontro si svolgerà in modalità digitale sulla piattaforma Microsoft Teams (link di collegamento già disponibile sulla pagina Facebook del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria).
«È il primo appuntamento del ciclo di incontri organizzato dall’Ateneo romano in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale – commenta il Direttore Carmelo Malacrino – nell’ambito delle celebrazioni per il Cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace. Il professor Micheli, docente di storia e tecnica di restauro nei corsi magistrali di Archeologia e di Storia dell’Arte, ci condurrà alla scoperta delle tecniche metallurgiche antiche che, proprio in occasione dei restauri effettuati sui Bronzi, si è arricchita di nuovi elementi. Attraverso le parole di uno dei protagonisti degli interventi eseguiti dall’Istituto Centrale per il Restauro e la visione di filmati d’epoca, il pubblico sarà condotto alla scoperta delle tecniche di creazione dei grandi capolavori dell’arte greca. Sarà un’occasione straordinaria per continuare quel percorso di approfondimento e di offerta culturale al grande pubblico che rientra nella nostra mission. Un obiettivo – conclude Malacrino – al quale non intendiamo venire meno, nonostante la drammatica carenza di personale negli uffici e negli spazi espositivi, che ci ha visti costretti a sospendere le attività in presenza per tutto il mese di aprile. Ringrazio la professoressa Giuliana Calcani, componente del Consiglio di Amministrazione del MArRC per essersi fatta promotrice di questo ciclo di incontri altamente scientifici».
«Alle celebrazioni per i Cinquant’anni della scoperta dei Bronzi di Riace parteciperanno anche Università ed enti culturali del centro e del nord d’Italia: dall’Università degli Studi Roma Tre, agli Atenei di Padova e di Udine, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a dimostrazione dell’interesse esteso ad ampio raggio sui due capolavori dell’arte greca, esposti al MArRC – afferma Giuliana Calcani, dell’Università Roma Tre e membro del Comitato organizzativo delle celebrazioni. Avere la possibilità di riflettere su opere così complesse dal punto di vista tecnico, formale, attributivo, è un’occasione preziosa non solo per approfondire la conoscenza dell’arte antica, ma anche per valutarne il potenziale di relazione che hanno con la società attuale».
Per il professor Mario Micheli: «Il recupero dei Bronzi nel mare di Riace il 16 agosto 1972 ha aperto una fase straordinaria di ricerca sulle procedure della fusione artistica greca. Era necessario avere due capolavori che potessero fare da cassa di risonanza per una tipologia numericamente poco attestata, rispetto alla statuaria in marmo, per concentrare risorse conoscitive a tutto campo anche sulla metallurgia antica». (rrc)
«Invito tutti i calabresi, e i turisti che iniziano a giungere nell’area dello Stretto a visitare il Museo, soprattutto in una giornata festiva così carica di significati per l’Italia» ha dichiarato Carmelo Malacrino, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, che sarà aperto anche domani, 2 giugno, dalle 9 alle 20.
«Sarà – ha spiegato – un’opportunità straordinaria per “riabbracciarvi” dopo i lunghi mesi di chiusura e contenimento imposti dalla pandemia, e offrirvi le meravigliose testimonianze archeologiche della Calabria antica».
Tra le tante novità di questi giorni, già da martedì 1° giugno la magnifica Testa del Filosofo tornerà ad essere esposta nella Sala dei Bronzi di Riace e di Porticello. L’opera è stata oggetto di un delicato intervento di restauro, nell’ambito dell’iniziativa Art Bonus voluta dal ministro Dario Franceschini per incentivare il mecenatismo privato a favore del patrimonio culturale. Si conclude così il progetto che, come si ricorderà, nel 2019 ha ottenuto il terzo podio al concorso nazionale “Progetto Art Bonus dell’anno 2019”, promosso dalla società Ales Spa e dalla Fondazione Promo Pa, finalizzato a premiare le migliori idee, scelte da pubblico, per valorizzare e conservare il patrimonio culturale italiano con il sostegno dei privati.
«Un reperto incantevole, capolavoro della bronzistica di età classica, tornerà a essere ammirato dai visitatori – ha commentato Malacrino –. Nonostante l’emergenza sanitaria da Covid-19, non ci siamo fermati e, nel cantiere allestito in Piazza Orsi, la Testa del Filosofo è stata al centro dell’attenzione di un’èquipe multidisciplinare di ricerca e d’intervento. Il restauro, affidato alla professionalità di Giuseppe Mantella e del suo staff, si è svolto sotto la supervisione dei funzionari restauratori e archeologi del MArRC, che ringrazio per il continuo impegno».
«Sono certo – ha concluso il direttore – che la Testa del Filosofo assumerà ora una rinnovata forza attrattiva per il grande pubblico, al pari dei Bronzi di Riace e di altri prestigiosi capolavori che costituiscono il cuore della collezione permanente del Museo».
Particolarmente soddisfatti dei tanti risultati del progetto i restauratori e gli archeologi dello staff del Museo.
«La Testa del Filosofo – ha dichiarato Barbara Fazzari, funzionario restauratore – torna a essere esposta dopo un minuzioso restauro, che ha evidenziato come la collaborazione multidisciplinare di varie professionalità possa condurre a risultati tecnici e approfondimenti scientifici di notevole interesse. Attraverso queste iniziative operate nei “cantieri aperti” al pubblico si creano le opportunità per mostrare anche il dietro le quinte del funzionamento del Museo, in particolare le attività di catalogazione, studio e conservazione delle collezioni».
Il Museo da qualche giorno ha ripreso il normale orario di apertura, dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 20.00 (ultimo ingresso 19.30), senza prenotazione. È tornata attiva, inoltre, la promozione del #mercoledìalMArRC, con la riduzione infrasettimanale del biglietto di ingresso. (rrc)
Al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria è stato assegnato il Premio “Antonino Scopelliti 2020” per «aver consolidato nel tempo un’immagine nazionale e internazionale di qualità ed eccellenza, dimostrando di saper crescere come istituzione culturale, anche al di là dell’importanza rappresentata dai Bronzi di Riace, ivi custoditi e valorizzati».
Il Premio, destinato alle Istituzioni culturali per la promozione del territorio calabrese, è stato istituito dalla Fondazione Antonino Scopelliti e viene conferito anche per «stimolare le istituzioni della nostra regione e nazionali a valorizzare ancor di più il patrimonio archeologico di questa terra, che rappresenta, ma sempre più potrebbe rappresentare, un motore di sviluppo turistico globale, vista la collocazione nel cuore della Magna Grecia, conosciuta in tutto il mondo come culla della civiltà». (rrc)
Questo pomeriggio, a Reggio, alle 17.30, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio, s’inaugura la grande mostra Paolo Orsi. Alle origini dell’archeologia tra Calabria e Sicilia a cura di Carmelo Malacrino, direttore del MArRC e di Maria Musumeci, direttore del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.
Si tratta di un Grande Evento, al MArRC, co-finanziato dalla Regione Calabria nell’ambito di un programma europeo di valorizzazione del sistema dei Beni Culturali e per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria nell’annualità 2019.
La mostra, composta da 230 reperti, è la prima a Reggio che rende omaggio all’illustre archeologo, considerato tra i fondatori della metodologia di ricerca archeologica in età contemporanea e il “padre” dello stesso Museo Archeologico Nazionale, che concepì e propose quale luogo deputato ad accogliere i reperti provenienti dagli scavi in tutto il territorio regionale, per raccontare una sola, eccezionale e affascinante storia di cultura, di arte, di vita.
I visitatori, infatti, potranno “perdersi” in un percorso storico-biografico-tematico, articolato attraverso differenti strumenti di comunicazione e apparati didattici, per offrire ai visitatori un unico e straordinario, suggestivo racconto della Calabria e della Sicilia sulle tracce dell’attività svolta da Paolo Orsi in più di quarant’anni.
L’allestimento presenta, nella sezione introduttiva, la personalità scientifica e la biografia personale e professionale di Paolo Orsi. I risultati dei principali contesti di ricerca sono esposti secondo un criterio di datazione cronologica in cinque sezioni: Preistoria e Protostoria della Sicilia e della Calabria (dal III millennio all’VIII secolo a.C.), Città e Santuari dei Greci d’Occidente (dal VII al IV secolo a.C.), Sicilia e Magna Grecia in età romana (dal III secolo a.C. al VI d.C.), il Medioevo (fino al XIV secolo d.C.). Tra i meriti riconosciuti a Orsi dagli studiosi vi è, infatti, anche quello di avere per primo indagato il periodo medioevale e, in particolare, a cavallo tra la dominazione bizantina e quella normanna.
Orsi è tra le figure più significative dell’archeologia tra Ottocento e Novecento. La sua attività di ricerca e di scavo si svolse principalmente tra Calabria e Sicilia, portando alla luce eccezionali testimonianze delle principali civiltà preistoriche e protostoriche siciliane, all’epoca ancora inesplorate, benché scrigni di preziosi tesori. Studioso accurato, fece chiarezza sulla realtà e le abitudini di vita delle città greche d’Occidente, con il metodo dello scienziato positivista: preciso, dettagliato, rigoroso.
«Paolo Orsi – ha dichiarato il direttore Malacrino – è una figura eccezionale e complessa, ancora tutta da scoprire. Ha improntato tutta la sua attività appassionata e rigorosa sullo scavo in luoghi spesso impervi e inesplorati, il recupero dei materiali rinvenuti, la salvaguardia del patrimonio culturale e la valorizzazione del territorio».
«L’archeologo di Rovereto – ha proseguito il direttore – ha contribuito, in maniera decisiva, alla conoscenza del passato della Calabria, nell’ambito di una visione illuminata della cultura come strumento di riscatto di un territorio e di progresso. Fu proprio Orsi a sognare un grande Museo Archeologico Nazionale a Reggio Calabria, capace di unificare in una sola storia le diverse realtà territoriali. Mostrò, così, una straordinaria capacità di costruzione di una sola identità culturale calabrese, superando i provincialismi».
«Questa Mostra – ha concluso il direttore Malacrino – inaugura una collaborazione con il prestigioso Museo Archeologico di Siracusa intitolato a Orsi con l’intento di presentare al pubblico la vita e le scoperte archeologiche di questa figura affascinante come occasione per conoscere o riscoprire il patrimonio culturale di due regioni che sono rimaste in stretta relazione, nel corso della storia, condividendo abitudini, tradizioni, esperienze».
I reperti protagonisti nell’esposizione, sono due capolavori dell’arte greca occidentale, entrambi datati V secolo a.C.: il complesso statutario del Cavaliere di Marafioti, della collezione del MArRC, e la seducente seppur mostruosa Gorgone-Medusa, bene culturale del patrimonio archeologico del Museo siracusano.
Le opere, che sono i “fiori all’occhiello” dei due istituti museali organizzatori, accolgono i visitatori all’ingresso alla Mostra, per introdurli al fascino senza tempo di un viaggio straordinario sulle tracce dei reperti rinvenuti da Paolo Orsi nei suoi scavi in Calabria e Sicilia.
Tra gli oggetti in mostra più suggestivi si segnalano, della collezione del MArRC: gli elementi architettonici di Reggio, di età tardo-arcaica, provenienti dagli scavi dell’Odeon e nell’area in cui è stato costruito il Palazzo della Prefettura; una protome femminile di grandi dimensioni del VI secolo a.C. e una serie di eccezionali pinakes (tavolette in terracotta) del V secolo a.C., provenienti dal Santuario dedicato a Persefone nella valle della Mannella, nell’antica Locri-Epizefiri; un delicato Busto di Afrodite in terracotta con in braccio Eros, del V secolo a.C., proveniente dall’antica Medma.
Della collezione del Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa: una lekythos (vaso porta unguenti) del V secolo a.C. proveniente da Gela, di alto valore artistico e straordinaria intensità, che ritrae una donna a piedi scalzi e lo sguardo rivolto all’indietro, con indosso un chitone nero e un himation (mantello) raccolto sulla spalla; un’antefissa silenica rinvenuta nella stessa area della Sicilia centrale, tipica della produzione siceliota tra il VI e il IV secolo a.C.; una coppa (kotyle) a tema erotico del VI secolo a.C., che raffigura una scena orgiastica e reca sotto il piede un’iscrizione graffita che attesterebbe la vitalità dell’ethnos indigeno ancora nel VI secolo a.C.; una serie di piatti in maiolica invetriata di epoca medioevale trovati negli scavi nell’area di Siracusa, che testimoniano le influenze arabe nella produzione artistica normanna.
Sarà a disposizione dei visitatori un servizio di audioguidein quattro lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo), per offrire un’esperienza di conoscenza approfondita e coinvolgente, nella scoperta a ritroso nel tempo della storia biografica e professionale di Paolo Orsi e, insieme, degli eccezionali risultati della sua attività di archeologo attraverso lo scavo e lo studio in Calabria e Sicilia.
Tra gli apparati didattici rivolti soprattutto ai ragazzi, è a disposizione una lavagna interattiva, per la ricostruzione storica in una rete di percorsi tematici sulle orme di Paolo Orsi. In un meraviglioso viaggio nel tempo, si potrà conoscere meglio il lavoro dell’archeologo e gli strumenti che usa, il contesto sociale e culturale in cui operò l’illustre intellettuale cui è intitolata la Mostra, ruoli e istituzioni nell’ambito dei Beni Culturali, le collezioni dei due principali Musei della Calabria e della Sicilia organizzatori, i luoghi in cui avvennero i ritrovamenti di Orsi nelle due regioni e le civiltà che le abitarono.
Il ricco catalogo, di alto profilo scientifico, accoglie i contributi degli specialisti in un indice che ripercorre la linea temporale del piano Mostra. Il corredo iconografico comprende fotografie originali dell’archivio del MArRC. (mp)
1° settembre – Si svolge stasera, a Reggio, alle 20.30, presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio, l’evento “Colori e sapori della Costa Viola sulle tracce di Ulisse”.
L’evento, organizzato dal MarRC in collaborazione con Costa Viola Gourmet, è un moderno simposio con degustazione di ricette storiche e curiosità linguistiche. Nel corso dell’evento, infatti, gli chef realizzeranni le ricette della Magna Graecia condice con i misteri ed il fascino della storia enogastronomica di un territorio ricco di storia, miti e tradizioni.
Intervengono Carmelo Malacrino, direttore del MarRC, Pasquale Amato, prof. di Storia Contemporanea, Daniele Castrizio, docente di Storia Economica e della Moneta, Antonio Paolillo, scrittore e tecnologo alimentare, Natale Zappalà, ricercatore storico e scrittore, e il giornalista Filippo Teramo. (rrc)
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