di ERNESTO MANCINI – Si è venuti a conoscenza che il Commissario Regionale alla Sanità, Roberto Occhiuto, con proprio decreto n. 84 del 5 aprile ha reperito le somme per finanziare i maggiori costi necessari per la progettazione definitiva e la costruzione del Nuovo Ospedale di Palmi (Nop). Tali maggiori costi ammontano a 141 milioni di euro sicché la realizzazione dell’ospedale passa da 152 milioni originariamente previsti (anni 2011 – 2014) a 293 milioni. Quasi il doppio. Come si dirà di qui a poco la scelta del Commissario, così come motivata nel provvedimento, appare inevitabile e senza alternative ma sul punto bisogna fare alcune osservazioni.
L’inconcepibile tempistica delle fasi del procedimento di realizzazione del Nop
Va ricordato che il nuovo ospedale, insieme a quelli di Vibo e della Sibaritide che hanno avuto analoghi incrementi, è una struttura prevista, finanziata e dichiarata formalmente “urgente” fin dal 2007 da un Accordo di Programma Stato-Regione del 13 dicembre di quell’anno. Ad oggi, cioè dopo oltre 16 anni, l’ospedale è tutt’altro che realizzato in quanto si è ancora nella fase di approvazione della progettazione definitiva. Pertanto, non si è ancora aperto il cantiere né sono iniziati i lavori.
Si tratta di una storia incredibile di incapacità politica di tutte le opposte compagini (destra e sinistra) che si sono puntualmente alternate alla Regione dal 2007 in poi ma anche di esasperante lentezza dell’apparato tecnico-burocratico regionale. Basti pensare che sono trascorsi:
- 3 anni,7 mesi e 19 giorni (13.12.2007- 1.8.2011) dall’accordo di programma Stato/Regione al bando di gara;
- 3 anni, 9 mesi e 7 giorni (1.8.2011– 8.5.2015) dal bando di gara al contratto con l’impresa aggiudicataria;
- 3 anni e 6 mesi (8.5.2015- 8.11.2018) dal contratto alla presentazione del progetto definitivo per la conferenza servizi;
- 2 anni, 3 mesi, 3 giorni (8.11.2018 – 11.2.21) dall’indizione della conferenza dei servizi per il progetto definitivo alla chiusura positiva di tale conferenza con prescrizioni;
- 3 anni e 2 mesi (11.2.21 – 10.4.24) dalla chiusura della conferenza dei servizi ad oggi per il progetto definitivo la cui approvazione non è ancora intervenuta.
Non c’è bisogno di intendersi di appalti pubblici per capire che siamo di fronte a tempi abnormi ed ingiustificati di ogni singola fase e, complessivamente, di tutto il procedimento.
Il decreto commissariale n. 84 del 5.4.24
Ora il Commissario/Governatore on.le Occhiuto ha adottato il decreto n.84 del 5.4.24 che consente di approvare il progetto definitivo recante i maggiori costi e così andare avanti per la realizzazione dell’opera.
Come già accennato, dalla lettura del decreto si apprende che i costi di realizzazione previsti nell’aggiudicazione del 2015 ammontavano a 152 milioni di euro e che a tali costi vanno ora aggiunti ulteriori 141 milioni. Ne deriva che il nuovo quadro finanziario per il Nop si è incrementato del 93%.
A giustificazione di ciò il Commissario precisa che rispetto al progetto preliminare sono intervenute diverse “varianti progettuali” (varianti normative, aree esterne, modifiche strutturali, varianti distributive dell’edificio), e che «i costi di produzione hanno subìto anomali incrementi per effetto del contesto macroeconomico dovuto all’ emergenza Covid 19, aggravato dal conflitto russo-ucraino». Ciò ha determinato, precisa ancora il Commissario, «difficoltà di reperimento delle materie prime, aumento di prezzi dell’energia, aumento significativo dei prezzi di materiale di costruzione».
Considerazioni
Le considerazioni da farsi sull’operazione così decritta possono riassumersi nel modo seguente.
A) i nuovi maggiori costi non ci sarebbero stati se l’Ospedale fosse stato realizzato in tempi accettabili ovvero, a tutto concedere, cinque, sei, sette, otto anni dal 2007 e non invece i sedici anni fin qui trascorsi ed almeno altri cinque da preventivare posto che il cantiere non è stato ancora aperto. Si tratta pertanto di costi che derivano da una incredibile lentezza del procedimento non giustificata da nulla, per lo meno in queste dimensioni.
B) Correlativamente, se si fosse agito in tempi anche ordinari – mettiamo largamente otto anni – i 141 milioni di euro non sarebbero stati necessari ed avrebbero potuto essere impiegati per nuove opere e nuova tecnologia di cui hanno estremo bisogno altri presìdi del servizio sanitario regionale assai spesso vetusti e decadenti o con scadente offerta di servizi.
C) Il danno da ritardo eccessivo non si limita alla maggiore somma dei 141 milioni. Questa somma è ben poca cosa rispetto agli ulteriori e rilevanti danni economici e sociali che derivano da tale ritardo. Questi danni sono stati determinati nel documento “Contatempo-Contadanno per un Ospedale che non c’è” edito mensilmente dall’Associazione Prosalus Palmi che si batte da anni per il presidio. Ci riferiamo al danno per numero di ricoveri non effettuati (146.676), per numero di giornate di degenza non erogate con conseguente migrazione sanitaria evitabile (1.034.501), per numero di rapporti di lavoro dipendente non attivati (1.325), per numero di ore di lavoro non effettuate per l’assistenza ospedaliera (42.029.000), per valore economico della produzione non conseguito e cioè finanziamenti regionali e ricavi dalle prestazioni (€ 1.508.610.558), per costi della produzione non effettuata come acquisti di beni, servizi, lavoro e cioè fattori che producono reddito nel territorio (€ 1.458.494.596). E così oltre per ulteriori voci. Il documento, per il dettaglio delle fonti e i criteri di raccolta ed elaborazione dati, si può consultare su dirittoepersona.it oppure col seguente link specifico https://www.dirittoepersona.it/il-contatempo-ed-il-contadanno-per-un-ospedale-che-non-ce/
In definitiva la presenza di un ospedale produce assistenza qualificata ed anche i relativi costi di attività si riverberano positivamente come fonte di reddito per famiglie, lavoratori e imprese del territorio e, più in generale, della Regione. Il nuovo Ospedale si sarebbe ripagato per decine di volte se fosse stato attivato per tempo.
D) La scelta del Commissario appare inevitabile pena l’impossibilità di andare avanti col nuovo Ospedale per mancanza di copertura finanziaria dei maggiori costi nonostante si tratti di opera necessaria ed urgente e perciò non rinunciabile per il territorio di riferimento. Il che avrebbe comportato, a parte tutto il resto, un’ulteriore e forse definitiva “frustata alla schiena” dei cittadini della Piana già esasperati dallo stillicidio delle fasi procedurali sopra indicate.
E) …per non dire dell’ulteriore danno all’immagine dell’Amministrazione già da tempo compromessa per la vicenda della non realizzazione della struttura dopo 16 anni e con un preventivo di ulteriore tempo di 4 – 5 anni.
F) la Regione inoltre avrebbe dovuto indennizzare il concessionario per mancato guadagno a seguito della risoluzione del rapporto per fatto dell’Amministrazione; si sarebbe trattato di un ammontare pari a circa il 10% del valore del contratto come stabilisce forfettariamente la normativa dei lavori pubblici per questi casi di rinuncia all’opera.
G) tutte le considerazioni fin qui svolte (danno, maggiori costi, ritardi nell’assistenza, ecc.), compresi i nuovi costi, valgono anche per gli altri due ospedali (Vibo – Sibaritide) in quanto anche tali strutture non sono ancora state realizzate e sono in enorme ritardo rispetto alla programmazione del 2007. Insomma, deve farsi una moltiplicazione per tre di tutte le negatività sociali ed economiche che sono state fin qui descritte e che hanno fondamento esclusivamente nella grave disfunzione di amministrazione pubblica propria della Regione Calabria.
H) le problematiche ospedaliere della Piana di Gioia Tauro non finiscono qui e bisogna pensare fin da ora alla valorizzazione dell’Ospedale di Polistena che ha tutti i presupposti per essere ottimizzato subito in termini di risorse umane e tecnologiche poiché ancora lungo è il tempo di attivazione del Nop (quattro anni per la costruzione, uno per l’attivazione).
Ancora più importante è che per esso si programmi, in parallelo ed in sincronia coi tempi del Nop, uno sviluppo in termini di nuove funzioni specialistiche multizonali, non ripetitive (altrimenti inutili e inefficienti) delle strutture del Nop; Infatti la Piana è baricentro kilometrico ed orario tra il Reggino, la Locride ed il basso Vibonese. In quanto tale, perciò, attrattiva ed in perfetta compatibilità, con gli appositi indicatori ministeriali di spedalizzazione per un certo tipo di attività. Sul punto si fa riserva di scriverne a parte anche se l’Associazione Prosalus di Palmi ha già proposto il tema (Convegno Villa Mazzini del 19.8.2019, Convegno Casa della Cultura del 16 giugno 2023).
Si può concludere
Per tutto ciò che riguarda il Sud, la Regione Calabria e la sanità in particolare, il tempo che trascorre inutilmente costa moltissimo alle popolazioni in termini sociali ed economici; questa vicenda ne è una prova evidente ed emblematica. L’apparato politico e burocratico forse non si rende conto che l’inutile trascorrere del tempo costituisce grave violazione di legge (buon andamento ex art. 97 Costituzione, efficacia dei procedimenti ex art. 1 legge 241/90) e si limita alla legittimità formale dei singoli atti che è solo un presupposto della buona gestione.
Al Governatore Commissario Occhiuto va riconosciuta, ma non per molto tempo ancora, la franchigia da responsabilità essendosi insediato da poco più di due anni e dovendo pertanto risolvere annosi e pregressi problemi di ritardo ed inefficienza. Egli deve però comprendere, tornando alla questione del nuovo ospedale di Palmi e degli altri ospedali “urgenti” dal 2007, che il cammino da fare (cantiere, costruzione, dotazione risorse umane e tecnologiche, attivazione) è ancora più impervio di quello compiuto per cui occorre un radicale cambio di marcia agendo non più per atti e carte varie ma per fatti e risultati tempestivi e concreti. Staremo a vedere. (em)