A Condofuri la tavola rotonda su “Il Ponte sullo Stretto”

Domani pomeriggio, a Condofuri, alle 18, all’Auditorium “Angelina Romano”, si terrà la tavola rotonda su Il Ponte sullo Stretto, straordinaria occasione di crescita e sviluppo per il Meridione, organizzata da “Esserci per Condofuri” e “Accademia Calabra”.

Parteciperanno Giacomo Francesco Saccomanno, componente del Consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina, Giovanni Mollica, cofondatore del Tavolo Ponte di Reggio Calabria, Alberto Porcelli, cofondatore “Commissione Interdistrettuale Area dello Stretto Rotary Calabria” e cofondatore Tavolo Ponte Reggio Calabria, e Claudio Borri, del Comitato Scientifico della Società dello Stretto di Messina.

Un momento di confronto per informare, aggiornare e comunicare. Sul Ponte dello Stretto ci sono più Fake News che pagine del progetto! Tante non verità che tentano in tutti i modi di deviare la corretta informazione e lo stato reale delle cose. Una deviata informazione che crea solo incertezze, sconcerto e disorientamento!

«L’incontro – ha spiegato Saccomanno – servirà, appunto, a chiarire lo stato delle cose ed a fornire corrette notizie. Un’opera così straordinaria per la Calabria, la Sicilia, il Mezzogiorno, l’Italia, l’Europa e il mondo, non può essere sporcata da chi non è riuscito a realizzare nulla e, quindi, con la disinformazione tenta di bloccare la realizzazione della stessa, che darà sviluppo, crescita, economia ed occupazione. Ecco la necessità di confrontarsi, discutere, informare e rasserenare tutti i cittadini sia della valenza dell’opera che della straordinarietà della stessa che darà sicuramente tanti vantaggi e ritorni». (rrc)   

L’OPINIONE / Giusy Caminiti: Pregiudizi e preconcetti per accordo con INGV

di GIUSY CAMINITI – Chiariamo noi i termini della questione al senatore Germanà, che senza aver letto esprime giudizi preconcetti ed ideologici sull’approvando accordo istituzionale tra la Città di Villa San Giovanni e l’INGV, delegittimando il ruolo delle istituzioni tutte e formulando accuse gravi cui solo per amore di verità vogliamo replicare. Se si “scomoda” un ministro della Repubblica su una questione inesistente, si genera la preoccupazione verso una inaccettabile deriva istituzionale: Germanà (al pari dei consiglieri comunali villesi di FI) esprime il suo giudizio su un accordo che non conosce e in cui la parola Ponte non viene neppure citata!

Ma dimostra di essere anche poco informato rispetto a fatti noti: la Città ha già partecipato nel 2024 con INGV e il dipartimento di Protezione Civile della regione Calabria ad un progetto comunitario per la sensibilizzazione della comunità al rischio terremoto e maremoto! Quest’amministrazione comunale ha approvato le linee guida del piano strutturale comunale e le tavole allegate prendendo atto di tutti i vincoli e le fragilità del territorio: non oggi ma nel dicembre 2023. Lo avrebbero dovuto informare i consiglieri di minoranza sostenitori del ponte ‘senza se e senza ma’, che evidentemente disconosco gli atti amministrativi su cui dovrebbero esercitare il controllo!

Ora entriamo nel merito delle questioni sollevate da Germanà: 1. Il 7 febbraio, dopo un incontro con il presidente Doglioni, l’esecutivo ha deliberato di proporre all’INGV un Accordo ex legge 241/1990 per formazione e informazione del cittadino, scambio di informazioni e “promozione di nuovi studi sul territorio anche attraverso la ricerca di finanziamenti per progetti congiunti”, come fatto peraltro da molti altri comuni italiani. 2. Il prossimo 17 il CdA dell’INGV valuterà la nostra richiesta e deciderà se accettarla. Tutto assolutamente ‘ordinario’ se non fosse che noi siamo la Città del ponte e guai a dire e agire a tutela del territorio! Così il senatore Germanà decide di distorcere verità che si evidenziano tali in atti.

L’amministrazione comunale di Villa San Giovanni mai ha portato avanti iniziative ideologiche ma solo richieste di approfondimenti scientifici e motivazioni tecniche rispetto al progetto definitivo aggiornato, che non dà garanzia alcuna; mai si è espressa sull’opera ma sempre sul progetto come da proprie competenze; mai ha generato allarmismi e preoccupazioni, prodigandosi sempre a una narrazione fondata e veritiera. L’accordo, se approvato, verrà “portato avanti” dal successore del presidente Doglioni: INGV è istituzione e noi la rispettiamo come tale nella sua massima espressione.

Noi abbiamo scelto INGV di cui oggi il professor Doglioni è illustre e brillante presidente! Al senatore vorremmo invece ricordare come le ragioni di urgenza all’accordo siano in nuce: questioni di Protezione Civile e tutela di un territorio fragilissimo. Diversamente che per il decreto ponte e per il decreto infrastrutture che “motivi che possano giustificare una sua urgente approvazione” non ne hanno avuti, eppure sono stati approvati come decreti legge, con il solo obiettivo di accelerare un’opera che merita evidentemente ancora studi e approfondimenti. Non tocca al senatore leghista valutare l’utilità della convenzione INGV – Città di Villa San Giovanni: sarà il CdA di INGV a pronunciarsi.

Siamo certi che la risposta del ministro Bernini non sarà sull’opportunità dell’accordo (non rientrando questa valutazione nelle competenze dello stesso!) ma piuttosto sulla correttezza dell’azione di INGV e della Città di Villa San Giovanni (siamo Città e non più comune da ben 20 anni!). E la risposta non piacerà a Germanà, come del resto non è piaciuta quella del ministro dell’Ambiente. (gc)

[Giusy Caminiti è sindaca di Villa San Giovanni]

Ponte, il Comune di Villa incontra il presidente INGV Doglioni

Sono state approfondite tutte le tematiche  riguardanti il progetto del ponte sullo Stretto, nel corso dell’incontro avvenuto, a Villa San Giovanni, tra la Giunta e il professor Carlo Doglioni, presidente dell’INGV.

«Avevamo già sentito il professore – ha spiegato la sindaca – per chiedere una collaborazione istituzionale, così come abbiamo chiesto il 30 gennaio scorso al presidente della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, di affidare all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia tutti gli studi che dovranno essere condotti. Studi che chiediamo siano tutti condotti adesso e non posticipati alla progettazione esecutiva, per tutte le ragioni tecnico-scientifiche, economiche e, soprattutto, di tutela del territorio e dell’ambiente che abbiamo sempre espresso dal deposito a marzo 2023 del progetto aggiornato presso i ministeri».
«Il presidente ci ha dedicato quasi quattro ore di confronto serrato e altamente istituzionale – ha proseguito – un dialogo a tratti molto tecnico e condotto dal professore con la semplicità di un insegnante con i propri alunni. Le “necessità” di approfondimenti scientifici che continuiamo a chiedere da 2 anni e che hanno anche trovato accoglimento nel parere della Commissione Via Vas (che ne ha chiesto ottemperanze prima della presentazione del progetto esecutivo) sono state condivise dal presidente Doglioni – ha proseguito – cui abbiamo esposto le nostre preoccupazioni sulla faglia di Cannitello, sull’erosione costiera, sulla fragilità idrogeologica del nostro territorio. Ma il presidente ha ascoltato anche le nostre preoccupazioni sulla Città divisa in due, sulla mancanza di progettazione di cantiere, di progettazione definitiva della risoluzione delle interferenze, sull’improcrastinabilità del monitoraggio ambientale».
«Il presidente Doglioni – ha spiegato – ha accolto, con grande disponibilità e generosità, la nostra richiesta di una collaborazione istituzionale con la Città di Villa San Giovanni e di un incontro con la commissione consiliare territorio allargata ai consiglieri e ai tecnici nominati dal sindaco. Acquisita la disponibilità del presidente dell’INGV, al termine del nostro incontro, la Giunta ha deliberato la proposta di collaborazione da formalizzare all’Istituto».
«Il nostro grazie al presidente Doglioni – ha concluso la sindaca Caminiti – per l’attenzione data alla Città di Villa San Giovanni e per aver voluto ascoltare le nostre preoccupazioni, rendendoci edotti di studi e posizioni scientifiche». (rrc)

Ponte, i sindaci Falcomatà e Caminiti: Anche in Ue sostengono le nostre ragioni su Via

I sindaci di Reggio, Giuseppe Falcomatà e la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, hanno rilanciato l’interrogazione degli Eurodeputati di Left, S&D e Verdi alla Commissione Ue, ribadendo come «i territori hanno il diritto di avere garanzie e certezze. Difendiamo i cittadini nella consapevolezza di dovere di governare le fasi di cambiamento».

«I dubbi che ci hanno spinto a ricorrere al Tar per approfondire la valutazione della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente sull’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto, trovano una sponda efficace anche nell’interrogazione presentata dai parlamentari europei di Left, S&D e Verts/Ale alla Commissione di Bruxelles»., ha detto Falcomatà nella nota congiunta con la sindaca Caminiti.

«In Europa – ha spiegato Falcomatà – arrivano le battaglie che, da tempo, stiamo conducendo nell’area della Città Metropolitana, insieme al Comune di Villa San Giovanni, non per questioni ideologiche, ma per tutelare il territorio e difendere i diritti dei suoi abitanti».

Falcomatà si è detto «confortato dal fatto che, anche a Bruxelles, su impulso del primo firmatario Pasquale Tridico e di numerosi eurodeputati del Pd e della sinistra, si avanzino perplessità sulla mancanza di studi tecnici rispetto ai rischi sismici, all’erosione costiera ed alle interferenze con le aree Natura 2000 di un’opera mastodontica e di un progetto che necessita di autorizzazioni in deroga ed una sostenibilità economica alquanto incerta».

«Bene fanno gli europarlamentari – ha proseguito il sindaco metropolitano – a richiamare i rischi segnalati dalle amministrazioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni relativi all’incompiutezza, agli impatti socio-economici sulle comunità e al deficit di trasparenza. La costruzione a fasi progressive, così come evidenziano nella loro interrogazione, potrebbe comportare dispersione di risorse pubbliche e squilibri territoriali, in contrasto con la strategia europea di continuità territoriale».

«Facciamo nostre – hanno detto Giuseppe Falcomatà e Giusy Caminiti – le richieste di chiarimento formulate alla Commissione europea invitata a pronunciarsi sulla conformità del progetto alle direttive UE considerate la presenza di faglie sismiche, in particolare quella attiva denominata “Cannitello”, e l’assenza di studi specifici sull’erosione costiera».

«Nel sostenere le ragioni dei cittadini e degli espropriandi – hanno concluso –alla Commissione europea si chiede anche se, per l’utilizzo dei fondi Ue, sia stata consultata rispetto al rapporto costo-beneficio del progetto Ponte sullo Stretto, considerata, soprattutto, l’esistenza di alternative che potrebbero meglio garantire sia la continuità territoriale, sia la compatibilità con gli obiettivi del Green Deal». (rrc)

L’OPINIONE / Enzo Musolino: L’ennesimo incontro mancato a Villa S.G. con Pietro Ciucci

di ENZO MUSOLINO – È apparso ed e’ presto svanito – a Villa San Giovanni – l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci.

Ha partecipato stamane 30 gennaio 2025 ad un incontro ristretto a Palazzo San Giovanni. Nei giorni scorsi avevamo chiesto notizie di questo appuntamento, avevamo chiesto che fossero invitate le famiglie che abitano nelle case oggetto dei vincoli d’esproprio.

Avremmo voluto incontrarlo pubblicamente, magari nel corso di una conferenza stampa allargata, alla presenza dei Comitati, dei Partiti, della cittadinanza attiva.

Per ascoltare, per fare qualche domanda, per instaurare un dibattito da troppo tempo negato. Attenzione, è tutto legittimo! È legittimo che i pochi amministratori presenti abbiano ricevuto le novità evidentemente proposte dal “commissario dello Stretto”, è legittimo che – una volta abolito ex legge il dibattito pubblico sull’opera – si decida per un rapporto “tête-à-tête” limitato ai supremi eletti.
Tutto legittimo, quindi, ma senz’altro anche profondamente ingiusto.
E non perché si rivendichi il diritto alla protesta, non perché si volesse rispolverare qualche vecchio megafono, ormai un rottame arrugginito del passato, ma perché così si soffoca la fame di verità e di conoscenza che attanaglia una cittadinanza confusa, in preda alle notizie più disparate e controverse.
Se tutto fosse chiaro non ci sarebbe alcun bisogno di confronto; se non ci fossero dubbi e pericoli per la salute e l’ambiente, avremmo ben lasciato l’ad Ciucci alle cure degli amministratori pro tempore ma non è così, non siamo per nulla tranquilli.
Ecco qualche domanda che avremmo voluto porre: A fronte di un progetto così limitato e carente, anche e soprattutto in relazione ai cavi non testati del Ponte, non sarebbe ora di tornare ad una fase di studi preliminari, ad un approccio più scientifico su materiali e prove dinamiche? A fronte del rischio sismico legato alle faglie attive del territorio, non sarebbe opportuno chiedere un parere ufficiale all’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia, invece di denunciarne il Presidente per le interviste scomode rilasciate? A fronte dei numeri ballerini sul “fronte navigabile”, si potrebbero coinvolgere le più grandi compagnie di navigazione – che attualmente passano per lo Stretto – per approfondire lo stato dell’arte sul fenomeno del gigantismo navale e sull’utilità ai commerci di un potenziale “muro” tra Villa e Messina? A fronte delle tante raccomandazioni/prescrizioni espresse dal comitato scientifico e dalla commissione Via Vas, non sarebbe opportuno “ottemperare” prima di procedere alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera? In assenza di un’esigenza reale legata al flusso di traffico tra le due sponde dello Stretto, a cosa risponde questa accelerazione sull’Opera?
E perché, contestualmente, scemano gli investimenti pubblici sulle navi traghetto e i mezzi veloci? A fronte dei dubbi espressi dall’Autorità anti Corruzione, Perché con un appalto riesumato e notevolmente incrementato nei valori – da quattro a quattordici miliardi di euro – non si procede ad una nuova gara pubblica, così come prevede la normativa europea?
Perché non si pretende dall’appaltatore di rinunciare al contenzioso per risarcimento danni contro lo Stato/committente? Perché si vuole procedere per stralci funzionali, per cantieri distinti, senza un progetto generale esecutivo davvero completo, anche con riferimento all’analisi sui rischi alla salute per i cittadini villesi e di Torre Faro, quelli “sotto il Ponte”? Perché quest’opera colossale non ha una seria analisi economica costi/benefici?
Questo, e tanto altro, avremmo voluto chiedere e crediamo che tutti i cittadini di Villa, di Messina e di Reggio, avrebbero piacere di avere qualche risposta chiara.
Se, per altro, queste o simili domande siano state oggi (giovedì 30 ndr) poste dai consiglieri villesi a Ciucci – e speriamo davvero sia stato così – chiediamo a tutti gli amministratori eletti, di maggioranza e di opposizione, di indire presto una conferenza stampa allargata ai cittadini per dirci cosa ha detto
Ciucci, chi è intervenuto all’incontro, quali dubbi siano stati sollevati, quali le risposte fornite. Ci sembra il minimo, è l’essenziale. (em)
[Enzo Musolino è segretario Circolo PD Tonino Giordano Villa San Giovanni]

L’OPINIONE / Gianfranco Trotta: Ponte opera non strategica che assorbe risorse

di GIANFRANCO TROTTA – Quanto si sta palesando in Calabria con il mancato completamento della linea dell’Alta Velocità, la carenza di fondi e la mancanza di una strategia idonea ad individuarli, sommato alle gravi lacune ed eterne incompiute della nostra regione (come l’elettrificazione della linea Jonica, il completamento dello 106 e  l’A2 con lavori in corso senza soluzione di continuità), certificano come il Ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma, anzi, assorba risorse fondamentali che andrebbero invece innestate in una geografia infrastrutturale e di viabilità gravemente compromessa che non solo limita la vita dei calabresi stessi, ma pregiudica anche la capacità di attrarre investimenti. In poche parole, il futuro della nostra terra in termini di crescita e di allentamento di spopolamento e desertificazione dovrà molto al modo in cui lavoreremo sulle infrastrutture.

È ora di ribadirlo in maniera chiara e di mettere al bando operazioni non strategiche per la Calabria, che sanno chiaramente di marketing politico e che possono affossare definitivamente i nostri territori assorbendone risorse.

Il confronto con Rfi dei giorni scorsi è stato, caso mai ce ne fosse stato bisogno, ancora più chiarificatore. Ecco perché nei prossimi mesi saremo impegnati, oltre che sui referendum sul lavoro e sulla cittadinanza e sulla sanità, anche sulla questione Ponte sullo Stretto, sulla viabilità, sui trasporti, sulla mobilità.

L’opera ha ancora molti lati oscuri. Tra questi il fatto che dovrebbe sorgere su una faglia ancora attiva, in una zona ad altissimo rischio sismico in cui si registrano ancora terremoti.

Ecco perché invito le forze politiche e di governo ad una riflessione ampia, che contempli esclusivamente il futuro della nostra terra, in termini di occupazione e sviluppo. (gt)

[Gianfranco Trotta è segretario generale Cgil Calabria]

Società dello Stretto: Comitato Scientifico ha ribadito ok a fattibilità tecnica del Ponte

La Stretto di Messina Spa ha ribadito come «il Comitato  Scientifico, nell’ambito delle periodiche riunioni, ha riaffermato la fattibilità tecnica del ponte sullo Stretto di Messina».

«L’Organo – spiega la nota della Società – previsto dalla legge per compiti di consulenza tecnica e composto da nove esperti nelle discipline legate alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina (Geologia, Geotecnica, Ingegneria Civile e Ambientale, Ingegneria del Vento, Scienza delle Costruzioni, Ingegneria Strutturale), alla luce di alcune osservazioni sul progetto definitivo emerse di recente, ha riaffermato all’unanimità il parere favorevole, rilasciato a gennaio 2024».

«Ha, inoltre – continua la Stretto di Messina – ribadito che le 68 osservazioni, che in parte riprendono quelle del precedente Comitato Scientifico, non sono in contraddizione con il parere favorevole, ma riguardano aspetti da approfondire in sede di progettazione esecutiva e non inficiano la fattibilità tecnica dell’Opera».

«Il ponte, hanno chiosato i nove esperti – conclude la nota – è uno dei progetti più studiati al mondo con un patrimonio di dati formidabile».

Il Comitato Scientifico

Il Comitato Scientifico è un organo previsto dalla Legge 1158/1971 composto da nove esperti nominati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti d’intesa con la Regione Calabria e la Regione Siciliana. Svolge compiti di consulenza tecnica, rendendo in particolare i propri pareri al Consiglio di Amministrazione della Società in ordine al progetto definitivo ed esecutivo dell’opera e delle varianti.

È così composto: Prof. geol. Alberto Prestininzi, con funzioni di Coordinatore (già Ordinario di Analisi del Rischio presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università Telematica e-Campus; già Ordinario di Rischi Geologici presso l’Università La Sapienza di Roma); prof. ing. Claudio Borri, già Ordinario di Scienza delle Costruzioni presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Firenze; Presidente dell’Associazione Internazionale di Ingegneria del Vento (IAWE); già Direttore del “Centro Interuniversitario di Aerodinamica delle Costruzioni e Ingegneria del Vento” dell’Università di Firenze; prof. ing. Mauro Dolce, già Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università Federico II di Napoli; prof. ing. Alessio Ferrari, ordinario di Ingegneria Geotecnica presso l’Università di Palermo; prof. ing. Paolo Fuschi, ordinario di Scienza delle Costruzioni presso l’Università di Reggio Calabria; prof.ssa ing. Sara Muggiasca, professoressa Associata presso il Dipartimento di Meccanica e Direttrice della Galleria del Vento del Politecnico di Milano; prof. arch. Francesco Karrer, già Ordinario di Urbanistica presso l’Università La Sapienza di Roma, l’Università di Reggio Calabria, l’Università di Pescara; prof. ing. Andreas Taras, ordinario di Ingegneria Strutturale – Strutture in acciaio e miste presso l’Istituto di Ingegneria Strutturale del Politecnico Federale (ETH) di Zurigo e Direttore d’Istituto; prof. ing. Giuseppe Muscolino, già Ordinario di Scienza delle Costruzioni dell’Università di Messina. (rrm)

Salini (AD Webuild): Ponte si può fare senza rischi e nel rispetto della legalità

«La scelta di realizzare o no il Ponte sullo Stretto di Messina è politica e non  tecnica, quello che possiamo affermare è che come Gruppo con la filiera abbiamo tutte le competenze  tecniche e le tecnologie per realizzarlo bene, senza rischi, e nel massimo rispetto della legalità, come  dimostriamo ogni giorno in Italia e nel mondo progettando, realizzando e consegnando opere complesse». È quanto ha dichiarato Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, a ReStart su Rai3.

«Questo progetto – ha spiegato – si inserisce in un piano di investimenti infrastrutturali molto più ampio portato avanti  dal Governo Meloni e dal Ministro Salvini. Realizzare quest’opera significa dare ai 5 milioni di cittadini siciliani  l’opportunità di essere connessi al Paese come tutti gli altri, con gli stessi diritti».

«Significa – ha aggiunto – concretizzare un  piano articolato di infrastrutture facendo sì che l’alta velocità ferroviaria su cui abbiamo già investito in Italia  oltre 100 miliardi di euro raggiunga la Sicilia, dove forse mai come in questo momento si stanno realizzando ingenti investimenti in infrastrutture».  

«Dobbiamo immaginare – ha continuato – un ampio piano di sviluppo infrastrutturale per la Sicilia  nell’ambito del quale abbiamo lavorato ad un piano in grado di affrontare e risolvere in due anni il grave  problema dell’acqua e della siccità con intervento di mercato di investitori interessati, rispondendo a quanto  richiesto dalla Regione Siciliana. Come dimostriamo ogni giorno con gli impianti realizzati in Medio Oriente,  con il nostro piano possiamo metter fine una volta per tutte all’emergenza idrica di cui soffrono oltre 2,3 milioni di siciliani in aree critiche, soggette a razionamento dell’acqua e aggravate dal precario stato di  conservazione delle reti acquedottistiche e del sistema dei bacini di accumulo».

«Con il progetto del Ponte – ha spiegato ancora – l’Italia si proietta sulla scena mondiale con un’opera incredibile dal punto di  vista ingegneristico e trasportistico. Il progetto comprende anche importanti opere di collegamento sui  versanti Sicilia e Calabria funzionali al Ponte, opere non funzionali al Ponte e opere di mitigazione ambientale,  perché unite, Reggio Calabria e Messina danno luogo ad una grande metropoli».

«In Sicilia – ha aggiunto – infatti saranno realizzate tre fermate ferroviarie in sotterraneo che, unite alle stazioni di Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Messina, daranno concretezza al sistema metropolitano interregionale per l’area dello Stretto, una  metropolitana al servizio dei suoi oltre 400mila abitanti. In Calabria, tra le altre cose, sarà realizzato un centro  direzionale multifunzionale». 

Il Progetto del Ponte «è stato assegnato al consorzio Eurolink a seguito di una gara internazionale – ha detto ancora Salini – e oggi  Webuild è al lavoro con gli spagnoli di Sacyr, con cui abbiamo già realizzato la straordinaria opera  dell’ampliamento del Canale di Panama, e i giapponesi di IHI, specializzati nel settore ponti e cavi. Con queste  competenze il Ponte si può fare». 

Per quanto riguarda il tema delle faglie, Salini ha ricordato che è necessario far chiarezza su cosa sia una faglia. 

«Di faglie inattive ce ne sono infinite – ha proseguito – e ovunque nella crosta terrestre, anche in zone non soggette a rischio  sismico, come, ad esempio, sotto il centro di Milano. Solo le faglie attive e capaci vanno tenute in  considerazione nella progettazione delle opere. La faglia di cui si è parlato tanto in questi giorni non è definibile attiva e tantomeno capace, vale a dire non è in grado di tagliare la superficie e quindi di interagire  con le fondazioni degli edifici che vi si trovano sopra».

«Guardiamo ai grandi ponti sospesi – ha aggiunto – costruiti in aree  fortemente sismiche come il Ponte di Akashi Kaikyō in Giappone, che ha resistito al devastante sisma di Kobe  del 1995, e il Ponte di Çanakkale in Turchia, che attraversa lo stretto dei Dardanelli con una campata centrale  di 2023 metri, e che è stato costruito proprio sulla base del modello di impalcato elaborato per il Ponte sullo  stretto di Messina».

«Questi esempi – ha concluso – dimostrano che è possibile realizzare strutture sicure e durature anche in  zone ad alta pericolosità sismica e contesti geologicamente complessi. Che il Ponte si possa fare è un fatto,  che è sicuro è un altro fatto, se si vuole fare o meno è una scelta per l’Italia». (rrm)

Ciucci (Ad Stretto): Ponte, infondata notizia su ammisibilità del ricorso al Tar

«È falso che il Tar abbia “dichiarato ammissibile l’impugnazione del parere della commissione Via Vas” e non abbia accolto l’istanza del Ministero delle Infrastrutture e di Stretto di Messina”». È quanto ha detto Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina Spa, in merito al ricorso al Tar presentato dalle amministrazioni comunali di Reggio Calabria e Villa San Giovanni.

«La ricostruzione fornita dei fatti – ha dichiarato Ciucci – non è assolutamente coerente con lo svolgimento dell’udienza. In particolare, diversamente da quanto ricostruito, l’avvocato incaricato dalle due amministrazioni ha rinunciato alla fase cautelare da lui stesso richiesta, con conseguente cancellazione dal ruolo della causa disposta dal Presidente della sezione».

«Ciò che è avvenuto processualmente – ha continuato Ciucci – è la rinuncia alla fase cautelare del giudizio da parte dei ricorrenti, che comporterà la fissazione di una nuova udienza di merito da parte del Tribunale Amministrativo».

«Nessuna istanza del Mit e della società è stata respinta – ha concluso Ciucci –, al contrario la rinuncia alla fase cautelare da parte dei ricorrenti conferma la correttezza dell’eccezione sollevata dal MIT e dalla società circa l’assenza dei presupposti di urgenza per la richiesta di sospensione del parere Via». (rrm)

Il Tribunale di Roma dichiara inammissibile la class action contro il ponte

Il Tribunale di Roma ha dichiarato inammissibile la class action intentata da 104 soggetti nei confronti della società, volta a bloccarne ogni azione ai fini della realizzazione del ponte sullo Stretto e ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese di giudizio in favore di Stretto di Messina nella misura di circa 240 mila euro oltre oneri di legge.

Per Pietro Ciucci, ad della Stretto di Messina, si tratta di «un importante risultato. Fin dall’inizio eravamo fiduciosi sull’esito avendo rilevato i motivi dell’inammissibilità e con la consapevolezza che l’obiettivo dei ricorrenti fosse unicamente quello di rallentare le procedure in corso e le prossime scadenze del progetto. Valutazione che ha trovato riscontro nella Sentenza che ha rilevato motivazioni ‘del tutto evanescenti ed ipotetiche in assenza di alcun effettivo danno ambientale’, mancando perfino le prove di residenza dei ricorrenti nei luoghi di costruzione del ponte».

«Ci tengo a sottolineare – ha detto ancora – che abbiamo sempre cercato e privilegiato il dialogo con il Territorio nell’obiettivo individuare le migliori forme di collaborazione affinché la realizzazione dell’Opera rappresenti un valore condiviso e questo continua ad essere il nostro modo di operare. Ricordo inoltre i 140 cittadini, in prevalenza residenti nei comuni di Messina e Reggio Calabria, che hanno depositato un intervento volontario per contrastare l’iniziativa giudiziaria della ‘class action’». (rrm)