«Occorre, indirizzare ogni sforzo verso la difesa del comparto agricolo profondamente colpito dalle crisi climatiche ed energetiche e sostenerne il processo di transizione come per gli altri settori produttivi del Paese al di fuori dalla logica di provvedimenti meramente di elargizione occasionale come sta avvenendo sul Pnrr con i contratti di filiera». È quanto dichiarato dal Pd Calabria, che si schiera dalla parte degli agricoltori.
I dem, infatti, hanno evidenziato come «gli agricoltori, per competenza ed attività, devono essere protagonisti attivi e principali nella fase della transizione ecologica e digitale, per consentire la strutturazione di un nuovo modello di sviluppo improntato: sulla qualità dei prodotti, sulla sostenibilità ambientale ed economica del sistema e sulla giustizia sociale».
«Pertanto, accompagnare il comparto agricolo verso la sostenibilità economica e sociale – si legge in una nota – prevedendo misure speciali e straordinarie (con particolare riferimento ad una spinta verso la riorganizzazione dei sistemi di produzione che consenta l’accorciamento della filiera agroalimentare attraverso investimenti che determinino anche la riduzione dell’uso di pesticidi che risultano impattanti per l’ambiente; e di sostegno ai giovani e alle donne al fine di consentire anche il ricambio generazionale) risulta obiettivo fondamentale e irrinunciabile ed è, a tal fine, indispensabile contrastare le scelte del Governo Meloni operate sul comparto agricolo che per l’effetto della mancata proroga delle norme fiscali e tributarie, hanno determinato conseguenze nefaste per l’intero settore».
«Occorre evidenziare, ulteriormente – hanno spiegato i dem calabresi – che, fino alla legge di Bilancio 2023, la copertura per l’esenzione Irpef era di 250 milioni di euro all’anno, mentre erano i 60 milioni per la copertura dell’esenzione contributiva per circa 10 mila giovani agricoltori under 40: in tutto 310 milioni di nuovi costi per le imprese agricole che si vanno ad aggiungere ai maggiori oneri per le assicurazioni, le bollette dell’energia, del costo del denaro che per effetto dell’aumento dei tassi di interesse ha reso di fatto impraticabile il ricorso al credito per nuovi investimenti necessari per ripristinare impianti e attrezzature devastate dalle calamità naturali, da agenti patogeni e da insetti che hanno messo in ginocchio interi settori soprattutto frutticoli. Ecco perché abbiamo detto e stigmatizzato il fatto che il Governo abbia messo le mani nelle tasche degli agricoltori».
«È stato, inoltre, immotivatamente respinto, nel DL Energia – hanno ricordato – emendamento PD che prevedeva misure finalizzate a includere anche le imprese agricole a forte consumo di energia elettrica nelle misure introdotte per promuovere l’autoproduzione di energia rinnovabile nei settori energivori e che il PD ha anche chiesto, ulteriormente, che venissero valorizzate quelle imprese agricole che svolgono un ruolo importante nel campo della produzione di energie da fonti rinnovabili, e che concorrono in modo rilevante al progetto di transizione ecologica ed energetica e al contrasto al climate change, di inserire nel decreto-legge la produzione di energia elettrica e calorica da fonti agroforestali e fotovoltaiche e di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestali mentre è stato respinto l’emendamento che tendeva a individuare con più precisione, anche alla luce dei numerosi impegni che si stanno delineando per le Regioni, la definizione delle aree idonee all’insediamento di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e la necessità di avere dati e supporti indispensabili sia per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili, sia per garantire un equilibrato inserimento nel territorio e soprattutto nelle aree agricole».
Cosa fare, allora? In merito il Pd ha avanzato delle proposte per il comparto agricolo.
In particolare, il sostegno ai settori agricoli in grave difficoltà per crisi pandemica, energetica e climatica; approntare un vero e proprio piano straordinario per il rilancio e la rigenerazione di specifici settori che hanno subito ingenti danni a causa degli eventi climatici estremi, e dal conseguente sviluppo incontrollato di fitopatie, anche attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, soluzioni robotiche, sensoristica, piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua.
E ancora, tra le proposte emerge quella di istituire un Fondo Unico per le emergenze fitosanitarie in agricoltura. Anche mediante il finanziamento agli enti di ricerca, per la messa a punto di nuove molecole a basso impatto e istituire un Fondo per l’indennizzo per le gravi perdite di produzione dovuta ad eventi estremi. L’incremento del Fondo di solidarietà nazionale per garantire l’erogazione dell’aiuto sui premi assicurativi nella percentuale massima.
Per i dem sarebbe opportuno integrare il Fondo Nazionale di solidarietà (qualora il rimborso del premio fosse inferiore al 70% oltre a comportare una inaspettata perdita di liquidità creerebbe una sfiducia da parte delle imprese agricole sul sistema di assicurazioni agevolate con conseguenze negative, in termini numero di imprese assicurate, per le annualità successive); integrazione dotazione finanziaria del Programma nazionale triennale della pesca e della acquacoltura 2022-2024.
Si propone, anche, di sostenere la liquidità delle Pmi agricole colpite dai rincari record dei costi di produzione e dagli incrementi senza precedenti delle tariffe energetiche; si chiede la proroga credito di imposta gasolio utilizzato in agricoltura e pesca. Moratoria al credito che garantisca la possibilità di sospendere per dodici mesi il pagamento delle rate e dei canoni di leasing in scadenza. Sostegno agli agricoltori che attuano la conversione ecologica.
E ancora, è richiesto il rifinanziamento del fondo per il rimboschimento e la tutela ambientale e idrogeologica delle aree interne; la valorizzare le aziende agricole che si occupino di sostenibilità e benessere animale attraverso la stipulazione di accordi di filiera. Favorire investimenti volti a sostenere la realizzazione e lo sviluppo di progetti di innovazione nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, di soluzioni robotiche, di sensoristica e di piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche. Sostegno al ricambio generazionale e di genere – Incentivare l’ingresso in agricoltura di giovani con meno di 40 anni di età, rendendo strutturale e stabile la misura dello sgravio contributivo per i giovani agricoltori imprenditori; in questo senso il PD riconferma tutte le proposte avanzate in sede di approvazione della legge sull’imprenditoria giovanile agricola tendente anche a mantenere i 100 milioni destinati alla sua attuazione e ridotti dalla maggioranza a soli 15 milioni di euro, il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, le agevolazioni fiscali per i redditi derivanti da agricoltura multifunzionale ed il recupero delle spese per la riqualificazione di fabbricati rurali.
Favorire l’accesso al credito e al microcredito; favorire la realizzazione di filiere “corte” con la conseguente riduzione dei costi a favore degli agricoltori e dei consumatori; differire al 2025 l’entrata in vigore di sugar tax e plastic tax. Sul ddl sulla “carne coltivata”, “inattivato” dalla commissione UE, nel mentre si sostengono le motivazioni in favore della cultura del cibo di qualità e contro il cibo artificiale e di laboratorio, si riconferma la proposta di istituire, presso i Ministeri della Salute e dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, un tavolo tecnico-scientifico composto da ricercatori, tecnici del settore, rappresentanti delle associazioni di categoria e della filiera alimentare, operatori del settore, nonché da enti del terzo settore specializzati, allo scopo di assicurarsi che le restrizioni imposte dalla legge fossero “necessarie alla tutela della salute e ad essa proporzionate” e di raccordare ruoli e funzioni del Ministero della Salute, prevedendo che sia, comunque, sentita l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) anche al fine di non incorrere in una quasi certa procedure di infrazione. (rcz)