Mercoledì si presenta la convenzione tra l’Associazione RoPam e la Soprintendenza per il Parco Archeologico

di CATERINA RESTUCCIA – Il 23 aprile scorso è stata data prova di quanti risultati possano ottenersi con impegno e costanza nel perseguire obiettivi precisi e lineari. L’apertura in anteprima del Parco Archeologico dell’Antica Medma aveva registrato centinaia e centinaia di presenze inattese e davvero sorprendenti per eterogeneità e provenienze, il tutto per il RoPam ha significato moltiplicare forze ed energie per poter consolidare quanto prima il progetto ambizioso di apertura e fruibilità gratuita al pubblico di un bene storico – archeologico così importante.

Questi ultimi mesi di sosta sono serviti, infatti, ai Soci membri per perfezionare ogni dettaglio dell’area e garantire la massima sicurezza agli accessi dei futuri visitatori appassionati e curiosi, in ottemperanza a tutta la normativa presente nel Tu sulla sicurezza, Legge 81/08. Per tutto questo i volontari non si sono mai risparmiati in nessuna attività, decespugliando, tagliando, recintando, coprendo pericoli e segnalando rischi intorno ai siti visitabili dell’area nord del Parco, completando un’opera di bonifica di ben sette ettari di terreno.

Si è in dirittura di arrivo finalmente.

Sarà alle 18.30 del 12 luglio l’incontro ufficiale per la Presentazione della Convenzione tra l’Associazione RoPAM e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Calabria proprio nell’area verde del Parco Archeologico di Medma a Rosarno. L’Associazione RoPam (Rosarnesi per il Parco Antica Medma) e la Soprintendenza Abap per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia si incontreranno per la consegna formale della Convenzione, che stipulata tra le due parti e che sarà rinnovata ogni cinque anni, avvierà un servizio di apertura a carico dei Soci Volontari RoPAM all’utenza che vorrà conoscere, scoprire e approfondire la storia del sito e quanto ancora esso possa rivelare.

Il momento fungerà da inaugurazione e da evento culturale che abbraccerà interamente non solo la comunità rosarnese, ma anche tutto il territorio, offrendo per la prima volta un servizio organizzato e strutturato con massima precisione per consentire a tutti di avvicinarsi al patrimonio storico del luogo. È la stessa Associazione RoPam che in un comunicato stampa informa che «tale servizio sarà garantito dai soci del RoPAM e sarà gratuitamente aperto a tutti nei fine settimana, con un orario che, per i mesi estivi, sarà il sabato dalle 14 alle 19 e la domenica dalle 8.00 alle 13.00». 

«All’evento – prosegue ancora lo stesso comunicato, inviato dal Presidente Gianluca Sapio, docente ed archeologo – saranno presenti il Soprintendente per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e per la Provincia di Vibo Valentia, dott. Fabrizio Sudano e l’archeologo responsabile del sito di Rosarno per conto della Soprintendenza, dott. Marco Stefano Scaravilli». 

Certamente questo avvio estivo potrà mostrare, data la fase vacanziera dell’anno, anche ai turisti curiosi ed ai rientri degli emigrati in altre lontane località, l’immagine e la concretezza  di una nuova, bella e solida realtà di risveglio culturale calabrese. (cr)

L’OPINIONE/ Enzo Vitale: La debole difesa della Soprintendenza su Piazza De Nava

di ENZO VITALE – Dispiace dover pubblicamente stigmatizzare la nota della Segreteria Regionale del Mic ma, avendo riscontrato inesattezze e imprecisioni, ovvero affermazioni per nulla suffragate da fatti e documenti, si è obbligati in tal senso.

Procederemo in modo rispettoso di ruoli e competenze, rifacendoci sempre e comunque a quei fatti e documenti che dimostrano in modo inoppugnabile che le affermazioni della Segreteria Regionale sono solo parole senza valida documentazione a loro sostegno.

Queste parole non hanno alcuna corrispondenza, né con il progetto preliminare né con quello definitivo, approvato in sede di Conferenza dei Servizi. I progetti, infatti, prevedono la demolizione completa dell’esistente e la mutilazione del complesso monumentale. Questi sono fatti, non parole, e collidono in maniera plateale, senza se e senza ma, con le affermazioni della Segreteria Regionale.

Vero è che la Segreteria parla al futuro. Dovremmo crederle? La cittadinanza, di fronte a un progetto di demolizione e mutilazione dovrebbe starsene tranquilla, sperando che si mantenga la parola data sulle colonne di un quotidiano? Dovremmo credere che i progetti di cui sopra verranno rimodulati?

La Segreteria afferma che la demolizione sarà parziale, che non vi sarà la programmata mutilazione, e che così si farà “tornare la piazza alla sua originaria identità”. Ma come si possono fare queste affermazioni? Davvero a Catanzaro credono che la cittadinanza reggina abbia gli anelli al naso e aspetti in dono perline e specchietti? O che la cittadinanza sia analfabeta, tanto da non leggere nel progetto che si vuole creare uno “spazio aperto in cui tenere “fiere e mercati”? È questa idea di “identità” che ha in mente la Segreteria Regionale? Con quale animo i reggini possono ancora credere alle promesse che provengono da uffici catanzaresi?

Si afferma che le associazioni sono state in contraddizione fra di loro. Anche questo non corrisponde al vero. Tranne qualche isolata voce, in palese conflitto di interessi, e un Club che ha perorato la causa della piazzetta Alvaro, all’unisono il coro è stato contrario al progetto demolitivo. Non viene affatto citata la Fondazione Mediterranea, a fronte delle cui motivatissime obiezioni è slittato il primo termine di chiusura della Conferenza dei servizi, per far sì che la Commissione Cultura ascoltasse l’arch. Vitetta.

Come è andata a finire? Che la citata ha avuto l’idea di affermare che la pietra di Lazzaro, derivante delle previste demolizioni delle tracce di architettura razionalista italiana, coeve al Tempio della Vittoria e Piazza del Popolo oltre che caratteristiche della ricostruzione reggina, sarebbero state riutilizzate per la pavimentazione della nuova piazza. Questo è bastato per ottenere il placet anche dalla Commissione Cultura.

Lasciamo ai lettori la valutazione: giusto per fare un esempio è come se si deliberasse, mutatis mutandis, di abbattere il Colosseo per fare uno stadio e di mantenerne la sua memoria riutilizzandone le pietre.

La Segreteria Regionale, per giustificare la demolizione e la mutilazione, ha fatto sua questa idea. Non mi sembra di dover di aggiungere altro, in questa sede, tranne che sottolineare l’assoluta debolezza delle affermazioni a difesa di un progetto che viene rigettato dalla quasi totalità della cittadinanza (97%), e stigmatizzato con venature diversificate dagli esperti consultati, tra cui l’ex rettore della Mediterranea prof. Alessandro Bianchi e il presidente del Comitato Scientifico del Louvre, prof. Salvatore Settis.

Per concludere, pur nel rispetto di ruoli e competenze, si deve ribadire che le affermazioni fatte su queste colonne dalla Segreteria Regionale del Mic non hanno corrispondenza né con il progetto preliminare né con quello definitivo. Se non vi sono altri progetti, di cui non si ha conoscenza, quanto accaduto è un fatto di una assoluta gravità: chi ha una funzione pubblica ha l’ineludibile dovere di essere parte terza e oggettiva, nel comune interesse della cittadinanza, mentre quella che ci è stata proposta è una difesa, per nulla riuscita, di una progettualità che mortifica la storia cittadina e la memoria collettiva e l’identità dei luoghi. (rv)

[Enzo Vitale è il presidente della Fondazione Mediterranea]

CROTONE – L’assessore Via: Un altro tassello per istituzione sede Soprintendenza a Crotone

«La Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero dei Beni Culturali sta eseguendo le opportune modifiche rispetto all’avviso relativo alla selezione per il conferimento di incarichi di collaborazione di archeologi, architetti, assistenti di cantiere, ingegneri, storici dell’arte e tecnici contabili emanato dal Mibact lo scorso 29 dicembre».

Lo ha reso noto l’assessore alla Cultura del Comune di Crotone, Rachele Via, che, nei giorni scorsi, aveva indirizzato una nota alla Direzione Generale Archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero dei Beni Culturali, e per conoscenza al sottosegretario di Stato, Anna Laura Orrico, per chiedere i motivi per i quali l’avviso di selezione per il conferimento di incarichi di collaborazione di archeologi, architetti, assistenti di cantiere, ingegneri, storici dell’arte e tecnici contabili emanato dal Mibact lo scorso 29 dicembre anziché, come logica imporrebbe, indicare come sede Crotone per la destinazione del nuovo personale è stata indicata Cosenza.

L’assessore, nella sua nota, ha evidenziato che lo scorso 16 dicembre Crotone è stata oggetto di sopralluogo da parte del direttore generale dei musei dr. Massimo Osanna, al quale hanno partecipato il dott. Salvatore Patamia, segretario Regionale del Mibact, il dott. Filippo Demma, direttore del Parco Archeologico di Sibari, il dr. Gregorio Aversa, direttore del Parco Archeologico di Crotone che, con lo stessa assessore, hanno verificato la logistica dei locali destinati ad ospitare la sede della Soprintendenza.
L’assessore inoltre, ha ricordato nella nota, che conformemente al documento conclusivo del Consiglio d’Europa del novembre 2018, che riconosce alla cultura un ruolo chiave per la costruzione di una società inclusiva, la scelta del Mibact in merito a Crotone come sede della Soprintendenza risponde ad una attenzione a prospettive di sviluppo sostenibile per un territorio il cui patrimonio culturale ed archeologico è inestimabile.
«Questa opportuna modifica – ha detto l’assessore – della Direzione Generale del Ministero, è un ulteriore tassello per l’istituzione della sede della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone nella nostra città per la cui logistica stiamo lavorando da tempo».
«La nostra attenzione in questi mesi – ha concluso – è stata massima perché consideriamo strategica per le politiche culturali dell’intera Regione la presenza a Crotone della sede della Soprintendenza». (rkr)