A Soriano Calabro l’iniziativa in memoria di Filippo Ceravolo

Domani pomeriggio, a Soriano Calabro, si terrà una iniziativa organizzata da Libera Vibo Valentia in memoria di Filippo Ceravolo, giovane vittima innocente della ‘ndrangheta a soli diciannove anni.

Alle ore 18 verrà celebrata una Santa Messa in suo suffragio all’interno del Santuario San Domenico di Soriano Calabro, a seguire, su volontà della famiglia Ceravolo, verranno consegnati dei riconoscimenti per l’importante lavoro di contrasto alle mafie e alla corruzione svolto da figure istituzionali e del mondo dell’informazione.

Ad essere insigniti del riconoscimento “In memoria di Filippo Ceravolo, per l’impegno contro mafie e corruzione” saranno il Prefetto di Vibo Valentia, dott. Paolo Giovanni Grieco, il Questore di Vibo Valentia, dott. Rodolfo Ruperti, il Procuratore di Vibo Valentia dott. Camillo Falvo e al Caporedattore della Tgr Calabria, dott. Riccardo Giacoia.

«Un momento – si legge in una nota – per continuare a difendere la memoria di un giovane della nostra terra e per amplificare ancora una volta la richiesta di Verità e Giustizia, per ribadire che la memoria deve essere monito per le nostre coscienze e pungolo per le nostre scelte quotidiane, deve essere carne e sangue che possa produrre cambiamento». 

«Il 25 ottobre  – conclude Libera – ci ritroveremo, ancora una volta, insieme per ribadire che la ‘ndrangheta perde ogni volta che un giovane decide da che parte stare e lo fa con consapevolezza, responsabilità e amore. Per Filippo, per tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta e per ciascuno di noi, affinché si possa vivere in luoghi liberi dalle mafie e da ogni potere abusante e violento». (rvv)

La Cineteca della calabria e il Liceo di Soriano celebrano Pasolini

È con l’incontro Il Poeta, il Profeta… l’Uomo che gli studenti del Liceo Scientifico “Niccolò Macchiavelli” di Soriano Calabro hanno voluto celebrare Pier Paolo Pasolini, in occasione dei 102 anni dalla nascita.

All’incontro, che ha suscitato interesse e curiosità, hanno relazionato la dirigente scolastica, dott.ssa Tiziana Furlano, la prof.ssa di Letteratura italiana e latino, Maria Teresa Daffinà, e la  prof.ssa di Storia e filosofia Marzia D’Ambrosio.

Ha moderato l’alunna della classe V^ A Ludovica Sabatino. La relatrice professoressa Daniela Rotino, docente di Lettere in pensione, ex assessore alla cultura del Comune di Vibo Valentia,  ha parlato del teatro di Pasolini, della letteratura e dell’uomo, soffermandosi sulla poliedrica personalità di uno dei più rilevanti intellettuali del Novecento. La sua relazione ha messo sul tappeto molti spunti riflessivi.

L’alunna Maria Ciconte, della classe IV B, ha parlato dellla letteratura di Pasolini. Il relatore dott. Vitaliano Papillo, presidente del Gal, ex sindaco di Gerocarne, ha ospitato il liceo scientifico all’intitolazione del ponte di Ariola al poeta Pier Paolo Pasolini che diede 50mila lire per la realizzazione dell’opera, e alla mostra a lui dedicata nella sala consiliare dalla Cineteca della Calabria presieduta da Eugenio Attanasio. A Papillo sono giunti i ringraziamenti della scuola per aver raccontato, nel suo intervento, una bella pagina della nostra Calabria.

L’alunna Grazia Borrello, della classe V A, ha descritto la figura del Pasolini intellettuale; l’alunna Giusi Paniconi, della classe V^A, ha invece messo in rilievo il mistero intorno alla tragica morte dell’intellettuale. Gli alunni delle classi IV^ A, IV^ B e V^ A hanno condiviso un videoclip realizzato da loro, sotto la direzione della professoressa D’Ambrosio.

Eugenio Attanasio, regista e presidente della Cineteca della Calabria, si è soffermato su Pasolini regista, inquadrando la sua opera nella storia del cinema italiano. Attanasio ha parlato della sua presenza in Calabria, nel Crotonese, per il film Il Vangelo secondo Matteo, ricordando che Pasolini venne denunciato per diffamazione perché scrisse di  riferimenti mafiosi sul comportamento di alcuni giovani cutresi, denuncia poi ritirata a seguito di un chiarimento. Eugenio Attanasio ha invitato gli studenti a Catanzaro, dove verrà proiettato Accattone, uno dei capolavori di Pasolini.

Il giornalista Luigi Stanizzi ha raccontato un episodio su Pasolini, appreso direttamente dall’ attore Ninetto Davoli, che si recò a casa del famoso Totò perché il regista doveva parlare del film Che cosa sono le nuvole?. Quando Pasolini uscì dall’abitazione, Totò spolverò a lungo la poltroncina dove si era seduto Pasolini, perché era prevenuto: tutti sapevano che era omosessuale. L’episodio lo raccontò anni dopo la moglie di Totò a Ninetto Davoli.

L’alunna Lidia De Nardo, della classe 4^A,  insieme ai suoi compagni ha trovato diversi punti in comune tra il filosofo Socrate e il Pasolini pensatore. Le alunne Giada Serravite e Raffaella Lico, della classe V^A, hanno fatto riferimento alle riflessioni sociali e antropologiche sulla nostra Italia da parte di Pier Paolo Pasolini.

I ragazzi sono stati seguiti in questo progetto dalla professoressa Daffinà (che, nel corso dell’evento, è intervenuta più volte per fornire preziose informazioni), dalla professoressa Marzia D’Ambrosio e dal professore Antonio Serratore.

Allievi che hanno approfondito lo studio della vita e delle opere di Pasolini, facendo peraltro una selezione di testi di grande suggestione. Un progetto portato avanti con serietà e profitto, che arricchisce la cultura degli allievi stessi e dell’intera comunità in quanto il lavoro di ricerca, probabilmente, verrà proposto anche  fuori dalle aule scolastiche. (rvv)

A Soriano presentati i lavori di restauro della tela della Madonna del Rosario

Al Polo Museale di Soriano sono stati presentati i primi risultati del lavoro di restauro della tela della Madonna del Rosario, rinvenuta nella cattedrale di San Domenico di Soriano, è una delle poche opere sopravvissute al terremoto del 1783 e con ogni probabilità era posta in una delle cappelle laterali dell’antica basilica.

Il lavoro di restauro della preziosa tela, che rappresenta la Vergine del Rosario con Bambino tra i Santi Domenico e Caterina da Siena, ma oltre alle due figure canoniche legate al culto del Rosario sono stati riprodotti altri santi dell’ordine domenicano, fra cui Giacinto, papa Sisto V, Santa Rosa da Lima e Sant’Agnese, e i cui medaglioni  con la rappresentazione dei misteri dolorosi gaudiosi e gloriosi e si data tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XVIII secolo, è stato possibile grazie alla sinergia tra il Museo Sorianese e i Lions Club di Vibo Valentia.

La presentazione dei lavori è stata coordinata dalla direttrice Mariangela Preta, che ha affermato che: questo lavoro è un’occasione che coniuga i dettami della tutela e della conservazione a quelli della fruizione e della valorizzazione soprattutto per la possibilità di ospitare al Polo Museale di Soriano un cantiere aperto. Il restauro infatti, che è già un’operazione di studio, riscoperta e riacquisizione del patrimonio culturale, diventa anche luogo di incontro, di dibattito, di apprendimento in una veste propriamente didattica che abbraccia e coinvolge visitatori, curiosi, appassionati, studiosi.

Presenti all’evento anche il Prefetto di Vibo Valentia Paolo Grieco, il presidente della provincia Corrado L’Andolina, il comandante della compagnia di Serra San Bruno Francesco Conigliaro, il maresciallo dei carabinieri di Soriano, Barbaro Sciacca, una rappresentanza della Capitaneria di Porto di Vibo Marina, il presidente del parco delle Serre, Alfonso Grillo.

L’idea di allestire un cantiere di restauro, dunque, aperto alla fruizione del pubblico, arricchisce l’offerta culturale del Polo Museale di Soriano Calabro e contribuisce a sensibilizzare i cittadini alla tutela e salvaguardia dei beni culturali. 

Ad aprire i lavori  la dottoressa Rosamaria Luzza, componente della commissione straordinaria in seno al comune di Soriano, che ha espresso grande compiacimento per le attività culturali che si svolgono all’interno del museo ed in particolare ha dichiarato come questo cantiere aperto di restauro possa diventare un importante attrattore culturale per il territorio.

Il Restauro dell’opera sorianese – ha spiegatoDanilo Cafaro  presidente del Lion’s – ha un forte significato simbolico e religioso sul territorio ma anche un pregevole valore artistico. Lo scopo principale condiviso con l’infaticabile lavoro della direttrice del Polo Museale di Soriano Calabro,  Mariangela Preta, è quello di rendere finalmente fruibile un’opera d’arte che rappresenta anche la storia del territorio.

Alla fine della presentazione, la restauratrice Romana Buttafuoco, responsabile del restauro e docente dell’Accademia Belle Arti di  Bologna, ha spiegato come questo restauro stia consentendo la conoscenza della  tecnica di esecuzione al fine di  riparare le numerose cadute del film pittorico restituendo alla tela la sua originale lucentezza, con una nuova integrazione pittorica che restituisce una più nitida visione e lettura dell’opera ed ha  illustrato i primi risultati del lavoro che hanno reso visibili alcune raffigurazioni ormai completamente nascoste.

La dottoressa Buttafuoco ha anche sottolineato come esperienze di apertura al pubblico del restauro di un’opera d’arte, in Italia, siano molto rare, solitamente questi interventi sono preclusi al pubblico e coinvolgono solo gli esperti del settore, a Soriano, invece, si apre la possibilità di interagire con gli esperti del settore che oltre a lavorare all’interno delle sale del museo possono spiegare ai fruitori quello che sta accadendo sull’opera d’arte così come avviene nell’importante pinacoteca di Brera.  I lavori sono svolti sotto la direzione scientifica della Soprintendenza ed in particolare sono seguiti dalla dottoressa Daniela Vinci, Funzionario storico dell’arte. (rvv)

 

 

RISCHIO SISMICO TROPPO SOTTOVALUTATO
IN CALABRIA SERVE MOLTA ATTENZIONE

di FRANCESCO KOSTNERSe fossimo in una regione normale, cioè una realtà che avesse saputo fare i conti con la propria storia, segnata da fortissimi terremoti, e da questi eventi avesse tratto i necessari insegnamenti, dando vita a scelte culturali ed organizzative adeguate, proprie di una comunità consapevole, educata a fronteggiare un’oggettiva ed ineludibile condizione geofisica, la “tirata d’orecchie” di Emanuela Guidoboni sarebbe stata prontamente rispedita al mittente. Con tanto di piccata reazione, e la richiesta di scuse immediate, da parte dei “diretti interessati”, alla sismologa storica dell’Ingv.

La “creatura” del compianto Enzo Boschi, al quale, è bene ricordarlo, tra i tanti meriti, va riconosciuto anche quello di aver promosso, nel 1989 e per il biennio successivo, la prima iniziativa di sensibilizzazione al rischio sismico nelle scuole calabresi. La preoccupazione manifestata dalla Guidoboni (almeno finora) pare essere caduta nel vuoto.  Non hanno risposto la politica e le istituzioni, che il problema sismico, in genere, hanno sempre considerato, e continua evidentemente a ritenere, di secondaria importanza (sarebbe poco credibile rivendicare meriti per singole e sporadiche iniziative, ben lontane dal rappresentare un sostanziale cambio di marcia in questa direzione); e hanno fatto finta di niente i cittadini, non educati a comprendere la portata del rischio sismico in Calabria.

La Guidoboni, in sostanza, ha ricordato alcuni elementi che dovrebbero far parte del bagaglio culturale di ogni calabrese: ciò che è successo in passato, a causa del terremoto, e ciò che resta un’identità gravemente sottovalutata, appunto l’elevata sismicità del territorio regionale. Lo ha fatto a proposito di una vicenda che, sempre se vivessimo in una realtà che avesse saputo fare i conti con la propria storia – il che non significa soltanto ricordare ciò che è accaduto, ma valutare con consapevolezza il fatto che gli eventi accaduti in passato possano ripetersi – non avrebbe mai potuto avere “diritto di cittadinanza”.

L’oggetto in questione riguarda il Museo del Terremoto di Soriano Calabro, realizzato in parte negli spazi ipogei del convento domenicano, distrutto dal terremoto nel 1659 e nel 1783. Il Museo rappresenta un tangibile esempio di come sia possibile trasformare le vicende del passato in una proficua ed efficace lezione di vita. Come ha ben scritto la sismologa storica dell’Ingv, «un punto fisso di riferimento per la conoscenza del problema sismico regionale e del contesto italiano, attrezzato con supporti multimediali e interattivi di grande valore didattico».

Chi avesse tempo e interesse per visitarlo – e noi l’abbiamo fatto, accompagnati dalla brava Silvana Iannelli – rimarrebbe piacevolmente colpito da questa realtà e dal relativo percorso museale. Nel senso di comprendere immediatamente l’alto valore educativo di una struttura, un unicum, conferma la Guidoboni, nel nostro Paese, per la quale dopo due anni (confinata nel solito «piano senz’anima e colmo d’indifferenza» in cui purtroppo troppe volte finiscono questioni importanti), è stata finalmente avviata a soluzione la copertura del posto di direttore.

Figura che la Guidoboni giustamente auspica «sappia dialogare con il mondo della ricerca e sappia rendere fruibile il patrimonio di dati messi a disposizione della popolazione di Soriano e della intera Calabria per una maggiore consapevolezza del rischio sismico, condizione per una migliore sicurezza abitativa». 

Cosa vogliamo dire, in sostanza? Non si provi a rispondere – speriamo nessuno lo faccia – che il problema abbia risentito dell’instabilità amministrativa del comune di Soriano, che ha via via rallentato, fin quasi a bloccarlo, il funzionamento del Museo. Intendiamoci, ciò è vero, ma non aiuta a focalizzare il vero tema, il cuore dell’intervento di Emanuela Guidoboni: la sostanziale “freddezza” con cui il problema sismico ancora viene considerato in Calabria. Questo è il punto sul quale bisogna riflettere. Ripeterlo non guasta: se fossimo stati una regione “normale”, con la giusta dose di consapevolezza rispetto al terremoto, e se questo tema fosse realmente e compiutamente al centro dell’agenda politica, non avremmo mai consentito che una struttura tanto importante, e l’attività culturale che ad essa fa capo, risentisse di alcuna difficoltà.

Avremmo tutelato in ogni modo – evitando interruzioni e difficoltà varie – ciò che rappresenta il simbolo di una necessaria rivoluzione culturale. Lo strumento per la creazione di una sensibilità collettiva verso il rischio sismico, di cui abbiamo assolutamente bisogno, ma che evidentemente è ancora tutta da costruire. (fk)

DIRETTORE MUSEO CERCASI, 500 € AL MESE
CALABRIA: COSÌ FAN TUTTI, UNA VERGOGNA!

di SANTO STRATI – La pubblicazione del bando di manifestazione d’interesse per cercare il direttore del Polo Museale di Soriano a 500 euro (lorde) al mese ha – giustamente – scatenato i media nazionali. L’importo è ridicolo e svalorizza qualsiasi professionalità, ma la vergogna è gratis, quella che dovrebbe sentire chi ha proposto un emolumento del genere. Prima di gridare allo scandalo, però, è bene sottolineare che questa “svalorizzazione” delle figure professionali è una costante in Calabria, così fan tutti (i Comuni) le cui casse sono a secco e non permettono di retribuire adeguatamente i professionisti che servirebbero per mandare avanti istituzioni culturali e altre attività di supporto e valorizzazione del territorio. Succede, per esempio, a Zungri, al Museo Rohlfs di Bova: sottopagare o chiedere prestazioni gratuite è una costante fissa in Calabria. Ma non può trovare alcuna giustificazione.

Il Polo museale di Soriano Calabro (dove esiste una pregevolissima biblioteca disgraziatamente dimenticata dai rappresentanti delle istituzioni) e che comprende anche il Mu.Mar (museo dei marmi, il Mu.Terr, museo del terremoto del 1783), il Museo della Ceramica e una apprezzabile pinacoteca, ha avuto e ha tuttora la prestazione gratuita dell’archeologa Mariangela Preta, un’attivissima e apprezzata professionista calabrese, che ha organizzato e messo in piedi (senza alcun compenso) una struttura museale di tutto rispetto.

Il comune di Soriano Calabro è commissariato per mafia e i commissari straordinari non hanno pensato di meglio che mettere a bando il posto del direttore, sulla scorta delle disponibilità finanziarie (500 euro lordi, cioè  incluse tasse e ritenute) senza capire di svilire capacità e professionalità di tanti giovani laureati che potrebbero aspirare a un impiego serie nella propria terra. Così si offende non solo la Calabria, ma – come affermano all’associazione “MiRiconosci –  «si specula sulla disperazione dei giovani laureati».

Come si può soltanto immaginare di utilizzare professionalità ”a gratis”? Come può uno Stato che sulla cultura potrebbe camparci adeguatamente consentire che le mancanze delle risorse si abbattano sui tesori e il patrimonio culturale di borghi, paesi, città? 

E ancora non è legge l’autonomia differenziata: figuriamoci l’allegria finanziaria del Sud rispetto alle fastose disponibilità destinate al centro-nord. Come può permettersi una Regione, che su Turismo e Cultura vuole giocarsi le sue carte migliori con significativi obiettivi di crescita e sviluppo, di dimenticarsi delle “necessità” delle piccole – disastrate – amministrazioni comunali che non hanno soldi a disposizione da investire sul territorio?

La cosa che indigna di più, leggendo il bando di Soriano, sono i requisiti richiesti: laurea magistrale ed eventuali titoli di specializzazione e dottorato. Per fare cosa? “Definire il progetto culturale e istituzionale del museo, elaborare i documenti programmatici e le relazioni consuntive, realizzare iniziative, coordinare il monitoraggio e le presenze, organizzare e controllare i servizi al pubblico, dirigere il personale affidato alla struttura, gestire le risorse finanziarie e occuparsi anche della promozione e comunicazione al pubblico” con un compenso lordo di 500 euro al mese, Meno del reddito di cittadinanza…

L’archeologa Mariangela Preta, da libera professionista e, con volontarietà e passione (senza alcun compenso) ha svolto egregiamente fino a oggi il ruolo di direttore del Museo comunale di Soriano. «Il Museo – dice la Preta – è inserito in una realtà locale di modeste dimensioni. Il Comune è retto attualmente da una Commissione Straordinaria, in quanto l’Ente è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, e ha deciso  di disciplinare meglio l’incarico, attraverso l’indizione di un bando per la selezione pubblica del nuovo direttore che avrà una durata provvisoria con compititi adeguati e calibrati ad una modesta realtà locale.

«Sempre sul regolamento del Museo la Commissione andrà a modificarlo per adattarlo alle condizioni reali in cui è sito il Polo museale e alle risorse finanziarie dell’Ente. Anche i compiti del direttore saranno ridimensionati.

«Per quanto riguarda la questione del compenso più il rimborso delle spese spese di viaggio, questo va considerato in rapporto alle finanze dell’Ente che non può permettersi un dirigente-direttore da reclutare attraverso l’espletamento di un regolare concorso pubblico. Inoltre vorrei tanto sottolineare che prima del mio arrivo questo museo era chiuso o meglio veniva aperto a piacimento… non vi era un regolamento e neanche un dipendente a chiarirne l’apertura…. Non venivano pagate le polizze e invece oggi è perfettamente funzionante e porta anche un piccolo bilancio. È uno dei pochi presidi di cultura e legalità in un contesto ad alto rischio criminale…». 

Ecco, “presidio di cultura” in un paese di circa tremila anime a forte pericolosità mafiosa. Andrebbe sostenuto, valorizzato e sfruttato al meglio per una cultura del territorio da trasmettere alle nuove generazioni. E vanno trovate le risorse finanziarie. 

Puntiamo il dito sulla Regione che dovrà trovare il percorso più indicato – a norma di legge – per sostenere attività museali. Non si può contare sul volontarismo e la disponibilità (spesso entusiastica) di chi offre il proprio tempo e le proprie risorse (ovvero competenze e capacità) solo per amore della terra che gli ha dato i natali. 

Guardiamo a cosa ha fatto il sindaco di Sellia Davide Zicchinella: una decina di siti museali, piccoli, in una cittadina di 500 abitanti, a costo zero. Lodevole iniziativa, ma non si possono fare le nozze coi fichi secchi: servono risorse e personale (anche perché queste iniziative possono diventare splendide opportunità per creare occupazione e lavoro) e se lo Stato ha pensato bene di aumentare (com’era giusto) i compensi degli amministratori locali, allo stesso modo il Ministero della Cultura deve permettere la valorizzazione di siti, musei, biblioteche e quant’altro fruibile in termini culturali mettendo a disposizione i quattrini necessari per assumere (e pagare dignitosamente) il personale che serve.

Diversamente, in Calabria, la fuga dei cervelli (e ce ne sono in quantità industriali) non si arresterà mai. Non si offende chi ha studiato, si è formato e ha competenze e  capacità, con una paga da fame che mortifica e svalorizza l’impegno dedicato allo studio. 

Con la cultura, si dice – erroneamente – “non si mangia”, ma questo non autorizza il bieco sfruttamento, in Calabria, di chi ama la propria terra e vorrebbe contribuire alla sua crescita con passione e competenza e spesso lo fa senza chiedere nulla in cambio. Ma, per favore, non mortifichiamo chi lavora. (s)

SORIANO CALABRO – Successo per la prima edizione di “Soriano Augustea”

È stata un vero e proprio successo la prima edizione di Soriano Augustea, la manifestazione realizzata dal direttore artistico Anna Ricciardi svoltasi a Soriano Calabro e che ha raccolto il plauso e l’entusiasmo del pubblico.

La manifestazione è stata preceduta dalla visita al Polo Museale di Soriano, guidata dal suo direttore Mariangela Preta, con ospiti eccezionali, tra cui gli Alti Ufficiali dei Carabinieri, Gen. C.A. Galletta e dal Gen. B. Salsano, il Ten. Col. Pelle e il Col. Capece, i Cap. Scollato, Conigliaro e Bui, i Ten. Murè, accompagnati dal Comm. Straord. Saladino e dal Vice Aiello, insieme al Sottosegretario di Stato per il Sud Dalila Nesci. 

«Lo special evento del Tindari Festival, – ha dichiarato la direttrice Preta – è stato un percorso capace di esaltare storia, mito e teatralità ed ha trasformato per una sera con la complicità della scenografia naturale, l’area archeologica in una sorta di set cinematografico».

La rappresentazione Teatrale si è svolta in modalità itinerante attraverso i chiostri del Complesso monumentale di San Domenico. La prima narrazione, avvenuta nel primo chiostro, ha avuto come protagonista Dionigi il Vecchio,  interpretato superbamente da Roberto Burgio accompagnato dall’ensemble di ottoni del conservatorio Corelli di Messina, nello stesso luogo il racconto del viaggio di Ulisse, narrato da Omero in persona, impersonato da Elio Crifò che ne ha curato anche la regia. Nel secondo chiostro l’ interpretazione di Edoardo Siravo nel ruolo del dio Eolo con musiche dal vivo eseguite da Fabio Sodano e Tanino Lazzaro. 

I resti dell’antica basilica di San Domenico, poi, hanno accolto la terza tappa dello spettacolo, per la regia di Cinzia Maccagnano,” Le Troiane”, tratte da Euripide e Seneca, con il loro dignitoso grido di dolore grazie ad un cast portentoso di attrici, nei ruoli di Ecuba, la regina che non cede allo sconforto interpretata dalla poliedrica Carmela Buffa Calleo, Andromaca, la donna costretta ad essere forte, impersonata con grande espressività da Gabriella Casali e ancora Cassandra, affidata alla giovane e promettente Maria Chiara Pellitteri, per concludere la carrellata femminile con la figura di Elena, la donna del casus belli, interpretata con intensità da Alessandra Salamida. 

Alla maestria di Alessandro Romano è stata affidata la veste del doppio ruolo dell’Ulisse omerico e tragico. In conclusione la presenza di Edoardo Siravo nel ruolo di Taltibio. Il noto attore, oggi direttore del Plautus Festival di Sarsina. 

Grande soddisfazione ha espresso il Commissario Straordinario Vittorio Saladino: «una serata dall’alto valore culturale ed artistico che si è potuta realizzare grazie all’immenso lavoro di divulgazione culturale che egregiamente sta portando avanti la dottoressa Preta».

Una Manifestazione che ha incantato tutti e che sarà l’avvio di una stagione teatrale incentrata sul mondo antico. (rvv)

Lo Schiavo: Da lunedì saranno attivi quattro nuovi ambulatori a Soriano Calabro

Il consigliere regionale di De Magistris PresidenteAntonio Lo Schiavo, ha reso noto che da lunedì 13 giugno nell’ospedale di Soriano Calabro saranno attivati i servizi ambulatoriali di Endocrinologia, Diabetologia, Oculistica e Radiologia.

«L’impegno – ha spiegato Lo Schiavo, dopo aver incontrato il commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano – arriva direttamente dal commissario Giuliano, che ho incontrato nel pomeriggio di oggi proprio per fare il punto sulla struttura di Soriano Calabro a distanza di alcune settimane da un precedente confronto al quale ho partecipato unitamente al Comitato per l’ospedale dell’Alto Mesima. Il commissario ha dunque rispettato gli impegni presi in quella circostanza e io non posso che ringraziarlo per l’attenzione che ha dimostrato rispetto alla necessità di potenziare la struttura sanitaria, che mi era stata rappresentata da numerosi cittadini e dallo stesso Comitato».

«L’ospedale di Soriano, strategico per un’ampia porzione di territorio dell’entroterra vibonese – ha proseguito – si dota così di nuovi servizi che gli restituiscono dignità e funzionalità, in attesa della realizzazione in quella sede dell’Ospedale di Comunità. Un passo in avanti, quello che si realizzerà a partire da lunedì, verso una maggiore garanzia del diritto alla salute e dell’accesso alle cure dei cittadini del Vibonese».

«Continuerò a portare avanti queste battaglie per una sanità più efficiente e per servizi più rispondenti alle necessità del territorio – ha concluso Lo Schiavo –, nell’esclusivo interesse di tutti i calabresi».  (rrc)

Gemellaggio culturale tra il Comune di Castel Lucio e Soriano Calabro

Un importante gemellaggio culturale è stato siglato tra il Comune di Castel di Lucio e Soriano Calabro, reso possibile con la collaborazione di BC Sicilia, nato dalla «la consapevolezza che i piccoli comuni sono sempre più importanti per il futuro del turismo e del nostro Paese. E questo perché sono uno scrigno di opportunità, veri e propri cantieri di diversità culturale, dove l’accoglienza diventa una risorsa», hanno spiegato gli organizzatori.

«Lo sviluppo dei piccoli centri passa, anche, attraverso la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali – hanno proseguito – di quei piccoli tesori che attendono solo di essere apprezzati e di un territorio che merita di essere meglio conosciuto. A tal fine, due piccole realtà appartenenti a due regioni diverse ma con molti elementi di affinità, hanno deciso di intraprendere il percorso del gemellaggio culturale, in modo da arricchire i progetti di sviluppo dei rispettivi comuni attraverso un confronto sinergico».

«L’obiettivo – hanno concluso – è quello della crescita reciproca per dare slancio ai percorsi già intrapresi e a quelli ancora da intraprendere».

La manifestazione si è svolta nell’Aula Consiliare “Paolo Borsellino” del comune nebroideo. Dopo i saluti del Sindaco Giuseppe Nobile e del Presidente del Consiglio Comunale Soccorso Stimolo è intervenuto Giuseppe Iudicello, Presidente BCsicilia Sede di Castel di Lucio, che ha presentato il progetto del gemellaggio. A seguire il Sindaco di Soriano Calabro Vincenzo Bartone ha tratteggiato le politiche culturali del Comune della provincia di Vibo Valentia mentre la Direttrice Mariangela Petra ha parlato del Polo Museale di Soriano Calabro. Conclusioni a cura di Anna Napoli, Direttrice del Museo Civico “Castelluzzo” e Graziella Sacco, Vicesindaco e Assessore alla Cultura di Castel di Lucio. Alla fine dell’incontro la visita guidata al centro storico. (rrm)

SORIANO (VV) – L’azienda Monardo dona uova di pasqua ai bambini ucraini e ai bisognosi della “Casa del Pane” di Reggio

È un bel gesto, quello dell’Azienda Monardo, che ha donato ai bambini ucraini e ai bisognosi della “Casa del Pane” della Chiesa di San Francesco di Reggio Calabria, le uova di pasqua.

Un atto d’amore e solidarietà che unisce due città, Reggio e Vibo Valentia ma anche mostra il grande cuore di imprenditori vibonesi, titolari della nota azienda “Monardo” di Soriano Calabro che, questa mattina, hanno donato per i più bisognosi e ospiti della mensa della Caritas diocesana, raffinato cioccolato rigorosamente prodotto artigianalmente.
Un po’ di dolcezza in questo periodo così difficile per il mondo e per la città dello Stretto che, come tante altre città del Paese, ha risposto subito alla richiesta di aiuto di tante famiglie ucraine.
«Ogni giorno – ha detto Giovanni Monardo – la nostra parrocchia grazie ai volontari, tanti uomini e donne che, amorevolmente e gratuitamente, si dedicano al servizio di carità, garantisce un pasto caldo ai fratelli e sorelle in difficoltà ma anche, diamo loro sostegno e aiuto fisico e psicologico. I nostri poveri, bambini, anziani, fratelli stranieri hanno bisogno di essere amati, protetti e aiutati sempre ma, soprattutto, devono sentirsi a casa e noi cerchiamo di dare tutto il necessario per vivere dignitosamente. Il nobile gesto della famiglia Monardo, imprenditori vicini alla nostra comunità, ci mostra che il Signore non si dimentica mai di nessuno».
La famiglia Monardo e il responsabile della produzione dolciaria Giovanni, da sempre si sono distinti sul territorio per essere imprenditori virtuosi che fanno del sostegno alla fragilità uno stile di vita.
«Abbiamo voluto dare il nostro sostegno e conforto ai piccoli, agli anziani, alle giovani mamme e a quelle famiglie disagiate ospitate nella comunità francescana di Reggio — ha aggiunto Giovanni Monardo –. In questo periodo segnato da una terribile pandemia e da una crudele guerra, sentiamo ancor più forte il desiderio di essere vicini a chi è più fragile e dare un contributo alla speranza. Nei sorrisi dei bambini risiede il vero spirito della Resurrezione cristiana e spero, che si consolidi sempre più il messaggio di quanto sia forte e stretto il rapporto tra l’imprenditoria e la comunità».
Questo bel gesto ha una duplice valenza: da una parte fa felici i bambini, per i quali ricevere un uovo di Pasqua in regalo rappresenta sempre un momento di grande gioia e sorpresa; dall’altro sostiene un prezioso servizio offerto dalla comunità francescana di Fra Peppe e Fra Giovanni che, nonostante le quotidiane difficoltà, non si è mai arresa dimostrando un impegno costante e continuativo grazie ai suoi amorevoli e preziosi volontari.

Oggi su Linea Verde (Rai1) si parla di Pizzo, Soriano e Mongiana

La Calabria oggi in evidenza su Linea Verde, la popolare trasmissione di Rai Uno in onda alle 12.20. Beppe Convertini illustrerà il suo viaggio nell’entroterra Vibonese, alla scoperta di Pizzo e Soriano Calabro, invece, Peppone Calabrese parlerà delle antiche ferriere borboniche della Mongiana.

Prima tappa quella sulle tracce dei Fenici che per primi portarono la vite di Zibibbo lungo la costa e che oggi è diventato un vino Igp grazie alla passione e all’impegno di Giovanni, un giovane viticoltore che con tenacia ha voluto salvaguardare una tradizione millenaria. Poi sarà la volta di Soriano Calabro dove si confronterà con un glorioso passato che ha visto sorgere uno dei più grandi e potenti conventi domenicani d’Europa, ancora oggi l’immagine di San Domenico in Soriano è meta di pellegrinaggi.

Le antiche ferriere borboniche della Mongiana era una vera e propria industria di cui sono rimaste pochissime tracce, La restanza è il filo conduttore di Convertino e Calabrese, restanza intesa come ciò che resta di un passato ma anche come storie di chi sceglie di restare e investire nella propria terra. Convertino e Calabrese incontreranno poi una famiglia dedita alla coltivazione delle fragole, un gruppo di amici che decide di far nascere una start – up di artigianato orafo nel loro piccolo paese di origine, che rischia di spopolarsi, e poi anche Stefano Caccavari che a San Floro, attraverso un crowdfunding,  ha ridato vita all’ultimo mulino a pietra della Calabria.  E ancora un giovane allevatore di capre e un musicista che ha composto la sua opera ispirandosi proprio al suono dei campanacci. Si parlerà, naturalmente anche delle le specialità tipiche del Vibonese come la ndjua, i fileia e i mostaccioli. (rrm)