I tirocinanti calabresi: Noi abbandonati e ingannati dal presidente Occhiuto

I tirocinanti calabresi in una nota stampa hanno denunciato che «sono stati purtroppo ingannati e abbandonanti a loro stessi dall’attuale presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto che prima della sua elezione aveva deciso che queste persone solo tramite procedura concorsuale avrebbero acquisito la tanta agognata dignità al lavoro, a suo dire una semplice formalità e niente più».

«In Calabria – hanno ricordato – esiste la categoria dei tirocinanti, persone escluse a priori dal mercato del lavoro che hanno prestato servizio presso Enti Ministeriali (Giustizia,Miur,Mic) senza alcun diritto contributivo e previdenziale e percependo 500 € per 20 ore di lavoro settimanali. Si tratta di persone che hanno conosciuto abbastanza bene il mondo del lavoro in Calabria e anche fuori zona, molti con famiglia a carico e over 50, che in mancanza di altro hanno deciso di aderire a questi bandi di politica attiva, con nessuna pretesa, tranne quella di lavorare dignitosamente e di portare il pane a casa».

«Percorsi – ha aggiunto – che si sono perpetuati per oltre dieci anni e i cosiddetti tirocinanti ministeriali calabresi hanno conosciuto un assurdo calvario che gli ha relegati a fantasmi intrappolandoli in un sistema che era meglio se non fosse stato mai partorito perché vivere una vita del genere non la si augura a nessuno, da persone emarginate dal mercato del lavoro e con seria difficoltà di reinserimento. Non è una situazione cercata ne a livello personale e ne a livello famigliare, in poche parole chi vive una situazione del genere può dire di avere fallito la propria vita, perché solo la dignità al lavoro rende l’essere umano promo di avere raggiunto il proprio obiettivo».

I tirocinanti, poi, hanno ricordato che il 26 luglio a Rende «si sono espletate le prime prove e ben 1937 si sono presentate per alcuni dei posti messi a concorso per il MIC (Beni Culturali). Le materie oggetto dei quiz somministrate non corrispondevano a quando indicato nel bando redatto dal Formez. Come mai tanta severità e disprezzo verso i tirocinanti ministeriali del MIC? Il presidente Roberto Occhiuto avrà da dire qualcosa al riguardo?».

«Le procedure concorsuali – hanno spiegato – dovevano concludersi a settembre con la pubblicazione del calendario per i restanti profili ma ad oggi è ben evidente che questa procedura concorsuale è sparita dai radar e che non è prerogativa proprio di nessuno (Sono più importanti le elezioni politiche del 25 settembre?) e visto che il presidente Roberto Occhiuto nell’ultima intervista rilasciata ai circuiti televisivi ha risposto in merito alla questione tirocinanti che in campagna elettorale della categoria dei tirocinanti non parla, ci può spiegare perché nel suo precedente slogan elettorale con cui è stato eletto aveva detto che risolveva la vertenza favorevolmente per la categoria dei tirocinanti calabresi?».

«Questo è il primo capitolo del danno e della beffa – hanno evidenziato – riservata ai tirocinanti calabresi ministeriali, per una procedura concorsuale che a questo punto sarebbe molto meglio sopprimere per evitare di mortificare il padre e la madre di famiglia che anche se over 50, in quanto persona comune, farebbe meglio ad emigrare perché la Calabria è certamente una terra bellissima, ma è governata da una classe politica locale che la deturpa incredibilmente per il fatto che del diritto del cittadino se ne infischia allegramente, in questo caso il diritto al lavoro che non deve essere un ricatto elettorale e neanche una pretesa». (rrm)

Tirocinanti pubblica amministrazione, Lo Schiavo: Regioni non abbandoni i lavoratori

Il consigliere regionale di De Magistris PresidenteAntonio Lo Schiavo, ha chiesto alla Regione Calabria di non abbandonare le migliaia di tirocinanti calabresi della Pubblica Amministrazione, precari e senza un regolare contratto di lavoro.

«Si tratta – ha spiegato – di lavoratori ai quali sono stati promessi da anni percorsi di formazione e di qualifica, di durata annuale, in grado di offrire maggiori opportunità lavorative a cui sarebbero seguiti ulteriori percorsi di perfezionamento presso gli uffici dei relativi ministeri, dislocati in territorio regionale. Ad oggi però la situazione non è mutata nel concreto. Questo tipo di rapporto di lavoro si è trasformato purtroppo in sfruttamento e precarietà. Da dieci anni, infatti, gli ex percettori della mobilità in deroga nei vari Enti pubblici italiani sono stati trasformati in Tirocini di inclusione sociale (Tis)».

«La Calabria fa eccezione – ha proseguito Lo Schiavo – poiché il personale in questione è stato formato oltre misura ma continua a svolgere il suo lavoro, senza aver ottenuto un vero contratto, lavorando “in nero” per lo Stato. Tali lavoratori offrono un concreto contributo al funzionamento degli uffici e nell’erogazione di servizi, anche grazie alle competenze acquisite nei numerosi anni di lavoro. Una situazione incresciosa e paradossale, soprattutto in un periodo in cui la Pa necessita di un fabbisogno di personale adeguato alle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il quale sono stati adottati Decreti legge ad hoc mirati al rafforzamento delle Pubbliche amministrazioni».

«È necessario, dunque – ha concluso – un serio ed efficace intervento da parte della politica: l’Anci e la Regione Calabria non abbandonino i lavoratori al proprio destino ma si attivino al più presto per trovare una soluzione in vista della scadenza della proroga prevista nei prossimi mesi, affinché si scongiuri quello che potrebbe diventare un vero e proprio dramma sociale». (rcz)

Tirocinanti calabresi contro Occhiuto e Cannizzaro: Il bando ha elementi di grave discriminazione

I tirocinanti calabresi non ci stanno al concorso pubblico riservato alla categoria dei tirocinanti ministeriali (Giustizia, Mic, Miur), per complessivamente 1957 unità, che presenta elementi «di grave discriminazione e di selettività».

«Un bando – hanno spiegato – redatto con elementi di grave discriminazione del tirocinante ministeriale e con prospettive serie di incostituzionalità da far valere con fermezza dinnanzi al Tar dal consistente numero di appellanti discriminati. Cosa possiamo dire di questo bando? Prima di tutto che è stata un’occasione persa per la sana politica di riconoscere gli anni di tirocinio prestato presso i ministeri e in secondo luogo di mettere sullo stesso piano persone che hanno prestato a lungo il proprio servizio presso i ministeri suddetti (senza diritti contributivi e previdenziali). Tale vicenda vi dovrebbe fare riflettere a come funzionano le cose in Italia».

«Lo scopo di chi fa politica – viene evidenziato – non è di salvaguardare il diritto al lavoro del singolo cittadino elettore ma è di tendere al risparmio di risorse economiche e in questa tipologia di concorsi è di scegliere il numero e la tipologia del personale da assumere. Tale verità è resa evidente da alcuni paletti inseriti nel bando di cui si sta parlando, quali il lodevole servizio a chi ha avuto la fortuna di avere avuto un contratto presso il relativo ente per non meno di un anno oppure dall’avere dei figli a carico (chi è affetto da senilità o da impotenza può mettersi tranquillamente un cappio al collo)». (rrm)

Tirocinanti, Manna (Anci Calabria) propone tavolo di concertazione col Prefetto e Occhiuto

Il presidente di Anci CalabriaMarcello Manna, ha proposto al Prefetto e al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, un «tavolo di concertazione per trovare una risoluzione alla questione dei 4500 tirocinanti calabresi impiegati nella pubblica amministrazione».

Manna, che nei giorni scorsi aveva già sollecitato l’intervento da parte dei vertici governativi regionali e nazionali, ha sottolineato come: “vada al più presto risolta l’annosa questione che coinvolge gli ex percettori di mobilità in deroga i quali, a seguito dell’accordo quadro del 2016 della Regione Calabria di concerto con i sindacati confederali sono stati impiegati negli enti locali senza però poter godere della stessa stabilità contrattuale, degli stessi diritti e della stessa retribuzione dei dipendenti pubblici.

«Auspichiamo – ha aggiunto – che avvenga un necessario, quanto urgente, cambio di passo che da una parte riesca a restituire dignità e prospettive ai lavoratori che si trovano in condizioni di precarietà lavorativa e, dall’altra, venga incontro alle improrogabili esigenze degli enti locali di offrire servizi e di svolgere funzioni essenziali per la cittadinanza. Vista l’endemica carenza di personale che investe in particolare i nostri comuni. Per questo chiediamo che l’interlocuzione con gli attori interessati avvenga il prima possibile». (rrm)

Comitato Identità e Azione: Occhiuto inserisca i tirocinanti calabresi nella Vertenza Calabria

Il Comitato Identità e Azione Tirocinanti Calabria, ha espresso la «massima indignazione e disapprovazione» per l’esclusione, nella Vertenza Calabria, dei tirocinanti calabresi.

«Questa vertenza, costituita da 5 punti chiave che rappresentano le priorità della Regione Calabria (Ss Ionica, Zes, linea ferroviaria, energia da fonti rinnovabili e precariato nella Sanità), non fa alcun riferimento alla piaga dei Tirocinanti, impiegati in maniera impropria nella Pubblica Amministrazione. Ancora una volta – ha spiegato il Comitato – coloro che dovrebbero fare dei diritti dei lavoratori il proprio vessillo, hanno totalmente ignorato la bomba sociale pronta a deflagrare nella nostra Regione: la rabbia dei Tirocinanti di Inclusione Sociale.»

«Essi – ha continuato il Comitato – rappresentano la nefandezza, il pressappochismo e, forse, l’ignoranza legislativa delle varie giunte regionali succedutesi nell’ultimo decennio in Calabria che, con la creazione di un esercito di tirocinanti inseriti negli Enti Pubblici hanno pensato, erroneamente, di creare un serbatoio di voti e non hanno mai affrontato in modo costruttivo il problema limitandosi a reiterarlo con soluzioni tampone nella totale assenza delle garanzie minime dei lavoratori (niente contributi pensionistici, niente ferie né permessi, misera indennità di 500 euro fino a qualche mese addietro aumentata, ad onor del vero, di 200 euro dall’attuale Presidente Occhiuto)».

«I Tirocinanti non sono “Figli di un dio minore” – ha spiegato ancora il Comitato – sono padri e madri di famiglia, lavoratori che, per cause non imputabili alla loro volontà, si sono ritrovati nel bacino della mobilità in deroga dal quale, per un artificio politico-sindacale, sono andati a confluire nei T.I.S. con la falsa speranza di un reinserimento lavorativo. Sono veri impiegati dei Comuni, delle Aziende Ospedaliere e di tutti gli Enti Pubblici che svolgono mansioni ben definite spesso in totale autonomia al pari di un normale dipendente».

«Al Presidente Occhiuto ed alla Sua Giunta – questo l’appello – questo Comitato chiede di inserire nella “Vertenza Calabria” anche il doloroso tema dei Tirocini di Inclusione Sociale. Con l’opportunità data ai colleghi che svolgono il tirocinio presso gli Enti Ministeriali, ci era parso che, finalmente, una nuova pagina della politica calabrese, chiara, onesta, che perseguiva l’eliminazione di ogni forma di precariato lavorativo nella nostra Regione, si stesse realizzando grazie al Presidente Occhiuto ed alla Sua squadra; alla luce dei fondi stanziati dalla Comunità Europea per la lotta alla disoccupazione, questo è il momento storico migliore per risolvere definitivamente questa situazione: ora o mai più».

«Identità e Azione esorta il Presidente e tutta la Giunta – ha concluso – il Comitato – a trovare le giuste interlocuzioni a livello nazionale al fine promulgare una legge deroga che riconosca la dignità di lavoratori ai 5000 suoi corregionali che si sono meritati sul campo, con il loro impegno e abnegazione, un contratto di lavoro stabile».

Manna (Anci Calabria): Serve un incontro per la questione dei tirocinanti calabresi

Il presidente di Anci CalabriaMarcello Manna, ha evidenziato che «la questione dei circa 4500 tirocinanti calabresi impiegati nella pubblica amministrazione debba essere discussa con gli attori coinvolti. Serve attivare un confronto con i vertici governativi regionali e nazionali, atto a considerare l’adozione di urgenti e mirati provvedimenti legislativi che consentano un razionale assorbimento ed impiego di questi lavoratori, come, tra l’altro, sta avvenendo per i lavoratori impiegati nei diversi Ministeri come tirocinanti».

Il presidente Anci Calabria è intervenuto sull’annosa questione che coinvolge i tirocinanti della Pubblica Amministrazione, ex percettori di mobilità in deroga i quali, a seguito dell’accordo quadro del 2016 della Regione Calabria di concerto con i sindacati confederali sono stati impiegati negli enti locali senza però poter godere della stessa stabilità contrattuale, degli stessi diritti e della stessa retribuzione dei dipendenti pubblici.

«Il nostro auspicio – ha spiegato – è che avvenga un necessario, quanto urgente, cambio di passo che da una parte riesca a restituire dignità e prospettive ai lavoratori che si trovano in condizioni di precarietà lavorativa e, dall’altra, venga incontro alle improrogabili esigenze degli enti locali di offrire servizi e di svolgere funzioni essenziali per la cittadinanza. I circa 4500 tirocinanti hanno bisogno di risposte e, in quanto amministratori della cosa pubblica, siamo tenuti a garantire il diritto al lavoro e alla dignità e a mettere in campo le forze necessarie a superare una condizione di perpetuata precarietà e mancanza di adeguate tutele. L’endemica carenza di personale che investe in particolare i nostri comuni, potrebbe trovare beneficio dall’enorme bacino di tirocinanti che potrebbe essere funzionalmente valorizzato all’interno degli enti locali».

«I finanziamenti previsti dal Pnrr, inoltre – ha concluso – potrebbero offrire alle amministrazioni comunali l’opportunità di poter investire in tal senso. Auspichiamo, nei prossimi giorni, che si possa organizzare un incontro con il Governo regionale e i Ministeri coinvolti». (rrm)

PA, Cannizzaro (FI): A breve bando per i tirocinanti ministeriali calabresi

«A breve il bando per i tirocinanti calabresi». È quanto ha reso noto il deputato di Forza ItaliaFrancesco Cannizzaro, spiegando che ha incontrato il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, per la questione dei tirocinanti ministeriali calabresi.

«Lo ringraziamo per il tempestivo e coerente impegno nei confronti di questi lavoratori – ha evidenziato –. L’iter della stabilizzazione è alle battute finali. Infatti, nei prossimi giorni ci sarà una nuova e decisiva interlocuzione tra la Pubblica Amministrazione ed i ministeri interessati (Giustizia, MIUR, MIBAC) per la definizione del bando. Bando che sarà pubblicato nelle prossime settimane, presumibilmente nella prima metà di marzo, e prevedrà la più ampia capienza per coprire l’intera platea calabrese. Inoltre, la prova d’esame sarà commisurata al livello lavorativo attuale dei partecipanti».

«Nel corso della riunione tecnica con il Capo Dipartimento, Marcello Fiori, che ringraziamo per il dinamismo con il quale sta affrontando la questione – ha spiegato il parlamentare – sono state chiarite le diverse questioni relative al bando, che finalmente consentirà a una parte consistente dei precari calabresi di rientrare a pieno e definitivo titolo nell’amministrazione pubblica italiana».

«Portiamo, dunque – ha concluso – a compimento un’opera di stabilizzazione del precariato della P.A. calabrese, avviata lo scorso luglio, assieme all’attuale Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, con un nostro emendamento al dl Sostegni-bis. Sull’asse Governo-Parlamento-Regione stiamo lavorando senza sosta per asciugare gradualmente tutti i bacini di precariato in Calabria. Non lasciamo indietro nessuno!». (rp)

Tirocinanti calabresi, Orrico (M5S): Governo dia avvio ai concorsi

La deputata del Movimento 5 StelleAnna Laura Orrico, ha depositato un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministero per la Pubblica amministrazione ed a quello della Cultura «per capire se e quando partiranno le selezioni pubbliche in modo da non lasciare sguarniti gli uffici pubblici ed al contempo garantire una continuità lavorativa ai tirocinanti».

«Diversi luoghi della cultura calabresi – ha spiegato Orrico – come il Parco Archeologico di Sibari e la Galleria Nazionale di Cosenza hanno dovuto interrompere servizi ed attività per mancanza di personale, vicenda raccontata e denunciata da più organi di stampa».

«Questo perché – ha proseguito –, ormai da anni, il personale di queste strutture è corroborato e supportato dall’indispensabile attività dei cosiddetti ‘tirocinanti’ il cui contratto presso le sedi locali del Ministero della Cultura è scaduto lo scorso 31 dicembre. Una vicenda per cui mi ero spesa quando, da sottosegretario ai Beni culturali, avevo avviato interlocuzioni sia con i sindacati che rappresentavano i tirocinanti che con i dirigenti dell’allora Mibact».

«Purtroppo – ha detto ancora – la questione dei tirocinanti, che svolgono importanti attività all’interno delle pubbliche amministrazioni con corrispettivi economici non adeguati attraverso i quali, fra l’altro, spesso sostengono nuclei familiari fragili, va avanti da troppo tempo fra proroghe e precarietà».

«Tuttavia – ha detto ancora – l’art.50-ter del decreto-legge 73/2021 convertito, con modificazioni, dalla legge 106/2021, prevede l’assegnazione di personale da assegnare ai ministeri della Cultura, dell’Istruzione e della Giustizia nelle regioni, fra cui la Calabria, individuate nel solco dell’obiettivo europeo ‘Convergenza’. In particolare, il comma 1 del citato art. 50-ter autorizza il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri a bandire procedure selettive per l’accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale alle quali sono prioritariamente ammessi proprio i soggetti inquadrati come tirocinanti presso i tre ministeri richiamati». (rp)

I Tirocinanti calabresi: Tardano ad arrivare risposte sul nostro futuro lavorativo

Continua, purtroppo, la terribile vertenza dei tirocinanti calabresi, 7 mila madri e padri di famiglie che, ancora oggi, attendono risposte concrete per il loro futuro lavorativo, «nonostante i continui interventi che sono intercorsi nei mesi scorsi e in cui l’attuale Presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto e il suo collega Francesco Cannizzaro sembravano riusciti nell’impresa miracolosa di risolvere positivamente “questa vertenza” che si trascina da anni».

«Pertanto – hanno scritto – si arriverà ad una soluzione in ottica lavoro entro questo anno per i circa 7.000 tirocinanti calabresi oppure i passi in avanti fatti nei mesi scorsi sono stati pura e semplice propaganda elettorale sulla pelle di questi madri e padri di famiglia e molti dei quali ultra 50enni?».

«Visto che allo stato attuale ciò che predomina è puro silenzio – hanno concluso – possiamo rispondere a questo quesito riprendendo un verso della celebre “Con il nastro rosa” cioè che lo scopriremo solo vivendo. Ma credete davvero che vivere in una tale situazione d’incertezza non sia realmente nociva per la salute dei circa 7.000 tirocinanti calabresi?». (rcz)

I tirocinanti calabresi: Ingannati dall’attuale giunta regionale e ignorati dalle Istituzioni

È un altro grido disperato, quello dei tirocinanti calabresi, che si sentono «ingannati dall’attuale classe politica regionale calabrese e ancora ignorati dalle istituzioni».

«Come vi sentireste – hanno scritto i tirocinanti – se vi trovaste ingabbiati in un sistema che, anziché garantire quella prospettiva concreta e agognata di lavoro, di cui ogni singolo essere umano ha bisogno per poter sopravvivere dignitosamente, e si traducesse nel più becero sfruttamento e schiavismo e tutto ciò si perpetuasse per anni? È quello che sta accadendo ai tirocinanti calabresi che operano presso Enti Pubblici e Privati e presso Ministeri, che vivono con 500 € e senza alcun diritto spettante al lavoratore in termini contributivi e previdenziali».

«Si sono svolte manifestazioni di protesta e altre se ne avranno a difesa dei diritti di queste persone – hanno proseguito – ma la sostanza, finora, non è cambiata perché allo stato attuale per queste persone non c’è nulla tranne le promesse elettorali di cui l’attuale giunta regionale di Centro-Destra ha fatto propaganda per non chiudere la partita perché cercano il consenso elettorale per poi infischiarsene allegramente dei problemi attuali e concreti come quello dei tirocinanti calabresi».

«Ma tutto ciò è veramente vergognoso – hanno aggiunto – perché non si gioca con le vite delle persone, soprattutto se si tratta di madri e padri di famiglia e di persone con età anagrafica altamente veneranda! Pertanto, allo stato attuale come sempre il nulla alberga per i tirocinanti calabresi con il benestare della classe politica in primis e sindacale dopo, perché anziché risolvere questa vertenza che riguarda i tirocinanti calabresi in ottica contrattualizzazione e volendo ne hanno anche tutti gli strumenti, preferiscono fare sterili proclami di ancorato impegno che come nuvole si dissolvono nel nulla, il motivo? Senz’altro per puro masochismo!». (rrm)