La prof.ssa Adele Muscolo della Mediterranea nel Comitato Tecnico Intergovernativo della Global Soil Partneship della FAO

Prestigioso incarico per la prof.ssa Adele Muscolo, del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che è entrata a far parte del Comitato Tecnico Intergovernativo della Global Soil Partneship (ITPS) della Fao istituito durante la prima Assemblea plenaria del Global Soil Partnership tenutasi nella sede della Fao nel 2013.

La Global Soil Partnership (SPG) è un meccanismo riconosciuto a livello mondiale istituito nel 2012 la cui missione è quella di posizionare i suoli nell’Agenda Globale attraverso un’azione collettiva. Gli obiettivi chiave sono: promuovere la gestione sostenibile del suolo (SSM) e migliorare la governance del suolo per garantire suoli sani e produttivi e sostenere la fornitura di servizi ecosistemici essenziali per la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione, adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici e sviluppo sostenibile.

Allo scopo si avvale del Comitato Tecnico Intergovernativo della Global Soil Partneship (ITPS), composto da 27 esperti mondiali, dal profilo accademico ineccepibile e tra i massimi conoscitori dei problemi del suolo che rappresentano tutte le regioni del mondo. Ogni area regionale ha diritto a un definito numero di membri. In particolare: cinque membri per ciascun paese per Africa, Asia, Europa e America Latina, tre per il Medio Oriente, due membri per ciascuna area individuata come Nord America e Sud Ovest del Pacifico.

L’ITPS è un organismo tecnico essenziale che si occupa dei temi della gestione sostenibile del suolo nei diversi programmi di sviluppo sostenibile e fornisce consulenza scientifica sui problemi globali del suolo e rispondere a richieste provenienti dalle istituzioni mondiali o locali che hanno aderito alla partnership.

«Sono molto contenta di questo risultato – ha dichiaratola professoressa Muscolo – perché rappresenta un riconoscimento del duro lavoro, dell’impegno quotidiano e della grande passione svolto da me e da tutto il gruppo di ricerca e che dà lustro soprattutto al Dipartimento di Agraria al quale afferisco. Continuerò a lavorare in questa direzione. L’obiettivo principale – dice ancora la prof.ssa Muscolo-  è quello di valorizzare e salvaguardare il suolo una risorsa essenziale, parte vitale dell’ambiente naturale da cui viene prodotta la maggior parte del cibo globale».

«I suoli sono attualmente sotto pressione – ha proseguito – a causa dell’aumento della popolazione, dell’aumento della domanda di cibo e degli usi non sostenibili del suolo stesso. Circa il 33% dei nostri suoli globali è degradato e noi esperti abbiamo il compito di esplorare le opportunità per ridurre al minimo l’ulteriore degrado dei suoli e ripristinare la produttività dei suoli già degradati nelle regioni in cui le persone sono più vulnerabili, dobbiamo lavorare per trovare soluzioni che stabilizzino le riserve globali di carbonio organico e dobbiamo promuovere la definizione di politiche inclusive e governance del suolo per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile». (rrc)

Mediterranea e Metrocity RC al lavoro sui bandi Pnrr

Nell’Aula Seminari del Dipartimento Pau – Patrimonio, Architettura, Urbanistica, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, si è svoltoun importante incontro ricco di spunti e relazioni tecniche, ha rinsaldato la sinergia tra la Città Metropolitana di Reggio Calabria e l’Università nell’ottica della collaborazione sulle fasi operative e la spesa dei fondi Pnrr.

L’incontro, dal titolo “PNRR e politiche di Sviluppo locale”, si è aperto con i saluti del professor Tommaso Manfredi, Direttore del Dipartimento, e la preziosa introduzione del professor Domenico Marino, il convegno si è sviluppato attraverso gli interventi dei relatori chiamati a portare le proprie testimonianze, il proprio know-how e ed il proprio approccio alla delicata questione dell’utilizzo, della programmazione e dell’attuazione dei bandi e dei relativi fondi previsti dal PNRR.

Gli interventi si sono concentrati sui punti ritenuti cruciali per il miglior utilizzo delle opportunità offerte da questo straordinario strumento della Comunità Europea con ha messo a disposizione la maggiore quantità di risorse proprio per il nostro Paese.

La sinergia con l’Università va a sviluppare e rafforzare una sinergia rivelatasi fondamentale, sia per la preziosità del suo apporto tecnico-scientifico che per il suo sostegno fattivo allo sforzo posto in essere dalla stessa Città Metropolitana, come soggetto attuatore, che in questi mesi di attività, dal varo del nuovo Piano di Ripresa e Resilienza, grazie anche all’impostazione di fondo impressa nelle linee di indirizzo dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ha prodotto risultati, ad oggi, eccellenti.

I Piani Urbani Integrati ne sono esempio brillante. 

«Tutti i comuni della nostra provincia – ha spiegato il sindaco ff Carmelo Versace – sono stati coinvolti da attori principali nei progetti presentati, poi tutti finanziati, e gli iter per la loro attuazione già tutti avviati». 

«I tempi sono stretti – hanno ricordato nei loro interventi i dirigenti della Metrocity Pietro Foti, Francesco Macheda e Mariateresa Scolaro – ed è necessario quindi attuare fattivamente questa pratica virtuosa, tra soggetti protagonisti dei territori interessati, per evitare di sprecare le occasioni enormi che il PNRR offre, integrandolo, eventualmente ed ove necessario, anche con i POR che funzionano sì in modo diverso, ma diventano spesso programmaticamente complementari”. 

Tutti concordi su una linea guida fondamentale che diventa quasi il leit-motiv di questo proficuo confronto: “servono progetti utili in grado di sanare, rigenerare, creare sviluppo permanente nei territori cristallizzandone i risultati nel tempo. Stesso approccio e stesso spirito rispetto al settore della Formazione che non può più permettersi di essere scollegato dall’ordinaria offerta didattica, per consentire, soprattutto, una professionalizzazione delle figure che ne consenta l’inserimento fattivo all’interno di servizi e sistema produttivo: “pensare globale, agire locale». 

«L’Università insieme alla Città Metropolitana può svolgere un ruolo molto importante nella gestione dei bandi del Pnrr – ha dichiarato a margine il Professor Domenico Marino, promotore dell’iniziativa – soprattutto in quella fase delicata che è la programmazione».

«Il nostro territorio – ha proseguito – avrà la possibilità di utilizzare una mole importante di risorse, che però dovranno rispettare vincoli molto stringenti ed essere ben programmate e ben spese nei tempi previsti. Ritardare o programmare male può significare la perdita di risorse».

«E, quindi – ha concluso – è importante in quest’ottica lavorare in maniera sinergica tra gli Enti locali per il recupero della capacità progettuale ed è chiaro che l’Università su questo aspetto può giocare un ruolo decisivo». 

Il sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace, in piena sintonia con i relatori, ha infine rimarcato «l’assoluta necessità di una produttiva collaborazione con l’Università che vada oltre la stessa scadenza del PNRR». «Collaborazione – ha spiegato Versace – che deve partorire un vero e proprio protocollo programmatico-operativo di governance del territorio». 

Versace ha concluso comunicando ai presenti che «il Piano Strategico Metropolitano, dopo lo stop per la pandemia, ed una necessaria fase di aggiornamento alla luce delle nuove esigenze scaturite proprio dalla fase di ripartenza, è finalmente in dirittura d’arrivo per la sua approvazione in Consiglio Metropolitano e diverrà strumento indispensabile di governo dei territori offrendo loro finalmente una visione di sviluppo più coerente all’attualità». (rrc)

New Metropolitan Perspectives, un simposio internazionale con scenari promettenti per il territorio

È con oltre 400 studiosi di tutto il mondo che hanno animato le 40 sessioni scientifiche e i 5 eventi speciali, che si è chiusa la quinta edizione del Simposio Internazionale “New Metropolitan Perspectives”, promosso dai laboratori LaborEst e Unesco MedLab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria in partenariato con il Cluds Lab e Rhegion UN 2030.

Tra i temi del dibattito il ruolo dei borghi, delle aree interne e delle città metropolitane nel riequilibrio degli effetti prodotti dalla rivoluzione tecnologica e dalla transizione ecologica. Le sessioni scientifiche, riservate a studiosi italiani e stranieri, hanno posto l’accento sulle grandi contraddizioni sociali delle città già prima della pandemia, che hanno dato luogo a una globalizzazione incontrollata e insostenibile.

Obiettivo dei lavori del Simposio, dunque, affrontare nuovi percorsi di riterritorializzazione per andare oltre il paradigma della città moderna, sulla base degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030.

Novità della quinta edizione l’affiancamento alle sessioni di momenti di trasferimento della conoscenza scientifica al territorio, tra i quali tre workshop curati dall’Unesco Med Lab, accomunati dalla tematica degli Itinerari culturali del Consiglio d’Europa, di cui uno esistente e due di nuova progettazione. Tra i nuovi, la valorizzazione del patrimonio culturale calabrese di epoca bizantina e il Viaggio di Ulisse; quello esistente è “Iter Vitis”, a cui di recente hanno aderito i comuni di Brancaleone, Ferruzzano, Bruzzano, Staiti, Bagnara e il Club per l’Unesco di Campo C., Costa Viola e Aspromonte.

Tra gli eventi speciali, la Giornata Icomos sul Turismo Culturale, incentrata sulla presentazione della nuova Carta Icomos del Turismo Culturale e sul dibattito di tematiche inerenti l’organizzazione dei sistemi territoriali e l’internazionalizzazione dell’offerta. La giornata si è conclusa con la “Dichiarazione di Reggio Calabria” con la quale viene istituita la Rete Nazionale degli stakeholder del Turismo Culturale.

Momenti particolarmente toccati le cerimonie di consegna del Premio Edoardo Mollica destinato a giovani ricercatori, e del Premio Valeria Morabito rivolto a giovani talenti nel campo della comunicazione del patrimonio culturale.

«La grande partecipazione, e il numero di visualizzazioni dell’evento in streaming da parte della comunità scientifica nazionale e internazionale – ha dichiarato Francesco Calabrò, responsabile Scientifico UNESCO Med Lab – confermano l’attualità e la centralità dei temi trattati, sottolineando il ruolo della conoscenza e dell’innovazione per l’attrattività dei territori nelle dinamiche Post Covid-19 e nella Transizione Verde e Digitale con nuove prospettive metropolitane e di ritorno ai borghi.»

«L’auspicio emerso nella tavola rotonda di sintesi finale dei risultati del simposio – ha concluso – è che l’importante apporto conoscitivo e le riflessioni condotte dagli oltre 400 studiosi provenienti da tutto il mondo nell’ambito del fitto programma di tre giorni del simposio, possano incrementare e promuovere verso il territorio un approccio più maturo nell’ambito di una visione olistica di uso sostenibile delle risorse. Il successo di questa edizione è anche l’espressione diretta della collaborazione tra tutte le componenti dell’Ateneo, che hanno operato concordemente per il raggiungimento dei medesimi obiettivi». (rrc)

Il 6 giugno a Serra San Bruno il seminario “Biodiversity and conservation”

Dal 6 all11 giugno, a Serra San Bruno, è in programma il seminario internazionale Biodiversity management and conservation, giunto alla 14esima edizione, organizzata da Carmelo Maria Musarella e Giovanni Spampinato del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Il Seminario Internazionale è articolato in simposi tematici che hanno lo scopo di mettere a confronto le ricerche svolte dai vari studiosi europei e di promuovere la diffusione della cultura scientifica.

Sono previsti diversi simposi che toccano differenti tematiche di rilevante interesse per il territorio (l’agricoltura, le foreste, la didattica, l’educazione e l’ecologia) che fanno assumere all’evento anche un’importante valenza culturale.
Il Seminario Internazionale ha, infatti, tradizionalmente il significato non solo di incontro scientifico, ma di evento in grado di stimolare un confronto e un dibattito su tematiche di rilevante interesse per la nostra società.

A ciò contribuirà anche la presenza di studiosi di alto livello scientifico provenienti dall’Italia e dall’estero che parteciperanno con relazioni e comunicazioni ai simposi.
In particolare, tra i relatori presenti ci saranno il Prof. Alessandro Chiarucci dell’Università di Bologna, Presidente della Società Botanica Italiana, la Prof.ssa Simonetta Bagella dell’Università di Sassari, Presidente della Società Italiana di Scienza della Vegetazione, il Prof. Carlos Pinto Gomes dell’Università di Évora (Portogallo), membro del Consiglio della Società Portoghese di Fitosociologia, e il Prof. Eusebio Cano Carmona dell’Università di Jaén (Spagna), fondatore del Seminario Internazionale.

Oltre alle sessioni scientifiche che ospiteranno le relazioni dei partecipanti, sono previste anche due escursioni nella meravigliosa cornice dell’area del Parco Regionale delle Serre, con varie tappe: Sentiero Frassati (Serra San Bruno-Mongiana), Villa Vittoria, Ferriere Borboniche, Riserva Marchesale, Bosco Archiforo, Bosco di Stilo, Monte Stella.
L’evento è patrocinato dalle più importanti e prestigiose società scientifiche e istituzioni amministrative. (rvv)

New Metropolitan Perspectives, Metrocity RC: Valorizzare le eccellenze del territorio

Ha preso il via, a Reggio, il quinto Simposio internazionale biennale “New Metropolitan Perspectives”, organizzato dal “Laborest” e Unesco MedLab dell’Università Mediterranea ed inserito nella programmazione del mese di maggio del Museo archeologico nazionale.

Presente all’inaugurazione, avvenuta nel terrazzo del Museo Archeologico Nazionale, il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio, Carmelo Versace, che ha ribadito come l’evento «rappresenta una cassa di risonanza all’esterno molto utile per poter supportate i progetti della Città Metropolitana sui vari bandi del Pnrr. In più frangenti, infatti, abbiamo collaborato con l’Università a partire dall’avviso sulla Rigenerazione urbana o su quello che, a breve, ci vedrà impegnati sulla riforestazione di larga parte del comprensorio. Simili collaborazioni, dunque, non vanno banalizzate, ma sostenute e rilanciare perché il Pnrr potrebbe davvero essere l’ultima chance di sviluppo per la nostra area metropolitana».

Entrando nel merito dei lavori del simposio, il sindaco facente funzioni ha parlato di «ritorno ai borghi che, sotto una veste di marketing culturale, può significare tanto per i nostri territori». «È un settore – ha spiegato – fortemente danneggiato dalla pandemia e che, rispetto a due anni fa, ci restituisce uno spaccato completamente diverso. Dunque, le istituzioni non devono essere sorde di fronte al grido d’allarme del mondo universitario che prova, costantemente, a fare uscire in maniera chiara le competenze del territorio».

«È grazie a simposi come questo – ha concluso l’inquilino di Palazzo Alvaro – che possiamo lanciare un messaggio diverso, facendo emergere il ruolo ed il prestigio della nostra Università che non è quella rappresentata, ultimamente, sui giornali. La “Mediterranea”, infatti, può contare su un gran numero di eccellenze e non è corretto vanificare gli sforzi dei tanti che si spendono, quotidianamente, per portare il nostro ateneo ai vertici dei settori di competenza. La Città Metropolitana, quindi, deve stare al vostro fianco e la mia presenza è di gratitudine per quello che state facendo. Ovviamente noi ci siamo e ci saremo sempre». (rrc)

 

Ratificata la nomina del prof. Feliciantonio Costabile a Rettore ff della Mediterranea

Il prof. Feliciantonio Costabile è il Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. È quanto ha stabilito il Senato accademico della Mediterranea, ratificando la nomina di Costabile a Rettore rei gerendae causa.

Si tratta di un atto dovuto ed indifferibile richiesto dal Ministero dell’Università e della Ricerca, che completa l’iter di insediamento del Decano a seguito delle misure interdittive adottate nei confronti del Rettore e del Prorettore Vicario e finalizzato a garantire il regolare funzionamento della Mediterranea in un periodo centrale per le normali attività di avvio del nuovo anno accademico.

Il Professore Costabile, nel proprio discorso di insediamento, ha precisato con chiarezza di avere accettato tale ruolo per un chiaro senso di responsabilità e di coscienza della funzione pubblica, richiesta in questi frangenti a tutta la comunità del nostro Ateneo.

«L’Università Mediterranea, – ha dichiarato il Rettore – malgrado quanto emerso dalle indagini giudiziarie, per le quali dobbiamo essere grati alla magistratura, gode di ottima salute sotto l’aspetto delle finanze, ha conseguito il riconoscimento ministeriale dell’eccellenza nella ricerca scientifica per uno dei suoi Dipartimenti e si è collocata al primo posto nella classifica di qualità delle tre regioni italiane più meridionali, ad uno dei primi del Sud Italia e al nr. 1883 a livello mondiale fra poco meno di 20.000 università, cioè nell’ambito delle prime rientranti nel 10%».

È chiaro che quanto accaduto debba indurre a riflettere su un sistema che, in tutta Italia, sta mostrando limiti evidenti, ma questo non significa, comunque, dimenticare il valore assoluto raggiunto dalla Mediterranea nella didattica, nella ricerca, nelle attività di Terza Missione: «Ormai da circa mezzo secolo, – ha continuato il professore Costabile – con tutti i diversi Rettori che si sono succeduti, la politica culturale nei diversi ambiti di Architettura, Ingegneria, Agraria, Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane, è stata costantemente perseguita anche con convegni ed eventi specifici di alto pregio tanto a Reggio Calabria quanto a Roma, con l’alto patrocinio del nostro Ministero e in collaborazione con altri Atenei italiani ed esteri».

«Non possiamo dimenticare – ha evidenziato il neo Rettore con decisione – che, fra i nostri laureati, molti si sono collocati nei ruoli della magistratura, dell’avvocatura, della dirigenza pubblica, dei vari rami dell’ingegneria e dell’architettura, delle scienze agrarie in Calabria e nel resto d’Italia e d’Europa. Questo è il lato luminoso che si cela dietro quello oscuro emerso dalle indagini giudiziarie».

Il Rettore Costabile ha concluso con un ringraziamento per l’operato del prof. Giuseppe Zimbalatti, direttore Generale dell’Ateneo – dichiarando – «In queste due settimane di vacatio, si è da subito attivato non solo per ottenere le soluzioni adeguate ai problemi sopravvenuti nel governo accademico, e si è assunto, le responsabilità per evitare la decorrenza dei termini in atti improrogabili, che avrebbero causato danni notevoli nella gestione ordinaria del nostro Ateneo». (rrc)

Il decano prof. Feliciantonio Costabile è il Rettore f.f. dell’Università Mediterranea

Il decano prof. Feliciantonio Costabile è il Rettore f.f. dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Lo ha reso noto il direttore generale Giuseppe Zimbalatti spiegando che il Ministero dell’Università e della Ricerca, «ha comunicato che, a norma di legge, le funzioni del Rettore dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione nonché a quelli indifferibili e urgenti, potranno essere pro tempore esercitate dal Decano dell’Università»

Il decano ha accettato di esercitare le funzioni di Rettore(rrc)

Alla Mediterranea si è celebrata la Giornata Mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro

Lo scorso 28 aprile, all’Università Mediterranea si è celebrata la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro 2022, organizzata dal Dipartimento DARTE con la collaborazione dell’Ordine Professionale degli Architetti P.P.C. della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Ha introdotto l’evento, l’arch. Ilario Tassone, presidente dell’Ordine degli Architetti P.P.C.  che ha sottolineato l’importanza di una cultura della prevenzione e il sostegno alle iniziative che in questo settore l’Università reggina porta avanti da anni. È seguito l’intervento di Francesco Costantino, presidente territoriale dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro, che ha testimoniato l’impegno della stessa sui temi della sicurezza e salute ponendo particolare attenzione agli aspetti della cultura della prevenzione.

Ha preso, quindi, la parola il prof. Massimo Lauria, coordinatore del Corso di Laurea in Tecniche per l’Edilizia e il Territorio, all’interno del quale viene portata avanti una specifica formazione sulla sicurezza che caratterizza anche uno dei moduli del master di secondo livello sul Building Information Modeling. La relazione di base, dal titolo Agire insieme per costruire una positiva cultura della sicurezza e della salute è stata tenuta dal prof. Renato Laganà, responsabile del Laboratorio di Sicurezza nei Cantieri, che ha esplorato, attraverso  il tema della partecipazione e del dialogo sociale nella creazione di una positiva cultura della sicurezza in Italia e nel Mondo che si attua attraverso il coinvolgimento significativo di tutte le parti sociali e il miglioramento continuo della sicurezza e salute sul lavoro. 

opo gli anni della pandemia, è stata ripresa l’iniziativa già portata avanti in precedenza, facendo tesoro dei risultati raggiunti in questo campo durante tutta la pandemia di Covid-19, che ha visto una partecipazione significativa di governi, datori di lavoro, lavoratori, attori della salute pubblica e di tutte le parti interessate a livello nazionale con l’obiettivo di avere un forte sistema di Salute e Sicurezza per proteggere gli ambienti di lavoro e salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori.

Attraverso un dialogo sociale efficace, i governi e le parti sociali oggi partecipano attivamente a tutti le fasi dei processi decisionali in materia di Salute e Sicurezza del Lavoro. Questo è importante per lo sviluppo e la revisione delle politiche e dei quadri normativi in questo campo per affrontare le sfide nuove del futuro mentre continuiamo a vivere una crisi sanitaria globale e ad affrontare i continui rischi per la salute e sicurezza nel mondo del lavoro. (rrc)

L’Università Mediterranea tra i migliori Atenei per qualità dei prodotti di ricerca

Un importante balzo in avanti è stato fatto dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria che, nei risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca italiana, presentata dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, si è posizionata nel gruppo di testa degli Atenei italiani per la qualità dei prodotti di ricerca dei ricercatori “giovani”.

Questo, colloca l’Ateneo reggino «in terza posizione nella graduatoria degli atenei statali, e l’indicatore “R4”, inerente alla qualità delle attività di terza missione, che colloca l’Ateneo reggino in tredicesima posizione nella graduatoria nazionale Italia», ha spiegato il Prorettore alla ricerca, Nicola Moraci.

«I risultati della VQR 2015-2019 – ha spiegato ancora – sono espressi in termini, oltre che di punteggio medio dei prodotti di ricerca, di due tipologie di indicatori: qualitativi (indicatori “R”), che misurano la qualità dei prodotti valutati rispetto alla qualità media dei prodotti di tutte le istituzioni, tenendo conto del peso delle diverse aree scientifiche nella specifica università, e quali-quantitativi (indicatori “IRAS”), che misurano la qualità dei prodotti considerando nel contempo la dimensione dell’ateneo (cioè il numero totale dei prodotti valutati) e che premiano quindi gli atenei con un numero elevato di docenti e ricercatori di ruolo».

Un’analisi attenta dei dati sulla qualità dei prodotti della ricerca mostra un deciso miglioramento dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria rispetto al precedente esercizio di valutazione della ricerca, VQR 2011-2014, per quanto riguarda il valore medio della qualità dei prodotti di ricerca dei docenti dell’Ateneo (+41,7%) che passa da 0,48 a 0,68 (il voto medio massimo ottenuto a livello nazionale nella VQR 2015-2019 è pari a 0,79). Tale punteggio colloca l’Ateneo di Reggio Calabria all’undicesimo posto nella graduatoria dei 22 atenei del Sud-Italia, e al secondo posto tra gli atenei di Calabria, Sicilia e Basilicata.

«La Mediterranea – ha concluso – ha conseguito un voto medio pari a 0,74 con riferimento ai prodotti di ricerca conferiti dal personale che è stato assunto o ha conseguito avanzamenti di carriera nel periodo 2015-2019 (il voto medio massimo ottenuto a livello nazionale è pari a 0,81). In base a tale risultato, UniRC si posiziona al primo posto tra gli atenei di Calabria, Sicilia e Basilicata e all’undicesimo posto tra gli Atenei del Sud-Italia». (rrc)

PARTE DA UNICAL E DALLA MEDITERRANEA
LA SFIDA PER INNOVARE GLI ECOSISTEMI

La Calabria è protagonista nella creazione dell’Ecosistema dell’Innovazione, con due sue eccellenze: L’Università della Calabria, capofila del progetto Tech4You (Technologies for climate change adaptation and quality of life improvement), presentato in ambito Pnrr, Missione 4 – Creazione e rafforzamento di Ecosistemi dell’innovazione come leader territoriali di ricerca e sviluppo, e l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

L’Unical, infatti, sarà sede dell’hub di uno degli 1 Ecosistemi dell’Innovazione finanziati in Italia dal Pnrr, con l’obiettivo di trasferire sul territorio competenze d’avanguardia e saperi d’eccellenza per favorirne lo sviluppo, mentre la Mediterranea è soggetto partecipante all’Hub attraverso i  dipartimenti di Agraria, Architettura (DARTE e PAU), Ingegneria (DICEAM e DIIES), e del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze della Formazione. In particolare, il Dipartimento di Agraria è Capofila dello Spoke Agritech, dedicato alla transizione digitale e sostenibilità dei sistemi agricoli, forestali e del food.

L’ottima performance del progetto Tech4You già comunicata dal Rettore dell’Unical e dal suo delegato – che si è piazzata seconda in graduatoria nazionale, seguita dai progetti di progetti di Lombardia, Toscana, Piemonte, Lazio, Veneto – consentirà di dare vita ad un avanzato Ecosistema dell’innovazione articolato in un HUB e 6 Spoke. L’Hub, quale Soggetto Attuatore del progetto è responsabile dell’avvio, dell’attuazione e della gestione dell’Ecosistema e ne faranno parte le Università, gli Enti Pubblici di Ricerca vigilati dal MUR e altri soggetti pubblici e privati che hanno partecipato al progetto. Gli Spoke sono, invece, i Soggetti deputati alla realizzazione dei Programmi di ricerca ed innovazione in collaborazione con soggetti pubblici e privati affiliati ad esso.

Nell’ambito del progetto, che impegnerà oltre 850 docenti e ricercatori, sarà anche reclutato nuovo personale. In particolare è prevista l’assunzione di 163 ricercatori a tempo determinato e l’attivazione di 113 posti di dottorato industriale.

«Una proposta dedicata all’innovazione, che parte da Calabria e Basilicata, si colloca al top in Italia: un risultato straordinario, ottenuto grazie alla sinergia tra atenei e Cnr e all’importante sostegno dei presidenti di Regione, che ringrazio per la fiducia – commenta il rettore dell’Unical, Nicola Leone –. Conferma che al Sud le eccellenze non mancano e che, quando si fa squadra, si possono raggiungere traguardi eccezionali. Sono particolarmente soddisfatto, perché è un progetto che punta allo sviluppo e all’innovazione del territorio e potrà avere un impatto concreto sulle nostre comunità».

Coniugando le vocazioni del territorio con la sfida della transizione digitale e ambientale, la proposta presentata da Calabria e Basilicata – dal titolo Tech4You, Technologies for climate change adaptation and quality of life improvement – punta a invertire la rotta di due regioni storicamente in ritardo, intervenendo sulle emergenze, oggi aggravate dal cambiamento climatico, per migliorare la qualità della vita dei cittadini, innovare il tessuto socioeconomico, creare occasioni di nuova occupazione, rafforzare la resilienza di un territorio fragile perché esposto a rischi naturali e antropici.

Sono cinque le linee guida attraverso cui si svilupperà il programma del progetto, che si ispira alla sfida globale Adaptation to Climate Change:  mitigare l’impatto del cambiamento climatico sull’ambiente naturale attraverso lo sviluppo di tecnologie per l’early warning, l’integrazione di tecnologie satellitari, la gestione delle infrastrutture critiche, la sperimentazione di nature-based solutions e il miglioramento della depurazione delle acque. Sul fronte energetico, si punterà alla riduzione della dipendenza da fonti fossili attraverso lo sviluppo di tecnologie per la decarbonizzazione e il riutilizzo degli scarti.

Grande attenzione anche al comparto agricolo, settore cruciale per l’economia calabrese e lucana: il programma punta a migliorare la resilienza del sistema agroalimentare attraverso lo sviluppo di tecnologie per lo smart farming, modelli sostenibili per l’industria agroalimentare e la valorizzazione degli scarti.

Per attenuare, poi, l’impatto degli eventi meteorologici sul patrimonio culturale e favorirne l’accessibilità sono previsti azioni di monitoraggio, sviluppo di modelli previsionali e uso di tecnologie ausiliarie (come robot, sensori e realtà aumentata). Infine, il programma si propone di costruire comunità resilienti e favorire il benessere dei cittadini, attraverso strumenti per il monitoraggio dello stato di salute e lo sviluppo di prodotti (nutraceutici, cosmetici e dispositivi indossabili) con potenzialità terapeutiche.

All’ottima performance che ha visto il progetto Tech4You posizionarsi al primo posto assoluto nella graduatoria nazionale, sia per quanto riguarda gli obiettivi e la qualità scientifica che per l’impatto atteso sul territorio, ha contributo la proposta dei ricercatori di Agraria che hanno progettato, in perfetta sintonia con la  strategia Dal produttore al consumatore cuore del Green Deal, la prima Digital H-Farm-To-Fork di Italia.

Si tratta di un vero e proprio dimostratore per sviluppare la ricerca, dare corpo al trasferimento tecnologico, supportare la formazione, stimolare la nascita di spin-off e start-up. Integrata da una smart factory costituita da sistemi pilota di food processing, rappresenterà una innovativa ed avveniristica piattaforma di ricerca e di dimostrazione, basata sul paradigma della Smart Food Factory, nella quale sviluppare e valutare congiuntamente modelli di agricoltura di precisone e di trasformazione alimentare in contesti mediterranei.

«Allo scopo – viene spiegato in una nota – saranno adottate e valorizzate tutte le potenzialità delle Key Enabling Technologies (KET) tra cui robotica, Internet of Things, Big Data, Data Analytics, Data Mining, Intelligenza Artificiale (AI), blockchain per tracciabilità avanzata IOT-based, ICT e tecnologia 5G, ecc. il tutto per rendere disponibili soluzioni avanzate, in accordo con il paradigma dell’Agrifood 5.0, e guidare  così la transizione verso modelli sostenibili di produzione alimentare in linea con gli obiettivi di Agenda 2030».

n Tech4You fanno parte dell’hub, insieme a Unical, anche l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, Università degli Studi della Basilicata, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Regione Calabria, Regione Basilicata, Arpacal, Arpab, Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Ente Parco Nazionale del Pollino, Ente Nazionale per il Microcredito, Forum del Terzo Settore, Distretto dell’Appennino Meridionale, Agenzia Calabria Verde, Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, Ente Parco Nazionale della Sila, Entopan Innovation, che parteciperà anche alle attività di uno spoke. (rrm)