di FRANCO BARTUCCI – È stata collocata nello spazio sottostante l’Aula Umberto Caldora, ubicata nell’area d’ingresso dello storico e antico quartiere delle maisonnettes del Centro Residenziale dell’Università della Calabria, sorto su una delle colline di Arcavacata tra gli anni 1972/1974.
L’opera in bronzo del maestro Fausto Maria Franchi, denominata Metamorfosi è stata donata dall’associazione nazionale “No O.d.I.” (No Omicidi d’Impresa), che ha come Presidente il dott. Claudio Patalano, già dirigente nei primi anni settanta della sede di Cosenza della Banca d’Italia. L’opera simboleggia la lotta contro tutte le violenze attraverso, appunto, la metamorfosi negli equilibri intimi della vittima.
La scultura, in bronzo fuso con l’antica tecnica della “cera persa”, raffigura tre corpi femminili abbracciati tra loro come a trovare protezione nell’unione, con le braccia protese all’esterno, con pugni e mani rigide, che nella plastica gestualità “urlano” la violenza subita. Stremate, ma ancora capaci di esprimere, con la sofferenza, anche la speranza di trasformarsi, appunto, per metamorfosi.
Prima ancora della scopertura della scultura, nell’aula “Umberto Caldora”, si è svolta la cerimonia ufficiale di consegna della scultura con al tavolo: il Pro Rettore dell’UniCal con delega alla presidenza del Centro Residenziale, prof.ssa Patrizia Piro; lo scultore dell’opera Fausto Maria Franchi di Roma, autore di numerose altre sculture di grande valore artistico; nonché il presidente dell’Associazione nazionale “No O.D.I.”, dott. Claudio Patalano, che con piacere ha ringraziato il Presidente della Bcc Mediocrati, Nicola Paldino, per il ruolo di mediazione svolto nel rapporto con la dirigenza dell’Università ed in particolare con il Rettore, prof. Nicola Leone, concretizzatosi con l’avvenuta donazione della scultura “Metamorfosi”.
Una donazione e una scelta fatta a favore dell’Università della Calabria – ha dichiarato il presidente dell’Associazione “No. O.D.I.” Claudio Patalano – per dare merito alla figura del primo Rettore, prof. Beniamino Andreatta che ha saputo lavorare nell’assicurare alla Calabria la sua prima Università con caratteristiche innovative di impatto internazionale.
«Ero presente, in rappresentanza della Banca d’Italia – ha confidato il dott- Patalano – alla cerimonia d’insediamento degli organi accademici e dello stesso Rettore Andreatta, che si svolse nel mese di maggio 1971 nel salone di rappresentanza del Comune di Cosenza con Sindaco il dott. Fausto Lio, alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione, on. Riccardo Misasi».
Sorpreso, meravigliato e gioioso si è mostrato lo scultore Fausto Maria Franchi nell’apprendere che il dono della sua opera all’Università e la relativa manifestazione di consegna è avvenuta in concomitanza del cinquantesimo anniversario del primo anno accademico 1972/1973 e nel sapere che anche l’UniCal ha nella sua storia due figure vittime della violenza di “femminicidio”: la studentessa in Scienze Economiche e Sociali Roberta Lanzino e la giornalista, laureata in lingue, Mariarosaria Sessa, il cui ricordo è ancora vivo, meritevoli entrambe di un riconoscimento da parte della loro stessa Università di appartenenza.
«Le opere di Franchi – è riportato nella nota di presentazione del suo libro “Variazioni” – prendono vita dal suo personale programma di vita, dalle sue forme interiori; esecutore esemplare di oggetti che testimoniano la trasversalità delle forme; alle sculture per il corpo di affiancano bronzi, terrecotte e dipinti. Forme libere che esprimono un personale lessico dove piccolo e grande perdono la loro essenza, rompono i limiti della convenzionalità, portando lo spettatore a ripensare il proprio modo di guardare le cose, evadendo da una visione prestabilita e aprendosi al nuovo».
Sono tante le personali che ha organizzato su tutto il territorio nazionale come le collettive; molti hanno scritto di lui ed i premi che ha ottenuto, così gli eventi che lo hanno visto presente, per non parlare delle pubblicazioni immesse nei circuiti dell’editoria. Come l’ultima proposta nel libro “Variazioni” che si chiude con due pagine dedicate ai “Femminicidi”, al cui interno viene pubblicata l’immagine del “Muro contro la violenza sulle donne”, realizzato nel 2018 su tufo con terrecotte di tre metri e sessanta per due e cinquanta.
Emozionante è stato l’intervento del Pro Rettore, con delega alla Presidenza del Centro Residenziale, prof.ssa Patrizia Piro, nel plaudire alla donazione della scultura “Metamorfosi” dello scultore Fausto Maria Franchi ad opera dell’Associazione “No O.d.I.” (No Omicidi d’Impresa), con il supporto di mediazione del Presidente della Bcc Mediocrati, Nicola Paldino.
Da oggi in poi questo luogo d’incontro, di sosta e di passaggio di tanti giovani e non solo (pensando ai frequentatori dell’aula Caldora per la convegnistica e dell’attigua mensa e bar) avrà un motivo in più per sostare e riflettere sul suo significato della scultura simbolo di ribellione alla violenza di ogni genere per costruire una società più umana, serena e giusta.
«Una scultura che ci aiuta a riflettere e comprendere l’universo femminile e le sue varie trasformazioni», ha detto il Presidente del Centro Residenziale Patrizia Piro. «A capire la donna che assume tantissimi ruoli nella società di oggi: lavoratrice, compagna, mamma, figlia contribuendo a sorreggere anche le sorti del mondo».
Un ragionamento che l’ha portata a soffermarsi in particolare sul valore simbolico della scultura che delinea i corpi di tre donne con le mani tese.
«Il significato che ne scaturisce – ha sostenuto – è quello del valore della sofferenza e ribellione, ma anche e soprattutto dell’ accoglienza nel dettare le regole del buon senso perché la donna e l’uomo siano legati nel fare rete, coscienti di concorrere alla sopravvivenza dell’umanità».
Sarebbe bello ed opportuno che quel luogo di passaggio, quel largo, con quella scultura che ne segna una memoria abbia una intestazione pregnante e di partecipazione ad una sofferenza e a un dolore simbolo di vicinanza e solidarietà.
A seguire, si è svolto il convegno: L’impresa, ricchezza per il Paese – dal caso del Gruppo Delta a una ricerca sul fenomeno degli omicidi d’impresa, organizzato dall’associazione No O.d.I. e dal Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche (DISCAG), che ha trattato l’interessante fenomeno degli “omicidi di impresa”.
I lavori sono stati aperti dal dott. Claudio Patalano che, dopo i saluti istituzionali da parte del prof. Alfio Cariola, direttore del Discag, ha illustrato i contenuti di una ricerca sugli omicidi d’impresa.
Tra i relatori sono intervenuti: l’avv. Francesco Astone che si è soffermato sugli interessi da proteggere nel caso degli omicidi d’impresa e sulla loro tutela giuridica; il prof. Antonio Ricciardi che ha illustrato gli strumenti e le strategie per prevenire le crisi d’impresa; il dott. Nicola Paldino che ha parlato di come si pone una banca di comunità dinanzi alle crisi d’impresa; il prof. Massimiliano Annetta che, nell’esaminare il caso Delta, ha illustrato il ruolo e i poteri del Pubblico Ministero nella fase delle indagini preliminari; l’avv. Federico Melazzo che ha relazionato sulle aziende sotto sequestro e sulla confisca di prevenzione nella prospettiva della vitalità d’impresa; l’avv. Sergio Santoro ha concluso soffermandosi sulle garanzie di sopravvivenza dell’impresa nei procedimenti amministrativi. Mentre a moderare i lavori è stato il dott. Carlo Santini. (fb)