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È calabrese il vero campione di Napoli-Salernitana: Francesco Repice

È calabrese il vero campione di Napoli-Salernitana: Francesco Repice

di PINO NANOEro in macchina domenica mentre allo stadio Diego Armando Maradona andava in scena la partita dell’anno, Napoli Salernitana. Per i napoletani immagino fosse la “partita del secolo”, 37 anni in attesa dello scudetto , ora c’è solo da conquistarlo e portarselo a casa. Una festa corale, senza tempo e forse anche senza precedenti, credo che lo stesso Maradona ieri si sarebbe divertito molto tra tanto colore e mille schiamazzi di speranza.

Ma grazie alla radio, (davvero, Grazie RadioRai!), oggi posso dire che allo stadio Maradona c’ero anch’io domenica pomeriggio. Perché credo di aver vissuto in prima persone un pomeriggio esaltante e unico di tutta la mia vita professionale di cronista da strada. Emozioni mai vissute prima, che nessun incontro di calcio mi ha mai trasmesso, e ad un certo punto, per la prima volta in vita mia –confesso anche – mi ha creato grande disagio dover interrompere l’ascolto della radiocronaca per rispondere ad una chiamata urgente sul mio telefonino.

Il Napoli alla fine non ce l’ha fatta. La Salernitana si è difesa fino all’ultimo, e la vittoria dei napoletani è solo rinviata di qualche giorno, ma ieri, e lo dico col cuore, la vera medaglia d’oro del calcio italiano se l’è portata a casa Francesco Repice, il giornalista di Radio Rai che credo sia il più grande cronista sportivo di tutti i tempi. Sono certo che se fosse ancora tra di noi, lo stesso Nicolò Carosio gli renderebbe gli onori del podio. 

Insuperabile, impeccabile, efficacissimo, veloce come una scheggia, travolgente, appassionato, diretto, incisivo, impulsivo, una valanga che travolge tutto,un tifone in piena regola, una tempesta di parole, esaltante, una mitraglietta d’ordinanza che non si inceppa mai, un mostro, quasi sacro, del linguaggio radiofonico. Nessuno meglio di lui, nessuno prima di lui, nessuno forse dopo di lui. Il principe dei radiocronisti di Tutto il calcio minuto per minuto.

Non conosco personalmente Francesco Repice, conoscevo invece molto bene la sua famiglia, suo padre, suo zio Egidio, la sua famiglia di origine insomma, loro allora vivevano soprattutto d’estate a Tropea, e di lui sapevo solo che a scuola era molto bravo e che voleva fare il giornalista. Nient’altro. Suo padre un giorno venne a trovarmi in Rai, a Cosenza, e mi chiese un consiglio, e ricordo che gli dissi che non sarebbe stato facile. Qualche anno dopo,invece, lessi per la prima volta il nome di Francesco Repice su Il Popolo, era il quotidiano della Democrazia Cristiana dove tanti anni prima era incominciata anche la mia storia professionale. 

Fu una gioia apprendere che il “ragazzo”era riusciuto a trovare un angolo importante da dove partire, ma nessuno allora mi avrebbe mai convinto che un giorno, quello stesso “ragazzo” di allora, mi avrebbe commosso e coinvolto in maniera così impetuosa e pazzesca.

Vi invito a riascoltare la radiocronaca di domenica su Radio Rai, e non potrete che non darmi ragione. 

Un attacco da oscar, una radiocronaca da conservare negli archivi delle scuole di giornalismo, una lezione magistrale di linguaggio radiofonico moderno e magistrale, la testimonianza forte di una icona della storia della radio, a cento anni dalla sua nascita, invidiabile, inimitabile, irraggiungibile. 

Ricordo i miei anni giovanili alla Rai di Cosenza, quando Emanuele Giacoia partiva per i mondiali della Spagna e Tonino Raffa, dopo di lui, per i campi di calcio di serie A e gli incontri più prestigiosi della domenica, e mi emozionava solo il sentire la loro voce, la loro cadenza, il loro modo di raccontare il mondo del calcio. Sapevo bene che, mai e poi mai, avrei potuto fare niente di simile, e li invidiavo solo per questo, ma li adoravo e li ammiravo. Due maestri stupendi.

Ieri,però, Francesco Repice ha superato ogni limite e ogni record. Se fossi il sindaco di Napoli gli darei, solo per la radiocronaca di ieri, la cittadinanza onoraria di Piazza Plebiscito, e alla fine del prossimo incontro, quello che decreterà la vittoria di campionato per il Napoli, lo farei scendere dalla tribuna stampa del Diego Armando Maradona e lo porterei al centro dello stadio, per celebrarlo come merita. Lui sì, una vera eccellenza del giornalismoi italiano. 

Grazie ancora Radio Rai.Grazie Francesco. (pn)