di SANTO STRATI – Non c’è stato bisogno di voto a distanza e di connessioni in teleconferenza: alla prima seduta del nuovo Consiglio regionale della Calabria si sono presentati tutti e 30 i consiglieri, nonché la Presidente Jole Santelli e l’intera Giunta. Un momento importante, al di là della ritualità del voto per scegliere il Presidente e l’ufficio di presidenza, che dà un segno preciso di come l’emergenza coronavirus ci abituerà a insoliti presenzialismi di massa (nonostante il rischio contagio) ma soprattutto a un comune impegnarsi per una guerra inaspettata contro un nemico invisibile. Così, esattamente a 60 giorni dal voto del 26 gennaio, Palazzo Campanella ha potuto riunire i suoi vecchi e nuovi inquilini per avviare l’XI legislatura. Una consiliatura che si preannuncia carica di incognite ma che avrà l’opportunità di guardare avanti. Come ha detto la presidente Santelli invitata a illustrare la situazione dell’emergenza sanitaria, dietro e dopo la crisi ci stanno le opportunità: bisogna pensare alla Calabria del 2050 e qualunque considerazione sia stata fatta, qualsiasi progetto o programma di sviluppo fosse in pentola, va ripensato tutto. Con il vantaggio – ha rimarcato la Santelli – di poter imparare dagli errori degli altri, visto il ritardo con cui il virus ha aggredito il Mezzogiorno e la Calabria, e dai buoni risultati ottenuti da chi ha dovuto affrontare la drammaticità del momento.
Tutte confermate le previsioni della vigilia, Domenico – Mimmo – Tallini è il nuovo presidente del Consiglio regionale, suoi vice Nicola Irto (presidente uscente, dem) in rappresentanza dell’opposizione, e Luca Morrone (FdI), Filippo Mancuso (Lega) e Graziano Di Natale (Io resto in Calabria) segretari-questori. Non è stata un’elezione a primo colpo, si è arrivati al terzo scrutinio, ma segna ugualmente un successo per Tallini, decano di quest’assemblea, politico di lungo corso, che si farà notare per una presidenza che sceglierà molto di frequente la parola condivisione. Il suo discorso di insediamento, del resto, è stato di apertura a tutti i calabresi: ha ricordato che quest’anno sono cinquant’anni dalla nascita delle Regioni, ma non ha mancato di ricordare che sono anche cinquant’anni dalla rivolta di Reggio, eufemisticamente definita “i fatti di Reggio”, questo in un’ottica di avvicinamento e di superamento di ogni conflittualità latente tra le varie province. È l’obiettivo comune che deve coinvolgere tutti e fare in modo che l’impegno della Regione, dei suoi rappresentanti, al di là della rappresentanza politica e partitica, sia orientato al bene comune, al benessere, alla crescita di questa terra. «Il regionalismo in Italia – ha detto Tallini – è stato un elemento di modernizzazione, di coinvolgimento delle realtà territoriali, di forte rottura con l’impianto di uno Stato centralizzato e lontano dalla popolazioni. Ci sono stati errori, ritardi, storture, ma l’assetto regionale è una conquista irrinunciabile. Si tratta semmai di modernizzarne il ruolo, rendere le Regioni più autonome all’interno di un sistema solidale che assicuri a tutti gli italiani le stesse opportunità». E quando sarà finita la pandemia – ha sottolineato – occorrerà pensare alla madre di tutte le battaglie in Calabria: il diritto al lavoro».
Tallini, nel sottolineare lo “scippo” di 61 miliardi l’anno perpetrato ai danni delle regioni del Sud, parlando di autonomia differenziata ha detto che «si ripartirà dalla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio a gennaio dello scorso anno con l’obiettivo di realizzare un federalismo solidale che da un lato assicuri i livelli essenziali in materie come la sanità, l’istruzione, e dall’altro esalti l’autonomia regionale nei campi dell’ambiente, della cultura, del turismo, dell’agricoltura, delle energie rinnovabili». Lo sviluppo della Calabria che s’immaginava prima della pandemia va orientato ex-novo nel suo modello, puntando sulla bio-economia, l’economia circolare, le bio-tecnologie, la rivoluzione digitale che impatta sul turismo, sull’agricoltura, sull’artigianato, sulla cultura. «Il sole, il vento e anche il mare – ha detto il presidente Tallini – possono diventare fonti inesauribili di energie pulite e rinnovabili. Le applicazioni digitali possono trasformare l’agricoltura tradizionale in ‘agricoltura di precisione’ e l’artigianato tradizionale in ‘artigianato in 3D’. Il turismo dovrà cambiare volto e puntare sulla sicurezza e sulla salubrità dei luoghi. Dalla crisi la Calabria può trarre grandi opportunità».
Il neopresidente, dopo un commosso pensiero alle vittime del virus, ai familiari e agli “eroi” di questi crisi, medici, infermieri, operatori sanitari, volontari, addetti ai servizi essenziali, ha espresso il proprio apprezzamento «per la determinazione, la serietà e l’autorevolezza con cui la Presidente della Regione sta affrontando tale emergenza che si inserisce in un contesto di generale fragilità del nostro sistema sanitario, ridotto allo stremo da anni di tagli e di politiche ragionieristiche dei Commissari nominati dai Governi. La battaglia è ancora lunga, lo sappiamo, ed ognuno è chiamato a fare la sua parte». E il primo atto del Consiglio – ha rimarcato Tallini – sarà «l’insediamento delle due commissioni più impegnate su questo fronte: la Commissione Sanità e la Commissione Bilancio alle quali chiederò uno sforzo straordinario per licenziare i provvedimenti che tutti si attendono. Il bilancio rappresenterà per tutte le forze politiche un banco di prova. Si tratterà di predisporre i primi strumenti per la ripresa sociale ed economica della nostra regione, anche in relazione alle misure contenute nel decreto ‘Cura Italia’. Quando finirà l’incubo della pandemia, niente sarà più come prima. Ci ritroveremo in un mondo diverso in cui tutti i rapporti politici, sociali ed economici saranno cambiati. Cambierà anche il rapporto tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Dovremo essere capaci di trasformare in un punto di forza l’interconnessione che sembra emergere tra la diffusione della malattia, l’inquinamento e la densità demografica».
Non ha risparmiato critiche Tallini ai guasti dei commissariamenti in Calabria: «A questo Consiglio regionale è affidato il compito di affermare la supremazia etica e rappresentativa della politica, contribuendo a superare la cultura del commissariamento che ha inondato in questi anni le istituzioni e gangli essenziali della vita sociale della Calabria, peraltro senza l’ottenimento di risultati significativi. Dovremo tentare di incidere più in profondità sul terreno dell’autoriforma dell’Istituzione e sulla semplificazione delle procedure amministrative, combattendo le lentezze e le inadempienze di una burocrazia che in molti casi appare essere non amica ma nemica della Calabria. Un vero ostacolo allo sviluppo».
La prima seduta del Consiglio è stata presieduta, prima dell’elezione di Tallini, da Pippo Callipo, rappresentante dell’opposizione, nella qualità di consigliere anziano, mentre le funzioni di segretario per le votazioni sono state affidate ai due consiglieri più giovani Luigi Tassone e Pierluigi Caputo, entrambi alla prima esperienza a Palazzo Campanella, ma quest’ultimo già presidente del Consiglio comunale di Cosenza col sindaco Mario Occhiuto. Alla prima votazione Tallini aveva riportato 18 voti, contando 13 schede bianche; al secondo 17 voti, con 12 schede bianche e un voto al consigliere Giuseppe Neri e un voto annullato espresso a favore della Santelli. Al terzo scrutinio Tallini ha riportato 20 preferenze, 4 voti sono andati a Baldo Esposito, uno a Neri e sei sono state le schede bianche.
«Ci accingiamo – ha detto Callipo in apertura di seduta – a scrivere una nuova pagina del regionalismo calabrese e abbiamo il dovere di salvaguardare il prestigio democratico di questa istituzione. Il mandato che i calabresi ci hanno assegnato comporta onori ed oneri e siamo chiamati a svolgerlo nel pieno rispetto della volontà popolare e dei rapporti istituzionali tra Giunta e Consiglio. Dobbiamo migliorare il rapporto con i cittadini lavorando quotidianamente per ripristinare la meritocrazia e garantire a tutti pari opportunità; è prioritario assicurare ai nostri giovani il diritto di restare, di costruire qui il loro futuro e di vivere in una terra libera dal malaffare e dalla ‘ndrangheta. In un momento storico difficile come quello attuale è necessario che la politica tutta dimostri senso di responsabilità e unità d’intenti per affrontare con serietà l’emergenza in atto. Siamo qui – ha rimarcato – unicamente per fare gli interessi della Calabria e dei calabresi. Ci è stata data una grande responsabilità e abbiamo il dovere di adempiere al nostro ruolo dimostrando sobrietà, mettendoci al servizio esclusivo della comunità e dando voce a chi non ne ha. Da questa sede dobbiamo onorare la Calabria e renderla un posto migliore».
Da un punto di vista politico, va notato che il tentativo di Gentile e Aiello (Casa della Libertà) di portare sul primo seggio di Palazzo Campanella il loro rappresentante Baldo Esposito è naufragato con grande delusione dello stesso aspirante presidente, che non è riuscito in ben tre interventi a dissimulare il proprio disappunto e l’amarezza, senza capire che la politica, dopo il 26 gennaio, con la Santelli presidente non rispetta a pieno obblighi di riconoscenza ingessati o ineludibili. Bisogna prendere atto che la Presidente ha messo su una squadra che, pur mantenendo equilibri difficili, rivela soprattutto competenza e capacità. Vedremo, ovviamente, se nei fatti confermerà le aspettative.
E la Santelli, chiamata a riferire in assemblea, sulla situazione dell’emergenza sanitaria – pur non essendo all’ordine del giorno – non si è sottratta a esporre con grande e disinvolta autorevolezza i provvedimenti fin qui adottati e le strategie avviate per contrastare il contagio. Ha parlato a lungo, rispondendo puntualmente ai vari interrogativi che numerosi consiglieri di entrambi gli schieramenti avevano posto. Su un punto ha spiazzato tutti: la necessità di rimarcare che i fondi europei sono aggiuntivi alle risorse dello Stato. C’è il rischio che «vengano usati i fondi del Sud per gestire l’emergenza e la Calabria, questa Giunta, questa Assemblea non possono permetterlo» – ha detto convintamente. E su questo sia maggioranza che opposizione hanno dovuto concordare in pieno. (s)