di NINO MALLAMACI – Oramai, è noto, le squadre dei campionati italiani sono piene di giocatori di altri paesi. Tra essi fuoriclasse, mediocri, portatori d’acqua, giovani, meno giovani. Forti di questi precedenti nello sport, alcuni protagonisti della scena politica avranno pensato, all’arenarsi dell’esperienza Conte, di ricorrere al mercato estero.
Un tedesco, un francese, uno svizzero, magari avrebbero potuto favorire il cambio di passo del quale tanto si blatera. La suggestione si è incagliata davanti alla banale constatazione che l’Italia deve essere governata da un italiano. Scarso o bravo che sia, non si può prescindere da questo elemento fondamentale E non per il fatto formale della necessaria cittadinanza italiana, ma in quanto governare una comunità richiede un’appartenenza culturale, sociale, di conoscenza, di radicamento, dalla quale nello sport si può prescindere.
E allora, su Luigi De Magistris candidato alla presidenza della Regione la prima e non unica perplessità sta in questo. Un napoletano, colà nato e cresciuto, capitato in Calabria per qualche anno per il suo lavoro e tornato al luogo natio per fare il addirittura il sindaco, che c’entra con la Calabria e coi calabresi? Ha dunque ragione Corrado Augias: se tra due milioni di calabresi non se ne trova uno che ci rappresenti degnamente, siamo veramente irrecuperabili, senza speranza.
Siamo destinati alla colonia perpetua, perché siamo noi stessi a determinare questa condizione. A parte ciò, il sindaco di Napoli è un fautore della politica declinata in alla prima persona singolare: ciò si desume già dal nome della sua creatura De.Ma. È un populista, sempre in cerca di visibilità, di titoloni, di scontri all’arma bianca con chiunque gli capiti a tiro, si tratti di De Luca o di Mastella. La Calabria ha bisogno di lavoro pancia a terra, sobrio, silenzioso, se possibile, se non per parlare di ciò che si è fatto, non di ciò che, forse, un giorno si farà.
L’occasione per fare uscire l’area politica – nella quale mi riconosco – da questa situazione l’ha offerta Nicola Irto, ritengo in maniera non pretestuosa. Che si accolga il suo appello. Si azzeri tutto per trovare un punto d’incontro, se si vuole sul serio aspirare a un risultato che non ricalchi quello delle scorse elezioni. E vengo alla proposta. In moltissimi abbiamo chiesto a Mimmo Lucano la disponibilità a candidarsi alle ultime elezioni europee, fungendo da collante per tutte le energie di Sinistra orfane, disorientate, disperse. Non c’è stato verso, forse perché l’assalto a lui e all’esperienza di Riace era troppo fresco.
Oggi Mimmo decide di candidarsi a sostegno di De Magistris, capeggiandone una lista. Nel frattempo, il castello di accuse sembra crollare, e due dei protagonisti di quelle infamie sono stati addirittura arrestati per vicende legate proprio al mondo al quale Mimmo ha dedicato la sua vita. E allora, giacché il passo è deciso, perché non andare fino in fondo, consentendo al centro sinistra di presentarsi al cospetto degli elettori con un progetto credibile, di vero e profondo rinnovamento? Questa, a mio avviso, sarebbe la soluzione ideale e a portata di mano. Il campione ce l’abbia in casa: è figlio e frutto del vivaio calabrese, è onesto e ha dimostrato di sapere amministrare allacciando rapporti col mondo intero.
Credo che il centro sinistra e la Calabria tutta non debbano farsi sfuggire questa occasione, dandosi la possibilità di sostenere un uomo che ha rivoltato l’immagine della nostra terra, rendendoci orgogliosi di essere calabresi. (rrm)