Il senatore di Italia Viva, Ernesto Magorno, nel suo intervento in Senato ha illustrato il progetto del Recovery Sud, sostenuto da oltre 300 sindaci meridionali, che si sono uniti con un solo fine: lavorare insieme per il bene dei cittadini e per rilanciare il Mezzogiorno.
«La Commissione Affari Costituzionali della Camera – ha spiegato – ha già approvato un nostro documento recependone alcune indicazioni. Il Recovery Sud è un’esperienza storica, dettata dalla consapevolezza che non bisogna consentire, in alcun modo, che l’unica ed ultima possibilità di sanare definitivamente l’impietoso ed anticostituzionale divario esistente tra il Nord e il Sud, possa essere drammaticamente persa».
«Siamo pronti a collaborare – ha detto Magorno – nella necessaria revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), affinché risponda quanto più possibile alle necessità dei nostri territori, in cui vivono milioni di storie, donne e uomini che quotidianamente si impegnano a migliorare il proprio avvenire e soprattutto giovani che oggi più di ieri chiedono che venga loro restituito il diritto a sperare».
«Stiamo raccogliendo – ha aggiunto – il grido di disperazione di genitori preoccupati per il futuro dei loro figli, leggiamo negli occhi di commercianti, imprenditori, lavoratori precari, di disoccupati, di docenti, di studenti, lo sconforto e la voglia di reagire. Dalla distribuzione dei ristori Covid ripartiti in base alla ricchezza fiscale dei territori, al ridotto turnover di docenti e ricercatori universitari, dalla diminuzione dei posti letto alla crescita continua del differenziale di reddito, dal sempre più risicato numero di dipendenti nei Comuni alla spesa sociale pro-capite diseguale rispetto al Nord: tutto parla di un Mezzogiorno sempre più distante dal resto d’Italia».
«Al Sud – ha sottolineato – devono essere date le stesse opportunità di crescita degli altri territori. Riteniamo che, oltre alla distribuzione settoriale, si debba tener conto di un’equa e calibrata ripartizione territoriale, applicando gli stessi criteri Ue utilizzati per determinare la cifra complessiva, spettante al nostro Paese, che tenga conto anche del principio di interdipendenza economica tra macro aree d’Italia».
«Inoltre – ha spiegato ancora – la rete dei sindaci chiede di destinare ai Comuni del Sud 5000 figure in più rispetto a quelle già previste per redigere i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e di definire a livello territoriale, in tutte le missioni e in tutte le linee di progetto, i risultati attesi per i cittadini e le imprese, prevedendo una quota delle risorse complessive del Piano significativamente superiore al suo peso in termini di popolazione, coerentemente con l’impostazione e gli indicatori del programma comunitario e impegnandosi a realizzare un sistema di monitoraggio ad accesso aperto, sulla base del quale il Governo riferirà annualmente in Parlamento sull’avanzamento negli obiettivi di spesa e nei risultati ottenuti, nell’insieme e a livello territoriale».
«Il prossimo 29 marzo – ha reso noto – incontreremo la ministra per il Sud, Mara Carfagna, alla quale, così come abbiamo fatto in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri, rinnoveremo la richiesta di un impegno concreto da parte del Governo, affinché, finalmente, al Mezzogiorno d’Italia sia concessa l’occasione che aspetta e che merita sin dalla nascita della Nazione e la straordinaria ed irripetibile quantità di risorse messe a disposizione dal Recovery Fund sia destinata ed utilizzata per realizzare, dopo decenni di obiettivi mancati, quella coesione sociale, economica e territoriale che renda il nostro Paese, anche in ossequio all’art. 117 della Costituzione, degno dell’Unità che la Storia ha voluto consegnarci». (rrm)