L’innovazione nella medicina territoriale è stato il tema del congresso scientifico svoltosi a Cosenza, alla presenza di esperti da tutta Italia. Una due giorni in cui si è discusso di telemedicina, la presa in carico del malato e l’assistenza domiciliare: la nuova frontiera per una sanità moderna che vuole produrre salute e prendersi cura dei pazienti a casa propria senza ricorrere al ricovero nella struttura sanitaria, naturalmente nei casi in cui le condizioni del malato lo consentano.
Nel capoluogo bruzio, dunque, si è parlato sulla possibilità di incrementare l’impiego della telemedicina sui territori anche alla luce del progetto già messo in campo dall’Asp cosentina che ha avviato le cure domiciliari per diverse centinaia di pazienti diabetici, cardiopatici e affetti da problemi respiratori; tra gli assistiti anche soggetti contagiati dal Covid.
Altro fattore fondamentale messo in risalto durante i lavori congressuali è stato quello della sinergia fra diversi saperi; infatti l’evento medico-scientifico ha visto la piena collaborazione tra medici e ingegneri.
Molto soddisfatti per la buona riuscita del congresso i responsabili scientifici, il dottor Giovanni Malomo, pneumologo dell’Asp di Cosenza e l’ingegnere Alessandro Astorino, coordinatore del Consiglio Operativo del Comitato Italiano per l’ingegneria dell’Informazione (C3I).
«Nel 2016 abbiamo deciso di avviare questo nuovo corso per la sanità territoriale privilegiando la telemedicina e quindi acquisendo competenze sul malato e sull’esperienza, sullo stato dell’arte esistente in loco». Così il dott. Malomo che ha aggiunto: «In questo processo è di vitale importanza l’uso delle tecnologie digitali che ci consentono il monitoraggio da remoto dei pazienti. Se oggi abbiamo già un progetto di cura avviato sul nostro territorio lo dobbiamo al fatto che un gruppo di operatori sanitari ha voluto sperimentare la nuova esperienza di lavorare in un ambiente diverso dall’ospedale ovvero lavorare a domicilio che non è un’impresa facile ma, abbiamo visto, che non è impossibile».
La telemedicina e la cura a domicilio «registra anche la disponibilità di molti medici di medicina generale – ha sottolineato il dott. Malomo – Ciò, nonostante siano oberati di lavoro e nonostante siano pochi rispetto alla domanda visti i tanti pensionamenti di questo periodo».
«Il congresso di Cosenza è un messaggio di buona sanità e sinergia fra diversi saperi lanciato dalla Calabria e all’intera nazione – ha dichiarato l’ingegnere Astorino – nei due giorni di dibattito abbiamo ampiamente dimostrato l’importanza dell’unione e della sintonia tra diverse figure professionali per progettare la medicina del presente e quella del futuro. Per raggiungere questo scopo c’è bisogno di una regia efficace che superi limiti geografici e campanilistici per garantire ai pazienti i servizi richiesti e assicurare la qualità delle cure necessarie».
Ugo Luigi Aparo, referente sanitario Medical Line Consulting ha asserito: «Ci attende una grande sfida. Non più quella di gestire un’emergenza, ma quella di disegnare, insieme ai cittadini e a soggetti responsabili e coinvolti un futuro migliore e sostenibile. Ciò, superando definitivamente anacronistici dualismi tra il pubblico e il privato, adoperandoci tutti insieme per il bene della persona che necessita di cura».
Elio Masciovecchio, vicepresidente del Consiglio nazionale degli ingegneri ha parlato «di una sanità del futuro che passa dall’innovazione digitale dei protocolli sanitari, così come la medicina territoriale ha bisogno di reti e di device programmati da ingegneri professionisti del terzo settore. La sinergia tra chi risponde al dettato costituzionale del diritto alla salute (medici e professioni sanitarie) e chi a quello della sicurezza (ingegneri) è fondamentale per la sanità del terzo millennio».
Anche per Marco Ghionna, presidente degli ingegneri di Cosenza, «il congresso ha costituito un evento interessante che ha avuto come obiettivo quello di innovare la comunicazione tra le competenze mediche ed ingegneristiche ponendo al centro un obiettivo comune: il paziente».
La senatrice Tilde Minasi ha presenziato l’evento medico-scientifico di Cosenza nella sala Caduti di Nassirya al Senato della Repubblica e ha anche partecipato ai lavori congressuali.
«La Calabria ha tantissime eccellenze, tantissime intelligenze capaci di produrre grandi idee e fare da apripista e da guida nei più svariati settori – ha commentato la senatrice –. Col congresso di Cosenza ne abbiamo dato ulteriore riprova nel campo della medicina e dell’innovazione. Sono, perciò, ancora più contenta di aver potuto dare una vetrina nazionale all’evento, ospitando la presentazione in Senato. E sono certa che questo sarà solo il primo passo di un lungo cammino. Proprio la medicina territoriale, ha estrema necessità di essere potenziata e riformata. Il progetto illustrato al congresso potrà certamente essere uno strumento utilissimo a beneficio di tutti i cittadini, non solo calabresi. E anche noi parlamentari siamo pronti a dare il nostro contributo, soprattutto nella Commissione salute di cui faccio parte». (rcs)