I Sociali di Cassano allo Ionio hanno risposto a chi, «sul proprio blog, si è spinto a dire che Piazza Paglialunga (paghhialonga) è un “quartiere del centro storico ci cassano dove gli esagitati e gli avvinazzati di cassano si davano convegni per “regolare” conti in sospeso a suon di sganassoni e, qualche volta, di coltellate” », ricordando che tale piazza, invece, «è stata teatro di tutte le iniziative finalizzate al riscatto sociale dei ceti popolari, dei lavoratori e degli operai sfruttati e vessati dal potere dell’epoca».
«In quella piazza, infatti, nel passato – si legge nella nota – si ritrovavano quotidianamente decine e decine di contadini, lavoratori comuni, manovali e muratori per essere reclutati per una misera e mal pagata giornata di lavoro. Da quella piazza, ancora, partirono le lotte per l’occupazione delle terre che si tradussero, poi, nella battaglia per la conquista dei diritti al lavoro e per l’affermazione dei principi di equità sociale, di giustizia, di uguaglianza e di democrazia. Piazza paglialunga, soprattutto, era anche il luogo ove operavano bravissimi ed onestissimi artigiani e commercianti e, pertanto, centro economico e propulsivo dell’allora popoloso ed antico borgo di Cassano».
«Giova ricordare – viene evidenziato – che nei pressi di Piazza Paglialunga era situata anche la storica sezione del Partito Socialista Italiano, che ha visto crescere innumerevoli dirigenti politici e, poco più distante, vi era anche la storica sezione del Partito Comunista Italiano. Siamo immensamente onorati di essere cresciuti e formati in mezzo a tanta tensione politica, ideale e sociale! È potuto accadere che, a volte, sia avvento qualche fatto di cronaca poco positivo, ma questo non appanna assolutamente l’identità di un quartiere dal quale sono partite lotte politiche e sociali importantissime».
«Tutto questo – continua la nota – è storia e la storia non si può cambiare a proprio piacimento! Noi socialisti, censuriamo chi imprudentemente criminalizza, con estrema faciloneria, la nostra comunità. Chi dice di aver letto tanti libri dovrebbe, più degli altri, comprendere che i metodi che si ripetono nel tempo non sono più attuabili. Evidentemente quei tanti libri sono stati letti a rovescio! Infatti, non è scritto da nessuna parte che un Sindaco debba essere continuamente e puntualmente infangato, diffamato, deriso e fatto preda di ironia fuori luogo».
«Son metodi che appartengono al passato – si legge ancora – e che non possono ritornare. Ricordiamo quando scrivevano “gli amici del Sindaco”, negli anni a cavallo tra il 1980 e 1990, lanciando epiteti e diffamazioni orribili nei confronti del sindaco e degli amministratori dell’epoca. Così come ricordiamo l’inutile ed irrispettosa ironia contro il Sindaco di tal “Pasqualazzo” negli anni ’90! Il tempo è passato ma i personaggi sono sempre gli stessi, tranne qualche nuovo adepto che stanno “educando” all’arte della diffamazione e dell’ingiuria! Dei metodi da “zanzara” (zampen”) la comunità non ha proprio bisogno».
«Qualche giorno fa – si legge – il bravissimo sindaco di Bari, Antonio De Caro, ha urlato contro i venditori abusivi di birra per far rispettare leggi e i regolamenti. Il Sindaco Papasso, nei giorni scorsi, a ragione, ha risposto in maniera forte ma civile ai toni maleducati di chi, da anni, usa contro la sua persona un linguaggio violento, diffamatorio, accusatorio ed ironico, irrispettoso della carica istituzionale che egli riveste per mandato popolare, invitandolo ad usare espressioni più corrette nei confronti dell’Istituzione».
«Sono arrivati al punto – viene spiegato – di mettere in bocca al Sindaco espressioni boriose, quasi da delirio di onnipotenza, quali “Ghi song u sinnache!” (io sono il Sindaco)! A noi risulta, e risulta a tanta gente che gli si avvicina e che lo chiama “Sig. Sindaco”, che il Comp. Papasso chiede a chiunque di essere chiamato semplicemente “Gianni”, dimostrando di non aver mai scordato le sue origini ed il suo essere socialista! Ci rendiamo perfettamente conto che il “cambiamento”, che si sente padrone della piazza politica, chiede il confronto per opportunismo e per mania di protagonismo. Non ci risulta che sia stato mai chiesto un incontro al Sindaco, presso la sede deputata, ossia il Municipio, per un confronto sulle problematiche generali che riguardano la collettività».
«Ci chiediamo, pertanto – hanno proseguito ancora i Socialisti – dove dovrebbe tenersi questo confronto con il Sindaco. Certamente non può avvenire sul marciapiede di Corso Garibaldi o, tantomeno, in qualche birreria! In nessun comune della Provincia si è verificato quanto è avvenuto a Cassano, ad opera di “cambia-menti”. Nessun Sindaco è stato deriso ed insultato per la propria candidatura ed elezione al Consiglio Provinciale. Solo al Comp. Papasso è capitato questo, per invidia e gelosia, senza tener conto della sua esperienza amministrativa e della sua coerente militanza politica. Noi riteniamo che la Piazza politica non possa essere occupata dagli sconfitti. Il Compagno Gianni Papasso ci ha messo la faccia per ben tre volte e per ben tre volte consecutive è stato eletto Sindaco a furor di popolo».
«Ricordiamo agli sconfitti – hanno detto ancora – che vorrebbero interpretare il cambiamento, che alcuni di loro o loro congiunti si sono candidati in più circostanze e sono stati sempre sonoramente bocciati e solo per carità di patria omettiamo di scrivere dei sostegni ricevuti da qualcuno e qualcuna di loro da ambienti “particolari” potenti e forti, che si sono rivelati inutili per la loro elezione in Consiglio Comunale. Addirittura “i bocciati” arrivano a mettere in discussione l’intero consiglio comunale che è diretta espressione dal popolo. Non ci sarà tolleranza, quindi, contro chi vorrebbe abbassare il livello del confronto ma, essendo impegnati nel governo della città, le oro contumelie da oggi saranno ignorate».
«Cassano è cambiata – hanno concluso – non ha più bisogno di contrapposizioni inutili, di risse, ma di confronto, di un clima disteso e di collaborazione. Ha bisogno di essere governata per recuperare il tempo perduto ed avviarsi verso un futuro diverso, di progresso comunitario». (rcs)