S’intitola Rotte Mediterranee la ventesima edizione di Armonie d’Arte Festival, ideato da Chiara Giordano, in programma dal 7 al 28 agosto al Parco Scolacium.
«Rotte mediterrannee, dunque, è nuova linfa vitale – si legge in una nota di Chiara Giordano –. È il contrappunto, ora chiaro ora velato, alla tessitura artistica del Festival. Se infatti questo Sud italiano è nel cuore geografico del Mediterraneo, allora un Festival – che è considerato oggi lo strumento strategico eccellente di valorizzazione – avverte tutta la necessità di candidarsi per una rinnovata visione e narrazione del Mare nostrum, affinchè esso sia nuovamente via di approdi e non di sbarchi, su terre di permanenze e non di transiti. Oggi, più che mai, in una dimensione di umanità e umanesimo necessariamente universale».
«Un Festival, quindi – prosegue la nota – che esprima una latitudine fisica e culturale, epicentro di una piattaforma artistica e luogo materiale e immateriale di incontri e di confronti, dove l’internazionalità diventa opportunità, e lo scenario globale appare come una via del mare senza confini. Il Mediterraneo, come nella storia antica ha consentito il dialogo tra le genti, costruendo così le fondamenta solide del mondo occidentale, e ancora oggi crocevia di uomini e destini, può essere nuovamente fucina di idee, di saperi, di saper fare, in definitiva di Futuro bello (etico ed estetico)».
Si parte il 7 agosto, alle 22.00, con il concerto Occidente da Oriente – Nuove e antiche rotte lungo terre e mari di mezzo con Ramin Bahrami (pianoforte) e Francesco Colella (voce narrante). L’evento, una produzione originale del Festival, una sorta di viaggio/dialogo tra due mondi, quello europeo e quello mediorientale, fondamenta dello spirito occidentale complessivo.
Il mondo greco, e la magna graecia italiana, come il mondo persiano a cui anche appartiene Ramin Bahrami, lungo le rotte del mar mediterraneo, hanno segnato una latitudine geografica e culturale archetipica e ineludibile ancora oggi.
Indagarne e collegarne i codici artistici e letterari, di simbolo e di significato, anche per la loro incidenza nei repertori più moderni o contemporanei, esprime l’intenzione forte del Festival di produrre riflessione culturale, e crediamo rappresenti anche una sfida fascinosa per gli artisti e per il pubblico.
Si prosegue, poi, il 18 agosto, alle 22.00, sarà la volta della formazione da camera dei Berliner Philharmoniker, con Tatjana Vassiljeva ( violoncello solista). Un debutto in Calabria ed esclusiva italiana, per uno straordinario tributo alla tradizione italiana, fortemente voluto del direttore artistico direttore artistico Chiara Giordano che, soprattutto con il nuovo sottotitolo che dal 2020 si aggiunge a nome del festival – nuove rotte mediterranee – intende valorizzare a tutto campo il patrimonio artistico nel Paese nella dimensione internazionale e di ogni dialogo e interpretazione possibile.
Si prosegue, poi, il 19 agosto, alle 22.00, con il recital Di quell’amor che è l’anima… con Eleonora Buratto (soprano), Francesco Meli (tenore) e Luca Salsi (baritono) accompagnati al pianoforte da Davide Cavalli. Con questo evento, il Festival ha «voluto così porgere un momento dal valore fortemente simbolico per celebrare la rinascita della musica eseguita dal vivo; un doveroso omaggio alla cultura italiana dopo il periodo buio imposto dalla pandemia».
Il 20 agosto, alle 22.00, la performance MMXX/ Liber secondus con Anagoor, Marco Menegoni, live set di Mauro Martinuz e la regia di Simone Derai. In questo spettacolo, elaborato in esclusiva per Armonie d’Arte, «Anagoor elabora una performance dalla struttura inedita e torna ad eseguire i commoventi esametri di Virgilio che ancora una volta ci inchiodano al cospetto del rogo di un mondo: il riconoscimento, se mai ce ne fosse bisogno, che il canone antico da sempre conserva e trasmette non solo bellezza, ma anche descrizione esplicita del genocidio».
Il 21 agosto, alle 22.00, Gabriele Lavia in Lavia dice a Scolacium, un’esclusiva per Armonie d’Arte.
«Lavia dice a Scolacium – si legge in una nota – è lo spazio di ispirazione di un grande artista che si connette con un luogo potente nel segno del respiro profondo dell’umanità letteraria più geniale e significante, di sempre, e quindi con quello slancio creativo e di visione che oggi, più che mai, può disegnare i destini futuri».
Il 22 agosto, invece, sempre alle 22.00, al Parco Scolacium le note della fisarmonica di Richard Galliano saranno le protagoniste della serata.
Insieme all’eclettico Massimo Mercelli flautista), al Quintetto dei Solisti Aquilani e a Giovanni Sollima (contrafactus per flauto ed archi), Galliano condurrà la platea in un canovaccio che racconta di un sound raffinato che recupera e si fonde con quello stile melodico francese immediatamente riconoscibile nel suo spirito popolare eppure colto. Un crocevia di declinazioni diverse in Richard Galliano annullerà le distanze tra generi, da una parte evocando il “new tango” di Piazzolla, dall’altra riallocando la sua esperta maestria nel solco dell’ortodossia classica, recuperando la sua anima jazz e rigenerando il valzer musette con quel taglio intimo e ardito della cosiddetta “new musette”, di cui è l’esponente più accreditato.
Doppio appuntamento, domenica 23 e lunedì 24 agosto, sempre alle 22.00, con lo spettacolo Tra oceani e mari, culture e poetiche della compagnia cubana Malpaso Dance Company.
«La Compagnia – ha specificato Armonie d’Arte – arriva da Cuba e lo spettacolo potrebbe essere annullato se le Compagnie aree cancellassero i Voli o ci fossero altri impedimenti per l’ingresso in Italia)».
Un appuntamento unico e imperdibile con danzatori magnifici che sanno spaziare in un ampio ventaglio di gran firma, dallo statunitense Merce Cunningham allo svedese Mats Ek all’israeliano Ohad Naharin, a giovani emergenze, connotandosi di una dimensione plurale che aggrega una gamma variegata di autori di primo piano alla propria specificità, innestata nella storia peculiare della danza moderna a Cuba, di cui è portatore anzitutto Osnel Delgado, figlio d’arte, tra i fondatori della vivace compagnia habanera.
Il 25 agosto, alle 22.00, il concerto di Martha Argerich project, con Theodosia Ntokou (piano) e Annie Dutoit- Argerich (voce narrante) accompagnate dal Quartetto d’archi della Scala, composto da Francesco Manara (violino), Daniele Pascoletti (violino), Simone Braconi (viola) e Massimo Polidori (violoncello).
Interprete eccezionale per temperamento e personalità, con più di sessant’anni di carriera alle spalle, la grande pianista argentina Martha Argerich è legata da un lungo e glorioso rapporto con l’Italia, che parte proprio dalla Calabria, proprio perchè a Crotone nacque il suo venerato Maestro Vincenzo Francesco Scaramuzza, il cui metodo ha poi formato anche il pianista ed eccelso direttore d’orchestra Daniel Barenboim.
Il 26 agosto, alle 22.00, lo spettacolo-concerto I Messaggeri di Emma Dante. Lo spettacolo è con i canti e musica dei Fratelli Mancuso e con Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Adriano Di Carlo, Naike Anna Silipo, Sabrina Vicari. La traduzione del Messaggero de Le Baccanti è a cura di Edoardo Sanguineti; la traduzione del Messaggero di Medea è di Emma Dante; la traduzione del Messaggero di Edipo Re è di Adriano Di Carlo; la traduzione del Messaggero de L’Eracle è di Giorgio Ieranò.
«I messaggeri delle tragedie – ha spiegato Emma Dante ad Armonie d’Arte – ci riguardano da vicino, assomigliano ai nostri messaggeri contemporanei, portatori di dolore e lutto. Se accostiamo il racconto della Protezione Civile a quello delle tragedie greche, tra il nostro bollettino e la narrazione dei messaggeri troveremo molte analogie. Il messaggero arriva più o meno verso la fine della giornata in cui si svolge la storia e rivolgendosi direttamente al pubblico, come in un telegiornale, descrive per filo e per segno il racconto dell’orrendo evento. Strutturalmente l’episodio del messaggero è svincolato dal resto della tragedia e resta un racconto a sé stante con un inizio, uno svolgimento e una fine».
«Contiene nel suo messaggio la parte più cruenta – ha concluso Emma Dante – quella che rende la storia insopportabile al cuore e alla mente. Parla, dicci cos’è accaduto agli infelici, lo esorta il Coro. E il Messaggero comincia. Senza risparmiarci i particolari che sono punte di coltelli affilati. Attraverso il processo doloroso della catarsi, cerca di impietosirci per mondare il corpo e l’anima da ogni contaminazione».
Il 27 agosto, alle 22.00, lo spettacolo musicale Tarocchi, rotte di visioni e svelamenti. Da Italo Calvino a Claude Debussy con Giovanni Mazzuca (pianoforte), Giuseppe Arnaboldi (violino)
Francesco Salime (sassofoni), Pietro Grande (violoncello), Daniela Vitale (voce recitante)
Filippo Stabile ed Elena Mandolito (danzatori).
Lo spettacolo, con le trascrizioni di Giovanni Mazzuca, le coreografie di Filippo Stabile e la regia di Emanuela Bianchi, con i testi tratti da Il Castello dei Destini incrociati di Italo Calvino, è una «sapientissima e raffinatissima trascrizione strumentale di pagine molto molto note e amate, non interpreta didascalicamente ma rimescola e nel magma emozionale segue rotte di visioni e svelamenti lungo un repertorio di simboli e narrazione che indagano l’imprevidibilità e il mistero della vita».
Il 28 agosto, alle 22.00, lo spettacolo Corpus Anima con Alessandra Ferri, Edward Watson, Giacomo Rovero, James Pett e Jordan James Bridge e Alessandro Quarta 5et.
«Questa produzione – si legge in una nota – è uno spazio di creatività fluida e generosa dove il potere della corporeità e il respiro musicale diventano un’unica danza; uno spazio che si popola fascinosamente materia e evanescenze, dei cui confine si può persino perdere traccia». (rcz)