Le antiche tradizioni popolari: Il presepe si faceva a Santa Lucia

di FRANK GAGLIARDIIl calendario di dicembre è pieno di Santi famosi. Dopo Santa Barbara, San Nicola, Sant’Ambrogio, l’Immacolata Concezione, ecco S. Lucia, vergine e martire. La sua festa liturgica viene celebrata dalla chiesa il 13 dicembre. Ancora non siamo entrati nell’inverno meteorologico vero e proprio. Infatti questa prima decade di dicembre ci ha regalato bellissime giornate molto tiepide inondate di sole.

Santa Lucia era nata a Siracusa in Sicilia e, secondo la tradizione, era una fanciulla molto bella. Era pagana, poi si convertì al cristianesimo. Questa conversione le procurò il martirio e per questo venne innalzata agli oneri degli altari e il suo culto si propagò in breve in tutto il mondo.

La sua bellezza fece innamorare finanche l’imperatore del tempo, Lucia, però, non ne volle sapere e rifiutò la proposta dell’imperatore, il quale, per vendicarsi dell’offesa ricevuta, le fece cavare gli occhi e poi decapitare. Secondo la tradizione popolare, però, si racconta che fu S. Lucia stessa a strapparsi gli occhi e depositarli in un vassoio. Per questo motivo divenne la protettrice degli occhi.

Il suo corpo è conservato in Venezia in una chiesa a lei dedicata. Anche in Cosenza c’è una chiesetta a lei dedicata e che si trova nel centro storico in una via che porta il suo nome, via molto famosa fino al 1958 perché frequentata da donne di male affare.

I cosentini sono molto devoti a Santa Lucia, infatti il giorno della sua festa Piazza Valdesi e via Santa Lucia sono invase da una grande moltitudine di fedeli che fanno visita a questa Santa per chiederle protezione per la vista.

Anche nel mio paese d’origine, S. Pietro in Amantea, una volta si festeggiava Santa Lucia con la celebrazione di una Santa Messa solenne, con la processione della Statua per le vie principali seguita dalla banda musicale o dagli zampognari e poi in piazza con spari di fuochi d’artifizio. Questa usanza è andata perduta, anche perché il Vescovo della Diocesi di Cosenza ha vietato tantissime feste e le processioni. Sono rimaste le feste del santo Patrono, del Corpus Domini e della Madonna delle Grazie. 

Bellissima era la canzoncina che le popolane intonavano in chiesa, nella quale si poteva notare quanto l’imperatore fosse innamorato di lei e dei suoi occhi azzurri. Così cantavano: Santa Lucia gloriosa e bella / facie orazione intra na cella. / Passe lu re e le disse: quantu è bella / Lucia ti vulisse a lu miu cumandu /… Lucia non accetta le proposte dell’imperatore e, prima che ancora il boia le strappasse quegli occhi belli, lei stessa se li strappò e li depose in una bacinella. La statua della Santa, infatti, tiene in mano una bacinella con dentro i suoi occhi.

In alcune città italiane Santa Lucia viene ricordata come la Santa che porta i doni ai bambini buoni. A Siracusa e a Bergamo i doni di Natale arrivano in anticipo rispetto alle altre città italiane. Nei paesi pre-silani per la festa di Santa Lucia si prepara ancora un piatto prelibatissimo che richiede molto tempo e tanta pazienza: la cuccìa.

Ma noi adulti ricordiamo questo 13 dicembre anche per un altro motivo: dalle cantine, dalle soffitte, dai mezzanini tiravamo fuori le scatole di scarpe nelle quali il giorno due febbraio, giorno della Candelora, avevamo conservato con la massima cura tutto l’armamentario del presepe dell’anno precedente.

I pastori, le pecorelle, gli zampognari, i Re Magi, San Giuseppe, la Madonna e il Bambinello venivano srotolati con la massima cura dalla carta di giornale con cui erano stati impacchettati, perché non venissero rovinati dall’umidità e dalla polvere. Malgrado ciò, il più delle volte trovavamo i pastori rotti e inservibili, perché erano fatti a mano e di creta.

Tornavano così a rivedere la luce le casette, la cometa d’argento, l’ovatta e gli specchietti di vetro, i venditori di frutta e verdura, il falegname, l’arrotino, il fabbro, le contadine con in testa ceste colme di doni per il piccolo Gesù. E poi, dopo aver pranzato, via ai preparativi per la costruzione del nuovo presepe.

Carta d’imballaggio, carta di sacchi di farina, qualche legno e poi sughero, sughero in abbondanza, perché la costruzione di un vero presepe che si rispetti abbondava di questo morbido elemento che una volta quando i boschi non subivano incendi durante la torrida estate si trovava facilmente nei boschi del mio paese. (fg)

 

Al Parlamento Europeo la mostra fotografica “Uzbekistan” organizzata da Giusi Princi

Domani, al  Parlamento Europeo di Bruxelles, alle 18.30, sarà inaugurata la mostra fotografica “Uzbekistan – Una sinfonia unica di storia e modernità”, organizzata dall’eurodeputata Giusi Princi.

L’esposizione, organizzata in collaborazione con il Vice Presidente del Senato della Repubblica dell’Uzbekistan, Sodiq Safoyev, celebra il 30° anniversario delle relazioni diplomatiche tra l’Uzbekistan e l’Unione Europea. Questo evento costituisce un’importante occasione per esplorare la ricchezza culturale e storica dell’Uzbekistan, nonché i suoi progressi e sviluppi moderni, attraverso una selezione di immagini uniche che raccontano la sinfonia tra passato e futuro del paese.

La cerimonia di inaugurazione vedrà la partecipazione di deputati della Delegazione, di personalità istituzionali, tra cui rappresentanti dell’Ambasciata dell’Uzbekistan presso il Belgio e l’Unione Europea, di consiglieri diplomatici e di funzionari del SEAE e del Segretariato DCAS.

La mostra sarà aperta al pubblico fino a venerdì 13 dicembre 2024. (rrm)

L’Azienda Affidato insieme al Premio “Alleati con Te” contro ogni forma di violenza

Si è svolto a Roma, nei giorni scorsi, il Gala dell’Associazione Alleati con Te, dove la solidarietà, l’arte e l’impegno sociale sono stati i protagonisti.

Il Premio, ideato dalla giornalista Catia Acquesta e dedicato a chi si distingue, con il proprio impegno, a contrastare violenze e discriminazioni, ha visto come protagonisti i maestri Michele e Antonio Affidato, che hanno realizzato dei bassorilievi in argento con la raffigurazione del logo “Alleati con Te”, riconoscimenti che sono stati consegnati a personaggi che si sono distinti nel sostenere iniziative nel sociale.

Le loro opere, autentici capolavori, non solo testimoniano la loro abilità artistica, ma rappresentano anche un simbolo di rinascita e speranza. L’azienda Affidato, nota per la sua costante vicinanza a iniziative di solidarietà, ha ribadito il suo impegno nel sostenere cause che promuovono la giustizia sociale e i diritti umani, infatti Michele Affidato, da anni ricopre il ruolo di Ambasciatore Nazionale Unicef Italia. Michele e Antonio Affidato, artisti anche della Santa Sede, con le loro creazioni, di alto valore simbolico, presenti in contesti culturali e religiosi di grande prestigio, sono da anni associati a iniziative benefiche che si svolgono in tutto il territorio nazionale.

Tra i premiati, durante la serata condotta dal vice Direttore del Tg2 Elisabetta Migliorelli: il Prefetto di Brindisi Luigi Carnevale, l’attrice Maria Grazia Cucinotta – e anche madrina dell’evento – la conduttrice Paola Perego, il Vescovo Mons. Antonio Staglianò, la dott.ssa Mariastella Giorlandino, il Presidente Canfapi Italia, Cristian Camisa, il fotografo Claudio Porcarelli, la Presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, l’assessore della Regione Lazio, Massimiliano Maselli, i produttori Nando Moscariello e Maurizio Momi, il Generale dei Carabinieri Pietro Salsano, la Presidente del Brutium, Gemma Gesualdi.

E, ancora, l’ad Nuccio Caffo, Daniela Poggi e Mariella Nava, Tiziana Foschi, Simona Izzo e Ricky Tognazzi, il direttore di Giornalisti Italia Carlo Maria Parisi, l’inviato speciale Rai Emilio Mancuso, il regista Valter d’Errico e la showgirl Laura Freddi.

Regina della serata, come è stata definita da Catia Acquesta, Antonietta Proietti, che due anni fa è sopravvissuta ad una brutale aggressione del suo compagno dopo 20 anni di convivenza.

Durante la serata non sono mancati momenti di moda con la sfilata degli abiti dello stilista Claudio Greco. Tra gli ospiti speciali, il Trio Italico, Francesca Alotta, Erminio Sinni, Nataly Caldonazzo, I Carboidrati, e Sonia Bertin.

Il Gala si è, po,i concluso tra applausi e commozione, con la promessa dell’ideatrice Catia Aquesta, che l’evento continuerà a crescere, portando avanti con determinazione la sua missione di sensibilizzazione e cambiamento.

«Far parte di questo evento mi ha riempito di gioia e di orgoglio – dichiara Michele Affidato – credo fermamente che occasioni come questa siano vitali per poter veicolare messaggi importanti e contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi cruciali come quelli affrontati dal Premio Alleati con Tè»(rrm)

Al Campidoglio si discute di Costituzione e ripartizione dei poteri

Venerdì 13 dicembre, a Roma, nella Sala del Carroccio del Campidoglio, alle 17.30, si discuterà della Costituzione e della ripartizione dei poteri.

La manifestazione è organizzata dall’Accademia Calabra e dalla Fondazione Roma-Calabria-Europa.

Dopo i saluti di Federico Rocca, consigliere di Roma Capitale, di Maria Giovanna Irene Fusca, segretaria dell’Accademia Calabra, entrerà nel vivo della discussione con l’introduzione di Domenico Naccari, presidente della Fondazione Roma-Calabria-Europa, e con le relazioni di Cristiano Cupelli, professore ordinario di Diritto Penale presso l’Università Roma Tor Vergata, di Giampaolo Mario Cogo, già professore di Diritto Amministrativo presso l’Università Roma Tre, e di Cesare Mirabelli, emerito presidente della Corte costituzionale. Le conclusioni sono affidate a Francesco Paolo Sisto, senatore e vice ministro della Giustizia. A moderare la serata Giacomo Francesco Saccomanno, avvocato-giornalista e presidente dell’Accademia Calabra.

«Un confronto a più voci che tenterà di chiarire i limiti tra i vari poteri e l’individuazione delle corrette condotte da parte di questi. È più che evidente – ha detto Saccomanno – che nel momento in cui vi è una possibile invasione di un potere sull’altro non solo si viene a violare la Carta costituzionale, ma si mette a rischio la vera democrazia, con il pericolo di una pesante deriva».

«Il rispetto dei ruoli è fondamentale tra le componenti di uno Stato civile e le aggressioni possono, veramente – ha aggiunto – portare ad un contrasto pesante e all’invasione di competenze che potrebbe creare conflitti e perdita di libertà».

«L’occasione è anche propizia – ha proseguito – per consegnare dei riconoscimenti a persone che si sono particolarmente distinte nella loro attività, divenendo modelli di vita: Santo Strati, giornalista-saggista-editore di Calabria.Live, per l’obiettività dell’informazione e per una corretta ricostruzione della storia; Francesco Cascasi, imprenditore, che sta combattendo una battaglia dura contro la ‘ndrangheta e sta creando un percorso di vera legalità e di sviluppo economico ed occupazionali con le sue innovative attività; Francesco Amato, commissario Asl Roma 2, che ha sempre agito con lealtà e coraggio, ottenendo importanti risultati nell’organizzazione sanitaria».

«Una Calabria che ricorda, con impegno – ha continuato Saccomanno – quante persone di grande valore esistono, rispetto ad un minimo nucleo di soggetti che hanno e stanno sporcando la reputazione di una regione, che esprime, invece, grandi potenzialità e importanti risorse umane nel resto del mondo».

In un momento in cui esiste uno scontro tra i poteri della nostra Repubblica, con possibile invasione degli spazi riservati ad ognuno dai principi fondamentale della nostra Carta costituzionale, esperti e professionisti si interrogheranno sul possibile conflitto di attribuzioni. I contrasti esistenti stanno mettendo in grave difficoltà il percorso che ogni potere dovrebbe e potrebbe svolgere, con una serie di possibili invasioni che rendono sempre più fragile la democrazia del Paese.

La Magistratura che attacca il Governo sulle leggi che lo stesso sta legiferando e ne blocca l’esecuzione con provvedimenti molto discutibili, questo che, invece, attacca la prima ritenendo che vi sia un’aggressione all’attività esecutiva ed all’autonomia legislativa. Un braccio di ferro che indebolisce lo Stato e lo rende fragiledinnanzi ai cittadini, con possibile conflitto tra gli stessi poteri e con il grave dubbio che vi possa essere una invasione dei campi di azione e dei poteri riconosciuti dalla nostra Costituzione.

Una situazione molto grave che sconcerta e rende poco credibile le Istituzioni, con la creazione di condizioni di mancanza di equilibrio e con accuse reciproche, che creano confusione e mancanza di fiducia nelle stesse. (rrm)

La consigliera Straface: Si interrompano attività dell’Istituto Tieri di Corigliano Rossano

La consigliera regionale Pasqualina Straface, ha chiesto al sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, di emettere un’ordinanza di chiusura e sospensione delle attività didattiche dell’Istituto Tieri, allo scalo di Corigliano, nel quale da più giorni scende acqua dal solaio.

«Bisogna salvaguardare l’incolumità della comunità scolastica da eventuali corti circuiti o, peggio, crolli», ha detto la Straface, evidenziando come non sia «normale che piova improvvisamente in una scuola. È quanto di più paradossale si possa verificare e denota tutta la disattenzione e la totale assenza di programmazione, e controllo che l’Amministrazione Comunale riserva al patrimonio edilizio scolastico cittadino sul quale non viene effettuata (e questa è la prova provata!) alcuna manutenzione».

«Se non è stata fatta nei mesi di chiusura delle scuole, vale a dire nei tre mesi d’estate, ci si adoperi almeno ora, nella pausa didattica invernale a seguito della chiusura per sicurezza, per recuperare quanto non è stato fatto in termini di interventi di ordinaria amministrazione e per evitare, come in questo caso –  ha concluso la Straface – di dover intervenire in emergenza». (rcs)

IL RICORDO / Gregorio Corigliano: La piazza sempre più orfana, addio Pepè

di GREGORIO CORIGLIANONon sono andato al funerale di Pepè Campisi, detto Caciotta (e me ne rammarico) non solo perché non ero in paese, ma soprattutto perché voglio arrivare in Piazza e verificare che non c’è più. Già pesava l’assenza dei suoi giorni in ospedale, ma voglio vedere cosa scatena in me la sua mancanza appoggiato alla porta di Chupì (un nuovo ritrovo senza successo) l’ultimo refugium peccatorum trovato da quanti sono rimasti e speriamo a lungo.

Lui era ormai il più anziano, più o meno, di quanti non hanno mai voluto abbandonare il nostro luogo dell’anima. C’era, a mia memoria, da quando il cognato Mercurio Fornaciari, apprezzato rivenditore di apparecchi televisivi, portò in piazza il primo televisore. 

Lui armeggiò per farlo funzionare e tutti vedemmo Mario Riva con il Musichiere. Era il 1956, mi pare. Fu, Pepè allora “u ricottaru” e non perché facesse ricotte, che ci permise di vedere il primo telegiornale. Dopo anni trascorsi a sistemare nelle case i televisori, con antenne e trasformatori, si specializzò nel sistemare mangiadischi e autoradio: i giovani, quelli che avevano la ‘500, in fila a sistemare la radio in macchina, con antenne ed altoparlanti e Pepè provvedeva alla bisogna non disdegnando la vendita di lavatrici e frigoriferi che lui provvedeva a portare in casa ed a farle funzionare.

Non era facilissimo. Turino, il fratello, prima con lui, fu destinato a Gioia Tauro per l’altro negozio di Mircuri. E tutti erano diventati amici di Turino “u russedu”, che sacrificò tutto, ma proprio tutto, pur di comprarsi la Giulia che portava in piazza per farla vedere agli amici. 

E Pepè, accontentava tutti, nelle loro richieste. Conosceva il paese, con vizi e virtù, parlava di tutto, sport e giro d’Italia e tour di Francia, ma anche di politica dal suo punto di vista destrorso. Era pure innamorato e ricambiato, un amore fatto di sguardi e occhiolini. Il suo humus era lo stare in piazza, d’inverno e d’estate, rari i suoi tuffi in mare. Puntuale come un orologio svizzero, però, non mancava mai di sedersi sugli scaloni del sagrato, “benedetto” sia chi ha tolto i sedili lunghi di cemento, dove si poggiava Totò palla, anche a dispensare i consigli e praebiti. “Ne vorrei da Egli”, uno di questi. Pepè, interveniva su tutto, anche dopo essere diventato consigliere comunale con la Dc: la sua più grande soddisfazione era tentare di risolvere i problemi della gente, tra buoni Eca e marciapiedi, acqua e fogne. Anni ed anni ed anni ancora a discutere della qualunque, come dicono a Messina, e lui sempre in piazza, divenuto “re ad honorem”!

Il sempre presente e sempre pronto ad informare chi, come me, non vive a San Ferdinando, ma legato come pochi altri al natio borgo. Ci sono stato ai primi di questo mese, lui non c’era, ho chiesto a Michele “Battaglini” che, con Ercolino e mio cugino Pino, ereditano la piazza. Niente, mi è stato detto, quale problema al cuore, ma tornerà presto. Ed invece apprendo la tristissima novella da – come si dice – un post su Facebook, scritto dal più puntuale degli aficionados, Ciccio Pontoriero che da Parma viene al paese, ogni quindici giorni più o meno. Scrivo, col cuore in gola, qualcosa, ricordando alcune delle avventure comuni che erano girare in paese con l’auto che lui si prestava dal cognato Fornaciari.

Prima un Taunus, poi un Ami8. Giravamo ore intere a sforbiciare ed ammazzare il tempo guardando le ragazze. Proporrò al sindaco, Luca Gaetano, di avviare le procedure, per intitolare una parte della piazza a Pepè, se Cicciopalla, Michele, Antonio, Ercolino, Freddy, Ciccio bis, Lillo, Pascale, Piero ed altri che involontariamente dimentico sono d’accordo. E con lui a Ciccio Loiacono, il patriarca che manca non solo a me e non solo per gli inviti a cena, scomparso qualche mese fa.

Anche lui, che ci informava di cose del passato che avevamo solo sentito dire, ci manca,chi come Il Pullo, oggi che avrebbe goduto dell’afflato di Giorgia Meloni, lui il primo missino del paese, che non ha mai cambiato berette. Poi Ciccio Papalina, l’uomo che trascorreva intere giornate al mare, diventando nero come un tizzone e che alla vecchiaia si era iscritto all’Università per saperne di più su bilanci e finanziarie. La Piazza era già orfana, ora lo è ancora di più. È questa la vita? Si, ahimè! (gc)

Tavernise (M5S): Posti letto a pagamento all’Annunziata inaccettabile

Per il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, «l’attivazione dei posti letto a pagamento all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza è una scelta immorale e ingiustificabile».

«In un momento in cui la sanità pubblica è sotto pressione – ha detto – questa decisione va contro i principi di solidarietà e giustizia sociale. La salute non può diventare un bene di lusso, accessibile solo a chi può permetterselo. Chiediamo alle istituzioni di tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini, senza distinzioni».
«Non posso che esprimere la più ferma condanna – ha proseguito – per l’attivazione di quattro posti letto a pagamento presso il reparto di Chirurgia Toracica dell’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza. La decisione del direttore generale dell’azienda ospedaliera dell’Annunziata, Vitaliano De Salazar, rappresenta un grave precedente e un attacco diretto al principio cardine del nostro Servizio Sanitario Nazionale: l’universalità e l’uguaglianza di accesso alle cure».
«La Chirurgia Toracica – ha continuato – è un reparto di fondamentale importanza, che si occupa di patologie complesse e spesso molto delicate. Isolarla e renderla più accessibile a chi ha maggiori disponibilità economiche è una scelta miope e ingiustificabile».
«Mi chiedo come sia possibile che – ha detto ancora il consigliere – mentre i cittadini calabresi sono costretti a lunghe liste d’attesa e a rivolgersi a strutture private per ricevere le cure necessarie, si decida di destinare risorse pubbliche a servizi esclusivi per pochi.
Invito il Commissario alla Sanità della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, a rivedere immediatamente questa decisione e a garantire che l’Ospedale dell’Annunziata continui a erogare le proprie prestazioni in modo equo e trasparente, nel rispetto dei principi costituzionali».
«Chiediamo, inoltre – ha concluso – al Governo nazionale di intervenire con urgenza per garantire il pieno finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale e per contrastare ogni tentativo di privatizzazione delle cure. La salute è un diritto inalienabile e non può essere oggetto di speculazione». (rrc)

Campana (Verdi-Avs): «Regione e Anas firmino la convenzione per la Sibari Rossano»

Giuseppe Campana, coordinatore regionale di Europa Verde/Avs, ha lanciato un appello alla giunta regionale ed al responsabile territoriale dell’ente stradale affinché firmino la convenzione per la Sibari-Rossano.

«Ci appelliamo al presidente Occhiuto, al quale auguriamo sinceramente pronta guarigione e ad Anas – ha detto Giuseppe Campana – perché accelerino le procedure. Troppe persone, troppi nostri concittadini hanno perso la vita in quel tratto di statale 106 trasformatosi ormai da tempo in un’arteria cittadina pericolosissima».

«Da tempo sosteniamo – ha ricordato – che prima del ponte sullo Stretto, il governo Meloni e il ministro leghista Salvini dovrebbero puntare altre priorità per mettere la Calabria al passo, non certo delle ultime, quantomeno delle penultime regioni d’Europa: l’alta velocità ed elettrificazione della linea ferroviaria ionica, collegamenti stradali decenti con le aree interne. Per giungere al ponte, quindi, servono i mezzi per arrivarci, come una degna statale 106, la famigerata strada della morte».

«Una statale – ha sottolineato – per larghi tratti rimasta agli anni ’40 del secolo scorso ma che necessita con grande celerità delle quattro corsie, da Taranto a Reggio Calabria. Il Governo e la Regione hanno definito come prioritarie la Catanzaro-Crotone e la Sibari-Rossano. Ma mentre per la prima tratta siamo in prossimità dell’avvio dei lavori, alla Sibari-Rossano manca ancora uno step prima di arrivare al bando di gara».

«Un passaggio – ha spiegato Campana – che stiamo attendendo da ormai sei mesi, dalla conclusione positiva della conferenza dei servizi, avvenuta a fine giugno scorso: la firma sull’intesa istituzionale tra Anas e Regione Calabria, apposta in appena un paio di settimane per la Crotone-Catanzaro. Ci chiediamo e chiediamo ai vertici dell’ente stradale, alla giunta regionale, a Gianluca Gallo nelle sue vesti di assessore alla Mobilità e rappresentante del territorio quali siano i motivi ostativi per i quali Anas e Regione trattano in maniera molto diversa le due aree».

«Non vorremmo – ha sottolineato il coordinatore regionale di Europa Verde/Avs – si trattasse di qualche “dispettuccio” di carattere politico come etichettato dal sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi. In tal caso sarebbe atto gravissimo perpetrato ai danni di qualche centinaio di migliaia di “comuni” cittadini, alle aziende della Sibaritide che aspirano ad una mobilità europea».

«Il Natale è alle porte, la giunta regionale e l’ing. Francesco Caporaso, responsabile della Struttura Territoriale Calabria di Anas facciano questo regalo enorme al nord-est calabrese e firmino tempestivamente la convenzione tra la Regione e l’ente stradale – ha proseguito –. Non vorremmo che dietro questo tergiversare si nasconda qualcosa di cui ci dobbiamo preoccupare, come presunte falle nella copertura finanziaria da un miliardo circa necessari alla realizzazione della Sibari-Rossano». (rcz)

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Il 14 dicembre Antonio Tajani in Calabria

Sabato 14 dicembre il segretario nazionale di Forza Italia, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministroper gli Affari Esteri e la Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, sarà in Calabria.

Lo ha reso noto il deputato e segretario regionale di FI, Francesco Cannizzaro, spiegando come Tajani sarà nella regione «per una serie di importanti incontri politici ed istituzionali a cui non ha voluto assolutamente rinunciare nonostante gli innumerevoli impegni già previsti nella sua agenda».

Il vicepremier sarà sabato, alle 9.30, al Cedir di Reggio Calabria per intervenire al convegno Minori non accompagnati. Storie, sogni, speranze. Alle 10.30, Tajani si sposterà a Motta San Giovanni, dove sarà insignito del premio “Il Minatore d’Oro.”

Alle 17 sarà al T-Hotel di Lamezia per la conferenza con i quadri dirigenziali di Forza Italia Calabria per annunciare i tanti nuovi Sindaci ed Amministratori aderenti al partito azzurro. (rrc)

Precacore, una località di Samo poco conosciuta vincitrice di Borghinfiore

di ARISTIDE BAVA A volte neppure chi vive il suo territorio conosce il fascino e le potenzialità che ad esso si accompagnano. Arriva un recente esempio di ciò da Siderno dove, nei giorni scorsi, sono stati assegnati i premi Borghinfiore. Sono in molti, infatti  in occasione di questa assegnazione ad essere rimasti sorpresi per uno degli importanti riconoscimenti, ovvero il Premio Archeoinfiore”.

È andato a Precacore del Comune di Samo. Una località per tanti poco conosciuta. E bene ha fatto l’Arch. Umberto Panetta a sviluppare una dettagliata relazione su Precacore, illustrandone il fascino ma precisando anche che si tratta di un borgo pressocché abbandonato che possiede, però, un patrimonio architettonico unico, e suggerendo anche come valorizzare questo interessante sito storico che potrebbe anche rivitalizzare il piccolo paese di Samo.

Approfittando della relazione di Umberto Panetta cerchiamo di conoscere meglio Precacore partendo dalle origini “leggendarie” e toponomastiche: una leggenda narra che, dopo un nubifragio nel XV secolo che distrusse la città, una nobildonna miracolosamente sopravvissuta ma che sotto le macerie perse il marito e i sette figli, in quel momento di grande dolore esclamò: «Mamma, o mamma, nel vedere la mia Samo così distrutta mi crepa il cuore», da cui il nome “Crepacore”, poi trasformato in “Precacore”.

Altri suggeriscono che il nome derivi da “Perì kore” (vicino alla città) o dal verbo calabrese “crepare” (spaccarsi), in riferimento alle fratture del terreno. Secondo la tradizione, l’insediamento originario di Samo fu fondato nel 492 a.C.nei pressi di Capo Zeffirio dai Samii della Grecia, che si stabilirono nella regione dopo essere fuggiti dall’Asia Minore.

Il borgo originario di Precacore sorge a 350 m sul livello del mare, su uno sperone roccioso dell’Aspromonte, tra la fiumara La Verde, caratterizzata da pittoresche gole, e il vallone Santa Caterina. Nel punto più alto del borgo si trova il castello, detto di “Pitagora” dove sono ancora visibili alcuni resti dei muri perimetrali. Fa parte del borgo di Samo, che domina la vallata della fiumara La Verde, di straordinario pregio naturalistico e paesaggistico, ed ha una posizione strategica all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte e una storia unica. Secondo l’arch. Panetta si potrebbe connettere e valorizzare il patrimonio storico e culturale del territorio, puntando a rafforzare l’identità locale e costruire un dialogo tra passato e presente. 

Sebbene l’Amministrazione comunale, sotto la guida del sindaco Pulitanò, abbia intrapreso diverse iniziative per riscoprire le radici identitarie del borgo, c’è ancora molto da fare per rendere visibile un patrimonio architettonico e paesaggistico di valore unico, capace di rappresentare la specificità di un territorio in cui la storia e il paesaggio raccontano narrazioni irripetibili. Samo si distingue per il suo potenziale competitivo in due ambiti principali: da un lato, la tutela della sua identità storica, e dall’altro, l’attivazione di modalità innovative di coinvolgimento, mirate a preservare la piccola comunità e a proiettarla verso un futuro sostenibile.

Investire sull’identità, sull’ambiente e sul patrimonio culturale potrebbe permettere di creare nuove reti di relazioni, estendendo l’azione oltre i confini locali  orientandosi verso un modello di sviluppo integrato, radicato nell’autenticità e nella coesione sociale. Esiste già un intervento  progettuale denominato “Cis Calabria – Svelare Bellezza – Recupero e Valorizzazione Ambientale del Castello di Precacore e delle aree limitrofe”, di cui si è occupato lo stesso Umberto Panetta come capogruppo di un raggruppamento di professionisti.

Il progetto  mira a svelare l’essenza di Samo, dove si percepisce ancora la forza delle antiche popolazioni. L’obiettivo è restituire alla collettività la bellezza dei luoghi storici, del borgo disabitato di Precacore e degli spazi di relazione nel centro urbano, generando un turismo culturale che prolunghi la permanenza dei visitatori, e avvii iniziative sociali e culturali incentrate sulla cooperazione tra enti, università e associazioni. L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un Accordo di Programma tra il Comune di Samo e l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, grazie al quale sono già stati realizzati incontri, seminari e contest culturali per consolidare le sinergie tra gli attori locali e per rafforzare il senso di appartenenza della comunità. Gli interventi già realizzati e, in particolare, quelli del progetto Cis Calabria – Svelare Bellezza,  si concentrano su due aree: il borgo antico di Precacore e il centro urbano di Samo.

Le attività includono sia interventi materiali di recupero e riqualificazione, sia azioni immateriali finalizzate a promuovere la conoscenza e la fruizione del patrimonio storico-culturale. Il progetto si propone di rafforzare l’attrattività turistica di Samo e di generare un impatto positivo su diverse dimensioni: Sociale e occupazionale: con particolare attenzione all’impiego giovanile e femminile; Culturale e turistico: attraverso il recupero e la valorizzazione di un patrimonio ancora poco conosciuto; Ambientale: con interventi di tutela del paesaggio e azioni di riqualificazione che preservano le caratteristiche naturali e culturali del territorio, in armonia con il Parco Nazionale d’Aspromonte.

Nella sostanza il recupero e la valorizzazione di Precacore e di Samo possono rappresentare una risposta alle sfide che molti borghi calabresi affrontano, come lo spopolamento e la marginalizzazione. Investire nel recupero dell’identità culturale e nel turismo sostenibile può trasformare questi luoghi in esempi di sviluppo integrato, in cui la comunità si riscopre e cresce insieme al suo patrimonio. (ab)