Il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, ha espresso preoccupazione per la protesta dei lavoratori del Consorzio organizzata dalle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil che, hanno annunciato di non garantire più il servizio irriguo agli agricoltori della Piana di Cammarata e della Piana di Sibari, «aree strategiche dell’agroalimentare di qualità», e ha chiesto un incontro urgente con il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì e l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo.
«Siamo costretti – si legge in una nota – davanti alla sordità della Regione Calabria, a proclamare come agricoltori lo stato di mobilitazione, perché persistono le resistenze della burocrazia regionale che nega diritti acquisiti dai Consorzi, seppur convalidati da atti e delibere. Si sceglie, infatti, come alternativa, che gli Enti consortili, vigilati dalla Regione, che svolgono un ruolo fondamentale e gestiscono azioni finalizzate all’irrigazione e nel contempo alla sicurezza territoriale, alimentare ed ambientale debbano, per avere riconosciuti i loro diritti, rivolgersi ai tribunali. Tra l’altro, siamo preoccupati che questo tipo di protesta e di atteggiamento possa trasferirsi anche in altre aree consortili e allora il danno sarebbe irreparabile».
«Una Regione – ha alzato il tiro il presidente di Coldiretti – che si sottrae alle proprie responsabilità forse per coprire sacche di inefficienza del passato, negando quindi impegni assunti, dovute alla mancata imputazione delle somme spettanti ai Consorzi nei bilanci regionali».
«Il caso macroscopico – ha proseguito Aceto – è stata l’approvazione dei Piani Industriali dei Consorzi da parte della Regione, nei quali in modo molto chiaro ed evidente venivano fissate regole e impegni precisi anche perché gli Enti, e tra questi il Consorzio di Mormanno, si sono fatti carico del personale a Tempo indeterminato assunto dai Commissari regionali e così come anche il mutuo relativo ai pessimi risultati delle sciagurate gestioni commissariali del vecchio Sibari-Crati, che si sono protratte per oltre 50 anni. La Regione lascia, quindi, i Consorzi completamente a bocca asciutta, pur sapendo di sapere! In un periodo di emergenza come quello che da oltre un anno stiamo vivendo, con l’impossibilità di incassare tributi, senza possibilità di dialogo con l’Istituzione regionale si chiede ai Consorzi e ai suoi lavoratori di svolgere regolarmente il proprio compito facendo finta che tutto sia normale».
«Di solito – ha aggiunto – sono una persona che nelle scelte e decisioni opera con equilibrio, cercando di trovare soluzioni e contemperando gli interessi in campo, ma in questo caso, con senso di responsabilità dico ai decisori politici di non cadere in un possibile tranello della burocrazia regionale che resistendo ad ogni cambio di maggioranza ha come unico scopo difendere se stessa e sfuggire dalle responsabilità».
«Tra l’altro – ha detto ancora Aceto – pare che oltre alla palese insufficienza dei fondi previsti dalle Leggi regionali 26/75 e 11/2003 che assegnano agli 11 Consorzi calabresi per i servizi che rendono un totale di circa 1.2 milioni di euro, quest’anno seppur ancora in piena emergenza Covid-19, con impossibilità di emettere i ruoli visto il blocco determinato dalle disposizioni del Governo, non verrà assegnato nemmeno il contributo regionale destinato a garantire senza interruzioni il servizio irriguo essenziale per le nostre produzioni».
«Con la proclamazione dello stato di mobilitazione degli agricoltori – ha concluso – che non possono buttare all’aria il loro lavoro e prima di porre in atto idonee iniziative, condividiamo con le sigle sindacali dei lavoratori l’indispensabilità di un urgente incontro con il presidente Spirlì e l’assessore regionale Gallo».
L’assessore Gallo, commentando le critiche sollevate dai vertici di Coldiretti Calabria, definendole «accuse pretestuose: da Coldiretti ci si attende senso di responsabilità, non giochi di prestigio».
«Coldiretti entra in campo – ha osservato Gallo – addossando alla Regione le colpe per i ritardi nel pagamento degli stipendi, lamentando mancanza di attenzione e adducendo addirittura una fantasiosa e originale tesi secondo la quale il tentativo della Regione di mettere ordine nel fragile universo dei consorzi, e nei rapporti tra questi e la stessa Regione, celerebbe l’intento di coprire responsabilità del passato».
«Evidentemente – ha proseguito Gallo – Coldiretti dimentica di essere stata, e di essere, parte attiva del modello gestionale consortile, diversamente da me che sono alla guida dell’assessorato da un anno e che in questi mesi, richiedendo anche la collaborazione di Coldiretti, ho avviato un’operazione verità che probabilmente viene ritenuta scomoda. Ignora, poi, che sulle vicissitudini del Consorzio dei bacini settentrionali è in agenda per oggi un incontro, convocato e fissato in meno di 48 ore dalla ricezione della richiesta formulata dai sindacati».
«L’opera dei Consorzi e dei loro lavoratori – ha detto ancora l’assessore – è fondamentale, non c’è dubbio. È, perciò, necessario adoperarsi per dare risposte concrete alle problematiche che il settore vive. La Regione, cui sono riservati esclusivamente poteri di vigilanza e controllo, viene tacciata di irresponsabilità, dimenticando che lo scorso giugno, per evitare possibili contraccolpi derivanti dalla crisi pandemica, proprio la Regione ha assicurato agli 11 Consorzi calabresi uno stanziamento straordinario di oltre 3 milioni, al fine di garantire la puntuale erogazione del servizio irriguo».
«Quanto alle critiche in ordine alla scelta di difendersi nell’ambito del contenzioso pendente – ha concluso Gallo – mi pare denotino un malcelato desiderio: attingere alle casse pubbliche senza filtri né controlli. Non verremo meno al dovere di tutelare le ragioni della collettività senza per questo sacrificare, per quanto di nostra competenza, il ruolo dei Consorzi e i diritti di migliaia di lavoratori. Per questo restiamo aperti al dialogo e al confronto, auspicando tuttavia correttezza e senso di responsabilità da parte di tutti, ancor più in considerazione del particolare momento storico». (rcz)