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incontro waterfront

REGGIO – Waterfront, cultura e bellezza per far ripartire il territorio

Proseguono, a Reggio Calabria, gli incontri promossi dall’Amministrazione comunale che anticipano l’apertura del Waterfront.

L’iniziativa, che si è svolta in streaming, è stata ospitata nella Pinacoteca Civica di Reggio Calabria, ovvero uno dei luoghi più suggestivi e rappresentativi della cultura cittadina.

La cultura del bello che promuove il territorio, questo il titolo dell’evento a cui hanno preso parte il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, l’assessore alla Cultura, al Turismo, alla Legalità, alla Scuola e all’Università, Rosanna Scopelliti, la presidente della Consulta Cultura di Palazzo San Giorgio, Marisa Cagliostro, il presidente della Commissione Cultura, Marcantonino Malara, il direttore della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, Salvatore Patamia, l’editore e già assessore alla cultura della Provincia di Reggio Calabria, Eduardo Lamberti Castronuovo e il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria, Carmelo Malacrino.

Hanno relazionato il docente ordinario dell’Università di Messina, Daniele Castrizio ed il direttore della Comunicazione del Teatro Massimo di Palermo, Gery Palazzotto. Presenti al dibattito, anche i rappresentanti dell’Accademia di Belle Arti, del Conservatorio Cilea, dell’orchestra del Teatro Cilea, il Direttore del Reggio Film Fest e le imprese del circuito cittadino dello spettacolo.

«Cultura e bellezza sono concetti complementari che devono necessariamente accompagnare le politiche di sviluppo della nostra città» ha detto il sindaco Falcomatà, «e il Waterfront, in questo senso, gioca un ruolo chiave. Su questo vogliamo confrontarci, insieme a tutti gli attori culturali e sociali, a cominciare dal Museo di Reggio Calabria anche nell’ottica dei cinquant’anni dal ritrovamento dei Bronzi che si celebrerà il prossimo anno e fino a tutte le altre espressioni artistiche che animano la città e anche alle realtà che fanno impresa nel settore culturale».

«Il Waterfront – ha aggiunto – sarà tante cose, sarà un insieme di nuovi spazi di ritrovo e aggregazione, piazze in cui ospitare eventi e dunque è il momento di confrontarci su come organizzare e pianificare le attività e le iniziative che il nuovo fronte mare dovrà accogliere. Uno degli obiettivi che ci siamo posti, è una pianificazione turistica in linea con le altre azioni già avviate, penso al Psc o al Piano spiaggia che sta per approdare in Consiglio comunale».

«Insomma – ha concluso – un complesso di azioni tese a mettere in rete tutte le realtà dei settori turistico e culturale e il nostro patrimonio artistico, paesaggistico e archeologico quali attrattori identitari intorno a cui ripartire».

La nascita del Waterfront è un momento chiave, soprattutto in ottica culturale, ha evidenziato l’assessora Scopelliti «per consentire alla città di recuperare la propria identità attraverso un autentico spirito di comunità. Un luogo che i cittadini devono sentire proprio attraverso un rinnovato rapporto con il mare. Siamo la città della Fata Morgana, terra di miti e porta del Mediterraneo che va tutelata, protetta e valorizzata. Siamo città a vocazione turistica ma adesso è tempo di riempire tale caratteristica di contenuti».

«Il percorso di avvicinamento al Waterfront – ha concluso – ha proprio l’obiettivo di coinvolgere chi opera nel settore dell’arte, della cultura e degli spettacoli, individuando insieme la chiave di lettura migliore per fare di questa grande opera un’opportunità di sviluppo».

«Abbiamo la fortuna di poter guardare al futuro, guardando al passato – ha detto nella sua relazione il prof. Castrizio –. Essere città di mare significa avvertire il respiro mediterraneo, le radici di una storia che parla di contatti, di rotte, di relazioni e scambi continui con i paesi che si affacciano sul nostro mare. La città oggi ha bisogno di spazi culturali e dobbiamo ripeterlo soprattutto in questo periodo di restrizioni e chiusure. Dobbiamo produrre cultura, non consumarla, esaltando il bello di questa terra e recuperando quella capacità attrattiva che è parte del nostro patrimonio culturale».

La pandemia ci ha cambiati, «e sicuramente dovremo inventarci qualcosa di nuovo – ha detto in chiusura Gery Palazzotto – usando tutto l’ingegno possibile per rivolgerci a quelle persone che non hanno quello che io chiamo il libretto delle istruzioni e non solo a quel pubblico fidelizzato. Le nuove strutture da sole non bastano».

«Il Waterfront – ha aggiunto – deve essere luogo in grado di essere vetrina della città, con progetti orizzontali, uscendo da antiche logiche per cui uno spettacolo inizia e finisce. Servono nuove invenzioni narrative, recuperando anche il bello analogico perché non è vero che è tutto tecnologia e digitale».

Un convinto plauso, infine, è stato espresso dagli ospiti in collegamento, con riferimento in particolare alla proficua sinergia creatasi tra istituzioni e attori sociali al carattere partecipativo e inclusivo che sta caratterizzando l’avvio del Waterfront. (rrc)