di BRUNELLA GIACOBBE – Si è tenuto a Camigliatello Silano (CS), presso la sede dell’Arsac – Centro Sperimentale Dimostrativo “Molarotta” l’incontro dedicato alla prevenzione delle intossicazioni da funghi secondo il programma “Le malattie trasmesse da alimenti” del Piano Regionale della Prevenzione ed è stato dunque un’iniziativa promossa dall’Asp di Cosenza, in collaborazione con il Dipartimento Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione della Regione Calabria, il Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria e l’Arsac, l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese.
Ha aperto con i saluti istituzionali, facendo gli onori di casa, la dott.ssa Fulvia Caligiuri, commissario straordinario di Arsac, seguitata dal dott. Martino Maria Rizzo, direttore sanitario Asp Cosenza e dal dott. Tommaso Calabrò, direttore generale del Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria.
Sono intervenuti i micologi dott. Dario Macchioni per il Dipartimento Salute e Welfare che si è occupato di moderare l’incontro e il dott. Ernesto Marra, responsabile dell’Ispettorato Micologico dell’ASP di Cosenza, che da anni sensibilizzano sull’argomento e che hanno elaborato insieme diverse guide gratuite al servizio dei cittadini e reperibili anche gratuitamente online, oltre a un manuale dedicato alla formazione dei raccoglitori e degli Operatori del Settore Alimentare per l’Asp di Cosenza. È intervenuta inoltre la nuova direttrice dell’Uoc Sian Asp di Cosenza, dott.ssa Maria Teresa Pagliuso.
Il rischio di intossicazione per gli avventori senza esperienza è altissimo perché accanto ai funghi commestibili convivono funghi dall’aspetto ingannevole, che richiamano le caratteristiche dei funghi adatti al consumo alimentare ma che, in realtà, sono altamente tossici. L’unico metodo sicuro per verificare la commestibilità di un fungo è la consulenza di un micologo.
L’invito a consultare i micologi esperti prima di procedere al consumo di un fungo è stato più volte ribadito durante il convegno e si è voluto illustrare nuovamente al pubblico ruolo e funzioni di queste importanti figure del tutto gratuite per il cittadino. In ogni Azienda Sanitaria Provinciale della Regione Calabria è difatti presente un Ispettorato Micologico che fa capo al Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (Sian), all’interno dei Dipartimenti di Prevenzione. Gli Ispettorati sono organizzati in uno o più Centri di Controllo Micologico territoriale, presso i quali è possibile sottoporre i funghi raccolti dai privati a controllo di commestibilità per il proprio consumo.Il servizio è offerto gratuitamente presso le sedi indicate, negli orari prestabiliti o su appuntamento telefonico.
Compiti degli ispettori: Interventi di educazione e sensibilizzazione: rivolti a gruppi di popolazione per la prevenzione delle intossicazioni da funghi; Organizzazione di corsi ed esami: preparazione per il conseguimento dell’attestato di idoneità all’identificazione delle specie fungine; Rilascio della certificazione di commestibilità: per i funghi destinati al commercio; Consulenza gratuita: sulla commestibilità dei funghi raccolti dai privati cittadini per il consumo diretto; Vigilanza e controllo: su funghi in ogni fase, dalla raccolta alla commercializzazione, vendita al dettaglio, lavorazione e somministrazione nei pubblici esercizi; Consulenza mico-tossicologica: supporto per strutture ospedaliere pubbliche e private e per i Medici di Medicina Generale in caso di sospetta intossicazione; Supervisione dei corsi e degli esami: per il rilascio dell’attestato e della tessera professionale.
I micologi hanno approfondito le buone pratiche per prevenire il rischio di intossicazione, perché, sebbene molte persone raccolgano e consumino funghi senza avere conoscenze specifiche, la naturalezza di questi “prodotti del bosco” non garantisce sempre la loro sicurezza alimentare. Raccogliere dati completi sui casi di intossicazione da funghi in Italia è complesso, poiché non tutti i casi vengono adeguatamente segnalati.
Le informazioni più dettagliate attualmente disponibili provengono dai Centri Antiveleni (Cav), che offrono un servizio di consulenza tossicologica telefonica agli ospedali e al pubblico.
Sul finire dell’incontro il dott. Marra ha presentato diverse slide ritraenti funghi tossici ed esponendo le loro caratteristiche, anche lui ribadendo comunque in conclusione l’importanza della valutazione di un esperto e le regolo d’oro per un consumo in sicurezza.
Le otto regole d’oro per il consumo sicuro dei funghi: Acquistare solo funghi spontanei che abbiano sul contenitore la certificazione di commestibilità rilasciata dal micologo dell’Ispettorato Micologico; Sottoporre l’intera raccolta di funghi spontanei al controllo del micologo dell’Ispettorato; Non regalare né accettare funghi che non siano stati controllati; Non raccogliere funghi in prossimità di strade trafficate, giardini o parchi pubblici; Non fidarsi di consigli sulla commestibilità dati da presunti “esperti” o conoscitori; Non consumare funghi “incerti” basandosi solo su confronti con foto o descrizioni trovate su riviste, libri o internet, poiché potrebbero essere mal interpretate dai non esperti; Evitare il consumo di funghi per bambini, donne in gravidanza, persone defedate, convalescenti o con storia di intolleranza alimentare; Consumare tutti i funghi ben cotti. Sono stati segnalati episodi di intossicazione probabilmente legati a intolleranza individuale; pertanto, è sconsigliato il consumo di funghi crudi.
Inoltre bisogna prestare attenzione ad alcune false credenze: alcuni funghi devono essere prebolliti prima del consumo, ma altri funghi tossici, tra cui i più pericolosi, rimangono tossici anche dopo una prolungata cottura; il presunto cambio di colore dell’aglio o dell’argento in presenza di funghi velenosi come garanzia di commestibilità rappresenta un test ad alta pericolosità di intossicazione.
Non esiste alcun metodo per identificare in autonomia se un fungo è commestibile o tossico, per questo l’invito espresso più volte all’incontro e anche in questa sede è sempre quello di rivolgersi ad un micologo.
Ogni anno in Italia si stima che si verifichino migliaia di casi di intossicazione da funghi. In Calabria, dal 2012 al 2023, sono stati registrati 31 casi gravi di avvelenamento, dei quali 7 dovuti al consumo di Amanita verna, 13 causati da Amanita phalloides e 11 da Lepiota brunneoincarnata. Questi episodi hanno portato a 5 decessi e 2 trapianti d’organo. Sono dati allarmanti, che richiedono una continua riflessione sui rischi reali associati al consumo di funghi spontanei non controllati, e confermano la necessità di mantenere attivo un percorso di prevenzione. (bg)