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Da Lamezia il Pd lancia la sfida a Calderoli, Irto: Bloccare progetto dell'autonomia

Da Lamezia il Pd lancia la sfida a Calderoli, Irto: Bloccare progetto dell’autonomia

Da Lamezia il Partito Democratico fa partire un percorso che si propone di bloccare il Ddl Calderoli, che rischia di spaccare in due il Paese e di affossare definitivamente il Sud.

Un percorso iniziato nel corso della manifestazione di Lamezia, che ha registrato  la presenza dei vertici del partito, dei consiglieri regionali, dei sindaci di centrosinistra Nicola Fiorita e Franz Caruso, del segretario regionale della Cgil Angelo Sposato e della Uil Santo Biondo, oltre del neo capogruppo del partito a palazzo Madama, Francesco Boccia.

La discussione sull’autonomia differenziata è stata introdotta dalla relazione tecnica del professore Damiano Silipo, mentre il segretario regionale del Pd, Nicola Irto ha tracciato la rotta per bloccare il progetto di secessione mascherato voluto dalla Lega.

«Il Pd ha sempre avuto una posizione chiara e ferma contro l’autonomia differenziata per come elaborata dal ministro Calderoli. E continua ad averla anche con la segretaria Elly Schlein: non possiamo accettare una proposta iniqua, con dubbi profili di costituzionalità e che rischia di dividere il Paese. Da oggi – ha spiegato Irto –  avviamo la mobilitazione dei circoli calabresi per fermare la proposta leghista di autonomia che è inaccettabile in quanto ancorata alla spesa storica, priva di meccanismi di perequazione e senza alcuna garanzia sui Lep».

«Come ha detto il presidente della Cei Matteo Maria Zuppi Zuppi, facendo propria la preoccupazione di tanti vescovi del Meridione: “non c’è sostenibilità senza solidarietà e non esiste sussidiarietà senza solidarietà”. Sanità, trasporti, scuola non possono viaggiare a velocità diverse nelle varie regioni italiane – ha concluso – e le amministrazioni più in difficoltà nella messa a terra delle risorse vanno sostenute e aiutate dal governo centrale».

Preoccupazioni espresse anche da Francesco Boccia che ha allargato il ragionamento anche alle risorse del Pnrr.

«Arrivano segnali preoccupanti da Bruxelles anche per quanto riguarda il Pnrr che, invece, avrebbe dovuto essere un grande piano per ridurre le diseguaglianze. Non sappiamo quali progetti saranno rimodulati e quali risorse saranno tagliate e per quali territori. Irto ha con me responsabilità diretta della nostra azione in Senato e sicuramente il Pd farà battaglia in Aula sul Pnrr se  il governo non darà risposte chiare».

«Calderoli vuole andare avanti sullo spacca Italia – ha detto ancora Boccia – non considerando che per rendere omogenei sul territorio nazionale servizi essenziali come sanità, scuola e trasporti servono tra 80 e 100 miliardi. Soldi che non ci sono e spiegano il grande raggiro di Calderoli: può fare tutti i Comitati che vuole, ma resta il fatto che vuole utilizzare l’autonomia come una clava contro il Sud e i territori più poveri. Serve una grande mobilitazione nel Mezzogiorno che deve partire dal Pd e dalla Calabria perché questo provvedimento va bloccato».

«Inizia un percorso di mobilitazione in Calabria e nel Paese – ha detto Sposato – sui temi del salario e delle pensioni, del fisco, della salute, sulle politiche di investimento e sviluppo. Il governo sta abbandonando lavoratori e pensionati, non investe sui giovani ed ha completamente dimenticato il Sud che rischia la desertificazione economica e demografica».
«Occorre costruire una grande alleanza sociale e politica – ha continuato l segretario generale di Cgil Calabria – per contrastare scelte che dividono il Paese e fanno pagare il prezzo più alto ai poveri. Il lavoro, anche quello regolare è diventato povero. Serve scendere in piazza e bisogna farlo al più presto».
«Sull’autonomia differenziata – ha concluso – il voto della Calabria nella conferenza delle Regioni è stato unilaterale da parte del Presidente della giunta regionale che non ha inteso ricevere alcun mandato dalla sua giunta e dal Consiglio Regionale. Questo modo di fare stride con la democrazia di mandato che almeno sulle questioni di impatto costituzionale dovrebbe essere quantomeno vincolante. Nella nostra regione c’è un preoccupante arretramento che ci porterà, se non arriveranno risposte, a trasferire la vertenza Calabria nelle piazze». (rcz)