di ANNA MARIA VENTURA – Il “Festival del Peperoncino” è un’avventura che si ripete ogni anno da Mercoledì a Domenica nel secondo week end di Settembre. Una splendida esperienza che tutti possono vivere in prima persona Basta fare un viaggio a Diamante e lasciarsi contagiare dall’entusiasmo dei suoi abitanti, gente di Calabria, erede della Magna Grecia, dove l’ospitalità era sacra e inviolabile.
Cinque giornate di festa con spettacoli, mostre, convegni medici, vignette sul ring, presentazioni di libri, film, momenti enogastronomici e la storica finale del “Campionato Italiano Mangiatori di Peperoncino”. L’evento è organizzato dall’Accademia Italiana del Peperoncino, guidata dallo storico presidente Enzo Monaco ed ha il supporto finanziario del dipartimento Turismo, marketing territoriale e mobilità per il rilancio del turismo in Calabria.
Diamante, la città dei murales, borgo marinaro, fra i più belli della riviera dei cedri, ospita tutti gli amanti del peperoncino con la bellezza incantata delle sue spiagge e delle sue scogliere, un sole splendente di luce, un cielo di un colore azzurro speciale e un mare trasparente.
Uno degli eventi significativi del festival è la presentazione, Giovedì 7 Settembre, del libro “Castelli e torri – Patrimonio della Provincia di Cosenza” ricerca curata da Wanda Lombardi e organizzata dall’Associazione Ande e Accademia Italiana del Peperoncino. Con la partecipazione di Ernesto Magorno, sindaco di Diamante, Enzo Monaco, presidente dell’Accademia Italiana del Peperoncino, Giovanna Bergantin, presidente Associazione Ande CS. E gli interventi di Ersilia Magorno, architetto e Wanda Lombardi, vicepresidente Ande Cosenza.
Il libro è un “viaggio” per borghi della provincia cosentina, dove sorgono castelli e torri, che testimoniano la storia della Calabria. L’autrice ci prende per mano e ci conduce negli antichi borghi, per farci visitare la geografia dei luoghi, respirarne la bellezza, coglierne le suggestioni, viverne la storia attraverso gli antichi manieri. Tutti descritti nel loro aspetto attuale, ma ricostruiti nella storia che li ha fatti nascere, brillare e poi decadere. La storia dei castelli e dei Principi, Baroni e Feudatari che li hanno abitati, è la storia della Calabria, delle dominazioni che l’hanno attraversata e delle tracce indelebili che queste hanno lasciato. L’autrice con grande maestria ripercorre questa storia, a partire dal Medioevo, fino ai tempi recenti. Lo stesso fa con le torri, di avvistamento o di difesa costruite nei borghi marinari dell’alto Tirreno, quando i Turchi assalivano le coste calabre, ammaliati dalla bellezza e prosperità delle città che sulle coste sorgevano. La storia della Calabria, si sa, è storia di dominazioni che si succedettero e di cruente battaglie.
Solo Cosenza, definita l’Atene della Calabria, ebbe nel corso del secolo sedicesimo il suo “Rinascimento”, con la fondazione nel 1511 dell’Accademia Cosentina e la presenza di intellettuali e filosofi di fervido pensiero, basti citare Bernardino Telesio. In molti territori, in quegli stessi anni, imperversavano le battaglie fra dominatori stranieri o Baroni locali. E il feudalesimo continuò per secoli. Il territorio Calabro è stato abitato fin dall’antichità da una serie vastissima di popoli antichi, quali Aschenazi, Ausoni, Enotri, Lucani, Bruzi, Greci e Romani; nel Medioevo da Bizantini e Normanni; poi, seguendo le sorti del Regno di Napoli, da Angioini e Aragonesi; infine ha trovato la sua collocazione odierna prima nel Regno d’Italia, poi nella Repubblica Italiana. Nel Medioevo sono sorti i più importanti castelli e torri, di cui l’autrice si è occupata, presentandoli nell’ordine alfabetico dei nomi dei borghi in cui sono collocati. Mi piace riportare alcune descrizioni di Wanda Lombardi contenute nel libro. Consentono di immergerci nelle suggestioni che evocano. (amv)