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Il sindaco Caruso dona all’Unical le chiavi di Palazzo Spadafora

di FRANCO BARTUCCI – L’UniCal ritorna nel Centro Storico di Cosenza – L’Università della Calabria si è ancora una volta insediata nel centro storico di Cosenza, grazie al progetto “Open Incubator”. Il Sindaco Caruso ha consegnato al Rettore Nicola Leone le chiavi di palazzo Spadafora. E’ la quarta volta che l’Università della Calabria, in accordo con i Sindaci e l’amministrazione Comunale, mette piede nel Centro Storico di Cosenza. Lo ha fatto la prima volta con il Sindaco Giacomo Mancini alla fine degli anni novanta con l’ex albergo Bologna, zona ingresso corso Telesio, seguito dopo qualche tempo dal palazzo Caselli Vaccaro, dove venne insediata la Fondazione “Calabria Scienze oggi”, e per ultimo, con Sindaco Salvatore Perugini, il palazzo Bombini, collocato su lungo Crati, dove venne organizzata una foresteria per studenti Erasmus e del Conservatorio. Insediamenti che con il passare del tempo si sono conclusi con la chiusura dei rapporti.

Adesso è la volta dello storico Palazzo Spadafora, costruito nel XV secolo sui resti di un edificio termale di epoca romana, recuperato dal Comune di Cosenza che dal 2007 è stato sede prima del settore Cultura e poi del Settore Educazione, il quale da oggi passa, per volere del Sindaco Franz Caruso e dell’Amministrazione comunale, temporaneamente nella disponibilità dell’Università della Calabria.

Sarà la sede, finché non sarà pronta quella definitiva del Convitto nazionale “B.Telesio”, delle dieci start-up selezionate dalla stessa Università della Calabria per la realizzazione del progetto “Open incubator”, inserito nel quadro delle iniziative finanziate dal Ministero della Cultura per la rigenerazione e riqualificazione urbana della città nell’ambito del CIS, il Contratto Istituzionale di Sviluppo “Cosenza-Centro Storico”.

La consegna simbolica delle chiavi da parte del Sindaco Franz Caruso al Rettore dell’Università della Calabria, Prof. Nicola Leone è avvenuta in un clima festoso, alla presenza del prof. Maurizio Muzzupappa, responsabile del Progetto “Open Incubator” dello stesso Ateneo; nonché del consigliere delegato del Sindaco al CIS, Francesco Alimena, che ha avuto un importante ruolo propulsivo, seguendo da vicino tutta la fase delle trattative, presente il responsabile Unico del Contratto, il tenente colonnello Luigi Aquino.

L’insediamento sarà sede delle dieci imprese selezionate dall’Università con un bando molto rigoroso per far sì che le loro idee progettuali siano finalizzate alla creazione e allo sviluppo di imprese nel territorio, con particolare attenzione al segmento turistico-culturale. Durante il periodo di incubazione le 10 aziende selezionate riceveranno gratuitamente da docenti e personale universitario specializzato, sostegno per la formazione, la creazione e gestione d’impresa, incluse assistenza amministrativa, organizzativa e legale, come pure attività di coaching e contatti con investitori esterni. Saranno, dunque, accompagnate con l’auspicio di riuscire a stare in piedi da sole e a camminare con le proprie gambe creando anche occupazione ed utili, ma anche rafforzando l’attrattività del centro storico.

Il centro storico di Cosenza è sempre stato, fin dalle origini dell’Università della Calabria, oggetto di interessamento e valorizzazione pur avendo il Comitato Tecnico Amministrativo, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, fatto la scelta di insediare il complesso strutturale a Nord di Cosenza sui territori di Rende e Montalto Uffugo. Lo ha fatto sulla base di una relazione tecnica elaborata da un’apposita commissione dello stesso Organo, presieduta dal prof. Roberto Guiducci, presentata e dibattuta per la prima volta nella seduta del Comitato svoltasi il 7 giugno 1971.

Una relazione dettagliata che spiegava le motivazioni della scelta insediativa dell’Università a Nord di Cosenza che avrebbe favorito la creazione della grande Cosenza soprattutto con un sistema viario ben organizzato in termini stradali e ferroviari, quanto mediante un sistema di trasporto metropolitano veloce, senza trascurare il centro storico di città dei Bruzi, per il quale si affermava pur scartando l’utilizzo di vecchi palazzi per organizzarvi attività didattiche/scientifiche: «L’Università nascerebbe vecchia e in strutture vecchie, senza possibilità di ampliamenti, senza elasticità libera secondo gli effettivi bisogni.

E se, poi, ad una simile iniziativa se ne aggiungessero altre in punti sparsi, cadrebbero le connessioni interdisciplinari ed il risultato sarebbe sicuramente non una nascita e una crescita vigorosa, ma un triste aborto. Che poi il centro storico possa essere investito da un rinnovamento è un altro discorso. Esso potrebbe accogliere, come è stato da tempo indicato, clubs, associazioni, sedi culturali, anche giovanili e studentesche, per il dibattito non solo universitario che investa l’intera popolazione. Dunque l’Università non può che essere nuova e sorgere in un area nuova».

L’UniCal e il Centro Storico di Cosenza in simbiosi. Ma il tema centro storico in rapporto all’UniCal è sempre stato oggetto di discussioni e valutazioni in quegli anni anche per la presenza nel Comitato Tecnico Amministrativo e successivamente nel Consiglio di amministrazione, del Sindaco Fausto Lio e del Presidente della Provincia, Francesco De Munno. Il loro obiettivo era quello di realizzare nel centro storico delle residenze per studenti, docenti e non docenti e per questo il Rettore Andreatta prima del suo abbandono dell’incarico nel 1975 nominò, con l’approvazione del Consiglio di amministrazione dell’Università, una commissione di studio affidandone l’incarico di coordinatrice alla sociologa prof.ssa Ada Cavazzani.

Si è visto come le iniziative che hanno portato all’insediamento di strutture universitarie nel centro storico di Cosenza sono finite e l’auspicio che quest’ultima denominata “Open Incubator” avvenga, resista e si sviluppi; ma non basterà se non si creeranno quelle condizioni sopra riportate indicate dalla Commissione Guiducci del Comitato Tecnico Amministrativo dell’Università creando un nuovo svincolo autostradale a Sud di Cosenza e soprattutto la metropolitana di collegamento, che una insensata azione politica ha portato a perderne il finanziamento e la sua realizzazione.

Nel frattempo il Sindaco Franz Caruso nel consegnare le chiavi di palazzo Spadafora al Rettore Nicola Leone ha dichiarato tutta la sua soddisfazione: «Oggi è una giornata particolarmente importante per Cosenza e per il centro storico. Si dà, infatti visivamente il via a quell’azione di recupero e di investimento sul centro storico che è necessaria per rilanciare non tanto e non solo questa parte importantissima della città, ma tutta la città, perché io credo che partendo dal centro storico si possa sviluppare un’azione di rigenerazione di tutta Cosenza».

«Questo – ha sottolineato ancora Franz Caruso – è il terzo cantiere del CIS che parte. In tutto sono 22 cantieri, tra Agenda Urbana, che dovrà terminare a dicembre di quest’anno e il CIS che terminerà a dicembre 2025. Avremo, insomma, un centro storico che oggi è interessato da un super cantiere e che, però, a dicembre 2025, restituirà un’immagine di questa parte di città completamente diversa. Abbiamo lavorato in sordina, ma lo abbiamo fatto alacremente e adesso ci apprestiamo a raccogliere i frutti di questo impegno e di questo lavoro».

Quindi il primo cittadino ha ringraziato il Rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, per la disponibilità che ha offerto all’Amministrazione a lavorare in questa direzione. «Oggi abbiamo firmato un primo atto importante per suggellare un rapporto che si è ormai consolidato da quando io sono stato eletto alla guida della città e il prof. Leone è diventato Rettore, ma che si concretizza in un messaggio particolarmente importante per la città e soprattutto per la comunità del centro storico. Oggi l’Università si insedia nel centro storico e si avverte per la prima volta fisicamente la sua presenza che ha un significato importante perché dà la certezza del fatto che l’Amministrazione comunale, insieme all’Università, vuole investire nel centro storico e rilanciarlo, non solo e non tanto con la realizzazione di opere, ma con la presenza di persone che lo animeranno e che vogliono proprio qui far partire quelle imprese e quelle start-up che potranno rappresentare un volàno di sviluppo economico ed occupazionale e naturalmente di recupero sociale. Qui risiedono il cuore e la storia della nostra città – ha concluso Franz Caruso – e se il nostro centro storico si recupererà anche dal punto di vista degli investimenti e delle attività commerciali e con la formazione delle giovani leve dell’imprenditoria, crediamo di poter dire che si darà un impulso importante affinché Cosenza possa ritornare ad essere non solo l’Atene della Calabria, ma, come qualcuno ricordava, la Londra della Calabria perché Cosenza, nel 1400, ha avuto anche questa funzione, in quanto motore di sviluppo, di economia e di investimenti. E noi speriamo che possa ritornare ad esserlo».

A proposito del riferimento alla città di Londra anche nella scelta che fu fatta dal Comitato Tecnico Amministrativo dell’Università nella seduta del 23 giugno 1971 per l’insediamento dell’UniCal a Nord di Cosenza, l’argomento fu legato alla forma di organizzazione della grande Cosenza e alla linea di trasporto collettivo per più comuni in una città unica sull’esempio appunto della città inglese. E questo basta per capire il danno che in questi anni si è fatto all’Università ed allo stesso territorio di appartenenza e competenza per mancanza di cultura, conoscenza e formazione politica. (fb)