Importante incontro è avvenuto a Roma, tra la vicepresidente della Regione Calabria, Giusy Princi e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, con cui «abbiamo già stabilito un percorso attuativo con la programmazione di incontri tecnici che coinvolgeranno anche il direttore dell’Usr della Calabria Antonella Iunti ed il capo Dipartimento Stefano Versari».
«Il ministro si è dimostrato entusiasta a collaborare per il rilancio della nostra Regione il cui valore delle risorse umane è ben noto al Ministero, come già ampiamente dimostrato in questi anni» ha spiegato la vicepresidente, aggiungendo che l’incontro «è stata l’occasione per porre l’accento sulle esperienze progettuali virtuose di tante scuole calabresi, su tutte il percorso di biomedicina, di cui sono state già poste le basi per una regolamentazione normativa».
«È stato un primo incontro – ha proseguito – dove abbiamo sviscerato punti di forza e punti deboli della Calabria, spiegando la necessità di dare finalmente centralità alla nostra Regione, facendo squadra per intervenire sugli annosi problemi dell’edilizia scolastica, della qualità degli apprendimenti ostacolata dalle classi pollaio, dei presìdi educativi per l’infanzia (fascia 0-6 anni), dei nuovi Its che dovranno essere sempre più curvati sulle competenze tecniche e tecnologiche professionali di cui hanno bisogno le aziende del territorio regionale».
«Abbiamo affrontato, anche – ha spiegato – la questione della maggiore digitalizzazione delle scuole, specie quelle dell’entroterra non raggiunte da banda, e quindi delle misure necessarie per ridurre i divari tra territori. L’obiettivo finale di tutti questi punti, a lungo termine, è evitare la fuga dei cervelli. Facendomi portavoce di tutta la Giunta Occhiuto – conclude il vicepresidente – ho detto al Ministro che è nostro dovere di Istituzioni dare ai giovani calabresi una scuola all’avanguardia nella qualità dei percorsi formativi, una formazione post-diploma che garantisca all’80% dei nostri studenti (come avviene nel resto d’Italia) un inserimento lavorativo dentro i confini della propria Regione».
«Colmare il gap con le realtà del Nord non è impossibile – ha concluso –. Abbiamo le capacità e le risorse umane. Ci serve solo l’aiuto del Governo per concretizzarle e metterle a frutto». (rrm)