Dalla Regione oltre 6 mln per costruire equipe dedicate alle Scuole

La Regione ha stanziato oltre 6 milioni per realizzare il progetto pilota “Interventi per l’individuazione precoce e la presa in carico degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) negli istituti scolastici della Regione Calabria”. Il progetto prenderà il via a settembre, in coincidenza con l’avvio del nuovo anno scolastico-

Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, in  una nota indirizzata a tutti gli istituti scolastici della Calabria. Compiaciuta, Princi fa presente che da parte delle ASP è in atto un imponente piano di assunzioni di personale sanitario, che permetterà di rispondere in modo adeguato ai bisogni formativi degli alunni con Dsa.

«A seguito del fabbisogno calcolato da ciascun distretto sulla base dei propri organici – ha spiegato Princi – sono in corso le operazioni per individuare, su scala regionale, 74 nuove professionalità a tempo determinato, di cui: 15 neuropsichiatri infantili, 28 psicologi, 28 logopedisti, 3 assistenti sociali. Per i profili di psicologi, di logopedisti e di assistenti sociali, si sta operando con lo scorrimento di graduatorie aperte presso le Asp e specificatamente: AO Pugliese e ASP CS per la categoria degli psicologi, Asp Cs per la categoria dei logopedisti, Asp di Vv per la categoria degli assistenti sociali. In merito alle unità di neuropsichiatra infantile, essendo state esaurite le graduatorie, si sta procedendo a reclutarle tramite nuovo avviso pubblico gestito dall’Asp di Cz».

I disturbi specifici di apprendimento scolastico (dislessia, disgrafia, discalculia) sono molto frequenti. L’incidenza dei disturbi nel suo complesso è stimata intorno al 5% del totale degli alunni, con un’elevata variabilità regionale.

«Attraverso un approccio multi professionale – si legge nella nota a firma del Vicepresidente – agli studenti con DSA sarà garantito un percorso diagnostico e di presa in carico rapido con percorsi di accesso facilitati ai servizi. In ogni distretto Sanitario delle singole ASP Provinciali (Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia), infatti, saranno attivate una o più equipe dedicate, formate da psicologo, logopedista e neuropsichiatra infantile che, su richiesta dei singoli istituti (previo consenso informato delle famiglie), interverranno nelle scuole (a scelta delle famiglie in orario pomeridiano anche presso la struttura pubblica)».

«In caso di conferma diagnostica si provvederà al rilascio della relativa certificazione garantendo, ove richiesto – ha continuato – il necessario supporto alla scuola anche per la predisposizione del Piano Didattico Personalizzato (art.5 legge 170/2010). Parallelamente, d’intesa con l’Usr-Calabria, saranno organizzati incontri formativi/informativi destinati al personale docente interessato».

«Fortemente sostenuto dal Presidente Occhiuto, questo è un traguardo importantissimo per la nostra Regione – ha detto ancora Giusi Princi – perché finalmente le famiglie per la diagnosi e per la certificazione degli studenti con DSA potranno contare sul servizio pubblico sanitario, anziché ricorrere al servizio privato. Una collaborazione metodica tra Scuola, Famiglia e Sistema socio-sanitario che permetterà di identificare precocemente il disturbo, al fine di scongiurare la dispersione scolastica (cioè l’abbandono precoce degli studi), promuovere il successo formativo e l’inclusione degli studenti, attenuando il disturbo e quindi favorendo il corretto raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti».

«Vorrei sottolineare il prezioso lavoro che sta ponendo in essere il Dipartimento Salute della Regione Calabria – ha concluso – d’intesa con i Commissari delle ASP e tutto il rispettivo personale». (rcz)

Turismo, grandi adesioni intra e fuori regione per l’avviso sui viaggio d’istruzione

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha reso noto che «il bando sul turismo montano ha registrato grande interesse con tantissime adesioni provenienti non solo dalla Calabria, ma anche dalle limitrofe Sicilia, Basilicata, Campania e Puglia, alle quali, per la prima volta, è stato aperto l’Avviso».

Si tratta di un Avviso pubblico promosso dal Dipartimento Turismo, d’intesa con il settore Istruzione, avente ad oggetto “Viaggi di Istruzione per la promozione del Turismo Scolastico Montano”.

Gli istituti scolastici che hanno ottenuto il contributo per la realizzazione di un viaggio d’istruzione all’interno di uno dei Comuni montani della Calabria sono infatti complessivamente oltre 100, con richieste provenienti da varie province delle regioni coinvolte, tra cui Potenza, Messina, Lecce, Caltanissetta, Matera, Salerno, Caserta. Per la Calabria, gli istituti destinatari del finanziamento sono: 34 dalle Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia; 26 per la Provincia di Cosenza; 24 per quella di Reggio Calabria.

Dalla Sila all’Aspromonte, diverse le richieste degli istituti intra e fuori Regione equamente distribuite per i territori montani calabresi, i cui comuni sono stati dettagliatamente riportati nell’Avviso. Il bando è stato particolarmente significativo, in quanto permetterà alle scuole di utilizzare il contributo regionale, quale importante occasione per facilitare lo scambio culturale tra giovani di realtà locali diverse, rendendoli messaggeri di valori culturali, storici e ambientali differenti.

«Il viaggio alla scoperta delle aree di montagna della Calabria sarà un’opportunità di aggregazione e condivisione delle grandi bellezze che anche in chiave montana sa offrire la nostra Terra – ha aggiunto Princi – ma diventerà ancora più strategico perché, l’averlo rivolto anche agli istituti scolastici delle regioni limitrofe, su impulso del Presidente Roberto Occhiuto, permetterà ad un flusso importante di utenti, come gli studenti, di conoscere ed apprezzare i nostri territori, incentivando anche un turismo destagionalizzato, occasione tra l’altro di forte impulso per il settore economico di tutta la Calabria».

«Tutte le operazioni amministrative sono state ottemperate con grande celerità, ogni richiesta di chiarimento o supporto proveniente dalle istituzioni scolastiche interessate è stata prontamente accompagnata e soddisfatta. Pertanto – ha concluso Giusi Princi – intendo rivolgere un sentito ringraziamento al Direttore generale del Dipartimento Turismo, Antonella Cauteruccio, ed a tutto il personale del Dipartimento che con grande spirito di servizio ha permesso il raggiungimento dell’obiettivo». (rcz)

ISTRUZIONE, C’È UN PAESE MA DUE SCUOLE
SVIMEZ: VA RAFFORZATO IL SISTEMA AL SUD

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Scuola, in Italia, viaggia a due velocità. Anzi, è il caso di dire che c’è un «Paese e due scuole», prendendo in prestito il titolo dell’incontro promosso dalla Svimez e L’Altra Napoli Onlus, a Napoli, in cui è emerso un divario allarmante tra le Scuole del Nord e del Sud.

Da una parte, c’è un bambino nel Nord che può beneficiare di formazione e servizi che, spesso, un bambino del Sud non ha. E questo per mancanza di infrastrutture e tempo pieno. Un gap sull’offerta formativa che desta preoccupazione. L’ultimo rapporto Svimez, infatti, ha rilevato come i servizi per l’infanzia sono caratterizzati dall’estrema frammentarietà dell’offerta e da profondi divari territoriali nella dotazione di strutture e nella spesa pubblica corrente delle Amministrazioni locali.

Nel Mezzogiorno, circa 650 mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa. In Campania se ne contano 200 mila (87%), in Sicilia 184 mila (88%), in Puglia 100 mila (65%), in Calabria 60 mila (80%). Nel Centro-Nord, gli studenti senza mensa sono 700 mila, il 46% del totale.

Per effetto delle carenze infrastrutturali, solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. La Basilicata (48%) è l’unica regione del Sud con valori prossimi a quelli del Nord. Bassi i valori di Umbria (28%) e Marche (30%), molto bassi quelli di Molise (8%) e Sicilia (10%). Anche la Calabria non scherza: solo il 24% degli alunni, su un totale di 80.893, frequenta il tempo pieno.

Gli allievi della scuola primaria nel Mezzogiorno frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli del Centro-Nord. La differenza tra le ultime due regioni (Molise e Sicilia) e le prime due (Lazio e Toscana) è, su base annua, di circa 200 ore.

Circa 550 mila allievi delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) non frequentano inoltre scuole dotate di una palestra. Solo la Puglia presenta una buona dotazione di palestre, mentre registrano un netto ritardo la Campania (170 mila allievi privi del servizio, 73% del totale), la Sicilia (170 mila, 81%), la Calabria (65 mila, 83%).

Nel Centro-Nord, gli allievi della primaria senza palestra, invece, raggiungono il 54%. Analogamente, il 57% degli alunni meridionali della scuola secondaria di secondo grado non ha accesso a una palestra; la stessa percentuale che si registra nella scuola secondaria di primo grado.

«Questi divari nelle infrastrutture scolastiche – ha rilevato la Svimez – frenano anche la diffusione della pratica fisica e sportiva, con conseguenze negative per la salute, la spesa pubblica e lo stile di vita della popolazione, con particolare riferimento ai minori. Nel meridione quasi un minore su tre nella fascia tra i 6 e i 17 anni, infatti, è in sovrappeso, rispetto ad un ragazzo su cinque nel Centro Nord. Nel Centro Nord il 42% della popolazione adulta pratica sport regolarmente e il 26,8% saltuariamente. Nel Mezzogiorno invece le percentuali si invertono: la maggioranza pratica sport saltuariamente (33,2%) mentre la minoranza lo pratica abitualmente (27,2%). Il divario si riflette sulla percentuale di sedentari, con particolare riferimento per i minori: 15% nel Centro Nord e 22% nel Centro Sud. Ma ancor più allarmante è il dato sulle aspettative di vita: Nel Mezzogiorno sono inferiori di tre anni rispetto a quelle degli adulti centro-settentrionali».

Ma a cosa è dovuto tutto ciò? A un indebolimento delle politiche per la Scuola e la cristallizzazione del divario Nord-Sud, secondo la Svimez. L’Associazione, infati, ha analizzato la dinamica dell’intensità dell’intervento pubblico nell’istruzione – dalla scuola all’università – sulla base dei dati di spesa pubblica di fonte Conti Pubblici Territoriali. Dallo studio risulta un progressivo disinvestimento dalla filiera dell’istruzione che ha interessato soprattutto le regioni del Sud.

Tra il 2008 e il 2020, la spesa complessiva in termini reali si è ridotta del 19,5% al Sud, oltre 8 punti percentuali in più del Centro-Nord. Ancora più marcato il differenziale a svantaggio del Sud nel calo della spesa per investimenti, calati di quasi un terzo contro “solo” il 23% nel resto del Paese. In Calabria, dal 2008 al 2020 la spesa è scesa del -25,6%. È la più alta insieme alla Liguria (-20,3%), la Puglia (-20,2%) e la Sicilia (-21,9%).

Per l’ultimo anno per il quale sono disponibili i dati risulta un differenziale di spesa pubblica pro capite nell’intero comparto Istruzione, comprensivo dell’istruzione terziaria, favorevole al Mezzogiorno di circa 90 euro, ma il dato non fornisce una fotografia reale dell’effettivo impegno pubblico per l’istruzione. Più significativo è il rapporto tra spesa e studenti, dal quale risulta uno scarto sfavorevole al Sud, dove la spesa per studente è di circa 100 euro annui inferiore rispetto al resto del Paese (5.080 euro per studente contro 5.185). Lo scarto aumenta se si considera il solo comparto della scuola, con una spesa per studente di 6.025 euro al Sud contro un valore di 6.395 nel Centro-Nord. Lo scarto è ancora più significativo se si guarda alla sola spesa per investimenti: 34,6 contro 51 euro per studente.

«L’indebolimento dell’azione pubblica nella filiera dell’istruzione – ha rilevato la Svimez – incrocia un trend demografico avverso, un fenomeno che causa la riduzione degli studenti. I due fattori rischiano di autoalimentarsi in un circolo vizioso nazionale, ma particolarmente intenso al Sud. La debolezza dell’offerta scolastica e, più in generale, la limitata qualità dei servizi pubblici alimenta il processo di denatalità e i flussi di migrazione giovanile che, a loro volta, comprimono il numero di alunni, con il conseguente adeguamento al ribasso dell’“offerta” di istruzione. Tra il 2015 e il 2020 il numero di studenti del Mezzogiorno (dalla materna alle superiori) si è ridotto di quasi 250.000 unità (-75.000 nel Centro-Nord)».

Cosa fare, allora? Una soluzione la propone il direttore della Svimez, Luca Bianchi: «occorre invertire il trend di spesa e rafforzare le finalità di coesione delle politiche pubbliche nazionali in tema di istruzione. Il Pnrr è l’occasione per colmare i divari infrastrutturali, tuttavia l’allocazione delle risorse deve essere resa più coerente con l’analisi dei fabbisogni di investimento, superando i vincoli di capacità ammnistrativa».

«La priorità, oggi – ha evidenziato – è rafforzare il sistema di istruzione soprattutto nelle aree più marginali, sia del Sud che del Nord. Garantendo asili nido, tempo pieno, palestre, rafforzando l’offerta formativa dove più alto è il rischio di abbandono. Il quadro che emerge dai dati, e che rischia di rafforzarsi ancor più se passano le proposte di ’autonomia, è quello di adattare l’intensità dell’azione pubblica alla ricchezza dei territori, con maggiori investimenti e stipendi nelle aree che se li possono permettere, pregiudicando proprio la funzione principale della scuola che è quella di “fare uguaglianza”».

«Si parla di ‘due scuole’ perché il sistema scolastico nel Sud, rispetto al resto d’Italia, è carente sotto il profilo delle strutture, della capacità di attrarre i giovani, perché ha maglie larghe e troppo spesso non riesce a contrastarne l’abbandono degli studi, ed ancora perché la scuola non riesce a trovare sbocchi, una volta terminati i percorsi, nel mercato del lavoro», ha spiegato Antonio Lucidi, presidente della onlus L’Altra Napoli.

«C’è la necessità – ha dichiarato Clementina Cordero di Montezemolo, presidente dell’associazione Yolk – di creare e ricreare un patto condiviso tra la scuola e le famiglie, motivo per cui la scuola dovrebbe assumere un ruolo fondamentale nell’educazione alla vita. L’idea di tenere aperte le scuole nel pomeriggio con una collaborazione pubblico – privato, non solo ha una valenza sociale perché rappresenta un alleggerimento per le famiglie ma anche individuale, di crescita per il singolo, di sviluppo del sé, soprattutto nelle ragazze e ragazzi delle scuole medie».

Uno squilibrio che rischia di accentuarsi con l’autonomia differenziata. Guido Leone, già dirigente tecnico della Usr Calabria, ha evidenziato come sia lecita la preoccupazione «che una deriva regionalistica del sistema di istruzione possa accentuare gli squilibri già oggi esistenti fra le diverse aree territoriali del Paese, con esiti ancor più penalizzanti per quelle economicamente e socialmente più in sofferenza come la Calabria nei suoi vari servizi alla persona».

Con l’autonomia, i soldi «di cui ogni amministrazione scolastica potrà disporre verrebbero determinati in rapporto al reddito pro capite della regione di appartenenza  a tutto vantaggio delle Regioni del Nord che godono mediamente di una ricchezza doppia rispetto alle regioni meridionali come doppio è mediamente il Pil, tra il Nord e il  Sud», «con l’istruzione regionale sarebbe negato l’esercizio del diritto allo studio in maniera uguale su tutto il territorio nazionale e si realizzerebbe un doppio regime fra quello nazionale e quello regionale».

Fatto ancora più grave, le scuole si «differenzierebbero sempre più radicalmente, il divario Sud-Nord non potrebbe che aumentare, la diffusione uniforme di scuole dell’infanzia e tempo pieno sarebbe definitivamente negata, il valore legale del titolo di studio sarebbe compromesso e le regioni potrebbero decidere autonomamente su programmi, strumenti e risorse».

«La nostra comunità – ha concluso Leone – non può tollerare che un diritto fondamentale come quello dell’istruzione possa essere esposto a forme di razzismo territoriale». (rrm)

Istruzione e Autonomia, Giusi Princi: Regione impegnata a evitare diseguaglianze col resto d’Italia

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, in merito all’autonomia differenziata, ha reso noto che la Regione «attraverso una serie di misure mirate, è già impegnata a colmare il divario territoriale legato all’istruzione, puntando ad accorciare le distanze non solo con le altre regioni italiane ma anche quelle territoriali all’interno della stessa Regione».

«Il nostro impegno quotidiano – ha evidenziato – è di garantire un sistema Istruzione che accorci le diseguaglianze e che garantisca gli stessi diritti, formativi, sociali, civili per tutti gli studenti, gli insegnanti e i dirigenti scolastici, sia che vivano in Calabria che in altre regioni d’Italia. Per questo credo fortemente in un sistema scolastico nazionale e pubblico. La scuola, mai come in questo difficile momento che il mondo sta vivendo, rappresenta una forte speranza di salvezza e di garanzia dei diritti costituzionali».

La vicepresidente, inoltre, nel corso della visita del ministro Calderoli in Calabria, ha rivendicato l’unitarietà del sistema nazionale di istruzione e la necessità di scongiurare ulteriori diseguaglianze tra regioni.

«Sono, infatti, ingenti le risorse stanziate e previste con la nuova programmazione – ha proseguito – attraverso cui si vogliono garantire pari opportunità di sviluppo e di superamento delle disuguaglianze e delle barriere territoriali, sociali, culturali ed economiche. Obiettivo strategico è quello di promuovere il diritto allo studio elevando la qualità della scuola calabrese e garantendo pari opportunità di successo formativo a tutti gli studenti, nello specifico: potenziamento dei servizi educativi dell’infanzia (asili nido, sezioni primavera), miglioramento del trasporto scolastico, ausili didattici ed attrezzature per l’inserimento degli alunni disabili, tempo pieno, servizio mensa».

«Le nostre azioni, condivise con l’Ufficio scolastico regionale e con il mondo sindacale – ha rimarcato Princi – sono orientate all’elaborazione delle nuove linee guida regionali sul dimensionamento scolastico e su una nuova legge del diritto allo studio che vede quella della Regione Calabria ferma al 1985. La nostra mission principale sarà, infatti, quella di fronteggiare la povertà educativa, salvaguardare le aree marginali per evitare la dispersione scolastica».

«In un momento così delicato – ha concluso la vicepresidente Princi – occorre pertanto evitare, di determinare ulteriori differenze di qualità dell’istruzione tra studenti e scuole dello stesso territorio, tra studenti e scuole calabresi e tra studenti e scuole italiane». (rcz)

Istruzione, Regione approva programmazione dell’offerta formativa 2023-2024

La Giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, ha approvato la programmazione dell’offerta formativa scolastica per l’annualità 2023-2024.

Nell’atto, proposto dalla vicepresidente con delega all’Istruzione, Giusi Princi, si prende atto delle delibere delle Province di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo e della Città metropolitana di Reggio Calabria, accompagnate dal parere tecnico acquisito dall’Ufficio Scolastico Regionale.

Già già nell’ottobre scorso la vicepresidente Princi – nel corso di un incontro al quale avevano partecipato anche la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti, la dirigente generale del Dipartimento Istruzione, Maria Francesca Gatto, e la dirigente del settore Diritto allo studio, Anna Perani, – aveva lanciato un appello alle istituzioni locali per un uno sforzo corale, al di là delle competenze territoriali, per dare al mondo della Scuola calabrese il giusto supporto e la più razionale programmazione sulla base delle reali esigenze dei territori.

Entrando nel dettaglio del dimensionamento scolastico, la vicepresidente specifica che «sulla base delle disposizioni giunte dal Ministero sui numeri delle autonomie scolastiche distribuiti per territorio, per il 2023/24, non si è proceduto alla rideterminazione dell’organizzazione della rete scolastica ma è stata deliberata la sola offerta formativa ed effettuata la cancellazione d’ufficio gli indirizzi non attivi da più di tre anni».

«Ora – ha proseguito Princi – si avvierà un’importante stagione che interesserà le Regioni che saranno chiamate ad attribuire, per gli anni futuri, le autonomie scolastiche sulla base dei parametri comunicati dal Ministero. Pertanto, costituiremo un apposito tavolo di studio rappresentato, oltre che dalla parte politica ed amministrativa regionale, anche dall’Usr e dal mondo sindacale, il cui obiettivo sarà quello di operare sulle nuove linee guida regionali del dimensionamento scolastico e su una nuova legge del diritto allo studio che, al momento, vede quella della Regione Calabria ferma al 1985. La mission principale della Regione, mia e del presidente Occhiuto, sarà quella di salvaguardare le aree marginali e ad alto rischio di dispersione scolastica». (rcz)

Giornata della Memoria, L’IC “Don Milani-De Matera” di Cs premiato dal ministro Valditara

L’Istituto Comprensivo “Don Milani – De Matera” di Cosenza ha ricevuto una menzione speciale, dal ministero dell’Istruzione e del Merito, grazie al video Il filo della storia.

La scuola cosentina ha partecipato al concorso nazionale I giovani ricordano la Shoah indetto dal ministero.

Grande l’emozione vissuta da Valeria e Ludovica che, in rappresentanza dei compagni delle quinte A e B del loro istituto, hanno ricevuto il premio dal Ministro Valditara in persona, partecipando alla cerimonia che si è svolta al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella.

«È con profondo orgoglio, anche in qualità di donna di Scuola – ha dichiarato la vicepresidente con delega all’Istruzione, Giusi Princi – che indirizzo un plauso al Dirigente scolastico Immacolata Cairo, alle docenti Dorotea Battista e Debora Gaudio e ai bambini delle quinte A e B dell’Istituto ‘Don Milani- De Matera’ per la capacità con cui sono riusciti a raccontare in chiave moderna, con originalità del metodo usato e adozione di un sistema innovativo di costruzione del video, una delle pagine più drammatiche della storia del ‘900».

«Un riconoscimento – ha aggiunto – che assume un valore ancor più alto se si considera che – continua il Vicepresidente – dei cinque istituti premiati, soltanto due sono le scuole primarie vincitrici, tra cui quella calabrese che, con il linguaggio semplice e immediato del video-racconto, è riuscita appunto dimostrare come la scuola debba essere il vero antidoto contro l’antisemitismo, la strada più importante per riconoscere la centralità della persona come indica la Costituzione».

«Ringrazio e mi complimento – ha concluso Giusi Princi – con la comunità scolastica cosentina per questa bella pagina fatta vivere alla Scuola calabrese tutta. Scuola calabrese tutta caratterizzata da un alto senso di responsabilità e da capacità di interpretare con metodi didattici innovativi i bisogni dei nostri studenti». (rcz)

Turismo, al via bando per viaggi d’istruzione destagionalizzati

È stato pubblicato, in pre-informazione, sul portale della Regione, l’Avviso pubblico “Viaggi di Istruzione per la promozione del turismo scolastico montano”, promosso dal Dipartimento Turismo. Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, invitando le Scuole ad attingere al contributo regionale, quale importante occasione per facilitare lo scambio culturale tra giovani di realtà locali diverse, rendendoli messaggeri di valori culturali, storici e ambientali differenti.

Il bando è rivolto a tutti gli Istituti scolastici (statali e paritari) con il fine di sensibilizzare gli studenti calabresi alla conoscenza diretta del proprio territorio per raggiungere una consapevole identità regionale.

E, dopo circa 2 anni di “isolamento sociale”, sarà un’opportunità di aggregazione e condivisione delle grandi bellezze che anche in chiave montana sa offrire la Calabria.

Ma c’è di più.

«La vera novità di questo avviso – ha spiegato Princi – sta nell’averlo rivolto anche agli istituti scolastici delle regioni limitrofe: Sicilia, Basilicata, Campania e Puglia. Con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dei nostri territori, incentivando anche un turismo scolastico destagionalizzato, occasione tra l’altro di forte impulso per il settore economico di tutta la Calabria».

+«Con il Presidente Roberto Occhiuto che detiene la delega al Turismo, abbiamo già avviato interlocuzioni con gli Assessori al ramo delle regioni interessate dal bando – ha aggiunto Princi – avviando percorsi di interesse comune, innescando un nuovo circuito di scambi culturali e reciproco supporto in termini di opportunità e sviluppo».

Sarà possibile programmare ed effettuare i viaggi entro la data del 30 giugno 2023. Gli istituti scolastici potranno presentare una sola richiesta di contributo, accedendo direttamente alla piattaforma dedicata. Il viaggio di istruzione dovrà ricadere all’interno di uno dei Comuni montani della Calabria, di cui all’elenco presente in piattaforma, ed essere articolato scegliendo obbligatoriamente una delle opzioni previste dal bando. (rcz)

 

Dalla Calabria parte il primo progetto sui disturbi dell’apprendimento

«Quello che presentiamo è un progetto pilota, primo in Italia, su disturbi che spesso creano deficit formativi per molti ragazzi, perché non diagnosticati in tempo e perché manca un percorso specifico nelle scuole». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto nel corso della presentazione del progetto in Cittadella regionale.

Insieme a lui, la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, l’assessore regionale al Welfare, Emma Staine e la direttrice dell’Ufficio Scolastico regionale, Antonella Iunti.

Disturbi che «impongono alle famiglie costi rilevanti per le diagnosi, attualmente fatte solo dal privato con un costo per le famiglie di 600 euro. In questo modo noi interveniamo offrendo la possibilità di colmare deficit formativi a bambini che ne hanno bisogno», ha continuato Occhiuto.

L’iniziativa prevede lo stanziamento di un milione e 100 mila euro nella prima fase a cui da aprile in poi si aggiungeranno altri sei milioni per il potenziamento delle risorse professionali dei servizi territoriali e l’assunzione di ulteriori figure specialistiche per rispondere in modo adeguato ai bisogni degli alunni.

In Calabria su una popolazione scolastica (16-18 anni) si stima siano 11.500 gli alunni portatori di un disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa) e di questi solo 3.600 in possesso di una certificazione specifica, ha riferito la vicepresidente Princi.

«I disturbi specifici di apprendimento scolastico – ha spiegato la vicepresidente con delega all’Istruzione – oltre a essere rilevanti per le conseguenze socio-relazionali che comportano, sono anche molto frequenti. Il disturbo, se non individuato e adeguatamente compensato, può determinare rilevanti conseguenze funzionali, come il raggiungimento di un livello scolastico inferiore e un elevato disagio psicologico, incoraggiando spesso l’abbandono scolastico».

Su scala nazionale – è poi emerso in conferenza stampa – i disturbi specifici di apprendimento mostrano una prevalenza tra il 3 e il 4% della popolazione in età evolutiva, sono caratterizzati da diversità nel neurosviluppo che causano difficoltà in alcune aree specifiche dell’apprendimento scolastico. Sulla base dell’abilità interferita dal disturbo i Dsa assumono dunque denominazioni specifiche: dislessia (disturbo legato alla lettura), disgrafia (disturbo legato alla scrittura), discalculia (disturbo che interessa il calcolo matematico).

«In Calabria negli anni – ha detto Princi – non avendo potuto contare pienamente sul servizio pubblico sanitario per carenza di risorse e per insufficienza di organico, le famiglie hanno dovuto far ricorso al servizio privato, con costi a loro carico, per il riconoscimento e la certificazione del disturbo, condizione indispensabile perché le scuole potessero attivare i piani personalizzati».

«Obiettivo strategico della Giunta – ha continuato – è potenziare il servizio pubblico sanitario supportando le istituzioni scolastiche nella fase diagnostica ma anche in quella relativa alla certificazione al fine di aiutare gli studenti più fragili. Nasce con questo spirito il progetto pilota sui Dsa, un progetto ambizioso ma sostenibile che, condiviso con l’Usr, coinvolge i Dipartimenti Sanità, Istruzione e Politiche sociali». (rcz)

 

 

Usb Calabria: A rischio il diritto all’istruzione in Calabria

Usb Calabria ha denunciato come «in Calabria sia in atto un nuovo metodo di interpretazione delle  norme: quello personale, atto allo scopo che si vuole raggiungere che è quello di non nominare i supplenti temporanei sia docenti che Ata».

Una interpretazione che viene fatta anche quando «si è di fronte “a necessità obiettive non procrastinabili, improrogabili e non  diversamente rimediabili” (nota MIUR 2116/2015), casi in cui è possibile nominare  il collaboratore scolastico anche dal primo giorno di assenza del titolare. In tutti i casi in cui le suddette soluzioni normative (supplenze fino a15 giorni) non si rivelano idonee a sopperire alla sostituzione dei docenti assenti, al fine  primario di non incorrere in una sospensione della didattica nei riguardi degli  allievi interessati, i dirigenti scolastici possono provvedere, per periodi di assenza  anche inferiori a 15 giorni, alla nomina di personale supplente temporaneo.” (Nota  MIUR 14991/2009)».

Quando «non si è nella condizione – si legge nella nota – di “garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del  diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche in caso di assenza  temporanea del personale docente.” (Nota MIUR 9839/2010) “… possono  nominare supplenti nel caso di assenza del titolare per periodi inferiori a 5 giorni  nella scuola primaria, come previsto dall’art. 28, c. 5 del Ccnl e a 15 giorni nella  scuola secondaria, fermo restando quanto previsto in merito alla procedura  semplificata per la nomina del supplente nella scuola dell’infanzia e primaria per  assenze fino a 10 giorni… Appare opportuno richiamare l’attenzione  sull’opportunità di non ricorrere alla sostituzione dei docenti assenti con personale in servizio su posti di sostegno, salvo casi eccezionali non altrimenti risolvibili».

«Questa “forzata” interpretazione continua – si legge –. Utilizzando “La soluzione organizzativa di accorpare le classi in caso di assenze  brevi del personale docente; … ciò non solo non è previsto da alcun regolamento,  ma costituisce di fatto, sia pure in via temporanea, una modifica dell’organico  non autorizzata, la costituzione di pluriclassi e la violazione di qualsiasi  norma di sicurezza.” (Nota7934 /20210 Usr Basilicata). Utilizzando “ Il personale docente assegnato su posti di sostegno viene  impiegato per l’effettuazione di supplenze in sostituzione di colleghi assenti dal  servizio, della propria o di altre classi. …Tale situazione, ove rispondente a verità,  non appare uniformata a criteri di regolarità, tenuto conto che finisce per  distogliere l’insegnante di sostegno dal proprio compito istituzionale».

«Utilizzando i collaboratori scolastici – si legge – per sostituire i colleghi assenti durante il proprio  orario di servizio (intensificazioni delle prestazioni) per coprire tutto il servizio  pomeridiano che la scuola offre (scuole aperte) nonostante l’organico di questo  personale sia calcolato sull’orario scolastico delle ore curriculari (tempo normale,  tempo prolungato, tempo pieno) e non per coprire tutte le attività extracurriculari e  quanto viene offerto con il servizio delle “Scuole Aperte”».

«È evidente – viene evidenziato – che in questa situazione viene meno la vigilanza e sicurezza degli alunni e  drasticamente ridotto il servizio di assistenza all’H. violando l’intesa tra Miur e le  OO.SS sulle funzioni aggiuntive del 9/11/2001: ”Vanno comunque garantite, anche  attraverso particolari forme di organizzazione del lavoro e l’impiego di funzioni aggiuntive o  l’erogazione di specifici compensi, le attività di ausilio materiale agli alunni portatori di H…ai bambini e bambine della scuola materna nell’uso dei servizi igienici e nella cura  dell’igiene personale”». 

«Dalle succitate norme – continua Usb – emerge con chiarezza che i responsabili del conferimento delle  supplenze brevi sono i Dirigenti scolastici.  A loro spettano tutte le valutazioni per garantire la continuità dell’azione amministrativa,  l’efficacia e l’efficienza del servizio scolastico, la garanzia ed il diritto allo studio degli  alunni, la piena funzionalità delle attività didattiche. Basterebbe fare un semplice controllo incrociato per ogni singola scuola (assenze del  personale al Sidi, supplenti interni ed esterni a copertura delle assenze) per verificare che il monte ore annuale curriculare è violato privando gli alunni dei loro sacrosanti diritti e  riducendo l’efficienza dell’azione amministrativa, la quale deve sempre ispirarsi al rispetto  del principio della legalità».

 Per questo l’Unione Sindacale di Base ha indetto una manifestazione pubblica per giovedì 26 gennaio, alle 10, alla sede dell’Usr Calabria e chiede al direttore generale di «ricevere, in occasione della manifestazione una delegazione sindacale insieme ad  una rappresentanza dei manifestanti». 

Il sindacato ha chiesto, inoltre, «al personale della scuola e alle famiglie di mobilitarsi, per dare il contributo dei calabresi alle richieste, a livello nazionale, della  trasformazione dell’organico di diritto in organico di fatto, della stabilizzazione del  personale precario docente e ATA, della revisione delle tabelle di calcolo dell’organico Ata (almeno un CS in più per ogni plesso diverso da quello principale, l’inserimento di  nuovi parametri relativi alle tipologie degli edifici, piani, planimetrie, laboratori, palestre, cortili e alla quantità di ore che giornalmente la scuola resta aperta». (rcz)

Il Consigliere Cirillo al lavoro per offrire ai giovani dell’Area Jonica un futuro grazie al sistema Its

Il sistema Its per offrire ai giovani dell’Area Jonica un futuro. È l’ambizioso progetto su cui sta lavorando il consigliere regionale Salvatore Cirillo che ha incontrato a Caulonia la Fondazione Mask, la Scuola, gli imprenditori e le istituzioni per verificarne la fattibilità.

«Il territorio dell’Area ionica – ha spiegato Cirillo – dispone molte più opportunità di quanto si possa immaginare, perciò, tale affermazione, non credo sia più etichettabile come pura utopia ma occorre sostanziarla con la concretezza. Di conseguenza, l’idea di avviare dal basso una strutturale fase di rilancio, ci pone una duplice sfida nella quale sarà indispensabile superare i modelli praticati in passato, abbandonando di fatto quell’individualismo che non ci ha consentito di poter agire, praticando tutte le opportunità generate quando è attiva la collaborazione; dall’altra dovremo avviare, presto e insieme, un percorso nel quale sia possibile condurre il nostro territorio verso uno sviluppo reale ed il conseguente superamento della disoccupazione giovanile».

«Tutto ciò potrebbe essere una realtà grazie al modello che ha dato vita all’istituzione degli Istituti Tecnici Superiori – ha proseguito – nati con l’intento di creare sinergie operative tra mondo imprenditoriale, scuola e istituzioni territoriali per formare le Risorse Umane da assumere e innalzare gli standard qualitativi e produttivi».

All’incontro è stata significativa la presenza e la disponibilità manifestata dal Sindaco di Caulonia e dal Presidente del Consorzio di Bonifica dell’Alto Jonio reggino. Inoltre, sia il contributo di idee apportato durante i lavori dalla Dirigente dell’Istituto ITA di Caulonia sia la visione operativa condivisa grazie alla presenza di una delegazione della Fondazione dell’Istituto Tecnico Superiore “Mask”, composta dall’ing. Domenico Vecchio, tra l’altro Presidente di Confindustria di Reggio Calabria e dal dr. Domenico Napoli, Direttore del Cefris, Ente di Formazione Professionale e ricerca sociale con sede a Gioia Tauro, hanno reso possibile un maggiore ed esteso approfondimento.

«Seppur l’iniziativa sia ancora in una fase embrionale e non formalizzata – ha detto ancora il consigliere Cirillo – la risposta ottenuta dai singoli partecipanti potrebbe veder sorgere proprio a Caulonia Marina una sede distaccata dell’Its, appartenente alla Fondazione Mask di Gioia Tauro e il conseguente avvio, proprio in questo territorio, vista la mancanza di questo ambito formativo da Reggio Calabria a Soverato,  di tutte quelle azioni formative che andrebbero a generare una sinergia operativa con risultati sicuramente privi di precedenti».

«Difatti – ha continuato Cirillo – grazie ai numerosi spunti condivisi durante l’incontro, occasione che ne ha reso possibile un approfondito confronto, declinato in una chiave particolarmente intrisa di forte disponibilità nel cogliere la sfida lanciata, l’occasione si è rivelata utile per convenire sulla necessità di poter lavorare in tale direzione, conferendo al progetto una straordinaria valenza dal quale si auspica di poter registrare nel medio periodo una serie di indicatori di segno positivo sia a favore dell’occupazione giovanile sia nel migliorare gli standard produttivi delle aziende che aderendo a questa nuova esperienza potranno diventare i protagonisti di quel cambiamento già concretizzato in alcune regioni d’Italia».

«Adottando questo modello di lavoro – ha concluso Cirillo – numerosi giovani potrebbero conseguire il super diploma rilasciato direttamente dal Ministero dell’Istruzione e potrebbero superare il paradosso della disoccupazione mediante l’assunzione resa possibile grazie all’acquisizione di specifiche competenze e soprattutto senza dover continuare a fare la valigia per cercare altrove lavoro». (rrc)