I tre segretari di Cgil, Cisl e Uil Calabria, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, al termine della protesta davanti la Cittadella regionale, hanno incontrato il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta.
I sindacati, infatti, erano scesi in piazza per la mancata nomina del Commissario straordinario della Sanità e per la grave situazione del sistema sanitario.
«La rappresentante del Governo – hanno dichiarato Sposato, Russo e Biondo – ha ascoltato con grande attenzione e disponibilità le ragioni della nostra protesta e assicurato, nel corso di un colloquio cordiale e costruttivo, un intervento presso l’Esecutivo per rappresentare le nostre richieste, che sono quelle di tutti i cittadini calabresi, i quali rivendicano il diritto ad una Sanità “normale”».
«Rivolgiamo un appello – hanno aggiunto – al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella perché intervenga sul Governo, al fine di voltare pagina sulla brutta vicenda della Sanità calabrese, resa drammatica dalla gravissima pandemia da coronavirus», hanno affermato tra l’altro Sposato, Russo e Biondo nel corso della protesta (con partecipazione contingentata a causa delle norme di prevenzione del contagio da coronavirus) sul piazzale della sede della Regione Calabria, un sit-in convocato dopo il nuovo rinvio della nomina del Commissario ad acta per il piano di rientro.
I tre Segretari generali, dopo aver ricordato l’esposto-denuncia sulla situazione della Sanità depositato nelle mani del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, hanno ribadito con vigore la richiesta al Consiglio dei Ministri perché provveda subito a dare una guida al sistema sanitario regionale, «una guida capace e competente – hanno sottolineato – con un ampio mandato, con la possibilità di scegliere i componenti del proprio ufficio anche al di fuori dell’apparato della Regione».
Bisogna, infatti, con urgenza ampliare la capacità di accoglienza e cura dei contagiati da Covid-19, senza dimenticare i pazienti affetti da altre patologie; rilanciare la sanità territoriale, la medicina d’urgenza e attivare le Usca; riorganizzare la rete ospedaliera.
E, per riportare la Sanità calabrese alla “normalità”, hanno evidenziato, due nodi vanno assolutamente sciolti nel Decreto Calabria: «Uno riguarda la sterilizzazione del debito della Sanità, un debito aumentato e non diminuito in undici anni di commissariamenti decisi dal Governo, quindi non imputabile ai cittadini che non possono più avere un sistema sanitario disastrato e pagarne anche le spese attraverso Irpef e Irap regionali».
L’altro punto cruciale è rappresentato dalla questione delle stabilizzazioni del personale sanitario precario e delle nuove assunzioni, in una regione in cui tra medici, infermieri e personale ausiliario mancano oltre quattromila unità.
«Nell’iter del Decreto Calabria verso la conversione in legge – hanno affermato Sposato, Russo e Biondo – si registra qualche novità positiva con l’approvazione di alcuni emendamenti sollecitati dagli stessi sindacati confederali durante l’audizione presso la Commissione Affari Sociali della Camera. Tuttavia, il testo non deve lasciare spazio a dubbi e «fare chiarezza sul personale, sull’ufficio del Commissario e sul debito nella direzione indicata, altrimenti il rilancio del sistema sanitario regionale sarà impossibile».
«La politica – hanno tra l’altro sottolineato Sposato, Russo e Biondo – deve fare un passo indietro nella gestione della Sanità: ad essa spetta il potere di legiferare e di dare indirizzi, ma va lasciato spazio alla competenza, soprattutto in questa fase delicata in cui si va verso le elezioni regionali».
«Una cosa è certa: non faremo spegnere l’attenzione nostra e dell’opinione pubblica sulla necessità di difendere il diritto alla salute dei cittadini», hanno assicurato Sposato, Russo e Biondo prima di recarsi dal Prefetto di Catanzaro, sottolineando che la protesta e le proposte dei tre sindacati calabresi sono pienamente condivise e sostenute dalle Segreterie nazionali. (rrm)