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Terme Luigiane

L’inquietante questione delle Terme Luigiane

di FRANCO BARTUCCI – «È incredibile, irritante, inspiegabile, indecoroso, stupefacente, inquietante, assurdo, inaccettabile lo assordante silenzio della Regione, nelle sue diverse articolazioni istituzionali, sulla allucinante vicenda delle Terme Luigiane di Guardia Piemontese».

«La più importante stazione termale calabrese è da mesi chiusa per i “capricci” di due sindaci che smentendo un accordo firmato anni fa e non avendo in questi anni bandito la gara per l’affidamento della concessione, hanno di fatto impedito alla società che da anni gestisce le terme di riaprire gli stabilimenti. Ebbene di fronte al dramma di centinaia di lavoratori, di fronte al disastro dell’economia di una area strategica del turismo calabrese, cosa fa la Regione, proprietaria delle risorse termali? È irresponsabilmente silenziosa, non parla, non si pronuncia, è latitante. Ed allora chi pagherà ai calabresi i danni irreparabili che istituzioni pasticcione, incapaci e forse anche compromesse hanno prodotto? Non c’è davvero modo per evitare che una risorsa preziosa sia sprecata in maniera così grossolana e clamorosa? Ci sarà mai da qualche parte un qualcuno, magari un giudice, che prenda in mano la matassa e la sbrogli?».

A parlare in questi termini molti duri, e di grande verità, è il giornalista Enzo Arcuri, già direttore della redazione cosentina della Gazzetta del Sud, componente della redazione giornalistica della Rai calabrese e successivamente direttore della sede regionale  Rai Calabria. Abbiamo colto queste sue parole di denuncia sulla questione delle Terme Luigiane attraverso Facebook, dove ne circolano tantissime di persone lavoratori e curanti  di ogni età, dentro e fuori della Calabria che chiedono, con urgenza, la riapertura delle Terme Luigiane.

Intanto il consigliere regionale Pietro Molinaro, che ha chiesto al presidente del Consiglio regionale, Giovanni Arruzzolo, ed ai capigruppo di maggioranza, una convocazione urgente del Consiglio per discutere con urgenza sul caso delle Terme Luigiane, ha predisposto una memoria di discussione che dovrà servire ai consiglieri per capire ed adottare appropriati interventi risolutori.

Una memoria in cui il consigliere, tra l’altro sottolinea ed evidenzia alcuni comportamenti molto scorretti adottati dalle due amministrazioni comunali, quali: la chiusura degli stabilimenti termali ha determinato una minore entrata per il bilancio regionale in quanto ai sensi della delibera della Giunta regionale n. 183 del 2012 non può essere calcolato il parametro per la determinazione del canone di concessione da pagare alla Regione Calabria; con la deviazione delle acque termali dalle condotte di collegamento tra le sorgenti e gli stabilimenti termali  nel fiume Bagni si è attuato un palese spreco di un bene pubblico incidendo su  potenziali rischi di alterazione ambientale. Si è inoltre ricordato che i  due comuni concessionari hanno provveduto ad approvare un Regolamento per l’utilizzo delle acque delle Terme Luigiane, senza alcun confronto con la Regione Calabria,  con una previsione di ripartizione dell’acqua termale che non consente il regolare funzionamento di uno dei due stabilimenti termali.

 Il complesso degli atti  disposti dai comuni concessionari ha provocato il mancato sfruttamento, ed anzi lo spreco, delle risorse termali e può costituire violazione del preminente interesse pubblico per il quale è stata rilasciata la concessione,  secondo quanto previsto dall’art. 4 comma 1 della legge regionale n. 40/2009.

Nel suo documento il consigliere Pietro Molinaro chiede al Consiglio regionale un intervento urgente nell’ambito delle proprie funzioni di indirizzo e controllo amministrativo,  finalizzato all’ interruzione dello spreco delle acque delle Terme Luigiane sversate nel fiume Bagni, alla rapida riattivazione delle prestazioni sanitarie specialistiche erogate dagli stabilimenti delle Terme Luigiane, ed al ripristino dei livelli occupazionali già garantiti, fino alla stagione termale 2020.

«C’è da salvaguardare il preminente interesse pubblico – scrive Molinaro nel suo documento – ai sensi dell’art. 4 della legge regionale n. 40/2009, con l’urgente intervento, nell’ambito delle proprie funzioni di indirizzo e controllo amministrativo,  finalizzato a valutare la sussistenza dei motivi di decadenza della concessione nei confronti dei comuni concessionari, ai sensi dell’art. 9 della legge di cui sopra e  del regolamento regionale n. 3/2011». 

C’è un terzo argomento da chiarire con la massima urgenza, e questa riguarda la funzione dell’Asp di Cosenza che, come ha dichiarato il consigliere regionale Carlo Guccione, ha nelle proprie casse a disposizione  2.326.643,3 euro fin dallo scorso mese di marzo, destinati dal Dipartimento alla Salute della regione Calabria al budget delle Terme Luigiane utili per le prestazioni sanitarie termali per il 2021. Un silenzio che fa soffrire e offende la dignità degli innumerevoli curanti delle Terme Luigiane, ai quali non può essere negato il diritto di tutela alla salute attraverso le cure termali. La dirigenza dell’Asp di Cosenza deve far sentire la sua voce e non esporsi allo stato confusionale e  di non intervento della Regione fonte di malessere gestionale esposti ad eventuali  denunce alle autorità giudiziarie, per come stanno discutendo di attuare un gruppo consistente di curanti stufi di questo immobilismo delle parti, sia dei due comuni che della Regione con il suo presidente facente funzioni e l’assessore attività lavorative, turismo e termalismo. Che non faccia lo stesso il commissario dell’Asp cosentina.

Per i curanti è l’ultima speranza dal momento che le autorità politiche nulla possono fare a seguito delle lezioni che si avranno il prossimo 3 ottobre per il rinnovo del consiglio regionale e dei presidenti, come per il consiglio comunale ed il suosindaco di Guardia Piemontese, oppure tramite un buon giudice, che come ha scritto il giornalista Enzo Arcuri, «prenda in mano la matassa e la sbrogli» con urgenza.

Nel descrivere questa vergognosa pagina di storia sulle Terme Luigiane, oggi  (mercoledì 4 agosto) sulle pagine del Corriere della Sera è pure intervenuto Gian Antonio Stella, con una sua riflessione il cui titolo è emblematico a dimostrazione di una incapacità gestionale sia da parte della Regione che dei due Comuni : C’è fango e fango e in Calabria le Terme Luigiane restano chiuse.

«Il guaio è che il celebre fango delle Terme Luigiane – ha scritto tra l’altro Gian Antonio Stella – a pochi chilometri dalla costa tirrenica calabrese tra Guardia Piemontese e Acquappesa, è stato sepolto sotto il fango meno salutare ma assai più puzzolente della cattiva politica e della cattiva burocrazia locale. Colpa della immobilità della Regione Calabria proprietaria delle acque, che da tempo non riscuote manco i canoni eppure non ha ancora denunciato la concessione ai Comuni che scadrà nel 2036?». (fb)