di ANTONIO ERRIGO – È proprio vero quando si dice che gli italiani per essere valorizzati, devono attraversare i confini nazionali e recarsi in altri Stati.
A volte si aggiunge pure la locuzione latina estrapolata dai vangeli, “Nemo Propheta in Patria”. Senza allargare il ragionamento e volendo limitare gli ambiti spaziali alla Regione Calabria, vi pongo una semplice domanda, al solo fine di sensibilizzare il vostro pensiero riflessivo.
Siete o no convinti che la Calabria ha dato i natali a tanti e tanti, una vera e propria infinità, di persone che sono delle grandezze culturali internazionalmente riconosciuti e apprezzati? In ogni campo scientifico e delle scienze umanistiche del sapere, sono veramente molti i Calabresi o figli di genitori nati in Calabria, che sono a capo di realtà economiche multinazionali.
Quando un giovane Calabrese, laureato nelle migliori Università della Calabria, Roma, Pisa, Bologna, Torino, Milano, Oxford, MIT, Grambidge, Stanford, Harvard, Imperial Istitute College, ecc., con il massimo dei voti e a volte, pure con la lode, non riesce a mettere a disposizione la propria cultura universitaria in Calabria o in altre regioni italiane , giocoforza deve guardasi attorno per rendersi conto se all’estero può investire la propria laurea conseguita con grande impegno, dedizione e sacrifici economici, per non veder vanificati i propri studi.
Così accade che i giovani laureati e plurispecializzati Calabresi, andranno a soddisfare la crescente domanda di cultura, molto richiesta all’estero a discapito della nostra Italia. Ogni anno non solo si registrano migrazioni di giovani laureati verso altri Stati dell’Unione Europea, ma i nostri Ingegneri, Medici, Architetti, Chimici, Economisti, Avvocati, Giuristi d’Impresa, Bancari, sono molto richiesti e ben pagati, in Asia, U.S.A., in tanti Paesi arabi ed extraeuropei.
A noi rimangono quando e se riescono a lavorare, i bravi giovani diplomati che non hanno potuto continuare gli studi universitari per diversi motivi.
Le più evidenti conseguenze per l’Italia e per il Mezzogiorno in particolare, sono: l’abbassamento del livello culturale regionale, la crescita della spesa universitaria, una dequalificazione professionale, danni per la crescita economica, scarsa competitività con i mercati esteri, abbassamento del valore tecnologico dei beni prodotti, disoccupazione ed emigrazione continua verso l’estero.
La Calabria è tra le Regioni italiane, che produce e diffonde più cultura, sia nelle Regioni del nord, che nel mondo.
Come potranno mai riscattarsi culturalmente ed economicamente, la Calabria e i Calabresi, se al Sud del Paese sono assenti ambiti industriali e sistemi di produzione tecnologicamente avanzati, che possono assicurare l’inserimento dei Giovani laureati e specializzati, nel ciclo integrato, studio, ricerca, sperimentazione, produzione, commercializzazione ed esportazione?
Diffondere ed esportare cultura per la Calabria e i Calabresi, si è da più punti di vista sicuramente un orgoglio, ma sotto molti altri aspetti, si creano dannose situazioni di disparità economiche e sociali insanabili.
La cultura in Calabria certamente non manca, quello che non si è trovato ancora il modo di creare, sono le opportunità di collocare la cultura acquisita dai giovani Calabresi in Italia ed estero, nei diversi settori e segmenti industriali ad altissimo valore tecnologico a forte attrazione per i mercati esteri. (ar)