LOCRIDE UNA TERRA DI IMMENSA BELLEZZA
MA PENALIZZATA DA CRITICITÀ E PROBLEMI

di ARISTIDE BAVALa Locride non sarà tra le candidate finaliste al titolo di Capitale Italiana della Cultura ma rimane terra di immensa bellezza forte di un grande patrimonio storico culturale che merita di essere conosciuta, visitata e valorizzata. Anche per questo il Corsecom e tante altre associazioni di volontariato sulla base  delle linee previste dall’ipotesi progettuale legate alla candidatura, non andata purtroppo a buon fine, continueranno “senza alcuna esitazione, anzi con maggiore impegno, a lavorare per la promozione sociale, culturale e turistica della Locride”.

La segretaria del Corsecom in un documento appositamente diffuso su questo non ha dubbi e precisa che «il progetto era tecnicamente ineccepibile, metodologicamente innovativo, culturalmente ricco e carico di tutte le suggestioni che un territorio come, questo della Locride, evoca».

Da qui, dopo aver espresso  un grande e riconoscente Grazie a tutti coloro che a questo progetto hanno lavorato annuncia che  in sintonia con il Consorzio degli Operatori Turistici e il Coordinamento dei Club Service, sta seguendo un percorso che, se meglio integrato con una politica del fare e della concretezza, potrebbe dare un volto nuovo al territorio.

«Diversi  mesi fa, – dice la nota – dopo la pandemia che con i suoi effetti devastanti ha colpito pesantemente anche le diverse attività produttive si è avvertita la necessità di creare Gruppi Operativi costituiti da volontari dotati di varie competenze nei più diversi settori. Si tratta di uomini e donne provenienti da Associazioni, Consorzi, Club Service (Lions, Rotary, Kivanis, Fidapa, Ammi, Fai, Sidus club) che da tanti anni si dedicano alla valorizzazione del territorio».

Grazie a questo lavoro si è preso atto delle specificità esistenti e soprattutto  che innumerevoli Progetti ed Opere, benché finanziati, o non erano stati ancora ultimati o, se completati, non erano stati resi fruibili. Per cercare di porre rimedio a queste criticità, i Gruppi hanno creato una serie di singoli Dossier all’interno dei quali hanno raccolto dati, progetti, provvedimenti amministrativi, criticità.

Oggi la disamina di essi consente su ogni opera o servizio di avere un quadro abbastanza chiaro. In questo quadro il Corsecom evidenzia, intanto, cinque tra le tante problematiche ( circa 12) prese in esame e delle quali si riserva di dare precise notizie nei prossimi giorni. Intanto accende i riflettori su 1) “Treni Blues” ricordando che “sono stati presentati a Reggio Calabria a luglio dello scorso anno; sono treni di ultima generazione e dovrebbero entrare in circolazione nei prossimi mesi per sostituire “le storiche” Littorine; vederli circolare lungo la fascia ionica sarebbe un messaggio di modernità ed efficienza; il Gruppo che se ne interessa è in costante contatto con gli enti che sovrintendono per evitare tempi lunghi”. 2); “La pista ciclabile da Caulonia a Locri” oggetto di due i finanziamenti per circa 15 milioni di euro. Esiste un problema tecnico nel tratto Marina di Gioiosa / Grotteria Mare.

Si tratta di una vecchia idea che ha trovato realizzazione. Per i cicloamatori percorrere in tutta sicuraezza un lungo tratto della Riviera dei Gelsomini sarà esperienza di grande suggestione. Il Gruppo è in stretto contatto con i sei Comuni e sta operando affinché l’opera sia al più presto interamente completata. 3) “La Diga sul torrente Lordo”. Oltre ai benefici nel settore della distribuzione idraulica, fino al 2016 era considerata il polmone verde della Locride; era già attraversato da piccole imbarcazione solo a remi e a vela.

Era un sicuro richiamo turistico per tutto il territorio e si incominciavano a vedere i primi investimenti che avrebbero creato economia ed occupazione. A causa di una lesione che regolava i livelli delle acque e che ha reso necessario lo svuotamento della diga per essere riparata, dopo circa sei anni ancora non si è riusciti a ripristinarla. Alcuni dei volontari sono in stretto contatto con il sindaco Pasquale Brizzi Presidente del Consorzio di Bonifica molto amareggiato che avendo avuto il finanziamento sta vivendo una lunga attesa per ricevere da Roma il Progetto Esecutivo. 4) “Il nuovo complesso dell’ Istituto Alberghiero di Locri”.

Sono trascorsi circa 10 anni da quando la costruzione della nuova struttura ha ottenuto un finanziamento di circa 6 milioni di euro. Si tratta di una scuola che rappresenta già un fiore all’occhiello per il nostro territorio che  da sempre punta allo sviluppo turistico e da diversi anni presenta numerose eccellenze nel settore della gastronomia. E notizia di questi giorni che, finalmente, a breve verrà bandito la gara per affidare i lavori. 5) “La sanità ospedaliera e territoriale”. 

In questi anni- secondo il Corsecom – non si è mai voluto affrontare, con un progetto complessivo e strutturale, la varie problematiche del Settore. I due Comitati civici del Territorio, ai quali si è associato il Coordinamento di numerose Associazioni di Categoria profondamente delusi, hanno deciso di intraprendere una strategia di mobilitazione della cittadinanza per evidenziare, alle Istituzioni preposte, l’amarezza, la delusione, il disagio vissuto quotidianamente, che ha visto calpestato la dignità dei cittadini e che ha penalizzato le fasce più deboli e più bisognose costrette ad affrontare enormi disagi per cercare in qualche modo di curarsi.

La considerazione finale della struttura del Corsecom è che «in un momento in cui tutti gli indicatori nazionali e internazionali più autorevoli danno per aumentato sia il divario Nord/Sud sia la conseguente drammatica emigrazione dei nostri giovani, resta l’augurio  che da parte di tutti gli attori, a partire dal singolo cittadino fino ai pubblici amministratori locali e regionali nonché alle rappresentanze parlamentari possa partire  finalmente un moto per il rilancio di una terra tanto ricca di risorse materiali e immateriali che attendono solamente  di essere valorizzate e sfruttate ma ovviamente serve anche mettere mano alla soluzione dei problemi più impellenti che la Locride si porta appresso». (ab)

 

REGGIO – L’assessore Calabrò: Confermato contributo ministeriale per attività culturali e spettacoli dal vivo

Al Comune di Reggio Calabria è stato confermato il contributo dal ministero della Cultura finalizzato agli spettacoli dal vivo. Si tratta di quasi 500 mila euro, per «favorire attività di spettacolo dal vivo finalizzate ad assicurare l’inclusione sociale, il riequilibrio territoriale e la tutela occupazionale, nonché a valorizzare il patrimonio culturale attraverso le arti performative nelle aree periferiche del Comune capoluogo della Città Metropolitana», ha spiegato l’assessore alle Politiche Culturali, Irene Calabrò.

«Il Governo, ancora una volta, riconosce la bontà dell’azione portata avanti dalla nostra amministrazione», ha detto Calabrò, spiegando come «questo ultimo riconoscimento segue quelli degli anni precedenti sui Fondi unici per lo spettacolo, riservati a ridare ossigeno alle realtà di settore provate dalla stagnazione del comparto dovuta alla pandemia».

«Già lo scorso anno – ha ricordato – diversi sono stati gli spettacoli, in particolare nelle aree periferiche, che hanno animato il nostro territorio, sia nel periodo estivo che in quello natalizio. La conferma del finanziamento ci consentirà di ripetere quest’anno, seppure in forma più ridotta, le attività già previste nel 2022. È, dunque, una riprova dell’ottimo programma messo in campo e perfezionato dagli Uffici di Palazzo San Giorgio, seguendo quelle che sono le linee di mandato del sindaco Giuseppe Falcomatà portate avanti, in maniera egregia, dal sindaco facente funzioni Paolo Brunetti».

«Nello specifico – ha proseguito Calabrò – i beneficiari saranno individuati tra gli organismi finanziati nell’ambito del Fus, ovvero tra gli organismi professionali operanti nel settore dello spettacolo dal vivo da almeno tre anni, come risultanti dagli oneri versati al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo. Nell’assegnazione delle risorse, dunque, terremo conto delle caratteristiche proprie del progetto con riferimento al radicamento dell’iniziativa sul territorio e alla qualità artistica del progetto da realizzare; della congruità economica e della coerenza delle voci di spesa e del costo complessivo del progetto rispetto alla proposta artistica; del perseguimento della finalità di inclusione e coesione sociale nelle aree di intervento e rivitalizzazione sociale e culturale del contesto urbano di riferimento e impatto socio economico sul territorio del progetto».

Non mancheranno, poi, i criteri di “sostenibilità del progetto”, «dove ricopriranno un ruolo determinate le possibili ricadute socio economiche sull’area interessata, anche in termini di connessione con il patrimonio culturale».

«Insomma – ha concluso l’assessora alla Cultura – continuano ad aprirsi nuove ed importanti opportunità per la città, con un ruolo di rilievo assegnato alle periferie di un territorio vasto come quello di Reggio Calabria. L’iniezione di risorse affinché tutti possano beneficiare di adeguate attività di spettacolo, offre l’opportunità di far crescere il tessuto economico e produttivo dell’hinterland, valorizzando i luoghi e le professionalità locali. Noi, siamo ovviamente pronti a raccogliere questa rinnovata ed avvincente sfida».

ARTE E CULTURA ATTRATTORI DI TURISMO:
SERVONO RISORSE UMANE E FINANZIARIE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Arte, cultura e cinema. Sono i tre ingredienti fondamentali su cui la Calabria può puntare per il rilancio del turismo. D’altronde la Calabria, come è stato più volte ribadito, è ricca di arte, luoghi d’arte e, sopratutto, di luoghi che si prestano a essere set naturali per tantissimi film.

Cosa che è già avvenuta con numerosi film, tra cui si deve ricordare quello sull’abate Gioacchino da Fiore, dal titolo Il Monaco che vinse l’Apocalisse con la regia di Jordan River e prodotto dalla Delta Star Pictures, sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Calabria Film Commission. Il film, infatti, è stato girato – oltre che a Cinecittà e in diverse location del Lazio – al Castello di Oriolo, al Castello Federiciano di Roseto Capo Spulico, nel canyon di Civita, nelle piccole ‘Dolomiti’ di Frascineto, al fiume di San Sosti nel Parco Nazionale del Pollino, sull’antico ponte di Annibale di Scigliano, nella Cattedrale di Cosenza, ai Calanchi di Cutro, alle grotte di Pietrapaola e Zungri e, ovviamente, a San Giovanni in Fiore.

Un film dunque, che farà vedere a tutto il mondo le bellezze naturali della Calabria e, chissà, magari farà venire voglia di arrivare in Calabria – aerei e treni permettendo – per ammirare dal vivo luoghi che hanno una lunga storia da raccontare non solo attraverso una pellicola. Il film sull’abate è solo un esempio, perché in realtà sono numerosi i film che sono stati girati in Calabria, come A Ciambra diretto da Jonas Carpignano, Una femmina di Francesco Costabile, Anime nere di Francesco Munzi, di cui alcune scene sono state girate nella Locride.

Insomma, la Calabria ha tutte le potenzialità per essere attrattiva per il circuito cinematografico e, sicuramente, la costruzione degli Studios di Lamezia Terme aiuteranno non poco su questo frangente. Lo ha detto anche il presidente della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, in un’intervista a L’Altro Corriere Tv: «Come si può immaginare, gli Studios  sono un’opera importante che porrà la Calabria al centro di grandi produzioni e farà della nostra regione un laboratorio permanente».

«Stiamo raccogliendo adesioni e interesse da tutto il circuito cinematografico che conta e questo mi fa immaginare che la Calabria, proprio perché sa essere un set naturale, potrà avere grandi ricadute sul piano turistico dalla integrazione virtuosa tra arte, cultura e cinematografia».

Ma in Calabria non c’è solo il cinema, il mare e le montagne. Ci sono anche i Musei, custodi di inestimabili tesori archeologici che sono stati trovati e che ancora si possono rinvenire, vista la storia millenaria del territorio. A questo proposito, la direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri, Marilena Cerzoso, ha detto che «se dovessi iniziare a scavare, lo farei da Cosenza. Paradossalmente Cosenza da un punto di vista archeologico è poco conosciuta, ma questo per una questione di occupazione dello stesso sito nel corso del tempo. Il caso Cosenza è un caso di archeologia urbana, però mi piacerebbe molto approfondire gli studi. Cosenza necessita di una maggiore conoscenza».

Ma, tralasciando la parte archeologica, c’è un problema più grosso da affrontare, ossia quello del personale. «Noi abbiamo poco personale, ma facciamo i salti mortali. Poi ci sono anche i problemi di ordine finanziario: un museo non si mantiene con il biglietto d’ingresso», ha ribadito la Cerzoso.

Un concetto che è già stato affrontato anche da Calabria.Live, parlando della situazione precaria e di abbandono in cui si trova il Parco e Museo Archeologico di Monasterace, o dei pannelli informativi ormai sbiaditi dal sole al Museo e Parco Archeologico di Locri. Problematiche che nascono in primis dalla mancanza di fondi e, poi, da quella del personale. Anche il prezzo del biglietto sicuramente non aiuta. Far pagare 4 euro l’ingresso al Museo di Locri o a Monasterace significa sminuire il valore del Museo stesso, di chi ci lavora e di chi ha lavorato riportando alla luce i preziosi reperti che, oggi, tantissimi turisti – calabresi e non – possono ammirare. Così come fa storcere il naso pagare solo otto euro l’entrata al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, la casa dei Bronzi di Riace che hanno celebrato i 50 anni dal loro ritrovamento, quando per entrare a Castel Sant’Angelo ne servono 15, e senza guida.

Fa irritare ancora di più che per visitare il meraviglioso Parco Archeologico di Sibari – che a quanto pare si spera di far diventare Patrimonio Unesco, così dice il sottosegretario Vittorio Sgarbi – si paghi soltanto cinque euro.

Non è possibile che, nel 2022, si parli di figli e figliastri per la cultura. Non si può parlare di musei di serie A e B. È sicuramente ingiustificata questa svalutazione dei Musei.

E fanno rabbia le parole del ministro della Cultura, Giuliano Sangiuliano che ha dichiarato: «se una cosa ha un valore, deve anche essere un po’ pagata». I reperti della Calabria, dunque, hanno un valore inferiore, dato che il biglietto si paga così poco?

C’è da dargli ragione, tuttavia, quando ha affermato, intervistato da Pietro Senaldi nel corso della kermesse milanese di Fdi,  che «se rendessimo gratuiti i musei sviliremmo il nostro patrimonio». Il patrimonio culturale si svilisce nel momento in cui alcuni Musei sono abbandonati dal Governo e dal Ministero stesso, lasciandoli in balìa di se stessi.

Fortunatamente, la Regione Calabria è venuta in soccorso della rete museale calabrese, stipulando lo scorso novembre una joint-venture” con l’Icom, il Comitato Italiano dell’International Council of Museums, la più qualificata associazione internazionale di settore.

L’obiettivo è chiaro: promuovere le strutture museali che, come ha evidenziato la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, hanno delle «enormi capacità attrattive».

«È chiaramente un nostro obiettivo – ha evidenziato Princi – quello di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale regionale, in una logica di partenariato con altri soggetti pubblici e privati, come in questo caso Icom, mediante nuovi approcci culturali volti ad ampliare la partecipazione dei cittadini e a rafforzare l’attrattività turistica degli istituti e luoghi della cultura a livello nazionale ed internazionale, concorrendo allo sviluppo economico del territorio».

Un obiettivo che non è irraggiungibile, anzi. Realizzabile, se si spendono bene le risorse nella regione e non altrove, se si fa una seria campagna di marketing del territorio e scegliendo bene gli “ambasciatori” che possono parlare e far scoprire al mondo le bellezze della Calabria.

Un esempio? Le tante celebrità che, dopo gli eventi a Reggio, hanno fatto visita al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, condividendo sui propri profili la foto con i Bronzi di Riace. Il risultato? Un boom di visualizzazioni. I Bronzi che compaiono ovunque. Immaginiamo la stessa cosa per tutti i luoghi e i tesori della Calabria. Il risultato sarà straordinario, come lo è la Calabria. (ams)

Cultura, la Regione finanzia oltre 170 attività ed eventi sul territorio

Saranno 50 gli “Eventi di promozione culturale” e 121 le “Attività culturali 2022” che riceveranno fondi dalla Regione. È quanto ha stabilito la Giunta regionale, guidata da Roberto Occhiuto, destinando ulteriori risorse per finanziare tutti gli eventi e le iniziative organizzati dai Comuni e dalle associazioni sul territorio calabrese.

«La Giunta, con un’iniziativa chiara e forte, ha deciso di riservare ai Comuni e alle associazioni importanti risorse per eventi e attività culturali organizzati nel territorio calabrese. Un gesto di attenzione da parte del governo regionale nei confronti delle nostre comunità, della cultura calabrese, delle tradizioni. La Calabria cresce e diventa attrattiva per investitori e turisti solo se riesce a valorizzare – anche dal punto di vista economico – le proprie eccellenze, le specificità dei territori, la storia di una Regione ricca di opportunità», ha sottolineato la vice presidente della Regione Calabria, Giusi Princi.

«In più occasioni abbiamo affermato che il settore cultura necessitava di attenzioni costanti e consistenti, sia in termini di programmazione, sia di sostegno finanziario – ha aggiunto Princi –. Riuscire non solo a ufficializzare le graduatorie dei due avvisi dedicati ad eventi storicizzati ed attività culturali 2022 in poco meno di due mesi dalla pubblicazione dei bandi, ma anche ad individuare ulteriori risorse per lo scorrimento delle relative graduatorie, è la migliore dimostrazione della concretezza ed efficienza che deve contraddistinguere la nostra azione di governo anche nel garantire importanti ricadute sui territori, tanto in termini di indotto economico agli operatori di settore quanto di diffusione della cultura». (rcz)

La Regione investe sulla cultura: Al via finanziamento di 3 mln

Sono 3 milioni di euro la somma stanziata dalla Regione per gli eventi di promozione culturali ed attività culturali sul territorio regionale.

Si tratta di un corposo investimento pianificato per dare un sostegno agli eventi che sono ormai consolidati nel calendario culturale in Calabria, ma anche con una particolare attenzione al sostegno delle diverse attività che animano il territorio nel settore. 

«Nell’ambito del piano di rafforzamento e riorganizzazione del settore cultura –  ha dichiarato il Vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, con delega al ramo, Giusi Princi – insieme al Presidente Roberto Occhiuto abbiamo pensato che il complesso e variegato cartellone di eventi culturali, storicizzati ma anche in fase di crescita strutturale, necessitava di un forte finanziamento di sostegno. Da qui la pubblicazione di questi due avvisi che, già in pre-informazione da luglio scorso, daranno linfa ad un settore che merita spazio per l’impatto che certamente produce sulla collettività».

«Il primo avviso già pubblicato nelle settimane scorse – ha proseguito Princi – prevede uno stanziamento di un milione e duecentomila euro, interessa progetti culturali contraddistinti dalla loro storicizzazione con più edizioni alle spalle. Il secondo avviso, pubblicato oggi, prevede un investimento di 2 milioni di euro articolato in sei tipologie di intervento: letterario, teatrale amatoriale a carattere identitario, esibizioni di orchestra opera lirico-sinfonica, jazz, canto classico e danza». 

«È certamente un grande sforzo organizzativo per il settore Cultura della Regione  – ha concluso il vicepresidente – e per questo mi sento di ringraziare tutto il personale guidato dal dirigente Ersilia Amatruda; il settore Cultura, infatti, sarà impegnato nelle prossime settimane anche su altre linee di attività che riguardano i teatri, i musei e le biblioteche. Uno sforzo poderoso che riteniamo necessario per non lasciare soli alcuni comparti essenziali della produzione e diffusione culturale in Calabria». (rcz)

Dalla Regione investe sugli eventi culturali in Calabria: Stanziati 3 mln

Sono 3 milioni e 200mila euro la somma stanziata dalla Regione Calabria per finanziare le iniziative culturali in Calabria, attraverso due avvisi pubblici che sono stati pubblicati in pre-informazione.

Due avvisi che si rendono necessari, in quanto «il tessuto culturale calabrese necessita di una presenza costante e continua da parte della Regione, sia in termini di programmazione e sia di sostegno finanziario – ha dichiarato a tal proposito il Vicepresidente della Giunta regionale, con delega al ramo, Giusi Princi – soprattutto in un periodo storico come questo, contraddistinto dal riavvio delle attività dopo il sostanziale blocco determinato dalla pandemia Covid19».-

Nello specifico, il primo avviso prevede  un investimento di 2 milioni di euro articolato in sei tipologie di intervento: iniziative letterarie, teatro amatoriale a carattere identitario, mostre, esibizioni bandistiche, esibizioni d’orchestra, opera lirico-sinfonica, jazz, canto classico e danza, tipologia multidisciplinare.

Il secondo avviso, che prevede un investimento di un milione e duecentomila euro, interessa invece progetti che devono riguardare eventi culturali realizzati per almeno otto annualità (anche non consecutive) negli ultimi 15 anni.

«La pubblicazione dei due avvisi e della graduatoria – ha spiegato Princi – rappresentano un passo in avanti necessario per il sostegno del settore. Ringrazio il Dirigente generale del Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità, Maria Francesca Gatto, e la dirigente del settore Cultura, Ersilia Amatruda, per il prezioso lavoro e la celerità con cui sono stati predisposti gli atti di competenza».

«Come sostenuto anche dal Presidente Occhiuto in occasione della presentazione delle iniziative per il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace – ha concluso il Vicepresidente Giusi Princi – occorre cambiare approccio alla programmazione ed alla gestione del comparto calabrese della Cultura, per far sì che diventi vero e concreto veicolo di rafforzamento dell’economia regionale, a tutela delle intelligenze locali, delle imprese e non di meno di tutte le maestranze coinvolte». (rcz)

Cosenza, Rende e Castrolibero unite nel segno della cultura

di MARIACHIARA MONACODa molti anni si discute sull’idea di creare una “città unica”, che vada ad unire i comuni confinanti di Rende, Castrolibero e Cosenza.

A palazzo dei Bruzi si sono gettate le basi per una intensa governance nel settore cultura e spettacolo delle tre amministrazioni, grazie all’accordo che lega i sindaci al primo cartellone unico degli eventi estivi per il mese di giugno, che vedrà un periodo ricco di eventi, come presentazioni di libri, mostre artistiche, e tanta musica.

Sono tredici le serate che accompagneranno i cittadini, senza escludere dei nuovi eventi nel mese di luglio ed agosto. Si alzerà il sipario con la presentazione del volume “Dio nel mio respiro” di Don Davide Bruno, presso il museo dei Brettii e degli Enotri, e si chiuderà il 30 giugno con la commedia in due atti di Gianni Clementi, dal titolo insolito “Grisù, Giuseppe e Maria”.

Spazi ampi e manifestazioni per tutte le età, che andranno a valorizzare i luoghi simbolo delle città in questione, quali Palazzo Arnone, il Museo del Presente, Villa Rendano, l’anfiteatro Tieri, e molte altre location da scoprire ed apprezzare.

All’iniziativa hanno lavorato in stretto contatto l’assessore alla cultura della città di Rende, Marta Petrusewich, Nicoletta Perrotti per Castrolibero, e Pina Incarnato per la città di Cosenza.

Un team che ha funzionato egregiamente, basti pensare all’organizzazione del Concours Mondial de Bruxelles, dove critici arrivati da tutto il mondo hanno decretato i migliori vini in circolazione tra le circa 1800 aziende iscritte, oppure al Festival del gusto con tanto di show cooking e chef riconosciuti in tutta Italia, per poi concludere con la mostra dei grandi maestri d’arte giapponese arrivati a Cosenza, direttamente dal Sollevante.

«Da questa sera, cominciamo a fare sul serio ed invertiamo la rotta», queste le parole di Franz Caruso, a margine dell’incontro. 

La cultura quindi, come preludio di ciò che accadrà, al fine di arrivare a piccoli passi all’obiettivo della creazione di un organismo unico di pianificazione integrata, che riguarderà in modo estremo, anche il sistema trasporti e soprattutto una rete di collegamenti più fluida delle tre aree, in modo da favorire la mobilità dei cittadini.

Sull’argomento, i sindaci, hanno inoltre anticipato la volontà di dar vita ad un’unica azienda di trasporti con Consorzio, Amaco e Ferrovie della Calabria. Si è poi toccato il tema “sicurezza”, pensando alla creazione di un Corpo di polizia Municipale unico, per l’incolumità dell’intera area e non solo. 

Si tratta quindi, di attendere pazienti l’evolversi di tali accordi, consapevoli della strada ormai trattegiata, e auspicando che i tre primi cittadini vogliano realmente percorrerla insieme.(mm)

TERRA STRAORDINARIA, MA TRASCURATA
CON IL PESO DI UN’IDENTITÀ CHE FA INVIDIA

di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – Se dovessi scrivere alla Calabria, scriverei a me stessa, allora scrivo ai calabresi, e più precisamente a quelli che, con nomine amicali il più delle volte, siedono in Cittadella regionale o giù di lì. 

Scrivo al Presidente della Regione Calabria e alla sua Giunta. Ai social media manager a cui è affidata la promozione regionale, e a quanti per “bontà dei cuori sciancati di questo e di quello”, si trovano nel circuito a correre la corsa per ogni genere di poltrona dirigenziale.

Cari voi tutti,

Vi scrivo perché se nascere in Calabria non si sceglie, essere calabresi sì. E la domanda che mi preme di porvi al quanto discreta, è la seguente: “Che genere di calabresi siete?”

Troppo qualunquemente viene trattata questa terra, ed io d’essere complice di questa ingratitudine, non me la sento. E mi dissocio. Sempre dalla parte della Calabria, ma non obbligatoriamente da quella dei calabresi (nemici dei calabresi stessi). 

Quando venne istituito il concetto di “terra dei padri”, nel 2021, dentro di me profondamente radicato partire dal ’78, che è l’anno in cui nacqui, e testimoni ne sono i miei scritti e le mie battaglie, sentii fiorirmi il cuore di soldanella. All’epoca nessuno o pochi sapevano cosa fosse questo fiore.  Ma io fiorivo dentro di me, perché la Calabria, che come aveva scritto Edward Lear ha già nel suo nome tanto di romantico, sembrava finalmente, voler riconquistare la propria identità perduta, riscoprendosi quel che è sempre stata: “terra dei padri”. 

I risvolti, però, furono deludenti e tristi. La terra dei padri, venni a scoprire mano mano, era una mera propaganda commerciale che mai poteva coincidere con la verità umana e morale, civile e culturale della Calabria. Serviva un approfondimento che non c’era stato. 

I 100 marcatori distintivi identitari con cui la terra dei padri intendeva proporsi al resto del mondo, facendo conoscere la propria storia, mancavano di tanti pezzi importanti. Dalla Certosa di Serra San Bruno, alla voce di Corrado Alvaro, ai giganti processionali Mata e Grifone, al Codice Romano Carratelli, e così via. 

Mi chiesi cosa fosse l’identità per la politica regionale. Se questa fosse una pratica manuale corrispondente al sogno di un pugno di amici, o invece l’urgente necessità di un intero popolo volta al bene di un’intera regione. Perché vedete, il resto del mondo, e lo sappiamo bene tutti, non aspetta altro che farci il culo, e quando la mancanza non c’è se la inventa. Figurarsi a servirla su un piatto d’argento. E non c’è da andare molto lontano. 

Tutti o quasi abbiamo avuto il piacere, io profonda ripugnanza, di leggere quanto nei giorni scorsi è stato pubblicato su “Visit Veneto”. Una campagna pubblicitaria che pur di sponsorizzare i siti veneti, denigra addirittura la Magna Grecia, definendola rovina. Una propaganda certamente ignobile, fatta sulla pelle della Calabria, ma ahimé, malgrado la ciotìa dei calabresi, la cui amministrazione si presenta sempre più approssimativa, improvvisata e qualunquista.

Alla Calabria Film Commission, mandiamo uno stilista. E sapete perché? Lui stesso lo dice: sono un grande amico del Presidente Occhiuto. Non avevamo per caso eccellenze a cui affidare la nostra cinematografia? Hai voglia se ne abbiamo. Forse ci rompevamo solo il cazzo ad andarle a cercare, individuarle, intercettarle. Ma che fesserie che andiamo facendo, e che perdite che facciamo gravare su noi stessi. Sul presente, sul futuro, sulla nostra storia. Sui nostri figli.

Per il 50° dal ritrovamento dei Bronzi di Riace, viene presentato un logo che, per dirlo alla Sgarbi, fa davvero cagare. “Capre, capre, capre”. Non potevamo bandire un concorso internazionale, per la creazione di un logo unico, coinvolgendo grafici da tutto il mondo? 

Ci sono errori che qui si compiono, e che si continuano ostinatamente a reiterare, e che la terra dei padri la trasformano in terra dei ciucci. E quelli come Zaia, lo sanno bene che a lavare la testa al ciuccio, si perdono acqua e sapone. E allora infilano il coltello nella piaga. Tanto sanno che noi sappiamo bene come fare a essere la piaga di noi stessi. 

Ma quando arriverà mai il giorno della Calabria? Con tutto quanto abbiamo, ci saremmo dovuti mangiare il mondo. E invece rieccoci qui, ancora una volta, a fare i conti con l’incapacità, l’approssimazione, le offese gratuite… Davvero magre consolazioni per chi nella Calabria crede e investe tutto ciò che ha. L’anima, lo spirito, il lavoro, i risparmi, la storia, la famiglia, la terra. Tutto. 

I padri dovevano essere l’esempio, la strada, il percorso, il viaggio. La rinascita, lo sviluppo, il riscatto. Con essi e per essi, bisognava partire dal concetto di Calabria come magnissima Colonna, dispensatrice di doti e di doni. Con uomini e donne a difesa della sua storia.

Una Calabria identitaria vera dunque, che sin dai nastri partenza abbia il vantaggio di appoggiarsi allo stato d’animo di chi la governa, e non sulle poltrone su cui ci si siede per governare. 

Avete idea, Presidente, assessori, consiglieri, dirigenti, ecc. di quanto genio dispone questa terra?

Io sì! Non avrei redatto altrimenti il Manifesto inviato al Miur, e anche alla Regione (da cui attendo ancora risposta), affinchè gli autori calabresi vengano studiati nelle scuole italiane. 

È tra quelle righe che chiedo venga istituita una legge regionale che preveda lo studio a scuola degli autori del ‘900; la prima Book Commission regionale, con la quale attraverso le opere dei nostri maggiori narratori vengano attuati progetti di sviluppo culturale e turistico; un ente regionale per la tutela della letteratura calabrese. 

Guardiamo per un attimo appena ai nostri vicini. Ai dirimpettai siculi. La Sicilia, vanta addirittura di un assessorato all’identità regionale. Difende i suoi autori, li fa studiare, mantiene la sua lingua siciliana, la protegge e la conserva… A che serve parlare di terra dei padri, quando i padri non vengono fatti rivivere nella vita politica, sociale, civile e culturale del paese? 

E qui la chiudo. Nei giorni scorsi, e quasi potrei gridare allo scandalo, l’assessore al Turismo della regione Calabria, pubblica sui suoi profili social, una poesia di Pablo Neruda, riportata su una sorta di carta intestata con il logo di Calabria Straordinaria, il nuovo progetto della Regione per lo sviluppo turistico del territorio. 

Bene direte. Io invece dico male, anzi malissimo. E boccio, assumendomene tutte le responsabilità, l’assessore Fausto Orsomarso, pur riconoscendogli in campo, un impegno che in pochi hanno avuto prima di lui. 

Ma davvero, caro assessore, serviva ricorrere a Neruda, che tra l’altro tanto amo come poeta, per raccontare una Calabria Straordinaria? 

Una terra vera, reale, va raccontata con le sue voci. Per essere identitaria, la Calabria, va fatta parlare con le parole dei suoi artisti. Diceva Saverio Strati, che do per scontato sappiate tutti chi sia, in altro caso Google vi sarà d’aiuto:  “Un popolo per capirsi deve conoscere i suoi artisti, altrimenti rimane indietro”. E allora, con tutto il rispetto per Pablo Neruda e la sua poesia, la Calabria Straordinaria, vi prego, raccontiamola così: 

Un arancio
il tuo cuore
succo d’aurora,
rosa nel bicchiere
(Franco Costabile)

Noi non sappiamo
da che anima nata
e sei da per tutto indifesa.
Io mi diffondo
per obbliviosi porti
ed imparo di te
l’azzurro e il sereno.
(Lorenzo Calogero)

Alla domanda: Chi siete? I nostri figli, ricchi di sapere e di conoscenza, con orgoglio, già oggi, dovranno poter rispondere: “La regione più bella del mondo”. Sempre più straordinaria, e meno sbronza. (gsc)

L’OPINIONE / Antonio Errigo: La Calabria produce e diffonde cultura in Italia e nel mondo

di ANTONIO ERRIGO – È proprio vero quando si dice che gli italiani per essere valorizzati, devono attraversare i confini nazionali e recarsi in altri Stati.

A volte si aggiunge pure la locuzione latina  estrapolata dai vangeli, “Nemo Propheta in Patria”. Senza allargare il ragionamento e volendo limitare gli ambiti spaziali alla Regione Calabria, vi pongo una semplice domanda, al solo fine di sensibilizzare il vostro pensiero riflessivo.
Siete o no convinti che la Calabria ha dato i natali a tanti e tanti, una vera e propria infinità, di persone che sono delle grandezze culturali internazionalmente riconosciuti e apprezzati? In ogni campo scientifico e delle scienze umanistiche  del sapere, sono veramente molti i Calabresi o figli di  genitori nati in Calabria, che sono a capo di realtà economiche multinazionali.
Quando un giovane Calabrese, laureato nelle migliori Università della Calabria, Roma, Pisa, Bologna, Torino, Milano, Oxford, MIT, Grambidge, Stanford, Harvard, Imperial Istitute College, ecc., con il massimo dei voti e a volte, pure con la lode, non riesce a mettere a disposizione la propria cultura universitaria in Calabria o in altre regioni italiane , giocoforza  deve guardasi attorno per rendersi conto se all’estero può investire la propria laurea conseguita con grande impegno, dedizione e sacrifici economici, per non veder vanificati i propri studi.
Così accade che i giovani laureati e plurispecializzati  Calabresi,  andranno a soddisfare la crescente domanda di cultura, molto richiesta all’estero a discapito della nostra Italia. Ogni anno non solo si registrano migrazioni di giovani laureati verso altri Stati  dell’Unione Europea, ma i nostri Ingegneri, Medici, Architetti, Chimici, Economisti, Avvocati, Giuristi d’Impresa,  Bancari, sono molto richiesti e ben pagati, in Asia, U.S.A., in tanti Paesi arabi ed extraeuropei.
A noi rimangono quando e se riescono a lavorare,  i bravi giovani diplomati che non hanno potuto continuare gli studi universitari per diversi motivi.
Le più evidenti conseguenze per l’Italia e per il Mezzogiorno in particolare, sono: l’abbassamento del livello culturale regionale, la crescita della spesa universitaria, una dequalificazione professionale, danni per la crescita economica,  scarsa competitività con i mercati esteri, abbassamento del valore tecnologico dei beni prodotti, disoccupazione ed emigrazione continua verso l’estero.
La Calabria è tra le Regioni italiane, che produce e diffonde più cultura, sia nelle Regioni del nord, che nel mondo.
Come potranno mai riscattarsi culturalmente ed economicamente, la Calabria e i Calabresi, se al Sud del Paese sono assenti ambiti industriali e sistemi di produzione  tecnologicamente avanzati, che possono assicurare  l’inserimento dei Giovani laureati e specializzati,  nel ciclo integrato, studio, ricerca, sperimentazione, produzione, commercializzazione ed esportazione?
Diffondere ed esportare cultura per la Calabria e i Calabresi, si è da più punti di vista sicuramente un orgoglio, ma sotto molti altri aspetti, si creano dannose situazioni di disparità economiche e sociali insanabili.
La cultura in Calabria certamente non manca, quello che non si è  trovato ancora il modo di creare, sono le opportunità di collocare la cultura acquisita dai giovani Calabresi in Italia ed estero,  nei diversi settori  e segmenti  industriali ad altissimo valore tecnologico a forte attrazione per i mercati esteri. (ar)

Miariantonietta Miccoli (Cambiamo RC): Servono strategie per la promozione culturale della Calabria

Mariantonietta Miccoli, responsabile del settore spettacolo di Cambiamo Reggio Calabria, ha sottolineato come «l’idea di base di rilancio socio economico del territorio calabrese sulla cultura si fonda sul solido rapporto tra economia e cultura».

«Il collegamento tra questi due concetti – ha aggiunto – è la costruzione dell’immagine identitaria della popolazione locale, una visione condivisa all’interno della società locale e trasmissibile verso l’esterno che possa attrarre capitali e incrementare la ricchezza del territorio».

«Ogni territorio  – ha evidenziato la Miccoli – possiede una visione del proprio ‘periodo aureo’. Per la Calabria, questa fase corrisponde al periodo magno greco, dalla colonizzazione fino alla romanizzazione. Le polis definivano i rispettivi territori e le loro interazioni, producevano un insieme di relazioni tra cui, quelle commerciali e diplomatiche. La riproposizione di questo modello avrebbe il pregio di creare dei territori dalle particolarità identitarie evidenti ma, al tempo stesso, accomunati da un comune background culturale. L’attuazione di una simile strategia passerebbe per la creazione di una serie di eventi compresi in un programma ciclico riproponibile su base annuale che sfrutti il tema della Magna Grecia e tutti i suoi risvolti all’interno della società calabrese».

«Il lancio di un brand Calabria legato al periodo della “Magno Grecia” – ha spiegato – può coesistere con altre forme di comunicazione turistica rivolte a target di pubblico più definiti e che interessano ambiti territoriali circoscritti, nonché itinerari turistici di tipo naturalistico. Si potrebbe immaginare un Festival internazionale della musica, dove più associazioni e formazioni musicali di vario genere si esibiscano nell’arco di almeno una settimana. Tali eventi potrebbero essere accompagnati da workshop musicali tenuti da artisti internazionali, che attrarrebbero non solo turisti, ma anche studenti da altre parti del mondo. Sarebbe fondamentale incentivare la creazione di eventi musicali durante tutto l’anno, sovvenzionando attività di interesse musicale nei teatri, nelle chiese e in luoghi caratteristici e di particolare valore storico o archeologico che consentono non solo la scoperta e lo sviluppo culturale delle città calabresi, ma anche rappresenterebbero motivo di attrazione turistica per gli avventori durante tutto l’anno».

«Per rendere fruibile a tutti l’esperienza teatrale – ha spiegato l’avvocato Miccoli – è fondamentale sollecitare il finanziamento dei teatri principali delle città, altresì di tutti quei teatri medio grandi che nello stesso tempo creano fermento culturale. In questa ottica, indispensabile appare il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche. Oltre alle stagioni stabili, che prevedono diverse tipologie di arte si potrebbe immaginare la realizzazione di una stagione teatrale caratterizzata dal legame con la Magna Grecia, con commedie e tragedie.  La pianificazione di una strategia attuativa di un simile programma passa dalla definizione di ambiti territoriali di riferimento, associandoli ad altrettante polis dell’antichità ma anche a caratteristiche peculiari dei territori come, produzioni agroalimentari tipiche improntate alla ‘sostenibilità’ della produzione e del consumo.  Basti pensare al ruolo del bergamotto».

«Al candidato presidente Roberto Occhiuto  – ha concluso la responsabile Miccoli – invieremo delle proposte concrete perché riteniamo che la cultura sia fondamentale per il rilancio del territorio di Reggio Calabria e della sua provincia. Chiederemo, anche, di appoggiare la candidatura della Locride come Capitale della Cultura 2025, che potrebbe rappresentare un momento di svolta per la cultura in tutta la Regione. Un ringraziamento particolare al Coordinatore Saverio Anghelone, che mi ha voluto nella sua squadra e mi ha dato anche la possibilità di far parte della Commissione  di Cambiamo la Calabria che in questi giorni lavora alacremente al programma da presentare a tutto il centro-destra». (rrc)