L’OPINIONE / Aristide Bava: Cultura e borghi antichi possono essere forza trainante per sviluppo del territorio

di ARISTIDE BAVACultura e borghi antichi possono diventare la nuova forza trainante per lo sviluppo socio economico e turistico dell’intero territorio. È una considerazione che diventa sempre più attendibile dopo i “movimenti” che si cominciano a registrare anche in periodi non standardizzati come quelli legati alle presenze balneari. La recente decisione di cercare di allungare la stagione estiva consentendo l’apertura degli stabilimenti marini già dal 1° maggio può infatti essere “letta” in maniera fortemente positiva guardando anche alla possibilità di garantire ai possibili forestieri quel turismo alternativo che attualmente è una risorsa costante dei territori che hanno questa possibilità, ovvero dei territori che, come la Locride, possono contare su ricchezze archeologiche, centri storici molto attraenti, una enogastronomia di qualità, arte, cultura e storia millenaria in uno con aspetti folkloristici che sono ,anch’essi, una forza trainante per il nuovo turismo.

D’altra parte è innegabile che il turismo quello vero, non può rimanere limitato a poco più di un mese all’anno, quello che, purtroppo sino a poco tempo addietro succedeva nella Locride che, negli anni passati, turisticamente parlando, poteva contare solo sul turismo balneare e si sviluppava lungo quella che era chiamata la Costa dei Gelsomini, in particolare lungo la riviera da Brancaleone a Monasterace.

Le nuove realtà del turismo possono puntare, invece, anche al coinvolgimento del retroterra che è anche sovrastato, oltre che dai centri storici interni di indubbia bellezza, da colline di conformazione diverse con  la parte montuosa  ricoperta da boschi. E, appunto, la nuova forza trainante del territorio, soprattutto  dal punto di vista culturale e  turistico è rappresentato, non solo dal mare ma anche e soprattutto  da siti di interesse archeologico e storico che  risalgono all’epoca magnogreca e romana quali  gli scavi di Locri e di Monasterace , la villa Romana di Casignana e/o del Naniglio di Gioiosa Jonica e all’epoca bizantina con punti di forza la Cattedrale di Gerace e  la Cattolica di Stilo o il Monastero di Santa Barbara di Mammola, dove è presente il Parco Museo Musaba, considerato dagli esperti uno dei più importati Musei di Arte Moderna a livello internazionale.

La Locride quindi può offrire, a parte  importanti centri balneari tra i quali spiccano Roccella, Siderno, Caulonia insigniti della bandiera blu, Marina di Gioiosa, Caulonia, Monasterace, Locri, S. Ilario, Bovalino, Ardore, Bianco e Brancaleone, insieme al “mare”, “ricchezze” che turisticamente potrebbero fare la sua fortuna. Da qualche tempo la riviera è accomunata in buona sintonia con i centri interni che anno dopo anno stanno diventando la vera attrazione del territorio e che, ancora, non sono stati adeguatamente valorizzati e quindi conosciuti dal grande pubblico.

E, non bisogna dimenticare le tante manifestazioni tradizionali che si accompagnano al periodo estivo e ad altri periodi dell’anno. Insomma ci sono tutti gli ingredienti necessari per consentire al territorio di fare il “grande salto” alla ricerca di un turismo più variegato e capace di dare spinta anche all’economia del territorio.

Si tratta di saper sfruttare meglio queste grandi potenzialità. E, a nostro avviso, questo è lo sforzo che devono fare gli organismi istituzionali cercando di cogliere al meglio con opportune strategie , possibilmente sinergiche. le grandi opportunità che offre il territorio dell’intera Locride. (ab)

Al via la seconda edizione del progetto “Cultura è sicurezza”

Il 17 aprile, all’Ite “Grimaldi Pacioli” di Catanzaro, guidato dalla dirigente Cristina Lupia, prenderà il via la seconda edizione del progetto Cultura è sicurezza, le attività formative di approfondimento sui rischi ambientali e antropici che interessano la nostra regione.

Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, spiegando come quello di Catanzaro – che coinvolgerà anche la Provincia di Crotone – è il primo della serie di incontri promossi dal Dipartimento di Protezione Civile regionale, con la proficua collaborazione dell’Ufficio scolastico regionale, di cui è dirigente generale Antonella Iunti, che coinvolgeranno tutte le province calabresi e avranno come destinatari i referenti di educazione civica e i responsabili del servizio prevenzione e protezione (rspp) di ogni Istituto del territorio.

«Il 18 e 19 aprile al Liceo scientifico “A. Volta” – ha spiegato – diretto da Marisa Monterosso, per la città metropolitana di Reggio Calabria; il 22 aprile al Liceo Statale “Vito Capialbi” guidato dal dirigente Antonello Scalamandrè, per la provincia di Vibo Valentia; il 23 e 24 aprile all’I.C. “Gullo Cosenza Quarto” diretto da Rosa Maria Paola Ferraro, per la provincia di Cosenza».

Le attività, condotte dal professor Agostino Miozzo, già direttore generale del Dipartimento di Protezione Civile nazionale, e da Domenico Costarella, direttore generale della Prociv regionale, avranno come obiettivo l’analisi e l’approfondimento di tematiche legate alla percezione, conoscenza e gestione dei rischi naturali che interessano il territorio calabrese, e vedrà  coinvolte tutte le province calabresi e avranno come destinatari i referenti di educazione civica e i responsabili del servizio prevenzione e protezione (rspp) di ogni Istituto del territorio.

«Viviamo in una regione bellissima e vulnerabile perché –  ha sottolineato Princi – fortemente esposta a rischi naturali. Da vicepresidente e donna di scuola, trovo fondamentale che gli studenti, per il tramite dei loro docenti, siano coinvolti in un percorso civico teso alla conoscenza dell’alto rischio sismico ed idrogeologico che caratterizza la nostra terra, nonché del ruolo determinante offerto dal servizio nazionale della Protezione Civile».

«Solo attraverso la conoscenza e la prevenzione – ha concluso – è possibile avere un approccio attivo nei confronti di questi fenomeni, così da ridurre la vulnerabilità e l’impatto che posso avere sulla nostra vita». (rcz)

Assocultura, Arpacal e Sigea insieme per la tutela dell’ambiente e della cultura

Mantenere e sviluppare proficui rapporti di collaborazione per lo svolgimento di iniziative e attività di ricerca, formazione e divulgazione per la conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, naturalistico e immateriale della Calabria. È questo l’obiettivo dell’accordo di partenariato siglato tra Assocultura, Arpacal (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria) e Sigea (Sistema Informativo Geografico della Regione Calabria).

L’accordo, promosso dal dott. Gaetano Osso, che ha svolto funzioni di trait d’union, è stato firmato dal presidente di Assocultura Confcommercio Cosenza Mariano Marchese, dal Commissario Straordinario Arpacal, Michelangelo Iannone e dal Presidente di Sigea, Antonio Fiore, rappresenta un passo significativo verso un impegno concreto per la tutela dell’ambiente e della cultura nella regione.

Un punto di partenza fondamentale anche in virtù delle sfide lanciate dal PNRR e da Agenda 2030 in materia di ambiente, cultura e sviluppo sostenibile.

Per il Presidente di Assocultura, Mariano Marchese, «la firma del protocollo rappresenta un passo avanti nella collaborazione tra Assocultura e le istituzioni ambientali, evidenziando la connessione profonda tra la conservazione del patrimonio culturale e la tutela dell’ambiente. La cultura, intesa come espressione della identità di un territorio, diventa così un elemento chiave nel promuovere pratiche sostenibili e responsabili».

Arpacal, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, gioca un ruolo cruciale nella salvaguardia del territorio regionale. La sua competenza nel monitorare l’ambiente, nella gestione dei rifiuti e nella tutela degli ecosistemi naturali si traduce in un impegno costante per garantire uno sviluppo sostenibile. Per il Commissario Straordinario Iannone «la tutela del territorio passa anche da accordi come questo. È in questa prospettiva che diventa un atto di responsabilità nei confronti delle generazioni presenti e future, preservando non solo gli equilibri naturali ma anche le radici culturali che ne fanno parte integrante».

Il protocollo coinvolge anche Sigea, il cui compito sarà quello di far comprendere il ruolo della tutela ambientale e la consapevolezza per la protezione della salute e della sicurezza dell’uomo, nella salvaguardia della qualità dell’ambiente naturale ed antropizzato e nell’utilizzo più responsabile del territorio e delle sue risorse.

Per il Presidente Fiore, «la sottoscrizione di questo accordo rappresenta un punto di svolta nella nostra missione di tutela dell’ambiente e promuovere la sostenibilità. Collaborare con Assocultura e Arpacal ci consente di unire le forze per affrontare in modo più efficace le questioni ambientali e culturali che riguardano la nostra amata Calabria».

L’accordo tra Assocultura, Arpacal e Sigea è il primo del suo genere non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale. Unendo le competenze di un’associazione culturale, un’agenzia ambientale e una piattaforma tecnologica, andrà a creare un quadro completo e sinergico per affrontare le sfide attuali legate alla sostenibilità.

«Oggi, più che mai, bisogna far comprendere l’importanza di cercare di contribuire fattivamente alla realizzazione dei progetti degli interventi mirati e strategici, previsti dai principi del Green Deal e da Agenda 2030, ma ancor di più con la consapevolezza di orientare le scelte strategiche verso uno sviluppo rispettoso, equo, etico, di generale e duraturo benessere – ha concluso Osso – poiché è quanto mai opportuno unire le forze buone della società civile per mirare all’unico obiettivo possibile ovvero quello di costruire un futuro ecologicamente sostenibile per le prossime generazioni per garantire un minimo di sopravvivenza al Pianeta». (rcz)

L’Università delle generazioni lancia un appello per salvare la cultura calabrese

L’Università delle generazioni lancia un appello per salvare la cultura calabrese. «La Cultura, oltre ad essere un potente attrattore turistico (e, quindi, socio-economico) – è scritto in un comunicato – è anche e soprattutto una componente essenziale ed insostituibile dell’anima e della identità di un popolo e di un territorio; ed è il mezzo migliore per dialogare con gli altri popoli. Ma quale è lo stato di salute della “Cultura calabrese”?».

Risponde Domenico Lanciano, giornalista e scrittore originario di Badolato ma esule in Molise, noto ai più per la vicenda del “paese in vendita” (1986) per salvare dallo spopolamento il natìo borgo antico e, quindi, tutti i territori euro-mediterranei a rischio desertificazione: «Chi come me segue da decenni, pure come parte attiva, la cultura regionale, non può che essere pessimista. Sebbene all’apparenza si accavallino una infinità di iniziative, a volte pure originali, di buona volontà promozionale, nella sostanza la cultura calabrese soffre di un grande disorientamento interno ed esterno. Interno perché si sta impoverendo di contenuti ed anche perché le strutture istituzionali e private (come archivi, biblioteche, musei, ecc.) soffrono grandemente e alcune, addirittura, stentano (come la Biblioteca Calabrese di Soriano) o sono chiuse. All’esterno la Calabria non riesce a farsi conoscere per come dovrebbe, poiché la maggior parte degli italiani (per non dire dei cittadini esteri) identificano la Calabria con mafia e ‘ndrangheta e altri luoghi comuni negativi, anche se tutti riconoscono che ha un bel mare e tante potenzialità. Tutto qui».

L’Università delle generazioni fa quindi appello alle istituzioni e alla società civile «affinché ci sia una vera e propria mobilitazione etica ed organizzativa allo scopo di dare slancio e consistenza ad un’azione rigenerativa della “Cultura calabrese” per superare le sfide presenti e future che l’attendono. Bisogna destinare risorse umane ed economiche-finanziarie (pure tratte dal Pnrr) per convocare gli “Stati generali” della Cultura regionale (e nazionale) per varare un piano serio di valori ed iniziative, partendo dai giacimenti culturali ancora non utilizzati ma che stanno alla base della civiltà italiana, europea ed occidentale come la “Calabria prima Italia”». (rcz)

TAURIANOVA CAPITALE ITALIANA DEL LIBRO
PARTE DA QUI LA TUTELA DELLA CULTURA

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Adesso è ufficiale: Taurianova è Capitale Italiana del Libro. Dopo Vibo Valentia, dunque, la nostra regione è tornata a essere la protagonista indiscussa di un bene universale e fondamentale quale è la lettura. Ma non solo. La vittoria della città della Piana dimostra e conferma che la Calabria non è solo ‘ndrangheta e violenza, ma è cultura, conoscenza e, soprattutto, voglia di riscatto.

Una volontà ben chiara alla Giuria del ministero della Cultura che, guidato da Gianfranco Bruni, ha scelto il progetto calabrese «perché rappresenta, per una realtà piccola – si legge nella motivazione – la strada di una crescita o addirittura una rinascita attraverso la realizzazione di infrastrutture culturali, materiali, immateriali e valoriali, capaci di irradiare i propri effetti virtuosi anche sul territorio circostante».

«La decisione è stata presa in coerenza – ha spiegato Bruni – con quello che l’Unesco definisce il valore intrinseco del settore culturale e creativo in termini di coesione sociale, capacità di generare risorse educative, benessere personale e crescita economica».

La giuria, autonoma e indipendente dal ministero, presieduta da Bruni, e composta da Incoronata Boccia, Gerardo Casale, Antonella Ferrara e Sara Guelmi, ha scelto il progetto calabrese «anche in ragione del contesto storico e geografico, l’occasione per generare un esempio di pedagogia di riscatto culturale, civile e sociale», si legge ancora nella nota.

La vittoria di Taurianova, decretata all’unanimità dalla giuria, conferma, dunque, «la vitalità culturale della nostra amata Calabria, e la voglia di crescere per abbracciare una mentalità nuova, più aperta al cambiamento, alle contaminazioni, al desiderio di evolvere; questo è ciò che provoca la letteratura e la cultura in generale», scriveva la sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo, in una lettera indirizzata al sindaco Roy Biasi.

Quella di Limardo, infatti, è la testimonianza di quanto sia stata importante, per Vibo Valentia, diventare Capitale Italiana del Libro nel 2021: «Con il progetto di Vibo Capitale italiana del Libro abbiamo creato occasioni di confronto, scambi culturali unici che altrimenti non sarebbe stato possibile neanche immaginare, ma soprattutto quanto fatto nel corso di quell’anno, ci ha consentito di dare vita a qualcosa di stabile, dal Comitato editori vibonesi (Cev) fino all’Orchestra Sinfonica della Calabria, riconosciuta come Ico dal Ministero e che oggi è un autentico faro di cultura per l’intera regione».

La vittoria della città della Piana, tuttavia, non si deve fermare solo alle congratulazioni. Se il sindaco Biasi dice che «altrove le biblioteche chiudono, a Taurianova la biblioteca riapre come segno di speranza e di risorgimento», in Calabria sono tante le biblioteche ancora chiuse.

Il caso più eclatante è quello della Biblioteca Civica di Cosenza, chiusa da tre anni e che sembra essere stata dimenticata dalla Regione. Sono stati inutili, infatti, gli appelli lanciati dal presidente dell’Accademia Cosentina, Antonio D’Elia, al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, non solo a intervenire, ma anche nel chiedere di inglobare l’istituto al ministero. Stesso discorso per la deputata del M5S, Anna Laura Orrico, che si era appellata a «tutti i rappresentanti istituzionali del territorio, al di là di ogni colore politico, soprattutto quanti sono al governo del Paese e della Regione», affinché «prendano a cuore le sorti della Biblioteca Civica sostenendone la riapertura non solo attraverso i buoni propositi ma con risposte concrete alla chiusura di un presidio di storia, cultura e identità non solo cosentina ma meridionale».

Un’azione necessaria, soprattutto se, con l’incoronazione di Taurianova a Capitale del Libro, si è creata «un’occasione per far conoscere a livello nazionale e internazionale una città piena di cultura e di tradizioni, cambiando la narrazione degli ultimi decenni e facendo emergere le opportunità positive del nostro territorio», come ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, orgoglioso per il traguardo.

Come sottolineato dalla vicepresidente della Regione, Giusi Princi, «il riconoscimento rappresenta una bellissima pagina non solo per Taurianova ma anche per tutta la Calabria perché rappresenta la strada da percorrere per la di crescita e la rinascita, non solo di una piccola realtà ma dell’intera regione».

«È il riscatto di un territorio che va oltre gli stereotipi, supportando la Calabria che ha bisogno di tutte le sue forze migliori per raccontare di sé la grande voglia di cambiamento», ha aggiunto la vice di Occhiuto, sottolineando come «ogni biblioteca che riapre riaccende le speranze e io mi sento parte della comunità taurianovese che ha affidato il proprio futuro alla cultura, all’istruzione, ai saperi».

Questo risultato, accolto con immensa gioia da Roy Biasi, non deve essere interpretato solo «come l’incoraggiamento del governo a proseguire nell’azione di riscatto che abbiamo avviato, sentendo di rappresentare in questo nostro sforzo la Calabria che vuole dare, soprattutto alle giovani generazioni, occasioni di crescita attraverso una nuova reputazione che stiamo riconquistando agli occhi del Paese», ma essere lo spunto per la Regione, prima tra tutti, per investire, ancora di più, nella lettura, nella cultura e nell’immagine di una terra ricca di eccellenze e opportunità.

Concetto ribadito dal senatore di Fi Mario Occhiuto, che ha sottolineato come la vittoria di Taurianova è «un segno tangibile del potenziale straordinario che risiede nelle nostre comunità, ricche di storia e tradizioni», e che «tutto questo dimostra, ancora una volta, che la cultura può essere davvero un motore di trasformazione e sviluppo».

Un «tributo alla ricchezza culturale della Calabria e alla sua vivace comunità letteraria, contribuendo così alla costruzione di una società più coesa e inclusiva», l’ha definita il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.

A fargli eco l’assessore regionale alle Infrastrutture, Emma Staine, sottolineando come «in questa terra di grandi contraddizioni, Taurianova sarà capace di esprimere le immense potenzialità culturali che caratterizzano la Calabria. Attraverso la promozione della lettura e la diffusione dei libri, la nostra città ha l’opportunità di valorizzare le nostre ricchezze e di trasmettere un’immagine autentica e positiva della nostra regione, troppo spesso affidata ad una narrazione carica di pregiudizi».

«Siamo fiduciosi che questa designazione – ha concluso – porterà benefici tangibili e duraturi per tutti i cittadini e ne siamo grati a tutti coloro che hanno contribuito a renderla possibile».

La rinascita della Calabria dunque, riparta anche dalle biblioteche, custodi di saperi e strumenti indispensabili per creare una società migliore da affidare alle nuove generazioni. (ams)

 

Il Rhegium Julii è un faro di Cultura con le sue presentazioni di libri

Dopo i cenacoli con Annamaria Deodato (Fili interrotti), Alfredo Focà (Le donne filosofe nella Scuola di Pitagora a Crotone), Lucia Lo Bianco (Dove gli angeli camminano di notte) e Licio Di Biase (Fronte del cuore) è stato davvero intenso il calendario di eventi realizzato dal Rhegium Julii per le settimane che precedono la Pasqua.

Il primo, la Giornata mondiale della poesia del 21 marzo che ha visto protagonista presso il Liceo scientifico Alessandro Volta il poeta Dante Maffia. Presente il biografo e saggista Marco Onofrio, il noto letterato è stato presentato, poi, al Dgies dell’Università Mediterranea alla presenza del direttore del dipartimento avv. Daniele Cananzi. Reduce dai notevoli successi di Kioto e introdotto da Giuseppe Bova, Maffia ha presentato le sue più recenti pubblicazioni: Che cos’è la poesia, edizioni Pace e Le più belle poesie d’amore di tutti i tempi, sempre per edizioni Pace.

Altri due incontri sono stati realizzati presso le scuole cittadine: il primo con uno dei più grandi poeti italiani: Aldo Nove. Il salotto letterario si è tenuto presso la Biblioteca Gilda Trisolini del Liceo classico Tommaso Campanella, presenti la dirigente scolastica Carmen Lucisano e il presidente del Rhegium Giuseppe Bova. Nell’occasione è stato presentato il libro pubblicato dall’editore Einaudi Sonetti del giorno di Quarzo.

Il secondo incontro è stato realizzato presso l’Istituto tecnico economico Raffaele Piria. L’ospite d’eccezione è stato Francesco Magris, economista, figlio del più noto Claudio, già vincitore del Premio internazionale “Città dello Stretto”. Al matinée è stato presente il poeta Aldo Nove, il prof. Fabio Aquilino e la prof. Maria Antonella Sciarrone. Nel corso dell’incontro è stato presentato il libro Al margine edito da Bompiani, un tema di portata universale che ha consentito di esplorare le diverse condizioni di difficoltà e di emarginazione che interessano varie regioni del mondo.

Infine, presso l’auditorium Francesco Perri di Palazzo Alvaro, in collaborazione con la Fondazione Falcomatà, è stato presentato il giornalista del Corriere della sera Alberto Mingardi, politologo, professore associato di dottrine politiche dell’Università Iulm, direttore dell’istituto Bruno Leoni. Mingardi ha curato un testo di Richard Cobden dal titolo Scritti e discorsi politici – Il libero scambio per la pace tra le nazioni, edito da Rubbettino. Del commento al libro si sono occupati l’economista Francesco Magris e l’avv. Giuseppe Falcomatà, presente il poeta Aldo Nove. I saluti sono stati portati da Giuseppe Bova e Rosetta Neto Falcomatà.

Alberto Mingardi è un notevole studioso dei sistemi liberisti. Il suo libro: Stato essenziale, società vitale scritto insieme all’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi è stato presentato recentemente in una sede parlamentare dal presidente Giuliano Amato. (rrc)

LOCRIDE UNA TERRA DI IMMENSA BELLEZZA
MA PENALIZZATA DA CRITICITÀ E PROBLEMI

di ARISTIDE BAVALa Locride non sarà tra le candidate finaliste al titolo di Capitale Italiana della Cultura ma rimane terra di immensa bellezza forte di un grande patrimonio storico culturale che merita di essere conosciuta, visitata e valorizzata. Anche per questo il Corsecom e tante altre associazioni di volontariato sulla base  delle linee previste dall’ipotesi progettuale legate alla candidatura, non andata purtroppo a buon fine, continueranno “senza alcuna esitazione, anzi con maggiore impegno, a lavorare per la promozione sociale, culturale e turistica della Locride”.

La segretaria del Corsecom in un documento appositamente diffuso su questo non ha dubbi e precisa che «il progetto era tecnicamente ineccepibile, metodologicamente innovativo, culturalmente ricco e carico di tutte le suggestioni che un territorio come, questo della Locride, evoca».

Da qui, dopo aver espresso  un grande e riconoscente Grazie a tutti coloro che a questo progetto hanno lavorato annuncia che  in sintonia con il Consorzio degli Operatori Turistici e il Coordinamento dei Club Service, sta seguendo un percorso che, se meglio integrato con una politica del fare e della concretezza, potrebbe dare un volto nuovo al territorio.

«Diversi  mesi fa, – dice la nota – dopo la pandemia che con i suoi effetti devastanti ha colpito pesantemente anche le diverse attività produttive si è avvertita la necessità di creare Gruppi Operativi costituiti da volontari dotati di varie competenze nei più diversi settori. Si tratta di uomini e donne provenienti da Associazioni, Consorzi, Club Service (Lions, Rotary, Kivanis, Fidapa, Ammi, Fai, Sidus club) che da tanti anni si dedicano alla valorizzazione del territorio».

Grazie a questo lavoro si è preso atto delle specificità esistenti e soprattutto  che innumerevoli Progetti ed Opere, benché finanziati, o non erano stati ancora ultimati o, se completati, non erano stati resi fruibili. Per cercare di porre rimedio a queste criticità, i Gruppi hanno creato una serie di singoli Dossier all’interno dei quali hanno raccolto dati, progetti, provvedimenti amministrativi, criticità.

Oggi la disamina di essi consente su ogni opera o servizio di avere un quadro abbastanza chiaro. In questo quadro il Corsecom evidenzia, intanto, cinque tra le tante problematiche ( circa 12) prese in esame e delle quali si riserva di dare precise notizie nei prossimi giorni. Intanto accende i riflettori su 1) “Treni Blues” ricordando che “sono stati presentati a Reggio Calabria a luglio dello scorso anno; sono treni di ultima generazione e dovrebbero entrare in circolazione nei prossimi mesi per sostituire “le storiche” Littorine; vederli circolare lungo la fascia ionica sarebbe un messaggio di modernità ed efficienza; il Gruppo che se ne interessa è in costante contatto con gli enti che sovrintendono per evitare tempi lunghi”. 2); “La pista ciclabile da Caulonia a Locri” oggetto di due i finanziamenti per circa 15 milioni di euro. Esiste un problema tecnico nel tratto Marina di Gioiosa / Grotteria Mare.

Si tratta di una vecchia idea che ha trovato realizzazione. Per i cicloamatori percorrere in tutta sicuraezza un lungo tratto della Riviera dei Gelsomini sarà esperienza di grande suggestione. Il Gruppo è in stretto contatto con i sei Comuni e sta operando affinché l’opera sia al più presto interamente completata. 3) “La Diga sul torrente Lordo”. Oltre ai benefici nel settore della distribuzione idraulica, fino al 2016 era considerata il polmone verde della Locride; era già attraversato da piccole imbarcazione solo a remi e a vela.

Era un sicuro richiamo turistico per tutto il territorio e si incominciavano a vedere i primi investimenti che avrebbero creato economia ed occupazione. A causa di una lesione che regolava i livelli delle acque e che ha reso necessario lo svuotamento della diga per essere riparata, dopo circa sei anni ancora non si è riusciti a ripristinarla. Alcuni dei volontari sono in stretto contatto con il sindaco Pasquale Brizzi Presidente del Consorzio di Bonifica molto amareggiato che avendo avuto il finanziamento sta vivendo una lunga attesa per ricevere da Roma il Progetto Esecutivo. 4) “Il nuovo complesso dell’ Istituto Alberghiero di Locri”.

Sono trascorsi circa 10 anni da quando la costruzione della nuova struttura ha ottenuto un finanziamento di circa 6 milioni di euro. Si tratta di una scuola che rappresenta già un fiore all’occhiello per il nostro territorio che  da sempre punta allo sviluppo turistico e da diversi anni presenta numerose eccellenze nel settore della gastronomia. E notizia di questi giorni che, finalmente, a breve verrà bandito la gara per affidare i lavori. 5) “La sanità ospedaliera e territoriale”. 

In questi anni- secondo il Corsecom – non si è mai voluto affrontare, con un progetto complessivo e strutturale, la varie problematiche del Settore. I due Comitati civici del Territorio, ai quali si è associato il Coordinamento di numerose Associazioni di Categoria profondamente delusi, hanno deciso di intraprendere una strategia di mobilitazione della cittadinanza per evidenziare, alle Istituzioni preposte, l’amarezza, la delusione, il disagio vissuto quotidianamente, che ha visto calpestato la dignità dei cittadini e che ha penalizzato le fasce più deboli e più bisognose costrette ad affrontare enormi disagi per cercare in qualche modo di curarsi.

La considerazione finale della struttura del Corsecom è che «in un momento in cui tutti gli indicatori nazionali e internazionali più autorevoli danno per aumentato sia il divario Nord/Sud sia la conseguente drammatica emigrazione dei nostri giovani, resta l’augurio  che da parte di tutti gli attori, a partire dal singolo cittadino fino ai pubblici amministratori locali e regionali nonché alle rappresentanze parlamentari possa partire  finalmente un moto per il rilancio di una terra tanto ricca di risorse materiali e immateriali che attendono solamente  di essere valorizzate e sfruttate ma ovviamente serve anche mettere mano alla soluzione dei problemi più impellenti che la Locride si porta appresso». (ab)

 

REGGIO – L’assessore Calabrò: Confermato contributo ministeriale per attività culturali e spettacoli dal vivo

Al Comune di Reggio Calabria è stato confermato il contributo dal ministero della Cultura finalizzato agli spettacoli dal vivo. Si tratta di quasi 500 mila euro, per «favorire attività di spettacolo dal vivo finalizzate ad assicurare l’inclusione sociale, il riequilibrio territoriale e la tutela occupazionale, nonché a valorizzare il patrimonio culturale attraverso le arti performative nelle aree periferiche del Comune capoluogo della Città Metropolitana», ha spiegato l’assessore alle Politiche Culturali, Irene Calabrò.

«Il Governo, ancora una volta, riconosce la bontà dell’azione portata avanti dalla nostra amministrazione», ha detto Calabrò, spiegando come «questo ultimo riconoscimento segue quelli degli anni precedenti sui Fondi unici per lo spettacolo, riservati a ridare ossigeno alle realtà di settore provate dalla stagnazione del comparto dovuta alla pandemia».

«Già lo scorso anno – ha ricordato – diversi sono stati gli spettacoli, in particolare nelle aree periferiche, che hanno animato il nostro territorio, sia nel periodo estivo che in quello natalizio. La conferma del finanziamento ci consentirà di ripetere quest’anno, seppure in forma più ridotta, le attività già previste nel 2022. È, dunque, una riprova dell’ottimo programma messo in campo e perfezionato dagli Uffici di Palazzo San Giorgio, seguendo quelle che sono le linee di mandato del sindaco Giuseppe Falcomatà portate avanti, in maniera egregia, dal sindaco facente funzioni Paolo Brunetti».

«Nello specifico – ha proseguito Calabrò – i beneficiari saranno individuati tra gli organismi finanziati nell’ambito del Fus, ovvero tra gli organismi professionali operanti nel settore dello spettacolo dal vivo da almeno tre anni, come risultanti dagli oneri versati al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo. Nell’assegnazione delle risorse, dunque, terremo conto delle caratteristiche proprie del progetto con riferimento al radicamento dell’iniziativa sul territorio e alla qualità artistica del progetto da realizzare; della congruità economica e della coerenza delle voci di spesa e del costo complessivo del progetto rispetto alla proposta artistica; del perseguimento della finalità di inclusione e coesione sociale nelle aree di intervento e rivitalizzazione sociale e culturale del contesto urbano di riferimento e impatto socio economico sul territorio del progetto».

Non mancheranno, poi, i criteri di “sostenibilità del progetto”, «dove ricopriranno un ruolo determinate le possibili ricadute socio economiche sull’area interessata, anche in termini di connessione con il patrimonio culturale».

«Insomma – ha concluso l’assessora alla Cultura – continuano ad aprirsi nuove ed importanti opportunità per la città, con un ruolo di rilievo assegnato alle periferie di un territorio vasto come quello di Reggio Calabria. L’iniezione di risorse affinché tutti possano beneficiare di adeguate attività di spettacolo, offre l’opportunità di far crescere il tessuto economico e produttivo dell’hinterland, valorizzando i luoghi e le professionalità locali. Noi, siamo ovviamente pronti a raccogliere questa rinnovata ed avvincente sfida».

ARTE E CULTURA ATTRATTORI DI TURISMO:
SERVONO RISORSE UMANE E FINANZIARIE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Arte, cultura e cinema. Sono i tre ingredienti fondamentali su cui la Calabria può puntare per il rilancio del turismo. D’altronde la Calabria, come è stato più volte ribadito, è ricca di arte, luoghi d’arte e, sopratutto, di luoghi che si prestano a essere set naturali per tantissimi film.

Cosa che è già avvenuta con numerosi film, tra cui si deve ricordare quello sull’abate Gioacchino da Fiore, dal titolo Il Monaco che vinse l’Apocalisse con la regia di Jordan River e prodotto dalla Delta Star Pictures, sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Calabria Film Commission. Il film, infatti, è stato girato – oltre che a Cinecittà e in diverse location del Lazio – al Castello di Oriolo, al Castello Federiciano di Roseto Capo Spulico, nel canyon di Civita, nelle piccole ‘Dolomiti’ di Frascineto, al fiume di San Sosti nel Parco Nazionale del Pollino, sull’antico ponte di Annibale di Scigliano, nella Cattedrale di Cosenza, ai Calanchi di Cutro, alle grotte di Pietrapaola e Zungri e, ovviamente, a San Giovanni in Fiore.

Un film dunque, che farà vedere a tutto il mondo le bellezze naturali della Calabria e, chissà, magari farà venire voglia di arrivare in Calabria – aerei e treni permettendo – per ammirare dal vivo luoghi che hanno una lunga storia da raccontare non solo attraverso una pellicola. Il film sull’abate è solo un esempio, perché in realtà sono numerosi i film che sono stati girati in Calabria, come A Ciambra diretto da Jonas Carpignano, Una femmina di Francesco Costabile, Anime nere di Francesco Munzi, di cui alcune scene sono state girate nella Locride.

Insomma, la Calabria ha tutte le potenzialità per essere attrattiva per il circuito cinematografico e, sicuramente, la costruzione degli Studios di Lamezia Terme aiuteranno non poco su questo frangente. Lo ha detto anche il presidente della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, in un’intervista a L’Altro Corriere Tv: «Come si può immaginare, gli Studios  sono un’opera importante che porrà la Calabria al centro di grandi produzioni e farà della nostra regione un laboratorio permanente».

«Stiamo raccogliendo adesioni e interesse da tutto il circuito cinematografico che conta e questo mi fa immaginare che la Calabria, proprio perché sa essere un set naturale, potrà avere grandi ricadute sul piano turistico dalla integrazione virtuosa tra arte, cultura e cinematografia».

Ma in Calabria non c’è solo il cinema, il mare e le montagne. Ci sono anche i Musei, custodi di inestimabili tesori archeologici che sono stati trovati e che ancora si possono rinvenire, vista la storia millenaria del territorio. A questo proposito, la direttrice del Museo dei Brettii e degli Enotri, Marilena Cerzoso, ha detto che «se dovessi iniziare a scavare, lo farei da Cosenza. Paradossalmente Cosenza da un punto di vista archeologico è poco conosciuta, ma questo per una questione di occupazione dello stesso sito nel corso del tempo. Il caso Cosenza è un caso di archeologia urbana, però mi piacerebbe molto approfondire gli studi. Cosenza necessita di una maggiore conoscenza».

Ma, tralasciando la parte archeologica, c’è un problema più grosso da affrontare, ossia quello del personale. «Noi abbiamo poco personale, ma facciamo i salti mortali. Poi ci sono anche i problemi di ordine finanziario: un museo non si mantiene con il biglietto d’ingresso», ha ribadito la Cerzoso.

Un concetto che è già stato affrontato anche da Calabria.Live, parlando della situazione precaria e di abbandono in cui si trova il Parco e Museo Archeologico di Monasterace, o dei pannelli informativi ormai sbiaditi dal sole al Museo e Parco Archeologico di Locri. Problematiche che nascono in primis dalla mancanza di fondi e, poi, da quella del personale. Anche il prezzo del biglietto sicuramente non aiuta. Far pagare 4 euro l’ingresso al Museo di Locri o a Monasterace significa sminuire il valore del Museo stesso, di chi ci lavora e di chi ha lavorato riportando alla luce i preziosi reperti che, oggi, tantissimi turisti – calabresi e non – possono ammirare. Così come fa storcere il naso pagare solo otto euro l’entrata al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, la casa dei Bronzi di Riace che hanno celebrato i 50 anni dal loro ritrovamento, quando per entrare a Castel Sant’Angelo ne servono 15, e senza guida.

Fa irritare ancora di più che per visitare il meraviglioso Parco Archeologico di Sibari – che a quanto pare si spera di far diventare Patrimonio Unesco, così dice il sottosegretario Vittorio Sgarbi – si paghi soltanto cinque euro.

Non è possibile che, nel 2022, si parli di figli e figliastri per la cultura. Non si può parlare di musei di serie A e B. È sicuramente ingiustificata questa svalutazione dei Musei.

E fanno rabbia le parole del ministro della Cultura, Giuliano Sangiuliano che ha dichiarato: «se una cosa ha un valore, deve anche essere un po’ pagata». I reperti della Calabria, dunque, hanno un valore inferiore, dato che il biglietto si paga così poco?

C’è da dargli ragione, tuttavia, quando ha affermato, intervistato da Pietro Senaldi nel corso della kermesse milanese di Fdi,  che «se rendessimo gratuiti i musei sviliremmo il nostro patrimonio». Il patrimonio culturale si svilisce nel momento in cui alcuni Musei sono abbandonati dal Governo e dal Ministero stesso, lasciandoli in balìa di se stessi.

Fortunatamente, la Regione Calabria è venuta in soccorso della rete museale calabrese, stipulando lo scorso novembre una joint-venture” con l’Icom, il Comitato Italiano dell’International Council of Museums, la più qualificata associazione internazionale di settore.

L’obiettivo è chiaro: promuovere le strutture museali che, come ha evidenziato la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, hanno delle «enormi capacità attrattive».

«È chiaramente un nostro obiettivo – ha evidenziato Princi – quello di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale regionale, in una logica di partenariato con altri soggetti pubblici e privati, come in questo caso Icom, mediante nuovi approcci culturali volti ad ampliare la partecipazione dei cittadini e a rafforzare l’attrattività turistica degli istituti e luoghi della cultura a livello nazionale ed internazionale, concorrendo allo sviluppo economico del territorio».

Un obiettivo che non è irraggiungibile, anzi. Realizzabile, se si spendono bene le risorse nella regione e non altrove, se si fa una seria campagna di marketing del territorio e scegliendo bene gli “ambasciatori” che possono parlare e far scoprire al mondo le bellezze della Calabria.

Un esempio? Le tante celebrità che, dopo gli eventi a Reggio, hanno fatto visita al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, condividendo sui propri profili la foto con i Bronzi di Riace. Il risultato? Un boom di visualizzazioni. I Bronzi che compaiono ovunque. Immaginiamo la stessa cosa per tutti i luoghi e i tesori della Calabria. Il risultato sarà straordinario, come lo è la Calabria. (ams)

Cultura, la Regione finanzia oltre 170 attività ed eventi sul territorio

Saranno 50 gli “Eventi di promozione culturale” e 121 le “Attività culturali 2022” che riceveranno fondi dalla Regione. È quanto ha stabilito la Giunta regionale, guidata da Roberto Occhiuto, destinando ulteriori risorse per finanziare tutti gli eventi e le iniziative organizzati dai Comuni e dalle associazioni sul territorio calabrese.

«La Giunta, con un’iniziativa chiara e forte, ha deciso di riservare ai Comuni e alle associazioni importanti risorse per eventi e attività culturali organizzati nel territorio calabrese. Un gesto di attenzione da parte del governo regionale nei confronti delle nostre comunità, della cultura calabrese, delle tradizioni. La Calabria cresce e diventa attrattiva per investitori e turisti solo se riesce a valorizzare – anche dal punto di vista economico – le proprie eccellenze, le specificità dei territori, la storia di una Regione ricca di opportunità», ha sottolineato la vice presidente della Regione Calabria, Giusi Princi.

«In più occasioni abbiamo affermato che il settore cultura necessitava di attenzioni costanti e consistenti, sia in termini di programmazione, sia di sostegno finanziario – ha aggiunto Princi –. Riuscire non solo a ufficializzare le graduatorie dei due avvisi dedicati ad eventi storicizzati ed attività culturali 2022 in poco meno di due mesi dalla pubblicazione dei bandi, ma anche ad individuare ulteriori risorse per lo scorrimento delle relative graduatorie, è la migliore dimostrazione della concretezza ed efficienza che deve contraddistinguere la nostra azione di governo anche nel garantire importanti ricadute sui territori, tanto in termini di indotto economico agli operatori di settore quanto di diffusione della cultura». (rcz)