di GIUSI PRINCI – Tra giugno e luglio si raccoglie il grano, vero oro dei popoli, lo si accatasta, si fanno i conti, e poi si valuta che stagione è stata. Mi piace associare in senso figurato la raccolta nei campi alla chiusura d’anno scolastico, al termine degli esami di maturità e di tutto il lungo percorso di formazione e istruzione che li precede.
Nonostante anni connotati da stravolgimenti di ogni tipo dettati da una pandemia devastante, in una terra già difficile quanto ricca di potenzialità quale è la Calabria, il raccolto quest’anno è stato più che soddisfacente: i ragazzi della nostra terra svettano in cima a tutte le classifiche d’Italia, grazie ai loro risultati alle prove di maturità che giungono al termine di un ciclo di studi probabilmente tra i più impegnativi di sempre.
È un risultato che ripaga. Dietro i risultati che racconta la tabella delle percentuali, so per certo che c’è una scuola che non si è arresa, come Istituzione, alle avversità contingenti; c’è un lavoro durissimo e qualche volta poco conosciuto di docenti eccezionali; c’è soprattutto la resilienza di un popolo, quello calabrese, che ha saputo da sempre fare di necessità virtù con la sua operosità e il suo ingegno. Lo so per certo perché provengo dal mondo della Scuola e ho potuto constatare nella quotidianità come l’articolazione di un percorso virtuoso faccia inevitabilmente esplodere la ricchezza dei nostri ragazzi, che si impongono poi nelle università e nelle professioni. Creare condizioni di studio ottimali qui in Calabria è un aspetto centrale del mio mandato, come mi è stato chiesto dal Presidente Roberto Occhiuto sin dal primo giorno d’insediamento, affinché il capitale umano che finora abbiamo esportato possa invece rientrare in Calabria ed essere volano di una Calabria diversa, migliore.
Qualcuno, a cui è caro un certo fatalismo che spesso ha ingabbiato le nostre grandi qualità, dirà che si tratta soltanto di un sogno. Ritengo che i sogni restino tali a vita se nessuno prova a realizzarli. Noi ci proviamo. Il nostro obiettivo è di creare già ora i presupposti, le condizioni strutturali, perché i ragazzi non fuggano via dalla Calabria, perché finisca quell’esodo autunnale caratterizzato da pullman, treni e aerei che partono dalle nostre città carichi di speranze per fare tappa altrove. Una fotografia che intendiamo cancellare dall’immaginario collettivo delle famiglie di Calabria, ormai abituate e rassegnate a questo.
La Giunta Occhiuto vuole infatti arrestare lo stillicidio attraverso il quale le nostre migliori menti devono allontanarsi da questa regione; al tempo stesso, intendiamo richiamare già adesso i migliori giovani che si stanno distinguendo lontano da qui per un riscatto sociale, culturale e professionale meritato.
Perché i nostri ragazzi meritano di poter contribuire a fare del nostro futuro una realtà degna di essere vissuta pienamente. Scuola, dunque, che va intesa come vero ascensore sociale. Il risultato che pone la Calabria al vertice delle performance agli Esami di Stato non è estemporaneo e non è frutto di improvvisazione o di errori di calcolo. Parte da lontano ed è il risultato di un intero ciclo di studi; tant’è che quest’anno più che mai, dato che è pesato nella conta per il 50% è il credito scolastico accumulato nel triennio finale.
L’esame non ha fatto che confermare un dato facile da prevedere. Allora un plauso al nostro oro, al nostro grano, ai ragazzi e alle loro famiglie, ai docenti, a tutti coloro i quali credono nel lavoro e lavorano per l’Istituzione Scuola. Un plauso per tutti i calabresi che pensano ancora che il valore della cultura sia un investimento importante. Noi non staremo solo a guardarli, saremo al loro fianco. (gp)