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Lella Golfo: Voglio aprire in un bene confiscato in Calabria un Centro per donne vittime di violenza

Lella Golfo: Voglio aprire in un bene confiscato in Calabria un Centro per donne vittime di violenza

Aprire, in Calabria, in un bene confiscato, un centro in cui le donne in difficoltà e/o vittime di violenza dopo la denuncia non ritornino nel loro luogo di appartenenza ma, siano protette e sostenute. È il sogno che Lella Golfo vuole realizzare con la sua Fondazione Bellisario.

Una volontà che è stata resa «istituzionale» nel corso della serata in cui ha ricevuto, a Reggio, il Premio Muse dall’omonima Associazione, dopo le mancate risposte fatte dalla Golfo, in maniera informale, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Quello che Lella Golfo vuole realizzare è un centro che dia supporto anche «con l’apprendimento di attività lavorative ed artigianali, creando, così, uno scudo a lungo termine fino a quando la donna non abbia superato i suoi traumi anche psicologici,  lontana anche dal posto in cui ha vissuto violenze».

«Ho dato tanto alle donne – ha continuato la Golfo – basti pensare in tempi non sospetti i corsi professionali tenuti per le donne Afghane: andai personalmente io a prenderle -dice la Golfo- ne volevo 100 ne trovai 60. Oggi mi spiace che la comunicazione non si ricordi anche di me come donna che è stata la prima, in Europa a portare aiuti attivi e fattivi in Ucraina all’indomani dello scoppio della guerra. Il Premio Muse, in questo periodo e contesto, mi inorgoglisce perché parte dalla mia terra che non ho mai dimenticato ed a volte il proprio territorio si dimentica di coloro i quali hanno fatto qualcosa per rianimarlo e per questo ringrazio il presidente Giuseppe Livoti ed il direttivo».

«La Fondazione che presiedo – ha spiegato – è un network di energie e competenze, una lobby del merito, una rete di dialogo e confronto, un gruppo solidale e unito, che condivide attività e iniziative per costruire un Paese a misura di donne e di crescita. Un progetto dedicato alle donne, network dalla capacità di cogliere sempre il senso del presente, intraprendendo battaglie per il merito con estrema concretezza».

«Il coraggio di osare, la sfida perché le donne raggiungessero i vertici – ha detto ancora – ma anche perché diventassero autentiche protagoniste delle loro professioni e delle loro vite è stato il faro che ha illuminato il cammino della Fondazione. Se oggi le donne sono sempre più presenti nei gangli vitali del sistema economico e politico, in Italia come in Europa, il merito non è solo dei loro talenti finalmente riconosciuti ma anche di associazioni come la Fondazione Bellisario che hanno lavorato con serietà e dedizione per quest’obiettivo fondamentale».

«Il 28 giugno 2011 – ha concluso – il Parlamento italiano approvava la legge Golfo Mosca, che imponeva quote di genere nei consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società quotate in Italia: questa la mia vittoria con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 12 agosto 2011, mentre oggi il Parlamento Europeo sta analizzandola proprio per attivarla in tutta Europa. Dunque un premio che arriva in un momento importante della mia vita».

Quello svoltasi nel Cortile delle Muse, dunque, è stato «un altro momento importante», come ha evidenziato il presidente Livoti.

L’assessore regionale alle Politiche Sociali, Tilde Minasi, in apertura de I notturni de Le Muse, ha evidenziato come il sodalizio reggino «ancora una volta rappresentino in Calabria un atto di coraggio, poiché sempre liberi e in autogestione in 22 anni di attività hanno caratterizzato un nuovo modo di fare cultura rinnovando anche il dialogo con il pubblico e la scelta di Lella Golfo fa proprio capire come il premio ha una ragione di senso importante soprattutto se valorizza una donna che ha fatto tanto per le donne».

Una serata ricca di momenti e di buoni sentimenti, dunque, che ha visto anche la presenza del sindaco di Cariati Filomena Greco. Un mix di arte, moda e letteratura prima della cerimonia di consegna del premio, che si è aperto con l’omaggio, a un mese dalla sua dipartita, di Ettore Pensabene, «mente identitaria della Calabria per il teatro sin dagli anni ’70».

Per l’occasione, il figlio Luca Pensabene insieme all’attrice Maria Marino hanno recitato “Colapesce e Filomena” scritto da Ettore grande appassionato di miti e leggende alla scoperta del mondo femminile, in dialetto arcaico. Ed ancora, un mix di fashion style con la stilista del cappello Ketty Turano, la quale ha realizzato per l’occasione dei look che identificano le donne nel loro ambiente lavorativo tra colori fluo e composizioni, in una visione storica ed al tempo stesso contemporanea. Ed ancora letture interpretative collegate all’essere donne oggi con il supporto attivo e fattivo delle attrici Clara Condello ed Emanuela Barbaro(rrc)