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Piazza De Nava

L’OPINIONE/ Pasquale Imbalzano: Sui lavori a Piazza De Nava un silenzio assordante dalla Soprintendenza

di PASQUALE IMBALZANO – Il dibattito che si è sviluppato nella pubblica opinione cittadina, intorno ai lavori di restauro della storica Piazza De Nava, sita in uno degli angoli suggestivi  della Città dello Stretto, e che vede confrontarsi, da un lato, i sostenitori (a dire il vero pochi) della completa demolizione e quasi integrale mutilazione del complesso statuario e, dall’altro, chi ha invece espresso l’esigenza di ristrutturare l’agorà conservandone il patrimonio storico e tutelando i canoni estetici a cui è ispirata, ci stimola, oggi, ad assumere una posizione netta rispetto alla necessità di difendere, per come espresso da larga parte della cittadinanza, questo angolo monumentale di Città, provvedendo ad un restauro che attualizzi il contesto senza cancellare la memoria storica e conservandone i medesimi  canoni estetici del luogo.

In questo senso, il dibattito  sui social media che vede, nel reciproco rispetto delle divergenti opinioni, una maggioranza schiacciante di cittadini a favore dell’intervento di natura conservativa della monumentale agorà De Nava, già di per sé deve indurre la Soprintendenza della Calabria ad assumere un atteggiamento dialogante verso tutti coloro che hanno a cuore l’idea del miglioramento delle condizioni di fruibilità del luogo, senza intaccarne gli aspetti di memoria storica ed estetica di cui esprime validissima testimonianza.

Tuttavia, lascia a dir poco perplessi assistere ad un atteggiamento di pregiudiziale silenzio da parte di questa articolazione territoriale del Mibact, rispetto al sentimento in larghissima parte espresso dalla cittadinanza, atteso che, se è vero come è vero che nel recente passato altre importanti infrastrutture pubbliche della Città sono state fatte oggetto di interventi della Soprintendenza di tutela storica (vedi lo stop al progetto esecutivo di ristrutturazione con demolizione del manufatto in c.a. del Lido Comunale Genovese Zerbi), non si comprende il motivo per il quale quello stesso criterio non possa serenamente essere applicato al progetto di restauro del luogo, modificando il progetto preliminare esistente e conservando l’originaria impronta artistica della Piazza.

Non vorremmo che insista sul tema dell’acclarato rifiuto al dialogo di cui abbiamo appresso nei giorni scorsi, da parte della Soprintendenza, con i sodalizi aventi finalità sociali e la cittadinanza tutta, il prevalere di interessi eminentemente economici che rischierebbero di svilire il senso di appartenenza del civis, rispetto al contesto in cui vive per riflesso dell’imposizione di un progetto e di una realizzazione che, di restauro, non contiene nulla e che lo allontanerebbe da quel luogo, sortendo l’effetto opposto.

Orbene, proprio per non alimentare malevoli deduzioni tra i cittadini e per smentire il noto brocardo politico di andreottiana memoria “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, compito della Soprintendenza è quello di riprendere il cammino del confronto con i sodalizi e la comunità cittadina che hanno a cuore la bellezza di quel luogo, al fine di giungere ad una soluzione architettonica di restauro che soddisfi quel sentimento di conservazione democraticamente espresso. (rrc)

[Pasquale Imbalzano è dirigente e esponente politico di Coraggio Italia]