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Emilio Errigo

L’OPINIONE / Sicurezza economica e legalità in Calabria, di Emilio Errigo

di EMILIO ERRIGO – Salvatore Valitutti,  meridionalista, docente universitario, giurista e politico italiano, nacque a Bellosguardo (Sa) il 30 settembre 1907. In un suo saggio dal titolo alquanto significativo, “Dalla Società Impreventiva alla Società Preventiva”, pubblicato mese di aprile del 1983, nella la Rivista giuridico-sociale bimestrale “L’Eloquenza”, ebbe a scrivere che il modo più efficace per prevenire il crimine è quello di assicurare a tutti i cittadini l’intera possibilità di partecipare  a tutte le opportunità sociali, osservó che non c’è tanto bisogno che il Governo elabori nuovi programmi, quanto vi è necessità che la Nazione generi nuova forza di volontà.

Se in Italia a Suo dire e argomentare, lo sforzo del governo, pur se ripetuto e prolungato nella lotta al crimine, appare sempre più vano e velleitario, vista e considerata la realtà imperante e crescente del delitto, non rimane che il rimedio sulla via delle azioni concrete  generanti nuova forza di volontà.

La sintesi ora riportata dello scritto del Valitutti, parrebbe voler suggerire ai governi che si alternano ad amministrare il nostro Paese, soluzioni innovative ad alto rendimento preventivo del crimine,  ancora e valga il vero, molto presente e dominante nelle aree territoriali più meridionali d’Italia. 

Che fare ci si chiede la persona benpensante? A seguire i consigli del nostro, si potrebbe  attuare il modello più universale e conosciuto dai più, ricorrere agli atti di straordinaria buona volontà.

L’assunto deduttivo del pensiero del già Consigliere di Stato, Salvatore Valitutti è questo: «se vuoi attenuare la presenza del crimine e alleggerire la presenza dei malavitosi in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia e aree regionali complesse, occorre garantire a tutti una migliore qualità della vita, rendendo possibile l’accesso al reddito non di cittadinanza come avviene oggi, ma dal reddito onesto da lavoro dipendente o autonomo, che permetta a ogni cittadino abile al lavoro o con ridotte capacità lavorative, di occupare il tempo libero da inoccupazione o disoccupazione, con l’impegno giornaliero nel lavoro civilmente e socialmente utile alla Comunità Territoriale nella quale ha la residenza, domicilio o dimora. Non mi convince affatto il constatare che migliaia di individui uomini e donne, debbano oziare  nell’indifferenza col rischio incombente di essere reclutati dalla multinazionale del crimine, che al Sud gode ancor di ottima salute, mentre tonnellate di rifiuti solidi urbani, tossici, nocivi e pericolosi per la salute e igiene pubblica, giacciono in vere e proprie discariche abusive dormienti,  lungo le fiumare, le strade, sotto i ponti e aree contermini della Provincia di Reggio Calabria».

Il lavoro se è un diritto costituzionale deve essere garantito e ove necessario e urgente, reso  obbligatorio. Se è vero come è vero, che il lavoro crea felicità è benessere, facendo diventare tutti più buoni, tolleranti e giusti, (vedi Rapporto ILO) non occorre indugiare nell’attuazione delle azioni di buona volontà politica e lasciare soli la Magistratura e le Forze di Polizia,  a fronteggiare con enormi sacrifici e rischi personali,  e conseguenze penali e civili del dolce far niente.   (ee)

[Emilio Errigo docente all’Università della Tuscia, è generale in aus. della Guardia di Finanza]