di UGO BIANCO – La riforma della pubblica amministrazione rappresenta uno dei principali obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Attraverso nuove norme e procedure amministrative si sta cercando di affermare la riorganizzazione dell’apparato amministrativo pubblico. Un sistemi di gestione antiquati, e con scarsa capacità di rigenerarsi ed adeguarsi alla modernità in autonomia. Possiamo riassumere in tre punti principali la genesi di questa riforma.
In primo luogo, possiamo parlare del concetto di “Accesso” per spiegare come si è voluto rendere più snello ed efficace l’iter di selezione del personale. Sul piano attuativo hanno preso corpo dei criteri di reclutamento veloci ed efficaci capaci di creare un contenitore di informazioni sull’intero capitale umano. In secondo luogo, parliamo di “Buona Amministrazione” per definire la semplificazione delle norme e delle procedure in materia di approvazione dei progetti per gli impianti di riciclo, per le energie rinnovabili e per le infrastrutture digitali. In terzo luogo, la “Digitalizzazione” che ha stabilito i criteri per la nascita di una piattaforma idonea alla selezione del personale con l’obiettivo di costituire un aggregato di competenze.
In questo contesto sono chiamati a ricoprire un ruolo di primo piano regioni, province, comuni insieme ad altri enti territoriali a cui verrà affidata una cospicua somma di denaro nell’ambito delle risorse stanziate dal Pnrr. Sono 66,4 mld destinati agli enti territoriali. Alla Calabria ne verrà stanziata una parte, ma bisogna fare presto nella predisposizione dei progetti e dare centralità a nuove politiche locali. Almeno per quanto riguarda i vari settori della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici come la sanità, la scuola, la viabilità ed infrastrutture che favoriscono gli scambi commerciali.
Il vero nodo da sciogliere è avere più disponibilità di risorse umane ad alta professionalità, capaci di mettere in campo strategie e progetti efficaci a grande impatto socioeconomico. Ma come ben sappiamo, gli enti territoriali, singolarmente, non dispongono di risorse e personale con competenze specifiche da destinare alle opportunità del Pnrr. Proprio su questa criticità, bisogna fare una riflessione e pensare ad un nuovo modello organizzativo capace di migliorare la pianificazione e gestione delle risorse.
Credo sia necessario un modello organizzativo basato sulla partecipazione e la condivisione di più enti, vicini tra loro, con le stesse caratteristiche strutturali, culturali e sociali, che diano vita ad una co-programmazione green, capace di creare un valore aggiunto allo sviluppo della nostra terra. Solo così sarà possibile traghettare la Calabria verso una nuova stagione di politiche sociali più eque, sistemi produttivi più sostenibili e una pubblica amministrazione più efficace ed efficiente al servizio dei cittadini e del progresso. (ub)
[Ugo Bianco è dirigente nazionale Associazione Nazionale Sociologi]