«Nonostante le ore difficili che hanno seguito la lettura del dispositivo di sentenza che ha condannato Mimmo Lucano a 13 anni e 2 mesi, oggi possiamo dire che Domenico Lucano non è solo», si legge in una nota del movimento Un’altra Calabria è possibile.
«Tutta l’Italia sta rispondendo al nostro appello per la costruzione di mobilitazioni democratiche in concomitanza con l’iniziativa a Riace» continua la nota del movimento, che ha illustrato le varie iniziative, che partono da Milano fino ad arrivare a Napoli, coinvolgendo anche Pisa, Firenze e Bologna. A Riace, poi, alle 16, al’Anfiteatro, andrà in scena Riace Social Blues, che ripercorrerà la storia del borgo «che ha fatto la rivoluzione».
Anche don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha sottolineato che «occorre equilibrio e misura».
«Ero con Mimmo Lucano a Riace nel 2004 – ha spiegato – quando iniziò la sua straordinaria esperienza di sindaco, ho continuato idealmente a esserlo anche durante le vicende giudiziarie, culminate oggi con la condanna a 13 anni di carcere: sentenza pesantissima di cui attendiamo di conoscere le motivazioni».
«Le leggi, non si discute, vanno rispettate, ma viene da chiedersi – ha sottolineato don Ciotti – di quali reati possa essersi macchiato Mimmo per meritare una simile condanna. Se le violazioni sono state commesse per facilitare l’accoglienza, senza tornaconti personali, sarebbe forse il caso di usare un minimo di riguardo».
«Si ripropone qui – ha proseguito – il contrasto che sin dai tempi antichi, valga su tutti l’esempio di Antigone, si è prodotto a volte tra le leggi dei codici e le leggi della coscienza».
«Ciò detto, e ribadita la mia umana vicinanza a Mimmo e alla sua compagna, mi auguro – ha concluso don Ciotti – che al netto degli incidenti giudiziari non si disperda il prezioso patrimonio sociale e culturale rappresentato dall’esperienza di Riace. Modello pionieristico di un’accoglienza capace di conciliare dignità, lavoro e sicurezza a beneficio di tutta la comunità».
Don Ciotti si augura «che, al netto degli incidenti giudiziari, non si disperda il prezioso patrimonio sociale e culturale rappresentato dall’esperienza di Riace».
Anche Antonio Tajani, in un’intervista a Anch’io, si è espresso sulla condanna di Lucano: «noi come Forza Italia siamo da sempre garantisti, abbiamo sempre detto che c’è un problema della giustizia penale e civile e che bisogna andare al di là della riforma Cartabia».
«Finché uno non è condannato in terzo grado è innocente – ha concluso – per Forza Italia è sempre stato così. La riforma della giustizia serve per avere nel nostro paese un sistema più equilibrato».
A Giornale Radio Rai, Luigi D’Alessio, procuratore di Locri, ha rivelato che «non è che io sia soddisfatto di tutti questi anni che il tribunale ha comminato. Noi ci eravamo tenuti sui minimi di legge possibili. Il Tribunale gli ha dato ben di più».
«Le sentenze – ha aggiunto d’Alessio – non si commentano. Bisogna leggere le motivazioni, ma evidentemente la nostra ricostruzione non era così folle. Umanamente mi dispiace per Lucano, ma è stato riconosciuto l’impianto accusatorio».
«Le sentenze e le imputazioni non si fanno con il consenso pubblico che si ha – ha concluso –. C’è stata molta superficialità in queste valutazioni che mi sono portato sulle spalle».
A Porta a Porta, il segretario del Pd, Enrico Letta, in merito alla sentenza di Lucano, ha dichiarato che «credo he qui si dia un messaggio terribile, pesantissimo, un messaggio che io credo alla fine farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura, sono molto colpito».
«Quello che è successo è incredibile: il raddoppio rispetto a quanto chiesto dal pm, non so quante volte capita. Io sono esterrefatto per quanto accaduto, esprimo solidarietà e vicinanza».
Anche Francesco Boccia, deputato Pd e responsabile Enti Locali della Segreteria nazionale, nel corso di un suo intervento elettorale a Cittanova, ha espresso la sua «solidarietà a Mimmo Lucano e vicinanza umana».
«Siamo in uno Stato di diritto – ha concluso – e abbiamo il dovere di rispettare le leggi e le istituzioni. Ci saranno il secondo e il terzo grado e Mimmo Lucano si difenderà e noi gli saremo accanto. Ma strumentalizzare la sua vicenda umana per ragioni politiche è cinico e vergognoso. La Calabria vuole il riscatto. La Calabria non vuole più i conflitti che amano e cercano Salvini e De Magistris».
La sardina Jasmine Cristallo, che ha riferito su Facebook che sarà a Riace, ha sottolineato che «non è stato condannato un uomo, è stata condannata una Storia», oltre che «c’è una questione morale nella magistratura ed è un’emergenza».
Il senatore e presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, su Facebook ha ribadito che «le sentenze si rispettano. Questo non significa, però, che non si possano discutere».
«Mi auguro, dopo la condanna di ieri a Lucano – ha scritto – che per tutto il sistema dell’accoglienza venga usato lo stesso metro applicato con l’ex sindaco di Riace nel formulare le sentenze. Anche perché, come leggiamo dai commenti di chi lo conosce bene, Lucano avrà commesso soprattutto delle irregolarità amministrative, ma non sembra averne tratto vantaggio personale né patrimoniale né di altro tipo».
La Repubblica, in un articolo a firma di Arianna Finos, riporta le parole del regista tedesco Wim Wenders, legato all’ex sindaco di Riace da un rapporto di stima e amicizia: «condannare Mimmo Lucano a tredici anni di prigione è tanto scandaloso quanto assurdo. È un uomo di grande umanità e un pacificatore coraggioso. Allora si potrebbero mettere in prigione tutte le persone di buona volontà, comprese quelle che predicano compassione e fraternità. Ora sono pronto a vedere in manette Papa Francesco, non sarebbe meno ridicolo e farsesco».
Ma non è solo l’Italia a essere rimasta basita dalla condanna di Lucano. Tutto il mondo e la stampa estera ne sta parlando: il The Guardian, il DW News o il Taz.de, per farne un esempio, oltre che tantissimi utenti provenienti da tutto il mondo che hanno espresso la propria solidarietà verso quell’uomo dalla grande umanità quale è Mimmo Lucano. (rrm)