Le associazioni ambientaliste dell’Alto Tirreno Cosentino si danno appuntamento sabato prossimo a Grisolia, al lido Ultima Spiaggia, per un incontro sul mare pulito. In una nota firmata e diffusa da Italia Nostra Alto Tirreno Cosentino – Comitato difesa ambiente Diamante e Cirella – Associazione Culturale Artemis Grisolia – Lipu Birdlife Calabria– Legambiente Belvedere M. –WWF Calabria Citra – Comitato Ambientale Presilano – Calabria Nuova Grisolia – Baticos (Bio distretto Alto Tirreno Cosentino) – Mare Pulito Salviamo il Tirreno Cosentino si legge: «Lo possiamo dire con totale tranquillità, questa estate passata è stata un’estate all’insegna del mare sporco, inquinato in alcuni tratti, con fogna a cielo aperto e immondizie e schiume di vario colore galleggianti ovunque . Un mare che solo a tratti ed in particolari giornate risultava pulito. I più, tra operatori ed autorità hanno avuto inizialmente un atteggiamento negazionista, che non ha assolutamente contribuito a prendere davvero coscienza del problema ed approntare almeno gli interventi più urgenti e necessari a gran voce richiesti dalla gente da tutti i territori costieri nessuno escluso.
«Eppure – prosegue la nota – il 14 luglio 2020 otto associazioni ambientaliste ( Italia Nostra , Lipu,Forum Ambientalista, WWf, Legambiente, Casa dei Diritti Sociali Cosenza, Comitato Difesa Ambiente Diamante Cirella, Costa Nostra Curinga) avevano denunciato pubblicamente la situazione di criticità delle acque di balneazione e richiesto alle istituzioni interventi immediati per porre rimedio agli innumerevoli episodi di evidente alterazione delle acque del mare. Nulla è stato fatto.
«Le nostre richieste di intervento all’Arpacal per monitorare le varie situazioni documentate hanno avuto da parte del Direttore del Dipartimento di Cosenza una risposta assolutamente inadeguata. La Regione Calabria, Settore Tutela Acque e Contrasto Inquinamento non ha proprio risposto. Nel frattempo, tutte le associazioni ambientaliste nelle settimane di luglio ed agosto e fino ad oggi sono state inondate dalle proteste di cittadini e da foto che hanno evidenziato in lungo e largo le criticità del nostro mare. Abbiamo dato voce alle proteste e spazio a tutte le immagini pervenute. I negazionisti a tutti i costi, alla fine hanno dovuto arrendersi di fronte all’evidenza. E chi fino a ieri ci dava per allarmisti, oggi non si azzarda più a parlare. Abbiamo nel frattempo nuovamente lanciato l’appello ai Sindaci di tutti i paesi costieri di incontrarsi, di prendere in mano la situazione, essendo in pericolo l’ambiente marino e l’economia del settore turistico, di guardare in faccia la realtà e di operare in sinergia con provvedimenti ed iniziative, perché il problema non è del singolo comune ma di tutti i territori. Sappiamo che il tempo del risanamento non è immediato, ma finora non abbiamo notato segnali veramente risolutivi.
«Le Associazioni Ambientaliste, i Comitati chiedono alle Istituzioni interventi immediati per porre rimedio agli innumerevoli episodi di evidente alterazione delle acque di balneazione che hanno destato da tempo e destano grande allarme in tutta la costiera Calabra. È ora di rimboccarsi davvero le maniche per il futuro dei nostri territori, basta con l’indifferenza e la sottovalutazione di un problema che se non risolto per tempo può travolgere l’intera economia regionale.
«Si devono immediatamente mettere in atto politiche di controllo del territorio e del mare atte ad evitare scarichi abusivi e interventi per un efficiente funzionamento degli impianti di depurazione. Bisogna individuare immediatamente i comuni a rischio, marini e montani. Ci sono comuni che ancora non hanno il completo collettamento alla rete fognaria, villaggi turistici interi i cui scarichi fognari bisogna sapere con precisione dove sono collegati, paesi montani e non che scaricano nei fiumi, nei canali e torrenti che portano a mare, i cui impianti di depurazione sono da controllare costantemente soprattutto nel periodo estivo, corsi d’acqua superficiali interessati da scarichi urbani da vigilare costantemente, condotte sottomarine che scaricano ad una distanza e ad una profondità non adeguata , depuratori che pur se a norma non riescono a smaltire correttamente tutto il carico in arrivo durante il periodo estivo essendo sotto stimati nelle proprie funzioni. Un depuratore costruito per un carico di fino a 60 mila utenze non può sopportare 150 mila utenze nel periodo estivo.
«Ed inoltre gli stabilimenti balneari, di cui bisogna verificare l’allaccio alla rete fognaria e per chi non è collegato capire e verificare dove scarica e quanto scarica. Ma non sono solo i depuratori che hanno bisogno di controlli continui. La costa tirrenica, anche nelle peggiori stagioni giunge fino a circa 1 milione di presenze. Un turismo non solo fatto da chi sceglie gli alberghi, ma anche di camperisti fai da te, sui quali il controllo il più delle volte sfugge alle autorità, con spettacoli indecorosi di scarichi abusivi. Così come sfuggono gli auto spurgo, che pur se limitati negli orari di spostamento dalla Prefettura di Cosenza con un divieto nelle ore notturne, non vengono tracciati nel carico e nello scarico.
«Anche la navigazione sfugge al controllo. Sappiamo che le Guardie Costiere hanno poche imbarcazioni per controllare il mare e questo determina che barche a motore possano spostarsi come meglio credono lungo tutta la costa, inquinando attorno alle isole di Cirella e Dino, ormeggiando sulle praterie di Posidonia, che vengono anche distrutte dallo strascico abusivo di pescherecci provenienti dai nostri porti e dalla stessa Campania. Basta uno strascico all’alba, per smuovere i fondali, distruggere la Posidonia e riportare a galla la melma che si deposita nei fondali, che in aggiunta alle naturali fluorescenze, portano a riva uno spettacolo indecoroso per un territorio che si dice a vocazione turistica». (rcs)