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Rosario Aiello

Medicina a Cosenza: a chiedere la Facoltà è il Comitato ComUnicalMed

di FRANCO BARTUCCI – Dobbiamo tutti sostenere e sollecitare il mondo accademico e politico della nostra Regione ad istituire presso l’Università della Calabria la Scuola Medica. A proposito dell’intervento del prof. Rosario Aiello, già Rettore dell’Università della Calabria nel triennio accademico 1987/1990, pubblicato lunedì con il titolo “L’UniCal vuole la Facoltà di Medicina” è opportuno precisare che tale esigenza è stata chiesta, ben illustrata nel  testo, dallo stesso autore, in qualità di Presidente del Comitato Comunicalmed, che da oltre cinque anni svolge attraverso le  sue iniziative, ben riportate  nel testo, una funzione attiva indirizzata a sostenere il progetto di istituire all’interno dell’Università della Calabria una Scuola di Medicina con i suoi corsi di laurea ordinari e di specializzazione, in sostituzione della Facoltà, in quanto chiuse a seguito della riforma strutturale delle Università italiane, nota come “legge Gelmini 240/2010”, entrata in vigore il 1° gennaio 2011.

A proposito della conflittualità sorta in merito alla istituzione della Facoltà di Medicina nell’Università della Calabria, tra le componenti istituzionali e politiche delle due città di Catanzaro e Cosenza, con interessamento degli accademici dei due Atenei, Il prof. Rosario Aiello nell’intervento, a superamento di tali posizioni, ha ricordato come in Emilia Romagna le Università di Bologna, Modena, Parma, Ferrara e Cesena sono riuscite a trovare ed attuare una politica di integrazione con più Facoltà di Medicina e Chirurgia, per non parlare dell’accordo raggiunto tra le Università di Potenza e Lecce; mentre in Calabria si è continuato ad attuare una politica gestionale dei “piccoli campanili”.

A dire il vero il Senato Accademico dell’Università della Calabria, presieduto dal Rettore, prof. Beniamino Andreatta, in una seduta svoltasi nel mese di marzo del 1974, prendendo atto delle aspirazioni di Reggio Calabria, avendo l’Istituto Superiore di Architettura; nonché di Catanzaro che aveva istituito due anni prima con l’avv. Blasco la “libera Università” con Medicina e Giurisprudenza in collegamento con le Università di Messina e Napoli, affrontò il problema della proliferazione di realizzare in Calabria altre sedi Universitarie. Finanche Vibo Valentia premeva con parlamentari del territorio per avere la sua Università. Preso atto di ciò il Senato Accademico adottò una delibera che apriva a tali esigenze cittadine a condizione che si creasse un unico sistema universitario integrato con sede centrale gestionale ed amministrativa all’Università della Calabria essendo l’unica Università statale istituita dalla Repubblica Italiana.  Una proposta che cadde nel vuoto in quanto ciascuno preferì andare per proprio conto fino ad arrivare ai nostri giorni con quattro università riconosciute dallo Stato in piena autonomia, con una sola Facoltà di Medicina e Chirurgia a numero chiuso impiantata all’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.

Per l’Università della Calabria il progetto di istituire la Facoltà di Medicina e Chirurgia si materializza con una delibera adottata dal Senato Academico verso la fine del mese di marzo del 1980, presieduto dal Rettore, prof. Pietro Bucci, che suscitò innumerevoli proteste, come si può riscontrare dall’ampia rassegna stampa dell’epoca, da parte degli accademici della libera Università di Catanzaro e delle autorità istituzionali della città, con l’aggiunta della classe politica e sindacale. In quei giorni il Rettore prof. Pietro Bucci, con la sua perseveranza e  tenacia arrivò a raggiungere un accordo con il Sindaco di Catanzaro che prevedeva per gli studenti i primi due anni di studio del corso di laurea in medicina, a seguito delle competenze attive dei dipartimenti afferenti alla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, da svolgersi presso l’Università della Calabria; mentre gli ultimi tre anni relativi allo studio delle cliniche dovevano svolgersi a Catanzaro. L’accordo non piacque al presidente del Consorzio per la “Libera Università” e finì con un nulla di fatto.

Il prof. Bucci non si arrese e dirottò le sue energie, coadiuvato dal prof. Sebastiano Andò, direttore del Centro Sanitario dell’Università, ed altri ad istituire la Facoltà di Farmacia, divenuta con il passare degli anni un fiore all’occhiello nei rapporti nazionali ed internazionali, oltre che per la qualità della ricerca scientifica, del primo Ateneo statale calabre. Tutto questo per l’impegno costante e missionario messo in campo dal prof. Sebastiano Andò che subentrò al prof. Bucci dopo il suo decesso avvenuto nel mese di ottobre del 1994. Da Preside della Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute continuò ad occuparsi dell’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia non riuscendo a raggiungere tale importante meta per situazioni frenanti delle componenti accademiche delle due Università con l’aggiunta dei Sindaci della città capoluogo della Calabria e relativi partiti ed associazioni sindacali e culturali.

Il prof. Rosario Aiello, presidente del Comitato Comunicalmed, ha chiarito che nel frattempo l’ambiente universitario delle due Università ha raggiunto uno stato di intensa collaborazione; mentre l’Università della Calabria con l’impegno sempre del prof. Sebastiano Andò e del dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione hanno lavorato riuscendo a concretizzare: l’attivazione di un Dottorato di Ricerca in Medicina Traslazionale, forte della partecipazione di oltre 80 docenti; la  Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica; alcuni Master nel campo sanitario  utilizzando le sue eccellenze in tanti settori dell’area biomedica, ottenendo un prestigioso riconoscimento di primato  nazionale per l’area medica da parte del MIUR. Non si può inoltre trascurare di mettere a fuoco le attività di lavoro del Centro sanitario che da quarant’anni, sotto la direzione del prof.Andò, si distingue nell’assistenza medica alla comunità dell’Università e della  sanità territoriale.  Per effetto dello stato epidemico del Covid-19 in Calabria ed in particolare nella provincia di Cosenza è stata collocata, presso il Centro Sanitario, una postazione COVID, insieme ad una USCA ( Unità Specialistica di Continuità Assistenziale) al servizio del territorio.

L’Università nel frattempo ha presentato alla Regione una richiesta per ottenere l’accreditamento del Laboratorio di Genetica e Microbiologia del dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra  a processare i tamponi molecolari effettuati dall’ASP; mentre si è pure stabilito un accordo tra l’UniCal (dipartimento di informatica e matematica) ed il Politecnico di Milano per una programmazione nel campo della tele-chirurgia.

Tutto questo e le  drammatiche vicende collegate all’epidemia del coronavirus «hanno riproposto all’attenzione generale – ha scritto il prof. Rosario Aiello nel suo intervento – l’annosa questione della formazione medica all’Università della Calabria ed in particolare della possibile coesistenza di due corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia nelle Università di Cosenza e Catanzaro. Due scuole mediche che deve trovare un accordo fattivo sia in ambito accademico che politico calabrese. L’esistenza di due Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia nelle due Università di Catanzaro e di Cosenza  tra l’altro avrebbe chiaramente il vantaggio di incrementare notevolmente il numero degli studenti di Medicina immatricolati nelle Università della Regione dato il vincolo numerico stabilito dal MIUR per ogni singola Università».

«Oggi – ha scritto ancora il prof. Rosario Aiello – l’istituzione di un secondo polo formativo per gli studi medici presso l’Università della Calabria appare sempre più una esigenza ineludibile. Ciò potrà favorire tanti giovani calabresi nell’accedere agli studi medici restando in Calabria, dando impulso ad un itinerario formativo più aderente ai bisogni della nostra comunità regionale, capace di ispirare all’area biomedica di eccellenza, già presente nel nostro Ateneo, nuove tipologie di servizi assistenziali tecnologicamente ancora più avanzati per un definitivo riscatto della sanità calabrese».

Fin qui la storia sulle aspirazioni dell’Università della Calabria di avere, in questo  particolare  periodo cagionato dal grave peso del Covid-19 e della crisi del settore sanitario,  la sua Scuola Medica e sarebbe opportuno che le due Università di Arcavacata e Catanzaro si esprimessero nel dare il via a questo importante percorso, mettendosi in ascolto delle domande che arrivano in tal senso dalla società del territorio cosentino, attraverso le associazioni ed istituzioni di cui è stato accennato ad inizio di questo servizio. Spetta alla classe politica sostenere questa necessità che può rappresentare per la Calabria la certezza di un nuovo domani di crescita e sviluppo mettendo al centro una medicina di qualità con un settore sanitario ordinato al servizio della comunità per effetto della ricerca e della formazione, quale  parte integrante della missione del mondo universitario. (fb)