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REGGIO CALABRIA – Escursione di “Gente in Aspromonte” alla Fortezza di Sant’Aniceto

REGGIO CALABRIA – Escursione di “Gente in Aspromonte” alla Fortezza di Sant’Aniceto

L’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte” propone, per domenica 4 febbraio, un itinerario che riguarda la Fortezza di Sant’Aniceto.

L’escursione inizia da Paterriti, piccolo centro abitato posto in posizione collinare a 410 m s.l.m. al confine tra il comune di Motta San Giovanni e il comune di Reggio Calabria.

Si parte dalla piazza e si percorre la strada che attraversa il paese e incrocia la carrabile che conduce alla fortezza. Si svolta a sx e si cammina per un breve tratto sulla carrabile, poi si svolta ancora a sinistra per imboccare il sentiero. Il fondo del sentiero è di terra e pietre parzialmente interrate che lo rendono piuttosto accidentato; in alcuni punti le pietre libere ne accentuano le asperità, ma non ostacolano il cammino, pertanto è consigliabile una marcia relativamente accorta. Il percorso si snoda tra gli ulivi e le querce dei piccoli appezzamenti punteggiati dai grandi massi che si staccano dal massiccio roccioso soprastante. Man mano che si sale la vegetazione, ostacolata dai massi, dalle pietre sparse e dai cumuli, diviene sempre più rada, aprendo alla vista un paesaggio di inusitata bellezza.

Il ricamo dei muretti a secco ne esalta la peculiarità. La salita termina ai piedi della fortezza, in un ampio piazzale con panchine e muretti su cui sedersi per una breve sosta e ammirare l’imponente cinta muraria che corona la sommità del massiccio roccioso. Per raggiungere il portone d’ingresso della fortezza si sale zigzagando una serie di ampie rampe in acciottolato. Dall’interno della fortezza, posta strategicamente a 670 m di altitudine, la vista a 360 gradi consente di ammirare lo Stretto, l’Etna innevato e tutto il territorio circostante. Si riprende il cammino dal piazzale percorrendo un breve saliscendi di strada carrabile, che porta ad un bivio dove si svolta a sx verso Paterriti.

Qualche centinaio di metri e si riprende a dx il sentiero, che, inizialmente in piano, dopo un poco inizia a salire in mezzo agli ulivi, grosse querce e fichi d’India. Raggiunto il crinale, 701 m. di altitudine, presso la stazione meteorologica e la torre di avvistamento antincendio, si svolta a sx su una strada sterrata, che, dopo un breve tratto in piano, inizia a scendere con numerosi tornanti. Il lungo percorso in discesa, straordinariamente panoramico con vista sulla vallata della fiumara Valanidi, attraversa molti uliveti da cui si ricava un olio particolarmente pregiato e si snoda tra le contrade Lifracà, Consalvo e infine la frazione Ciosso, in prossimità del Valanidi. Attraversata la fiumara che divide il territorio del comune di Motta San Giovanni da quello di Reggio Calabria, si ritorna ad Oliveto.

Il toponimo S. Niceto individua i ruderi di una fortificazione collinare (670 m s.l.m.) sita nel comune di Motta San Giovanni.

Si tratta di una struttura difensiva, costruita in epoca tardo bizantina, idonea a una resistenza passiva prolungata, con pochi ambienti destinati al presidio, ma con ampi spazi all’interno della cinta fortificata, adatti ad accogliere e ricoverare in caso di necessità le popolazioni rurali della zona e i beni da loro prodotti.

Il sistema difensivo principale è costituito dalla cinta muraria che recinge la collina di forma oblunga (180 m per 55 m), i cui fianchi scoscesi e ripidi sono un ostacolo naturale al rapido accesso al piano dove sorge il castello.

Il pericolo da fronteggiare era rappresentato dalle incursioni ricorrenti degli Arabi, a partire dai primi del X secolo, e poi dai conquistatori che si sono succeduti nei secoli, fino a quando, con il mutamento degli equilibri politici e strategici nel XV secolo, è venuto meno il ruolo della fortezza che è stata abbandonata.
Non vi è alcuna traccia di edilizia privata. Rimangono solo i ruderi di strutture residenziali, probabilmente destinate ai funzionari e alle truppe stanziali.

L’unico accesso alla fortezza si ha tramite un’unica porta protetta da due torri quadrate, impiantate direttamente sulla roccia.

La torre di destra è dotata al piano terreno di una porta di ingresso a un piccolo ambiente interno, che ne rappresenta l’unica fonte di luce. Nel punto più alto vi è un muro trasversale di sbarramento, con al centro una torre-cisterna (Mastio), che costituisce una seconda linea di difesa. In questa zona maggiormente protetta troviamo alcuni edifici residenziali collegati da mura, che creano così una terza zona protetta. (rrc)