La Cgil Area Vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo che interviene in merito alla drammatica situazione della raccolta rifiuti che sta interessando la città di Crotone, sottolineando la necessità non solo di un confronto con le parti sociali, ma anche il varo di una serie e definitiva programmazione del ciclo dei rifiuti.
«Quanto sta accadendo in questi giorni a Crotone – si legge in una nota – conferma quanto il sistema dei rifiuti nella nostra regione sia al collasso e, soprattutto, come non è più rinviabile un ragionamento ampio e condiviso su una gestione uniforme in tutto il territorio regionale. Il primo passo da compiere va verso una raccolta differenziata seria, che garantirebbe una quantità minore da conferire in discarica e non provocherebbe situazioni di crisi che nell’attuale situazione rischiano di aggravare l’emergenza sanitaria in corso. Ma anche alla realizzazione di altri impianti per gestire al meglio questa fase».
Nei giorni scorsi, infatti, nella città pitagorica sono state raccolte 400 tonnellate di spazzatura, e questo dopo che il prefetto di Crotone, Maria Carolina Ippolito, ha annulla l’ordinanza contingibile ed urgente emessa dal sindaco Vincenzo Voce e i rifiuti sono rimasti per strada.
«Le situazioni di crisi nella raccolta dei rifiuti nell’attuale situazione – ha detto il sindacato – rischiano di aggravare l’emergenza sanitaria in corso. Risulta, perciò, necessario avere altri impianti per gestire al meglio questa fase: non possiamo più concentrare la risoluzione del problema sulla realizzazione di nuove discariche – si legge ancora nella nota della Cgil -. Ricordando i dati del rapporto Arpacal sui rifiuti del 2020, emerge che la media pro capite in chilogrammi per anno di rifiuti prodotti in Calabria, in base ai dati attualmente disponibili, è di 361 kg, di cui 169 vanno in differenziata e 192 vanno presso gli impianti di trattamento. Entrando nello specifico delle province, le uniche che fanno prevalere la differenziata sulla tradizionale raccolta rifiuti sono quelle di Catanzaro e di Cosenza; mentre per le rimanenti province è la raccolta indifferenziata a prevalere, con la provincia di Reggio Calabria e, soprattutto, Crotone con una maggiore produzione pro-capite di indifferenziata rispettivamente superiore a 230 kg/anno e 290 kg/anno».
«Nel 2020 – continua la nota – nel complesso la Calabria registra un 46,84% di differenziata, con un leggero miglioramento rispetto all’annualità precedente del 1,50%, e rispetto a due anni fa un sensibile miglioramento del 7,70%. Nel dettaglio delle province, invece, migliora di poco la provincia di Catanzaro con +1%, sensibile miglioramento della provincia di Cosenza con un +7%, altrettanto lieve miglioramento della provincia di Vibo Valentia con più +1 %, mentre sono in calo la provincia di Crotone con -2% e la provincia di Reggio Calabria con -3%».
«Auspichiamo, quindi – dice ancora la nota – un confronto con le parti sociali per una ricognizione dello stato dell’arte e una visione futura strategica e quindi il varo di una seria e definitiva programmazione del ciclo dei rifiuti, che passi dall’asfittica gestione privata delle discariche ad insediamenti produttivi, con una gestione interamente pubblica, per la selezione e la valorizzazione del rifiuto. Serve, quindi, una politica dei rifiuti che potenzi lo sfruttamento ciclo di vita dei rifiuti dal momento in cui vengono prodotti al momento che segna la fine del loro ciclo, perché smaltiti definitivamente o perché trasformati in risorse (nuove materie prime, energia)».
«Tale nuova condizione garantirebbe tra l’altro crescita occupazionale, corretta applicazione del Ccnl, certezze per gli attuali occupati nel settore – conclude la nota della Cgil Area Vasta –. Speriamo che il nuovo governo regionale sia in grado di avviare un percorso in cui la gestione dei rifiuti sia considerata non un problema emergenziale, ma un’opportunità oltre che una risorsa, come in gran parte dell’Europa, e sostenere la costruzione di impianti di selezione e valorizzazione dei rifiuti». (rkr)