di SANTO STRATI – Si torna a parlare dell’Aeroporto dello Stretto: la Finanziaria 2019 ha previsto risorse per il solo Aeroporto di Crotone, ma ha dimenticato completamente quello di Reggio. Uno scalo che rischia il depotenziamento, nonostante i fondi ottenuti “strategicamente” dal deputato reggino Francesco Cannizzaro (25 milioni) con la finanziaria dell’anno prima. In altri termini, lo scalo pitagorico, che dovrebbe riprendere i voli a luglio, può applicare, sulla scorta delle attuali leggi statali gli oneri di servizio pubblico con cui individuare, mediante gara, i vettori aerei che garantiranno i collegamenti con lo scalo. Anche l’Aeroporto di Reggio – secondo l’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture Domenica Catalfamo – può e deve essere oggetto di oneri di servizio pubblico sulla base delle leggi statali. Si tenga, peraltro, presente che lo scalo reggino attende ancora l’avvio dei lavori di ristrutturazione presentati in pompa magna lo scorso agosto e ancora neanche messi a gara d’appalto.
A questo proposito, la presidente della Regione Jole Santelli ha indetto la conferenza dei servizi per gli oneri di servizio pubblico per l’aeroporto di Crotone, che consentirà di avviare le gare per individuare i vettori aerei che garantiranno i collegamenti aerei dall’aeroporto pitagorico. Si tratta di una seconda conferenza dei servizi che fa seguito a quella che la Regione aveva concluso nell’ottobre 2019, in base alle disponibilità delle risorse stanziate dallo Stato con la Legge 30 dicembre 2018, n. 145. Questa seconda conferenza dei servizi si è resa necessaria perché nel mese di febbraio 2020 i competenti uffici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno rilevato l’incompatibilità di alcune delle decisioni assunte nel precedente incontro rispetto agli orientamenti della Commissione Europea. Il Presidente della Giunta regionale ha richiesto, pertanto, una nuova delega al Ministro per presiedere la conferenza dei servizi e, ottenuto riscontro, l’ha con il Decreto n. 81 del 28 maggio. L’Assessore Catalfamo ha assicurato l’imminente avvio dei lavori della conferenza dei servizi per l’aeroporto di Crotone, al fine di poter concludere, a distanza di un anno e mezzo dallo stanziamento delle risorse, l’iter finalizzato alla definizione delle modalità del loro utilizzo. I successivi adempimenti, di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Enac, dovrebbero assicurare l’avvio dei voli entro i primi mesi del 2021.
L’assessore Catalfamo si è, però, rammaricata per il fatto che con la finanziaria del 2019 sono state stanziate le risorse per il solo aeroporto di Crotone, tralasciando completamente e senza alcuna motivazione l’aeroporto di Reggio Calabria. Fin dall’insediamento – ha fatto notare – è stato dato impulso a tutte le iniziative possibili per reperire le risorse destinate a tale finalità. Con una nota del 20 aprile il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, su richiesta dei competenti uffici regionali, ha comunicato che è ancora effettivamente disponibile la somma di circa 2.900.000 euro rimasta inutilizzata dopo che è andata deserta la gara bandita nel novembre 2015, l’ultima che ha interessato l’Aeroporto di Reggio Calabria. Il mese scorso è stato anche formalmente avviato l’iter di competenza regionale mirato all’attivazione delle altre risorse che potranno rendersi immediatamente disponibili. A breve, appena definito il quadro delle relative risorse in fase di reperimento, verrà tempestivamente avviata la conferenza dei servizi anche per l’aeroporto di Reggio Calabria che attende ormai da troppo tempo un’attenzione mirata al potenziamento dell’infrastruttura e, ancor di più, nel brevissimo periodo, all’attivazione di voli a servizio dell’utenza dell’Area dello Stretto.
Resta da chiedersi perché la Regione e la Città Metropolitana non abbiano neanche dato uno sguardo al rivoluzionario progetto (gratuito) presentato negli scorso mesi, prima dell’emergenza, dallo studio privato Zicourat, guidato dagli architetti Nicola Zera Falduto e Pino Falduto (quest’ultimo già assessore comunale del sindaco Italo Falcomatà, il padre dell’attuale primo cittadino).
Un progetto innovativo e lungimirante, – aveva scritto il 30 gennaio scorso calabria.live) che chiede di dimenticarsi della parola “Stretto” (troppo riduttiva) e far nascere un nuovo scalo da ribattezzare “Aeroporto del Mediterraneo”. Con un costo complessivo di poco meno di 33 milioni che andrebbero utilizzati per abbattere la vecchia e obsoleta aerostazione, edificare un nuovo, moderno e funzionale terminal, dal lato mare, con tutti i necessari adeguamenti di sicurezza e di accessibilità e atterraggio per qualsiasi tipo di aereo e, naturalmente, un nuovo piano di viabilità che darebbe nuova vita a un’area pressoché abbandonata. In pratica, con gli stessi fondi destinati alle “ristrutturazioni” si potrebbe – secondo il progetto regalato dallo Studio Zicourat alla Città di Reggio – costruire un aeroporto nuovo. Questa ipotesi progettuale, che ai calabresi piace molto e dovrebbe legittimamente coinvolgere chi ha a cuore il futuro dell’aeroporto e il futuro della Calabria, non ha avuto la benché minima considerazione. Questa è una cosa intollerabile: o il progetto è irrealizzabile per la sottovalutazione dei costi (che qualcuno dovrà, però, documentare a sostegno dell’eventuale inadeguatezza), o, diversamente, viene da pensare che giacché viene “regalato” alla città di Reggio e non ha costi “aggiuntivi” subisce uno sciocco pregiudizio che non ha ragione di esistere. I reggini e i calabresi hanno diritto di sapere se il progetto è realizzabile o meno , in quest’ultimo caso, capire perché “non funziona”. La trasparenza, in questa occasione, è d’obbligo, soprattutto dalla Regione e dalla sua Giunta.
Tutti si battono il petto (virtualmente parlando) perché l’aeroporto non debba chiudere: considerato strategico, ma “superfluo” per non sottrarre traffico a Lamezia, secondo l’opinione di chi se ne intende. Eppure dovrebbe servire un’area metropolitana che non è solo quella di Reggio ma include Messina e potrebbe – anzi dovrebbe – godere delle agevolazioni legate alla cosiddetta continuità territoriale (come avviene per i voli da e per la Sardegna) in modo da garantire tariffe privilegiate ai residenti. La ministra Paola De Micheli deve prendere a cuore quest’aspetto non secondario per il rilancio dello scalo e per individuare, di concerto con la Regione, i vettori più funzionali e più adatti per ridare smalto a un aeroporto che ha vissuto decisamente momenti migliori. Il turismo è la vera miniera su cui la Calabria può attingere per la sua crescita e lo sviluppo necessario: mancano le infrastrutture alberghiere, a causa di una poco lungimirante politica di sviluppo economico-turistico, ma se mancano anche i collegamenti, qualsiasi ipotesi di attrazione turistica viene a cessare in un attimo.
L’Aeroporto del Mediterraneo è un bel nome per un gran bel progetto: qual è la vera ragione per cui viene ignorato? Quanto meno costituisce, questo progetto (che non sono solo belle renderizzazioni di photoshop), una buona base di partenza, un’alternativa ai “semplici ritocchi” strutturali che ha in mente la Sacal, per utilizzare a pieno i famosi 25 milioni “trovati” dall’attivissimo deputato Cannizzaro. È il momento buono per ricominciare da zero e ridare ai reggini, ma soprattutto ai calabresi, uno scalo aeroportuale importante e indispensabile. (s)