IL CONTRIBUTO DELL’EX MINISTRO DEI TRASPORTI AL DIBATTITO DI CALABRIA.LIVE SUL COLLEGAMENTO STABILE ;
Claudio SIgnorile

SIGNORILE: IL NO AL PONTE SULLO STRETTO
CI È COSTATO ALMENO 8 MILIARDI L’ANNO»

di SERGIO DRAGONE – «Io sono convinto che il Ponte sullo Stretto si farà, prima o poi, perché è la logica della convenienza ad imporre tale scelta. Non farlo sarebbe un suicidio, non solo e non tanto per Calabria e Sicilia, quanto per il Mezzogiorno, il Paese e per l’intera Europa». Claudio Signorile, ministro dei trasporti dal 1982 al 1987, è da sempre uno strenuo e netto sostenitore del Ponte sullo Stretto. Non a caso. A lui si deve nel 1985 la firma della concessione alla Società Ponte di Messina. «Sì – ricorda – c’era Bettino Craxi presidente del Consiglio e Nicolazzi era ministro dei lavori pubblici. Fu il primo passo, importante, ma quanto tempo si è perso».

Claudio Signorile è ancora oggi una delle personalità più significative del Meridionalismo, di cui ha una visione moderna e attuale, proiettata verso il futuro in un’ottica internazionale.

– Professor Signorile, da dove nasce questo suo ottimismo al punto da affermare che il ponte si farà ?

«Il mio non è ottimismo. È una netta convinzione che ho solo rafforzato negli anni. Sarà la convenienza generale dell’Europa a dettare la costruzione del ponte, superando resistenze e tentennamenti. Il ponte si farà. L’ordine del giorno approvato dalla Camera con cui s’impegna il Governo a reperire le risorse è un passo importante. Ma bisogna fare presto e bene».

– Cosa direbbe ad uno scettico per convincerlo a sposare la causa del ponte?

«Gli direi innanzitutto che il Ponte non è solo un ponte. Sembra una banalità, ma non è così. Il Ponte come io lo immagino è un sistema complesso, infrastrutturale, economico e sociale che determinerà straordinari effetti positivi sull’intero Meridione. Non è solo un ponte perché sarà il centro di complesse relazioni economiche, politiche e sociali nel cuore del Mediterraneo. Io insisto sulla visione mediterranea perché l’area è crocevia di culture e interessi economici, nonché l’area in cui si registrerà in futuro uno dei più alti tassi di sviluppo».

– Calabria.Live ha aperto un dibattito su un aspetto trascurato, il valore simbolico dell’opera.

«È un’intuizione giusta la vostra, che condivido pienamente. Aggiungerei però all’aspetto simbolico anche il valore identitario del ponte. Identitario di un Meridione che abbandona l’isolamento e si tuffa senza paura nel futuro. Capisco la gelosia con cui i siciliani custodiscono la loro cultura isolana, ma bisogna avere il coraggio di affrontare nuove sfide, di guardare nuovi orizzonti. Ma come si fa a non vedere i vantaggi derivanti dal ponte? Con l’alta velocità il porto di Augusta, faccio solo un esempio, si collegherà rapidamente al porto di Amburgo, nel cuore dell’Europa, aprendo tante prospettive».

– Nell’intervento con cui ho aperto su Calabria.Live il dibattito sul Ponte sullo Stretto l’esempio del ponte sull’Øresun, in Scandinavia. Lo ritiene calzante?

«Assolutamente si. L’Øresun è la dimostrazione del potere rivoluzionario che un’opera del genere può sprigionare. Voi avete sottolineato che l’Øresun ha generato risorse per 12 miliardi di euro in dieci anni contro i 4 miliardi necessari per la sua costruzione. Ebbene, Il Ponte sullo Stretto, per la sua capacità di proiettarsi nel centro del Mediterraneo, avrà un potere ancora più forte, recuperando in un arco temporale relativamente breve il costo iniziale. Sapete quanto è costata all’Italia la mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto? Almeno 8 miliardi all’anno. Un’enormità, un autentico suicidio».

– Professor Signorile, lei ostenta ottimismo, ma avrà pure qualche elemento di preoccupazione?

«Sono preoccupato dei tempi, del rischio che si perdano le nuove opportunità derivanti dalla ripartenza economica europea. Sono preoccupato dalla lentezza con cui avanza la consapevolezza dell’estrema utilità dell’opera. I siciliani sono un po’ indietro. I calabresi, anche grazie a dibattiti come questo, cominciano a riflettere seriamente. Ma non si possono rinviare le decisioni all’eternità.Le due Regioni direttamente interessate mi sembra abbiano un atteggiamento timido. Sono convinto però che siamo alla vigilia di decisioni importanti. Il ponte si farà». (drs)