Tavernise (M5S): Col caro trasporti penalizzata la Calabria anche a Pasqua

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha denunciato come «nel periodo di Pasqua, così come è avvenuto anche a Natale, il prezzo di un biglietto aereo da Milano a Lamezia arrivi a sfiorare 500 euro, quasi quanto un volo intercontinentale. Mentre un Frecciarossa Milano Centrale-Paola sia quotato oltre 300 euro».

«A quanto pare – ha aggiunto – il governo nazionale è inerme e non riesce a mettere un freno al fenomeno del caro-trasporti, strategia spregiudicata delle compagnie che si ripresenta puntualmente nei periodi di festa o delle vacanze. Ma anche il governo regionale sembra non considerare proprio la questione che invece ha ricadute negative anche sul turismo calabrese».

«Il problema da affrontare immediatamente – ha sottolineato – risiede sempre nei famosi algoritmi che fanno salire le tariffe alle stelle e non vi è al momento alcuna possibilità per il consumatore di difendersi da tali pratiche scorrette utili a massimizzare i guadagni delle società. Con queste tariffe viaggiare in aereo o in treno sta diventando sempre più un lusso per soli ricchi e arrivare o tornare in Calabria diventa una vera stangata per lavoratori, studenti e turisti. Una situazione che lede il concetto di continuità territoriale e danneggia non solo i consumatori, costretti e rinunciare alle partenze o a tagliare i giorni di villeggiatura, ma anche le imprese locali, disincentivando il turismo».

«Restiamo in attesa di una presa di posizione forte da parte del governatore Occhiuto – ha concluso – che, con i suoi annunci di nuovi voli per la Calabria, è diventato un ottimo testimonial delle compagnie aeree ma un pessimo difensore del diritto alla mobilità dei calabresi. Dovrebbe invece da subito iniziare a concordare azioni congiunte con il governo nazionale al fine di addivenire a soluzioni che potrebbero essere considerate, tra cui la regolamentazione dei prezzi dei voli durante i periodi di festa, l’aumento della concorrenza tra le compagnie e l’investimento in infrastrutture». (rrc)

L’OPINIONE / Nino Foti: Servono altri voli di Ita Airways su Reggio Calabria

di NINO FOTI – La notizia di pochi giorni fa dell’attivazione, da giugno a settembre, del quarto volo di Ita Airways da Lamezia Terme verso Fiumicino, è sicuramente una risposta alla sempre più crescente domanda degli utenti che chiedono collegamenti diretti da e verso la Calabria rispetto alle più importanti città italiane, ma non può ritenersi una soluzione esaustiva. È necessario intensificare anche i collegamenti da e per Reggio Calabria quantomeno su Milano e Roma.

Non si tratta di alimentare campanilismi inutili, ma di guardare i dati di fatto. La Città Metropolitana di Reggio è quella più popolosa della regione, senza dimenticare il fatto che l’aeroporto è volano per lo sviluppo di tutta l’area integrata dello Stretto, con un bacino potenziale di oltre 1 milione di passeggeri. È chiaro che un solo volo al giorno per Roma e Milano non può soddisfare le esigenze del territorio, ed è semplicemente inaccettabile anche per chi deve spostarsi per motivi di lavoro o di salute.

Ad oggi, inoltre, gli unici collegamenti con Roma e Milano hanno orari particolarmente scomodi che non consentono, ad esempio, di partire dalla Capitale e rientrare in giornata. Sono sorpreso e rammaricato, che nessun rappresentante istituzionale dell’area reggina evidenzi questa emergenza.

Nel corso dell’ultimo incontro organizzato al Comune di Reggio Calabria dalla Fondazione Magna Grecia, dedicato al sistema aeroportuale dello Stretto, è stato giustamente riconosciuto il lavoro fatto per portare Ryanair ad operare sul Tito Minniti, ma lo stesso sforzo deve essere fatto per portare Ita Airways ad investire sull’aeroporto di Reggio Calabria. Non si può pensare, per evidenti ragioni logistiche dovute all’operatività delle compagnie, che Ryanair assicuri anche i collegamenti su Roma e Milano, né tantomeno che vi sia una differenziazione dell’offerta tale da individuare quello di Reggio Calabria come lo scalo destinato alle low cost.

Non ci sono alternative se, realmente, si crede nello sviluppo di quest’area, e francamente mi sembra un paradosso che si parli del Ponte sullo Stretto e anziché lavorare per dare impulso all’aeroporto di Reggio, magari attraverso servizi adeguati per raggiungere l’infrastruttura in modo agevole, si debba ancora discutere per riuscire a garantire il livello minimo accettabile dei collegamenti per una Città Metropolitana. (nf)

[Nino Foti è presidente della Fondazione Magna Grecia]

LA MANCANZA DI VISIONE DELLA POLITICA
SUL VALORE DEGLI AEROPORTI PER IL SUD

di PIETRO MASSIMO BUSETTA – Centonovantasette milioni di passeggeri nel 2023. Il presidente di Assaeroporti, Carlo Borgomeo, ha commentato: «il 2023 si è chiuso con quasi 200 milioni di passeggeri, un record assoluto per gli aeroporti italiani, un’importante soglia psicologica raggiunta. Si conferma una straordinaria voglia di volare, a riprova della resilienza del nostro comparto, che è in ottima salute e resta strategico per il Paese».

Certamente il fatto che la gente si muova potrebbe essere un indicatore di benessere. Ma se vogliamo andare a indagare sui dati possono anche essere interpretati in maniera più articolata e complessiva. Se confrontiamo infatti i dati degli aeroporti italiani con quelli degli aeroporti francesi ci accorgiamo che la Francia ha 30.000 passeggeri meno in un anno. Circa 160 milioni e se consideriamo che il reddito pro capite francese è più alto di quello italiano qualche domanda ce lo dobbiamo fare.

Infatti il grande traffico aereo può derivare, oltre che da una capacità economica maggiore dei paesi interessati, anche da altri due fattori: il primo è quello di una mobilità all’interno del paese particolarmente elevata dovuta al fatto che vi sia una sviluppo economico diseguale che porta, come accade in Italia, molta gente a viaggiare da un lato all’altro, perché si sposta dalla sua residenza al lavoro. Magari non giornalmente ovviamente, ma avendo parenti, amici, radici, in una parte e il lavoro in un’altra i viaggi diventano abbastanza numerosi e frequenti. 

Tale visione è confortata dai dati degli aeroporti meridionali che rappresentano, con i circa 60 milioni di passeggeri, quasi un terzo del traffico complessivo. Tale dato è anomalo e non è collegato al reddito pro capite, ma alla popolazione. In realtà, avendo un reddito pro capite che è la metà di quello del Centro Nord, dovrebbe avere un traffico di gran lunga inferiore, invece unico dato rispetto a tasso di occupazione, export pro capite, a tasso di povertà e potrei continuare a lungo, dati che sono ovviamente a dimostrare un diverso sviluppo, il numero di passeggeri invece é in linea con la popolazione ed evidenzia che è così alto proprio perché vi è questa mobilità interna dovuta alle migrazioni.

Il secondo aspetto, che mette in evidenza, é la carenza di alternative ferro aria o gomma aria. Cioè il fatto che le movimentazioni attraverso le ferrovie e attraverso le strade sono così carenti che l’unico mezzo disponibile diventa l’aereo. 

Tale riflessione è confermata abbondantemente dallo stato delle infrastrutture del Sud, abbandonate da anni da parte di Rfi, ma anche di Anas, che scontano un ritardo ventennale rispetto ai collegamenti del Centro Nord. Ormai da Roma a Milano si utilizza spesso l’alta velocità ferroviaria come è noto a tutti, mai da Roma a Palermo. Tali riflessioni possono aiutare a cambiare visione adesso che il Piano Nazionale degli Aeroporti, di prossima pubblicazione, deve definire le  linee strategiche per il comparto. Perché le riflessioni fatte possono aiutare  a individuare le esigenze dei nuovi scali. 

Perché evidentemente, considerato che per completare una linea di alta velocità velocità ferroviaria o un’autostrada sono necessari 10 anni e costi incredibilmente alti e che invece per fare un aeroporto bastano pochi mesi, e poco più del costo di 2 km di autostrada, se non si considerano i tempi burocratici necessari per le autorizzazioni, che teoricamente potrebbero essere ridotti, si potrebbe pensare a soluzioni provvisorie che consentano di collegare i territori più  periferici e marginali, in modo da potenziare le loro possibilità di sviluppo, in attesa di quelle infrastrutture stradali e ferroviari che possano rendere inutile una struttura aeroportuale, che come si apre potrebbe pensarsi anche che possa chiudersi, laddove le esigenze di collegamento aereo venissero meno.

L’esempio più calzante che spiega e dimostra che il ragionamento è corretto è quello delle esigenze aeroportuali di Agrigento. Cittadina che è distante oltre due ore da qualunque scalo aeroportuale e che, per i prossimi 10 anni, é certo che non avrà un’alta velocità ferroviaria né un’autostrada che la collegherà agli aeroporti più vicini. Nel frattempo però, nel 2025, sarà capitale della cultura. La sua Valle Dei Templi è un tesoro che aspetta soltanto di essere scoperto adeguatamente da un pubblico che arrivi da tutte le parti del mondo. Considerato che, se adeguatamente valorizzata,  potrebbe rientrare nei primi 10 posti che ognuno nella vita non deve perdersi, come le piramidi d’Egitto per esempio,  Petra, Machu Picchu, le cascate del Niagara, le piramidi Maya, il Partenone o il Colosseo. 

E certo una vera utilizzazione e scoperta può avvenire solo se vi sono dei collegamenti adeguati. La riserva più importante che viene posta, quando si parla di aeroporti, è quella di un traffico minimo che ne consenta la sopravvivenza, senza che vada in passivo. 

Ma è chiaro a tutti che il ragionamento va fatto non a bocce ferme, né pensando che gli aeroporti debbano servire per il collegamento dei residenti con Roma e Milano. Ma capendo perfettamente che si tratta di strutture al servizio soprattutto dell’incoming, cioè quei collegamenti che possono portare i tanti ricchi europei, che sono costretti a vivere  in posti dove, e per sei mesi, sono sotto lo zero, a venire a svernare o a viaggiare per vedere località  dove ai primi di  febbraio la primavera inizia  e inonda di bianco una Valle Dei Templi che festeggia la sua sagra del mandorlo in fiore, normalmente ignorata dalla Rai pubblica, davanti ad un Tempio della Concordia, in una area archeologica  tanto ben conservata da far invidia alla zona archeologica del Partenone. 

Bene, a parte il fatto che con accordi con compagnie tipo Ryanair anche scali come Trapani riescono ad arrivare al milione e mezzo di passeggeri che dovrebbe essere quel dato che consente un break even di utili, bisogna capire che gli aeroporti in alcune realtà possono anche costituire una struttura di servizio all’economia, che anche se può perdere qualche milione di euro in un anno, come succede ai trasporti locali o ad altre utilities, se poi mette in movimento un volano che porta ad una complessiva crescita del sistema economico, può essere una scelta che nella globalità é conveniente. 

Poi considerando come spesso la politica distribuisce mance e mancette, risorse per sagre della ricotta o del carciofo che non hanno alcun significato economico, ci rendiamo conto come le risorse che possono essere dedicate ad un’aeroporto, se non servono per  l’assistenza sociale a disoccupati che vengono assunti per avere un posto non per fare un lavoro, allora la visione può anche essere differente. (pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

L’OPINIONE / Giusy Iemma: Occhiuto spieghi quali sono gli intenti per hub di Lamezia

di GIUSY IEMMA – Il governatore Occhiuto, direttamente dalla Bit di Milano, ha annunciato che presto saranno attivati nuovi voli sugli scali calabresi ed entro un anno si arriverà a quota un milione di passeggeri. Ben vengano l’impegno e le dichiarazioni di intenti su un settore cruciale, come quello dei trasporti, per la valorizzazione turistica della Calabria e per ridurre le distanze che separano il nostro territorio dal resto d’Italia e d’Europa.

Un’iniezione di fiducia che speriamo sia legata, al contempo, ad una programmazione mirata e capillare che tenga conto dell’esigenza primaria di rafforzare l’offerta complessiva di servizi, salvaguardando al contempo funzioni e presidi che si sono consolidati nel tempo e rappresentano riferimenti insostituibili per un ampio bacino di utenti. La notizia delle nuove rotte di prossima apertura a Reggio Calabria non può che fare bene alla mobilità calabrese nel suo complesso, se inserita in un quadro di interventi in grado di non penalizzare quello che è il principale hub regionale, Lamezia Terme, che per la sua storicità, le caratteristiche logistiche, i numeri di visitatori e di movimenti che registra, costituisce lo snodo strategico centrale per la regione.

In un contesto di crescita diffusa e davanti ad un significativo trend di recupero che riguarda i principali aeroporti in tutta Italia, non ci si può permettere di far perdere il passo allo scalo che serve tutta l’area centrale della Calabria. E questo può essere garantito solo da un piano di investimenti razionale ed equilibrato che accompagni le scelte politiche, nel rispetto dei territori e di quanto essi producono. Se Reggio esulta da una parte, a Lamezia cresce la preoccupazione per un paventato taglio dei servizi, per il rischio di licenziamenti del personale e per l’aumento dei costi che gli operatori sono costretti a subire.

Dal governatore Occhiuto attendiamo di sapere, quindi, quali siano gli intendimenti per l’intero comparto aeroportuale calabrese, auspicando che non siano le esigenze contingenti della politica a dettare la linea dello sviluppo della Regione. (gi)

[Giusy Iemma è vicesindaca di Catanzaro]

Da Ryanair e EasyJet proposte 16 nuove rotte nazionali e internazionali da e per la Calabria

Da Ryanair e EasyJet proposte 16 nuove rotte aeree nazionali e internazionali da e per la Calabria. È quanto ha annunciato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sottolineando come la Calabria «si appresta ad essere in controtendenza rispetto al resto del Paese», mentre alcune compagnie aeree, «soprattutto low cost, hanno minacciato di ridurre le tratte da e per l’Italia e la loro presenza in determinati aeroporti italiani».

«Rappresentiamo una Regione relativamente nuova – ha spiegato – dal punto di vista turistico, soprattutto internazionale, negli ultimi due anni abbiamo fatto un grande sforzo per promuovere il nostro territorio e le nostre bellezze, e dunque veniamo percepiti come appetibili dai vettori più importanti d’Europa».

«Il mio viaggio a Bruxelles di una decina di giorni fa è stato fondamentale e propedeutico a grandi novità che avremo nelle prossime settimane», ha detto ancora il governatore, spiegando come Ryanair, in particolare, abbia proposto 12 nuove rotte da e per la Calabria: 5 nazionali e 7 internazionali. Ben 8 di queste rotte riguardano l’aeroporto ‘Tito Minniti’ di Reggio Calabria e, allo stesso tempo EasyJet ha proposto 4 nuove rotte internazionali da e per la Calabria.

«È questo l’esito della manifestazione di interesse – ha proseguito – che la Regione ha fatto nelle scorse settimane: l’ultima iniziativa di questo tipo, nel 2018, andò deserta. A queste manifestazioni di interesse seguirà adesso una fase tecnica, con adempimenti amministrativi e soprattutto con la pubblicazione dei bandi».

«Se tutto andrà bene avremo, entro la prossima stagione estiva 2024, 16 nuove rotte da e per la Calabria: 5 nazionali e 11 internazionali – ha concluso –. Parallelamente continuerà il lavoro che la Sacal sta portando avanti per ammodernare e rendere più attrattivi i nostri tre aeroporti.
Vogliamo continuare a crescere, e gli scali calabresi devono rappresentare sempre più il biglietto da visita per coloro che vengono a visitare la nostra splendida Regione». (rcz)

Sacal: Positivi i dati del traffico aereo nel mese di agosto

Nel mese di agosto, il sistema aeroportuale calabrese ha registrato un aumento del 9%, pari a 376.710 passeggeri totali rispetto ai 346.982 dello stesso periodo del 2022. È quanto ha reso noto la Sacal, sottolineando che si tratta di un segnale positivo per l’intero sistema.

Nello specifico, l’Aeroporto dello Stretto registra 27.779 passeggeri (contro i 19.525 del 2022 stesso mese) e una percentuale del 37% mentre 672 sono i movimenti (404 ad agosto dello scorso anno) con un +23%. A Reggio Calabria il maggior numero di passeggeri registrati, 1131, si è avuto giorno 5 agosto, mentre nelle altre giornate i viaggiatori sono stati tra i 700 e i 900.

Notevole incremento registra Crotone, che tra i tre aeroporti è quello che nel mese di agosto, rispetto all’analogo periodo del 2022, è cresciuto maggiormente: 52% per quanto riguarda il totale passeggeri (in + out) e 45% il totale voli transitati, che tradotti in numeri assoluti diventano 27.188 e 176 gli aeromobili assistiti in arrivo e partenza. Il giorno di maggior affluenza è stato giorno 12 agosto in cui i viaggiatori registrati allo scalo pitagorico sono stati 1333, stesso numero sfiorato di poco nei giorni 5, 19 e 26.

Ottima performace anche per l’aeroporto di Lamezia Terme. L’analisi dei dati di traffico dello scalo nel mese di agosto segna significativi numeri: 321.743 i passeggeri totali (contro i 309.541 del 2022) e un incremento percentuale del 4% e 2.797 i movimenti aerei (2.725 nel 2022) con un incremento del 3%. L’affluenza maggiore si è avuta, anche per l’aeroporto lametino, giorno 12 agosto in cui sono transitati 13.820 passeggeri (84 i movimenti), in tutti gli altri giorni il traffico ha oscillato tra i 9.000 e i 12.000 transiti. In forte ripresa a Lamezia anche il traffico internazionale, che nel solo mese di agosto si attesta su 109.739 passeggeri con un incremento del 12% rispetto ad agosto 2022 quando i passeggeri transitati furono 97.835. (rcz)

PORTI E AEROPORTI, QUANTO POTENZIALE
SPRECATO PER SVILUPPO DELLA CALABRIA

di FRANCESCO COSTANTINOLa Calabria, pur essendo una regione prevalentemente montuosa, come già segnalato parlando della mobilità stradale, è circondata dal mare lungo le coste Jonica e Tirrenica per uno sviluppo di circa 740 Km. 

Sembrerebbe dunque vocata all’accoglienza di un consistente sistema portuale e invece così non è.

I porti di maggior rilievo sono localizzati a Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Gioia Tauro, Vibo Valentia, Crotone e Corigliano. 

Il porto di Gioia Tauro, in particolare, si caratterizza come infrastruttura di livello internazionale.  Situato nel cuore del Mediterraneo, punto d’incontro fra le rotte marittime Est-Ovest e il corridoio 1 trans-europeo Helsinki – La Valletta; è il più grande terminal per il transhipment presente in Italia e uno dei più importanti hub del traffico container nel bacino del Mediterraneo.

L’infrastruttura è classificata di categoria II – classe I  ed è dotata d’infrastrutture e mezzi di banchina che consentono di accogliere le navi transoceaniche in transito nel Mediterraneo e di movimentare qualsiasi categoria merceologica. 

Il porto di Reggio Calabria è un porto di categoria II, classe II e per quel che attiene la definizione delle reti trans europee per i trasporti è incluso nella rete globale (Tent-T Comprehensive). Si caratterizza per la funzione di trasporto passeggeri associato a quello delle merci su convogli gommati ed è dotato di una modesta darsena per accogliere naviglio da diporto.

Il porto di Villa San Giovanni  è un porto di categoria II, classe II e rappresenta il principale nodo di collegamento marittimo tra la Calabria e la Sicilia, consentendo l’attracco delle navi traghetto operative nello Stretto di Messina per il trasporto di persone, veicoli gommati, commerciali e non, e convogli ferroviari.

Il porto di Vibo Valentia è un porto di categoria II, classe II, caratterizzato da una doppia funzione: commerciale e turistica. Esso è interessato da discreti flussi commerciali strettamente connessi alle attività produttive ed agli insediamenti industriali presenti sul territorio della provincia vibonese

Il porto di Crotone è il porto turistico calabrese con la maggiore dotazione di posti barca.  È un porto di categoria II, classe II ed è costituito da due bacini distinti, non comunicanti tra di loro. Il minore, situato nella zona est/sud-est della città, più antico, è denominato Porto Vecchio; il principale, situato nella zona nord della città, è denominato Porto Nuovo.

Il porto Vecchio, presenta destinazione prevalentemente diportistica e peschereccia a servizio della locale marineria. In ambito portuale è inoltre in esercizio un cantiere navale attrezzato per la costruzione di piccole unità di legno e per la riparazione e manutenzione di imbarcazioni da diporto.

Il porto Nuovo si caratterizza per la presenza al largo di piattaforme per la produzione di idrocarburi, collegate tra loro ed alla costa da condotte sottomarine. 

Il porto di Corigliano è un porto di categoria II, classe II con due darsene. Situato nell’omonimo golfo, è stato interamente ricavato scavando la linea di costa ed è dedicato soprattutto all’attività peschereccia registrando la presenza di un mercato ittico tra i più importanti del meridione.  Sono previsti ampi sbocchi verso una sua evoluzione anche come porto turistico.

Sono poi dislocate lungo le coste calabre altre strutture portuali e/o darsene o approdi, con utilizzazione prevalentemente orientata al turismo ma anche mista ad attività peschereccia e/o commerciale. 

In particolare la localizzazione delle anzidette strutture riguarda i centri di Diamante, Belvedere Marittima, Cetraro, San Lucido, Amantea, Pizzo, Tropea, Palmi, Bagnara, Scilla Saline Joniche, Roccella Jonica, Badolato, Catanzaro Lido, Le Castella, Cirò Marina, Cariati, Sibari.

Con riguardo alle densità di infrastrutture portuali la Calabria registra una distanza media tra un porto e il successivo pari a circa 49 Km risultando pertanto, contrariamente al contesto naturale, tra le meno presidiate d’Italia.  Ancor più sconfortante si presenta la situazione se si considera il numero di posti barca per chilometro di costa pari 6,3 posti/Km a fronte di una media nazionale di 20,5 posti/Km.

Alla luce dei dati statistici segnalati si conferma il ritardo della Calabria rispetto al resto d’Italia e si evidenziano, per converso, gli ampi margini di potenzialità di sviluppo in ragione della centralità del territorio regionale rispetto ai flussi di traffico marittimo che interessano il bacino del Mediterraneo sia in direzione Est-Ovest che in direzione Nord-Sud.

Una notazione a parte riguarda il porto di Gioia Tauro che aspetta di diventare un formidabile nodo intermodale integrato funzionalmente con l’area della Piana, soprattutto ora che è stato finalmente realizzato il gateway ferroviario ed è stata finalmente attivata formalmente la ZES.

È difficile accettare che l’imponente retroporto nonostante ricada nella ZES rimanga inspiegabilmente e sostanzialmente inutilizzato. 

Per quanto riguarda la mobilità aerea, non tutti gli aeroporti d’interesse nazionale risultano inseriti nelle reti TEN-T, e tra questi alcuni sono inseriti nel “core network” (Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Veneziaed altri nel  “comprehensive network” perché registrato oltre 1 milioni di passeggeri annui (Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona) o perché, pur presentando volumi di traffico passeggeri annui inferiore al milione di passeggeri, superano la soglia di 500 mila passeggeri annui e sono in possesso di caratteristiche quali l’unicità regionale o la collocazione in territori di scarsa accessibilità indispensabili per la continuità territoriale (Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste, Lampedusa, Pantelleria)

Dunque dei tre aeroporti calabresi, attualmente gestiti dalla SACAl sia l’aeroporto di Lamezia che quello dello Stretto fanno parte della rete “comprehensive network”, mentre l’aeroporto di Crotone ne resta escluso.

L’aeroporto di Reggio Calabria presenta un’offerta instabile oltreché inadatta a coprire i servizi minimi essenziali per le esigenze della vasta comunità dell’area dello stretto e da qualche anno registra un  traffico passeggeri, oltreché un numero di voli e di rotte, in costante diminuzione.

Le conseguenze più immediate risultano quelle collegate all’isolamento di un’area strategica quale quella dello Stretto, ed alla privazione del diritto alla mobilità e alla crescita economica della stessa area.

Quel che recentemente è emerso in ragione della prevalenza dell’interesse privato su quello pubblico, sostanziatosi con l’acquisizione illegittima della maggioranza delle quote azionarie della Sacal da parte dei privati, impone un cambio sostanziale della governance che non escluda la creazione di nuovi organismi di gestione.

Purtroppo, soprattutto per l’aeroporto dello Stretto, si perpetua una mancanza di strategie di sviluppo da parte della Regione e delle Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina, accompagnata da una conclamata scarsa autorevolezza della rappresentanza politica  locale sulla scena nazionale.

Emerge infatti la modestia delle politiche finalizzate ad ampliare il bacino d’utenza  migliorando l’accessibilità al servizio.

Prima della crisi collegata al Covid-19 la squilibrata governance della Sacal aveva creato le condizioni per privilegiare il solo aeroporto di Lamezia con un trend di crescita trainato anche dall’apertura di rotte internazionali e charter collegati al turismo.

Per Crotone l’apparente crescita del traffico passeggeri risultava collegata soprattutto ad un trend positivo estivo ed alla presenza sullo scalo della compagnia Ryanair  che aveva attivato anche un volo su Norimberga.

Attualmente anche questa struttura aeroportuale appare disattenzionata e a rischio chiusura.

Quel che appare più insopportabile, in un quadro generale di mobilità negata ai calabresi tutti, é che i cittadini dell’area dello Stretto possano essere privati di un diritto fondamentale quale quello alla mobilità, e che quando questo viene concesso debba essere pagato a prezzi insostenibili. 

Un pegno aggiuntivo che deve essere rifiutato così come deve essere rivendicato il diritto non comprimibile al collegamento con giusta frequenza ed orario, soprattutto con gli scali di Roma e Milano e senza trascurare le rotte più frequentate con gli altri aeroporti nazionali.

L’attuale condizione di arretratezza e di sottosviluppo in termini di mobilità territoriale dei calabresi ha radici storiche molto lontane e bisogna ammettere che molte sono le cause concorrenti. 

Non averle eliminate in 160 anni di stato unitario è un errore imperdonabile da addebitare in egual misura sia alle popolazioni dei territori che le subiscono, sia a quelle che apparentemente ne traggono beneficio, e sono la risultante di una visione miope dello sviluppo che impedisce all’intera nazione di sfruttare le enormi potenzialità di cui sarebbe possibile per tutti giovarsi per vivere in una nazione più forte perché finalmente unità e coesa. (fc)

Sacal: È un luglio da record per gli aeroporti calabresi

È stato un vero e proprio luglio da record, per gli aeroporti calabresi, che registrano 389.459 passeggeri, e cioè circa il 12% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Lo ha reso noto la Sacal, la società che gestisce gli scali calabresi.

 A confermare il trend positivo di crescita del sistema aeroportuale anche i fattori di riempimento degli aeromobili (load factor). 

Un incoraggiante segnale positivo, di continua crescita, arriva dunque dai dati di traffico del mese di luglio dai tre aeroporti calabresi: l’aeroporto Sant’Anna di Crotone ha registrato 23.067, il 28% in più rispetto al 2022 quando i passeggeri in arrivo e partenza sono stati 18.081; a Lamezia Terme, invece, sono stati 334.313 mentre, nello stesso arco temporale dell’anno passato, i passeggeri transitati sono stati  307.863, con una percentuale incrementata del 9%; aumentano del 37% rispetto al 2022 stesso mese, i passeggeri atterrati e decollati dal Tito Minniti di Reggio Calabria, in valore assoluto 32.079 quelli del 2023 e 20.035 dello scorso anno. Aumentano anche i movimenti aeromobili nel mese appena trascorso: lo scalo di Crotone registra 138 aerei movimentati, Lamezia Terme 3.057 e Reggio Calabria 1070, con incremento percentuale rispetto all’anno 2022 dell’11%, dei due aeroporti di Crotone e Lamezia Terme e 23% dello scalo di Reggio Calabria. Numeri e percentuali interessanti se si tiene conto del fatto che il mese di luglio è stato caratterizzato da scioperi e cancellazioni di voli.

Infine, degni di nota sono i fattori di riempimento degli aeromobili, i load factor – il rapporto tra i passeggeri trasportati e posti offerti – che hanno raggiunto la media dell’84% sull’intero sistema aeroportuale calabrese, di cui l’87% a Crotone, l’85% a Lamezia, e il 79% a Reggio Calabria. (rcz)

Sacal approva bilancio di esercizio 2022

L’Assemblea ordinaria dei soci di Sacal ha approvato il bilancio di esercizio 2022, che è complessivamente pari al 73,316%. All’assemblea hanno partecipato Regione Calabria, Fincalabra spa, Comune di Lamezia Terme, Camera di commercio di Cosenza.

Il bilancio, sottoposto all’esame ed approvato all’unanimità, ha evidenziato una perdita d’esercizio pari a Euro -2.484.775, ma è importante sottolineare che nel corso dell’esercizio 2022 la perdita operativa attesa era di Euro -5.500.760, ridotta grazie alle azioni correttive intraprese nel secondo semestre dell’anno. 

Lo stanziamento per fondo rischi, in particolare per la insolvenza della compagnia Blue air, l’aumento dei costi energetici durante il 2022, i costi per incentivi al traffico aereo legati alla stipula di contratti da parte del precedente organo amministrativo e le difficoltà ad attrarre vettori affidabili sugli scali di Reggio Calabria e Crotone, non hanno consentito di ridurre ulteriormente la perdita. 

Nonostante ciò, va comunque detto che il bilancio riflette il lavoro svolto nell’ultimo anno da Sacal spa, che dopo la variazione della compagine sociale e l’acquisizione del capitale di controllo riconducibile alla Regione Calabria, ha raggiunto risultati significativi mantenendo e rilanciando l’impegno e gli sforzi compiuti per assicurare l’apertura di tutti e tre gli aeroporti calabresi.

Sacal spa ha, inoltre, svolto un ruolo attivo nella promozione turistica della Calabria, collaborando con la Regione Calabria e le istituzioni locali e partecipando a importanti eventi e fiere del settore. L’obiettivo è stato quello di attrarre un numero sempre maggiore di turisti e aumentare l’accessibilità della regione attraverso i suoi aeroporti.

C’è da evidenziare come il traffico passeggeri nazionale nel 2022 sia raddoppiato rispetto al 2021, registrando 164,6 milioni di passeggeri, rispetto agli 80,7 milioni del 2021.

Nel corso del 2022, la Società ha affrontato diverse sfide, riuscendo ad ottenere importanti successi. Tra i passaggi chiave vi è da evidenziare il fatto che, in un clima di maturità delle relazioni industriali, si è verificata per la prima volta l’approvazione di un accordo di secondo livello sottoscritto dai sindacati ed approvato dalla maggioranza assoluta dei lavoratori della società. 

Dopo un attento processo di diagnosi strategica sono state previste le azioni destinate a rendere duraturo lo sviluppo dell’azienda nel medio termine.

In particolare, è stato previsto il cronoprogramma di realizzazioni infrastrutturali, caratterizzato dall’autonomia energetica e dalla sostenibilità ambientale ed un piano di attrazione ed incentivazione di nuovi vettori aerei sia su Reggio Calabria che su Crotone e Lamezia Terme.

Sacal è consapevole della portata strategica che le tre infrastrutture aeroportuali, con la concreta e fondamentale leva finanziaria della Regione Calabria, Azionista di riferimento, e l’impegno di tutti i dipendenti, determineranno sul sistema economico di tutta la regione. (rcz)

Franchini (Sacal): Gli aeroporti della Calabria come volano di sviluppo economico della regione

Gli aeroporti della Calabria come volano di sviluppo economico della regione. È questo l’obiettivo dichiarato da Marco Franchini, amministratore unico della Sacal, in una intervista al Corriere della Calabria.

Il quadro delle azioni da fare in futuro negli scali calabresi sono ben chiare per l’amministratore unico: «mettere a bando e magari completare nei prossimi tre anni del mio mandato, la maggior parte delle infrastrutture programmate. Inoltre puntiamo a raddoppiare i collegamenti aerei» ha detto Franchini, spiegando che «ho trovato un bilancio con una perdita nel 2022 di oltre un milione di euro, difficoltà da un punto di vista dei processi organizzativi interni, scarsa qualità dei servizi erogati ai passeggeri, infrastrutture fatiscenti e collegamenti intermodali inesistenti».

«A fronte di tutto ciò – ha detto al Corriere della Calabria – è risultato fondamentale e indispensabile il supporto della Regione che ha contribuito con 6 milioni di euro per compensare le perdite dovute alla pandemia e ha stanziato circa 30 milioni di euro per gli oneri di servizio pubblico per gli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria. Un provvedimento teso a distribuire valore su tutto il territorio calabrese. La felice intuizione di istituire un sistema aeroportuale regionale può costituire l’indispensabile base di accessibilità di un territorio con peculiarità diversificate, che può assurgere a un ruolo di protagonista nel panorama delle scelte turistiche esperienziali. Una caratteristica ultimamente molto ricercata dai passeggeri».

Spazio, poi, ai tre scali, partendo da Lamezia e dai progetti dell’aerostazione e della zona a traffico limitato. Su questo punto, Franchini ha riferito di aver condiviso i primi progetti con Enac, «con cui abbiamo instaurato un proficuo e costruttivo rapporto», mentre per quanto riguarda il collegamento ferroviario, «ci stiamo orientando verso l’individuazione di un percorso viabilistico che possa ridurre al minimo il tempo del transfer».

Aeroporto di Reggio. Sul Tito Minniti, Franchini ha detto che «è stato resettato il parco progetti e ottenute le necessarie autorizzazioni da parte di Enac, abbiamo consegnato i lavori per gli interventi per la sicurezza del volo per il controllo del traffico aereo e pubblicato il bando per il nuovo sistema di smistamento bagagli (BHS)».

«A breve, sarò bandito l’adeguamento dell’aerostazione passeggeri con la riqualifica degli impianti e l’ampliamento della sala imbarchi della struttura», mentre per l’amministratore unico di Sacal «appare molto più molto più concreta l’istituzione di un collegamento tra il porto di Reggio ed il “Tito Minniti”; tra la città di Messina, l’area tirrenica della Sicilia e le isole Eolie ed il porto di Reggio».

Franchini, poi, ha ribadito che il Sant’Anna di Crotone «è una parte del territorio molto importante soprattutto per l’attrattività turistica della stagione estiva» e che «il nostro impegno è rivolto all’adeguamento degli interventi per la sicurezza del volo dello scalo. Inoltre per la sua collocazione geografica e le favorevoli condizioni meteo del “Sant’Anna” puntiamo a concentrare qui attività industriali e manutentive aeronautiche, oltre a farne la base del Sud Italia per tutti gli interventi di Protezione Civile». (rrm)