L’OPINIONE / Lenin Montesanto: Quella Calabria e Albania che il mondo non si aspetta

di LENIN MONTESANTO – Calabria e Albania, con i rispettivi Marcatori Identitari Distintivi (MID) e grazie al valore aggiunto del patrimonio e dell’eredità arbëreshë, potrebbero fare squadra per costruire una forte e più competitiva destinazione turistico-esperienziale nel Mediterraneo.

L’ho ribadito questa mattina (mercoledì 20 novembre), intervistato da Maria Teresa Santaguida, ospite di Buongiorno Regione, la rubrica del TGR Calabria, su Rai Tre.

Così come spiegato e confermato anche nel proficuo colloquio svoltosi nelle scorse settimane a Tirana, sia col Premier Edi Rama che col Ministro del Turismo Mirela Kumbaro Furxhi, con la Strategia nazionale del turismo 2024-2030, il Governo albanese punta a destagionalizzare e ad internazionalizzare l’Albania come destinazione esperienziale, oltre il balneare.

Così come la Calabria, terra (tra gli altri Mid) del Teorema di Pitagora, ambisce ad essere – ripeto il claim del presidente Roberto Occhiuto – quella straordinaria che l’Italia ed il mondo non si aspettano, allo stesso modo l’Albania dell’ultimo fiume selvaggio ed incontaminato d’Europa (Vjosa), di Skanderbeg e della coesistenza pacifica delle principali religioni monoteiste, vuole riscrivere, spiegare, comunicare e dimostrare al mondo una diversa narrazione di se stessa e, quindi, una diversa capacità di accoglienza.

Ed in questo impegno strategico chiaro, finalizzato a superare un’immagine e percezione negative consolidatesi in passato e per motivi diversi, se l’Albania di fatto mutua oggi l’analisi e le prospettive dell’innovativo metodo regionale calabrese dei Marcatori Identitari Distintivi (Mid), in Calabria ci si potrebbe ispirare al coraggio ed alla determinazione (da sopravvissuti, per usare le parole del Ministro del turismo albanese) che il Governo Rama sta dimostrando per diversificare, oltre il cliché non più competitivo della sola narrazione paesaggistica, la propria proposta turistico-esperienziale su mercati globali. (lm)

[Lenin Montesanto è program manager della Cabina di regia regionale Mid]

Il mondo arbëresh calabrese ritorna in Albania per l’evento che celebra Giorgio Castriota Scanderbeg

Sabato 2 marzo, a Tirana, una delegazione di rappresentanza arbëreshë della Calabria, guidata in Albania dall’assessore alle Minoranze Linguistiche, Gianluca Gallo, e dal Commissario straordinario della Fondazione “Istituto Regionale per le Comunità Arbëreshe di Calabria”, Ernesto Madeo, sarà protagonista dell’evento che celebra la nobile storia dell’eroe Giorgio Castriota Scanderbeg.

Ai due eventi – a cui sono stati invitati dal presidente della Repubblica, gen. Bajram Begaj – oltre ai rappresentanti regionali, parteciperanno per la prima volta anche i Prefetti di Catanzaro, Cosenza e Crotone, fortemente voluti dal Presidente Begaj, dopo aver apprezzato il loro prezioso contributo in occasione del primo viaggio di conoscenza tenutosi in Calabria lo scorso mese di ottobre nelle tre province in cui si registra, peraltro, il maggior numero di realtà arbëreshë d’Italia.

A loro si affiancheranno come autorità i Presidenti delle Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone e i sindaci (o loro delegati) delle comunità di Caraffa di Catanzaro (CZ), Carfizzi (KR), Falconara Albanese (CS), Firmo (CS), Lamezia Terme (CZ), Lungro (CS), Maida (CZ), Marcedusa (CZ), Pallagorio (KR), San Basile (CS), San Cosmo Albanese (CS), San Demetrio Corone (CS), San Nicola dell’Alto (KR) e Santa Sofia d’Epiro (CS).

«Conosce un’altra importante tappa il percorso di rafforzamento dei legami storici, culturali e istituzionali tra l’Albania, la Calabria e la sua comunità arbëreshë: l’invito del Presidente Begaj ne rappresenta il simbolo evidente – ha dichiarato l’assessore alle Minoranze Linguistiche della Regione Calabria, on. Gianluca Gallo –. Esprimiamo gratitudine per questo nuovo passo, perché siamo convinti che esso possa rappresentare un’ulteriore opportunità da cogliere per rinsaldare le radici di una relazione antica, mai dissoltasi nei secoli, nonostante varie difficoltà, e che tocca a noi tutti, adesso, irrobustire e rilanciare, perché giunga intatta alle giovani generazioni».

Grazie al coordinamento organizzativo e logistico della Fondazione Arbëreshe di Calabria, per come espressamente richiesto dal Presidente Begaj, sono state invitate a partecipare all’evento tutte le altre comunità residenti nelle varie regioni d’Italia.

All’appello inoltrato dal Commissario Madeo hanno risposto con entusiasmo i Sindaci e le comunità di Casalvecchio di Puglia (Puglia), Maschito (Basilicata), Montecilfone (Molise), Palazzo Adriano (Sicilia), Piana degli Albanesi (Sicilia) e Ururi (Molise), dimostrando con la loro presenza che, seppure insediati in diversi territori del Centro-Sud, esiste una forte voglia di condivisione e di senso di unità e corrispondenza tra le diverse realtà arbëreshe, pronte al dialogo e alla costruzione di un percorso comune che rafforzi l’identità e la nobile storia del popolo arrivato circa 600 anni fa dal Paese delle Aquile.

«Con le sue attestazioni di fiducia e attenzione continuamente rivolti nei confronti della Fondazione – ha detto il Commissario straordinario Ernesto Madeo, alla guida dell’organismo regionale delle comunità arbëreshe – il presidente della Repubblica di Albania dimostra di essere un amico fraterno degli arbëreshe di Calabria e di tutte le comunità diffuse in regioni e luoghi del mondo che vedono nel nostro sangue sparso la forza dell’unità e della condivisione di una storia e di una nobiltà di sentimenti fraterni».

«Un percorso di costruzione di relazioni e conoscenza reciproca – ha concluso – reso possibile dalla visione del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e del lavoro di rinnovamento e rilancio dell’assessore Gianluca Gallo, con cui stiamo lavorando con sinergico entusiasmo e comune senso prospettico per il perseguimento dei fini statutari e istituzionali che la Fondazione ha la missione di perseguire». (rrm)

San Demetrio Corone protagonista a Tirana nell’evento “Dita e Arbëreshëve”

San Demetrio Corone, rappresentata dal sindaco Ernesto Madeo, è stata protagonista nel Giorno degli Arbëresh, manifestazione internazionale organizzata sotto gli auspici del Primo Ministro della Repubblica d’Albania, Edi Rama, e del Ministero per l’Europa e gli Affari Esteri.

Intervenuto in veste di ambasciatore del patrimonio storico-culturale tracciato dal grande poeta e letterato Girolamo De Rada, alla presenza della Ministra della Cultura Elva Margariti, il sindaco Madeo si è reso testimone diretto del notevole patrimonio culturale, letterario, tradizionale e storico-architettonico della Capitale dell’Arbëria italiana.

Nella sua relazione ha prospettato l’avvio di un interessante programma di valorizzazione territoriale e di promozione del patrimonio deradiano, attraverso la realizzazione di un Parco Letterario intitolato al grande poeta Girolamo De Rada, delineato con architetti, esperti del marketing territoriale ed accademici della Fondazione Solano, con un progetto da incastonare nella visione di una Rete dei Luoghi che travalicherà i confini regionali.

Per due giorni, nel Palazzo dei Congressi del Paese delle Aquile, si sono riuniti rappresentanti e personaggi noti della Comunità arbëreshe, insieme a ricercatori e storici provenienti da tutto il mondo, per discutere del passato e del futuro dell’Arbëria, grazie all’apporto e all’interesse sempre più forte che si è venuto ad instaurare tra la Repubblica di Albania, per come confermato negli interventi del Presidente Bajram Begaj e del Premier Edi Rama, e la Calabria, rappresentata nella sua volontà dalla presenza e dalle parole della Vice Presidente della Regione, Giusy Princi, e da Ernesto Madeo, intervenuto nell’occasione anche nella sua veste istituzionale di Commissario della Fondazione Arbëreshe di Calabria.

Un’occasione di confronto multidisciplinare, di alto spessore culturale e programmatico in cui il Sindaco di San Demetrio Corone ha saputo sottolineare e imporre che l’essere arbëresh rappresenta un valore socioculturale di notevole importanza, ma che partendo dall’apertura offerta dalle autorità albanesi intende contribuire alla costruzione di un circuito culturale ed economico virtuoso.

Perché l’Arbëria, oltre ad essere uno scrigno colmo di preziosi elementi culturali, tradizionali, di ritualità e costume, deve diventare anche un luogo riconosciuto di scoperta turistica, di impresa, di fonte di lavoro e di sviluppo economico. E la Calabria, con le sue numerose comunità arbëreshë, rappresenta per l’Albania un partner certamente affidabile e un interlocutore privilegiato.

Il mondo dell’Arbëria calabrese offre un patrimonio culturale, artistico e ambientale tra i più rilevanti d’Italia: un giacimento di risorse materiali e immateriali che costituisce un forte elemento di attrazione per nuovi flussi turistici e, di conseguenza, un’importante risorsa economica.

E considerato il mutare dei diversi tipi di consumo turistico e visti i dati emergenti circa una crescente domanda di turismo culturale, l’Amministrazione comunale sottoscriverà presto un importante protocollo con il Ministero della Cultura albanese.

Il progetto prevede di declinare e realizzare un sistema di risorse culturali e rurali dei territori che verranno interessati dagli itinerari deradiani, a nome di quel grande pensatore nato a Macchia Albanese, padre della letteratura Rilindja albanese, sepolto nella chiesa matrice del suo luogo natio, ma fortemente legato a quella che riteneva la sua madre patria, pur non visitandola mai.

Un progetto ambizioso quello dell’amministrazione Madeo, che potrebbe stimolare la nascita e lo sviluppo di nuove attività turistiche sostenibili e dare così vita ad una Rete Interregionale e Transnazionale dei Luoghi capace di porre i due popoli sotto una comune matrice culturale.

Oggi, valorizzare i luoghi deradiani rappresenta una grande opportunità per l’amministrazione Madeo, che si sta già adoperando su più fronti per definire l’acquisto della casa natale del Poeta, per restaurala e renderla fruibile a turisti e studiosi.

Casa De Rada rappresenta per il Comune un bene di indiscusso ed elevato interesse storico, uno straordinario marcatore identitario culturale da inserire all’interno dei circuiti di promozione turistica del mondo arbëresh.

Nell’Arbëria sono ancora tanti i luoghi e i siti esistenti e visitabili di alto interesse storico-culturale e di alto valore turistico da promuovere ai visitatori, che possono accompagnare i turisti alla scoperta di un territorio ricco e impregnato del sentimento e dell’opera di scrittori, poeti e artisti di vario genere: un insieme di espressioni e un grande patrimonio materiale e immateriale da valorizzare, al fine di consolidare i già forti legami storico-culturali che uniscono e contraddistinguono da oltre 500 anni le diverse attività umane di due popoli straordinari, che ancora oggi si ritrovano accomunati nell’ambito produttivo dell’artigianato, dell’agricoltura e del commercio.

Un’azione mirata e sinergica tra due regioni europee che potranno così riconsiderare l’identità di quei luoghi sopra richiamati, attraverso l’istituzione di itinerari culturali e ambientali da recuperare, tutelare, valorizzare, promuovere e rendere fruibili per un turismo sostenibile a carattere esperienziale.

Per fare ciò è stato proposta la possibilità di disegnare in maniera trasversale e collegiale una nuova offerta culturale e turistica dei territori dell’Arbëria di Calabria e delle regioni di Albania, unendo idealmente la storia con le diverse storie, con gli usi e i costumi, oltre che con l’ambiente, l’arte, la musica, la gastronomia e le leggende locali, al fine di proporre itinerari diversi rispetto al turismo tradizionale, soprattutto tenendo presente i cambiamenti radicali avvenuti negli ultimi dieci anni in ambito turistico.

Un modello di distretto turistico culturale tra Arbëria di Calabria e Balcani, che presenta il viaggio e l’esplorazione della storia al centro del suo interesse, riproducibile con facilità e produttività anche in luoghi e ambienti della nobile terra di Albania. (rrm)

MIGRANTI, NON PIACE IN CALABRIA L’INTESA
CON L’ALBANIA: È UNA VERA DEPORTAZIONE

di FRANCO BARTUCCI – Non piace ai calabresi l’intesa con l’Albania per il trasferimento dei migranti che arrivano nelle coste italiane (Lampedusa e Roccella, in primo luogo). Roccella è allo stremo, ma mostra tutta la grande solidarietà e la fratellanza del popolo calabrese nel soccorrere e accogliere i profughi che arrivano sulle sue coste. Non piace l’accordo (5 anni + 5) perché sa di vera e propria deportazione e non tiene conto delle opportunità che i migranti potrebbero offrire come risorsa lavoro. Manca manodopera, ma si tengono rinchiusi in centri di accoglienza centinaia di giovani (qualcuno persino con laurea) che andrebbero, invece, avviati al lavoro (anche attraverso strumenti di mediazione linguistica e formazione sul territorio). I vecchi – riusciti – progetti di inclusione dell’Unical (quando gli albanesi sbarcarono in massa nelle nostre coste) e di Mimmo Lucano a Riace dovrebbero costituire un modello virtuoso da seguire, ma il Governo preferisce buttare denaro per mantenere rinchiusi i disperati che arrivano dall’Africa e dall’Asia. L’operazione Albania ha un costo enorme: con le stesse cifre si potrebbe avviare un percorso di formazione e inclusione che dia speranza di vita migliore a chi ha dovuto abbandonare tutto, ovvero il niente di niente, nella propria terra.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il suo collega d’Albania Edi Rama hanno sottoscritto un accordo che consente di trasferire i migranti che vengono recuperati dalle navi italiane o dalla Guardia Costiera sui mari che circondano il nostro Paese direttamente in Albania ed in particolare in due centri ancora da costruire per essere identificati dalle autorità italiane nell’arco di trenta giorni. Due campi con una capienza di 1.500 posti cadauno per un totale complessivo di 36 mila migranti da controllare nell’arco di un anno per essere lasciati liberi dopo l’identificazione e ricondotti fuori dall’Albania o rinviati nei loro Paesi di origine e provenienza qualora non aventi diritto. Un accordo con validità di cinque anni rinnovabili.

«Un accordo che manda in frantumi – come ha dichiarato il Cardinale Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale, Matteo Maria Zuppi – il diritto d’asilo»; mentre a giustificazione del protocollo d’intesa il Presidente Edi Rama ha dichiarato ch’era doveroso accogliere la richiesta di aiuto della Presidente Meloni quale risposta collaborativa per una forma di ringraziamento per l’accoglienza che l’Italia ha riservato all’inizio degli anni novanta ai tantissimi migranti albanesi fuoriusciti dalla loro terra.

La cronaca giornalistica di questi giorni ha riservato sull’accordo dubbi e critiche a livello nazionale con la riserva dell’Unione Europea; mentre i sostenitori della presidente Meloni hanno parlato di un accordo necessario in quanto può funzionare come deterrente a scoraggiare i migranti per avviarsi dai loro Paesi con la meta l’Italia per poi dirigersi verso gli altri Paesi europei.

Un comportamento che rasenta la disumanità di certe forze politiche che hanno dimenticato il valore dell’accoglienza umana nel rispetto di quei valori cristiani che il Vangelo ci descrive. Eppure abbiamo un Santo Padre, Papa Francesco, che fin dal suo insediamento ha affrontato questo delicato problema dell’accoglienza dei migranti ad evitare le stragi nel nostro Mediterraneo con azioni concrete di profonda umanità.

Nel 1992 dalla Calabria ed in particolare dall’Università della Calabria, come nel resto d’Italia, in soccorso di quanto stava accadendo in Albania, ci fu una grande mobilitazione predisponendo un programma di accoglienza nei vari paesi di origine arbëreshë, buona parte dei quali risultavano svuotati con molte abitazioni chiuse, che può essere d’insegnamento oggi al mondo della politica ed alla società stessa italiana per dare un senso umano ed accoglienza a questa nuova generazione di migranti che fuggono per ragioni di guerra e carestie dai loro paesi di origine.

Il Progetto Skanderbeg dell’UniCal  in soccorso degli albanesi migranti – Il Consiglio di amministrazione dell’Università della Calabria nella seduta del 3 febbraio 1992, presieduta dal Rettore, prof. Giuseppe Frega, approvava il progetto “Skanderbeg”, presentato da un Comitato scientifico, presieduto dal prof. Pietro Bucci, già rettore dello stesso Atene dal 1978 al 1987, che prevedeva una soluzione di inserimento ed insediamento, nel contesto del territorio regionale, delle migliaia di profughi albanesi che giungevano nel nostro Paese.

A sostenere il progetto oltre alla stessa Università della Calabria vi erano l’Amministrazione Provinciale di Cosenza e la Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania; mentre il Comitato scientifico era così composto: Pietro Bucci, Paolo Portoghesi, Renato Guzzardi, Francesco Altimari, Aldo Pugliese, Francesco Solano, Antonio Rossi, Cesare Pitto, Nino Russo, Cesare Marini, Giuseppe Roma, Pina Carso.

Il progetto fu presentato ed illustrato in una conferenza stampa che si svolse il 2 luglio 1992 all’Università della Calabria dal prof. Pietro Bucci e dal prof. Paolo Portoghesi, dell’Università “La Sapienza” di Roma. Parteciparono alla conferenza tutti i componenti del Comitato tecnico-scientifico dello stesso progetto di cui sopra ed una vasta rappresentanza dei cinquanta centri urbani di origine albanese distribuiti su tutto il territorio delle regioni meridionali, dei quali trentuno soltanto in Calabria.

Gli ideatori del progetto prevedevano un recupero urbano di tutti i centri di origine arbëreshë poco abitati, per farne oggetto di insediamento di nuove comunità albanesi, il cui fenomeno migratorio di massa ha assunto nel 1991 una fase drammatica, ben raccontata nel 1994 dal noto regista calabrese Gianni Amelio nel suo film “Lamerica”. La Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria per questo film e la sua carriera gli conferì il 28 maggio 1996 la laurea “Honoris Causa” in Dams.

Per potere realizzare i nuovi modelli di assetto urbano, il progetto prevedeva un collegamento con le autorità governative dell’Albania, al fine di concordare interventi ed una programmazione mirata alla formazione delle persone ed all’insediamento delle nuove realtà urbane, come nello scambio delle politiche di rientro per una valorizzazione dell’economi e dello stato sociale del Paese di origine.

L’obiettivo dell’intervento era legato al processo di sviluppo delle naturali vocazioni del territorio e si articolava in un diverso assetto urbanistico del territorio, valorizzando, soprattutto, i settori dell’agricoltura, del turismo, del recupero delle strutture urbane, della selvicoltura, della zootecnia, ecc. Si puntava, inoltre, sulla possibilità di effettuare investimenti assistiti da contributi ed agevolazioni finanziarie statali, regionali e comunitarie; nonché sulla possibilità di utilizzare tecnologie che, contenendo i costi di produzione, rendevano economicamente valide le attività produttive da svolgere. Ancora una condizione essenziale del progetto era quella di puntare sulla possibilità di attivare l’imprenditorialità locale in forme capaci di mobilitare ed associare tutte le risorse umane esistenti in loco.

Era un progetto che dava valore al senso umano delle risorse in loco ed aveva, quale ideatore/Presidente del comitato scientifico, il prof. Pietro Bucci, già rettore dell’UniCal dal 1978 al 1987, un visionario ed un uomo di grande fede ed umanità.

Ma passata l’emergenza, come spesso succede qui in Calabria, non se ne fece nulla, essendo venuta meno a questa lungimirante idea progettuale dell’Università, che forse avrebbe cambiato prospettive non solo di ordine demografico alla società e alla economia calabrese, il dovuto sostegno concreto dalle istituzioni esterne coinvolte.

Una storia che parte dal Rettore Beniamino Andreatta  – Peraltro l’Università della Calabria con il Rettore Beniamino Andreatta fin dalle sue origini aveva impiantato delle radici di grande attenzione verso le minoranze linguistiche, inserendo nei piani di studio della Facoltà di Lettere e Filosofia, con il corso di laurea in lingue, i cui corsi partirono con l’anno accademico 1973/1974, una cattedra di lingua e letteratura albanese, con l’attivazione al suo interno dell’insegnamento di Dialetti albanesi dell’Italia meridionale ch’ebbe come primo docente ed in assoluto, come primo titolare di cattedra a livello accademico nazionale, il papas prof. Francesco Solano. Fu la prima Università italiana ad aprire questa importante pagina di storia per la tutela delle minoranze linguistiche, che aveva in Calabria una vasta comunità di popolazione con origine arbëreshë.

Da allora è stata avviata una sistematica ricerca sul campo che dalla Calabria si è estesa poi all’intero Mezzogiorno sul peculiare patrimonio linguistico, letterario e culturale arbëreshë (oltre 200 sono state le tesi di laurea e di dottorato ad esso collegate difese nell’ultimo quarantennio presso l’Unical!) poi proseguita nell’ultimo trentennio con importanti risultati scientifici, all’attenzione del mondo accademico nazionale e internazionale, da parte del suo allievo, il prof. Francesco Altimari, che dal 1991 è subentrato nella direzione della stessa cattedra fondata dal prof. Solano.

Vogliamo ricordare che alla memoria del fondatore di questa cattedra l’Unical ha intitolato nel 2009 l’apposita Fondazione universitaria “F. Solano”, voluta e sostenuta dalla sorella Nina Solano, che si occupa di valorizzare gli studi albanologici e di promuovere la lingua e la cultura degli albanesi d’Italia, ma anche di consolidare i rapporti scientifici e culturali tra comunità arbëreshë e comunità albanesi dell’ area balcanica.

Il Progetto Skanderbeg dell’UniCal sensibilizzò maggiormente la stessa Università  ad accogliere studenti provenienti dall’Albania per consentire loro di acquisire la laurea ed anche un gruppo di dottorandi e docenti, alcuni dei quali sono rimasti negli organici dell’Ateneo di Arcavacata e con il passare degli anni ad accrescere i rapporti istituzionali e di collaborazione con l’Università di Tirana e con quella kosovara di Prishitna.  Una esperienza che dopo otto anni si applicò anche con il Kosovo e la Serbia per effetto del conflitto bellico nei Balcani. Ma il progetto stimolò pure l’inserimento di molti albanesi in quei paesi e comuni di origine arberesce della Calabria e di altre regioni italiane. Ci fu una vera e propria integrazione.

Una nota particolare merita e va ricordata per il ruolo avuto dal Papas prof. Francesco Solano ch’ebbe l’ardire in quel momento drammatico per l’Albania di predisporre una “Guida alla conversazione italiana” che corrispondeva alla traduzione della “Guida alla conversazione albanese” (La prima in assoluto uscita in Italia), già pubblicata dal prof. Solano nel 1974 e ristampata dalla Regione Friuli Venezia Giulia con il sostegno della Fondazione del quotidiano “La Stampa” di Torino attraverso un’ edizione straordinaria fuori commercio.

Ed è quanto dovrebbe accadere nel nostro Paese nel rapporto di accoglienza dei tanti migranti che arrivano tutti i giorni sulle nostre coste anche in funzione di una migliore integrazione negli altri Paesi Europei sull’esempio di quanto è stato realizzato qualche anno dopo dal Sindaco Mimmo Lucano a Riace, terminato con un inquietante e ingiusto processo penale che va meditato per recuperarne il valore. (fba)

Il presidente dell’Albania Begaj scrive al commissario Madeo: Tornerò presto in Calabria

Il presidente della Repubblica di Albania, gen. Bajram Bega, ha scritto una lettera al commissario straordinario della Fondazione  Istituto Regionale delle Comunità Arbëreshe di CalabriaErnesto Madeo, dopo l’esaltante esperienza vissuta in occasione della sua prima visita in Calabria, durante le visite istituzionali tenute per quattro giorni in alcune comunità arbëreshe delle province di Crotone, Cosenza e Catanzaro.

«Gentile dottor Madeo, Vi ringrazio ancora una volta dal profondo del cuore e sono riconoscente per l’invito che mi avete rivolto, per l’encomiabile ospitalità e per l’impegno delle strutture istituzionali e logistiche che avete creato verso la mia persona durante la visita che ho intrattenuto nell’Arbëria di Calabria, dal 20 al 23 ottobre scorso», ha scritto il presidente, dicendosi «profondamente colpito dall’alto sentimento nazionale e identitario di ogni comunità visitata, in cui si preserva e si eredita di generazione in generazione la lingua, gli usi e i riti religiosi, oltre ai variopinti costumi arbëreshë, tutelati e valorizzati nonostante la distanza dall’amata terra di provenienza. Vi assicuro che non si cancellerà mai dalla mia memoria lo spirito di festa con cui mi avete accolto e il fascino dei vostri incantevoli luoghi».

Begaj ha garantito che tornerà presto nelle altre località arbëreshe calabresi che non ha potuto visitare in questo primo tour di incontri, anche per mantenere la promessa rivolta a Madeo in occasione del primo appuntamento istituzionale intercorso ufficialmente a Tirana nella sede presidenziale, conosciuta anche come Palazzo delle Brigate, nello scorso mese di marzo.

Un rapporto di amicizia personale e istituzionale che rilancia l’intesa tra Albania e Calabria, che sottolinea e rafforza anche in modo diretto e preferenziale il rapporto avviato dalla Presidenza albanese con la guida della Fondazione, impegnata con le sue attività a rappresentare in modo imparziale e propositivo quanto incluso nei compiti e nella fiducia assegnata a Madeo dal Presidente della Regione Calabria, on. Roberto Occhiuto(rcs)

Ultimo giorno di Calabria per il presidente albanese Begaj

Si conclude oggi il viaggio del presidente d’Albania Bajram Begaj in Calabria. Un viaggio molto emozionante che ha portato il Capo di Stato albanese in visita in molte comunità arbereshe oltre che a colloquio con il governatore Roberto Occhiuto e nella sede Rai Calabria di Cosenza dove ha potuto conoscere le misure che la televisione pubblica italiana sta attivando per le minoranze linguistiche. Nella sua ultima giornata calabrese il presidente Begaj visita Macchia Albanese, Falconara albanese per poi raggiungere il catanzarese a Vena di Maida.

In questi giorni nella nostra regione, Begaj ha preso parte, a San Demetrio Corone nella sede del Collegio di Sant’Adriano, alla commemorazione del 550esimo anniversario della morte dell’eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderbeg. Il presidente albanese ha visitato diverse comunità albanofone: Pallagorio, San Nicola dell’Alto, Carfizzi (in provincia di Crotone), Macchia Albanese, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro e Spezzano Albanese. Begaj, insieme con l’assessore regionale Gallo che fra le sue deleghe ha anche quella relativa alle minoranze, ha inoltre incontrato quei sindaci delle comunità che non è riuscito a visitare in questo viaggio calabrese. (rcs)

Alla sede Rai Calabria arriva il presidente d’Albania

di PINO NANO – Sabato prossimo 21 ottobre la Sede Rai della Calabria si prepara a vivere una delle giornate forse più solenni e più importanti di questi ultimi mesi.

Parliamo dell’arrivo a Cosenza, negli studi di Viale Marconi che oggi è il palazzo storico della Rai calabrese, del Presidente dell’Albania Gen. Bajram Begaj, una visita ufficiale, che conferma quanta attenzione l’Albania abbia nei riguardi della Rai, e in particolare quanta attenzione il Presidente d’Albania voglia dedicare alla sede calabrese che più di altre oggi è chiamata a raccontare le tradizioni del popolo albanese di stanza in Calabria. E tutto questo alla vigilia dell’approvazione del Piano Industriale della Rai che avrà anche un’attenzione molto speciale alla lingua albanese. Il Piano Rai dei prossimi anni infatti prevede degli spazi di informazione e di approfondimento in lingua arberesche, proprio nel rispetto di una popolo e della sua storia.

Il programma della giornata di sabato (ore 11:45, Sala polifunzionale “Corrado Alvaro”, Rai – Sede regionale per la Calabria – viale Marconi, Cosenza) prevede il saluto ufficiale al Presidente dell’Albania da parte del Direttore di Sede Massimo Fedele, con lui ci sarà il Capo dei Servizi Giornalisti Riccardo Giacoia (è questa la sua prima uscita pubblica da quando è il nuovo Caporedattore della Sede calabrese),e insieme a loro Antonio Marco Zela ,Direttore Relazioni Esterne e Comunicazioni Rai Corporate.

A ricevere ufficialmente il Presidente d’Albania, insieme a Massimo Fedele e Riccardo Giacoia, ci sarà anche il Governatore della Calabria Roberto Occhiuto, che ha sempre seguito in prima persona e in presa diretta le vicende della grande comunità arberesche di Calabria. Poi l’incontro prevede un intervento di Ernesto Madeo Commissario della Fondazione Comunità Arbëreshe della Regione, e il saluto conclusivo del Presidente dell’Albania Gen. Bajram Begaj, una personalità politica di alto spessore internazionale.

Il Gen. Bajram Begaj è un militare e uomo politico di vecchia tradizione. Nato a Rrogozhinë nel 1967, conseguita la laurea in Medicina nel 1998 presso l’Università di Tirana, ha poi intrapreso una brillante carriera militare che lo ha portato a ricoprire numerosi incarichi istituzionali: comandante dell’unità di addestramento delle forze armate, capo dell’Unità medica militare, direttore dell’Ospedale militare e dell’Ispettorato sanitario, nel luglio 2020 ha ottenuto il grado di generale ed è stato nominato capo di Stato maggiore. Nel giugno 2022, a larghissima maggioranza (78 su 83 voti) e con il sostegno del Partito socialista del primo ministro E. Rama, Begaj è stato eletto dal Parlamento nuovo presidente del Paese, subentrando nella carica al presidente uscente Ilir Meta dal mese successivo.

Ilir Meta è lo stesso Presidente che già in passato era venuto in Calabria a visitare il palazzo Rai e a ringraziare i vertici del tempo di Rai Calabria per l’attenzione rivolta in passato alle tradizioni e alla cultura arberesche. Per Rai Calabria, insomma, un giorno importante. (pn)

Il turismo in Albania potrebbe essere un modello per la Calabria

«Nel 2012 l’Albania ha fatto registrare un aumento di 7,5 milioni di turisti. Per il 2023 le stime parlano di circa 9 milioni di visitatori attesi. Più della metà di questi sono viaggiatori ed ospiti che hanno visitato e si sono emozionati con l’entroterra. Si tratta di un risultato importante che si inserisce nell’ambito delle strategie che il Governo Rama sta direzionando sulle zone rurali dove non c’è altro che l’identità. In questa cornice il settore agrituristico è diventato trainante e riqualificante rispetto al posizionamento e alla reputazione della destinazione Albania in Europa e nel mondo. Puntiamo molto sulla promozione e valorizzazione del cibo autentico, delle filiere e dei prodotti certificati, sull’agricoltura di qualità e, soprattutto, sulla trasformazione che rappresenta il vero valore aggiunto di tutto il potenziale agricolo. Tutti investimenti, questi, che incentivando proposte di turismo esperenziale e destagionalizzando la capacità ricettiva, ci stanno anche consentendo di frenare lo spopolamento delle zone interne e di far ritornare tanti giovani in modo manageriale alla terra».

È stato, questo, uno dei messaggi principali condiviso dal Ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale dell’Albania Frida Krifca con la platea di rappresentanti istituzionali, sindaci dell’Arberia calabresi e di altre regioni e della rete imprenditoriale regionale, intervenuti per la tavola rotonda ospitata nei giorni scorsi a Palazzo Marino dal titolo “Ritorno all’agricoltura, south working and innovation, rivoluzione digitale e sviluppo competitivo del Mediterraneo identitario e distintivo” che ha aperto la lunga giornata della 18esima edizione del concorso dei vini Arbëreshë.

Il Ministro era accompagnato da una delegazione di ristoratori, produttori ed albergatori. Tra gli altri c’erano anche quello dell’agriturismo Mrizi i Zanave, una delle più importanti attività albanesi ed il Presidente dei ristoratori di Tirana Kujtim Dervishi.

Aprendo la serie di interventi il sindaco di Vaccarizzo Antonio Pomillo ha voluto accogliere e dare il benvenuto simbolicamente alle donne presenti nel parterre con un omaggio floreale. Ha quindi consegnato in dono al Ministro la bambola vestita dell’abito tradizionale e ha ricevuto, in cambio, un catalogo di scatti d’autore dedicato all’entroterra dell’Albania, un autentico inno al valore turistico, al ritorno alla terra e all’entroterra.

Coordinati da Lenin Montesanto, responsabile Comunicazione Strategica ed Istituzionale del Comune di Vaccarizzo Albanese insieme al Primo Cittadino sono intervenuti anche il sindaco di Berat Ervin Demo che ha presentato tutte le strategie messe in campo per rilanciare il turismo esperenziale tutto l’anno insieme alla promozione dell’enogastronomia e ha invitato la delegazione italiana a partecipare ad ottobre ad un importante evento sul vino; l’Agrichef ed Ambasciatore della Calabria Straordinaria Enzo Barbieri che ha ufficializzato il progetto di istituire a Vaccarizzo Albanese e ad Altomonte una scuola di formazione e di pensiero sulla valorizzazione cultuale ed economica dell’identità agroalimentare; il Consigliere Regionale Pasqualina Straface, che, portando il saluto del Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha sottolineato l’attenzione che l’Esecutivo regionale annette alle minoranze linguistiche tanto da avere assegnato un’apposita delega all’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo. La Straface ha annunciato quindi l’avvio del volo diretto Lamezia/Tirana che sarà inaugurato nel mese di luglio, uno dei primi impegni assunti e mantenuti dal Presidente Occhiuto in questa direzione.

Sono intervenuti anche il Commissario della Fondazione Istituto Regionale Comunità Arbëreshe di Calabria Ernesto Madeo che ha rilanciato la necessità di pensare alla istituzione di Zes di montagna (Zona Economica Speciale) e di investire nell’entroterra come frontiera dello sviluppo della Calabria, del Sud e del Mediterraneo; in rappresentanza di Confagricoltura Cosenza Filomena Greco, che ha portato i saluti della Presidente Paola Granata ed ha espresso apprezzamento per la guida al femminile del dicastero albanese all’agricoltura; il funzionario del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria Francesco Chiellino che sottolineando insieme agli altri l’importanza dei Mid, ha illustrato tutte le iniziative messe in campo dal dipartimento guidato da Giacomo Giovinazzo e dall’assessorato guidato da Gallo ed i risultati raggiunti dalla Calabria che, nell’ambito dei fondi Psr risulta fra le regioni più virtuose nella spesa.

A concludere è stato il Senatore Ernesto Rapani che sottolineando a più riprese gli obiettivi del Memorandum d’intesa sottoscritto pochi mesi fa con il Ministro alla sovranità alimentare Francesco Lollobrigida sulla cooperazione nel settore agroalimentare, della pesca e della trasformazione agroalimentare, volto in particolare a promuovere la cooperazione agricola e agroalimentare fra le due Nazioni, ha apprezzato il messaggio della Krifka di pensare insieme ad un brand Italo – Albanese sull’agroalimentare. – L’evento si è concluso con la proiezione del clip Città del Costume e della cultura arbëreshë realizzato da Roka Produzioni che ha emozionato tutti e con l’intonazione degli inni nazionali, italiano e albanese.

Nel pomeriggio il Ministro Krifka è stata accompagnata in visita al Museo degli Ori arbëreshë. Ha indossato il llambadhor, prezioso e antico abito da sposa tipico di Vakarici, dalla gonna di seta e oro e dal ricco corpetto che fa parte della collezione del Museo, in segno di riconoscimento e ha camminato per le strade del salotto diffuso, accompagnata dal Sindaco Pomillo e dai sindaci di Spezzano Albanese, Civita, Firmo, San Giorgio albanese, San Cosmo, San Demetrio Corone, Santa Sofia d’Epiro, Brindisi di montagna, San Marco Argentano, San Martino di Finita soffermandosi a salutare cittadini, ospiti, i rappresentanti delle cantine arbëreshë, calabresi e albanesi.
Tra le varie esperienze della due giorni, il Ministro Krifka ha illuminato anche l’Orologio in Piazza Scura, reinstallato recentemente ed è ripartita domenica mattina, non prima di aver fatto una tappa al mare e lungo la costa.

Il Ministro con Pomillo ha premiato in piazza i vincitori del Concorso. Per la categoria vini rossi si è aggiudicato il primo posto Pierfrancesco Godino di Vaccarizzo Albanese. Sul secondo gradino è salito Salvatore Bua sempre di Vaccarizzo Albanese e sul 3° Leopoldo Bellucci di San Demetrio Corone. Angelo Maria Marcoricchio di Spezzano Albanese, Costantino Barbuto di San Benedetto Ullano e Giuseppe Ferrari di Frascineto, sono rispettivamente il primo, il secondo ed il terzo classificato della categoria vini bianchi. Raffaello Tocci di San Cosmo Albanese è il vincitore della categoria vini Rosati. Luigi Vangieri e Giorgio Scaramuzzo, entrambi di San Giorgio Albanese si sono posizionati al secondo e terzo posto. Sono, questi, i nomi dei vincitori dell’edizione da record del Concorso dei Vini Arbëreshë realizzato con il contributo della Regione Calabria – Calabria Straordinaria, svelati nella centralissima via Skanderbeg con ospiti e visitatori da tutta la Calabria.

Impreziosito da musica e stand enogastronomici, è stato possibile seguire l’evento dai maxischermi allestiti di piazza Skanderbeg e Scura. Portato ad un livello altissimo dall’Esecutivo Pomillo, il Concorso si inserisce in una programmazione annuale che insieme al Fish Festival e alla Rassegna del Costume arbëreshë continuano a fare di Vakarici un punto di riferimento importante nella promozione dell’Arberia. (rcs)

Tappa della ministra albanese Krifca ad Altomonte per ripensare nuove politiche agricole

Il management dell’identità può e deve rappresentare per i territori del bacino del Mediterraneo e, tra questi, sicuramente per la Calabria e l‘Albania, la piattaforma per costruire e consolidare le basi di uno sviluppo autonomo eco-sostenibile e durevole del sud dell’Europa. In questa prospettiva assume un ruolo propulsore la riconsiderazione delle politiche agricole come strumento per ripensare e misurare diversamente dal passato la stessa qualità della vita. Tutela della biodiversità, promozione della filiera corta, della stagionalità, tutela della biodiversità, valorizzazione e commercializzazione delle identità territoriali e soprattutto capacità di trasformazione e di posizionamento sui mercati globali delle produzioni locali rappresentano sfide comuni sulle quali rafforzare sinergie ed individuare percorsi di collaborazione a più livelli e tra pubblico e privato.

Sono, questi, i principali temi e punti di contatto affrontati venerdì 23 nel corso della seconda tappa della visita istituzionale del Ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale dell’Albania Frida Krifca promossa dal primo cittadino di Vaccarizzo Albanese Antonio Pomillo insieme al responsabile comunicazione strategica dell’ente Lenin Montesanto.

Dopo la tappa di venerdì 23 al Mid Codex Purpureus Rossanensis, accolta dall’Arcivescovo Mons. Maurizio Aloise e dal sindaco Flavio Stasi, il Ministro Krifca ha raggiunto la Città d’Arte Altomonte per inaugurare l’evento nazionale Borgo Divino organizzato dall’Associazione Nazionale Borghi più belli d’Italia.

Il Ministro e la delegazione composta dal viceministro Enio Civici, dalla consigliera Viola Dona, dalla consigliera di comunicazione Nekije Hozhaj, dal membro dello staff Arsen Ndreu e dal sindaco di Berat, Ervin Demo sono stati accolti dall’Agrichef e Ambasciatore della Calabria Straordinaria Enzo Barbieri, dal Prefetto di Cosenza Cinzia Ciaramella, dal Questore Michele Maria Spina, dal consigliere nazionale dell’associazione Borghi più belli d’Italia Bruno Cortese e dal Sindaco Gianpietro Coppola.

Ha preso parte all’evento anche una nutrita delegazione di imprenditori della ristorazione agrituristica identitaria ricettiva dell’Albania.

Nel tardo pomeriggio, alle ore 19, il Ministro sarà accompagnato in visita al Museo del Costume e degli Ori Arbëreshë di Vakarici e alle ore 20, in piazza Skanderbeg, prenderà parte alla cerimonia di premiazione della 18esima edizione del Concorso dei Vini Arbëreshë che con 200 iscritti quest’anno ha fatto registrare il record partecipanti.

In Piazza saranno presenti stand enogastronomici con la collaborazione dell’agrichef Enzo Barbieri e le più importanti Cantine calabresi e albanesi. (rcs)

Il ministro albanese Frid Krifca in visita nel cosentino. Vedrà anche il Codex

Il Ministro dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale dell’Albania Frid Krifca, in visita istituzionale in Calabria, sarà accompagnato anche alla scoperta di alcuni dei principali Marcatori identitari distintivi (Mid) presenti sul territorio.

È quanto fa sapere il sindaco Antonio Pomillo informando che insieme alla tappa di Vaccarizzo Albanese in programma per sabato 24 con l’attesissima 18esima edizione dell’ormai storico Concorso dei Vini Arbëreshë, sono previste anche due tappe territoriali di qualità, nella stessa giornata di venerdì 23, sia a Corigliano–Rossano che ad Altomonte.

Il primo degli appuntamenti che scandiranno il tour istituzionale del Ministro nel territorio è previsto alle ore 16 di venerdì 23 a Corigliano – Rossano dove lo speciale ospite, rappresentante del Governo di Tirana, accompagnato dal Primo Cittadino Pomillo e dal comunicatore Lenin Montesanto, incontrerà l’Arcivescovo di Rossano-Cariati Monsignor Maurizio Aloise.

A seguire Krifca visiterà il Museo del Codex Purpureus Rossanensis, nel centro storico di Rossano e, quindi, il Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli. Alle ore 20, infine, ad Altomonte, il Ministro e la delegazione albanese presenzierà all’evento nazionale Borgo Divino organizzato dall’Associazione Nazionale Borghi più belli d’Italia.

Sabato 24 a Vakarici le iniziative partiranno alle ore 10, da Palazzo Marino, nella sala del Consiglio Comunale, dove si terrà una tavola rotonda sul tema Ritorno all’agricoltura, south working and innovation, rivoluzione digitale e sviluppo competitivo del mediterraneo identitario e distintivo.

Coordinati da Lenin Montesanto, responsabile Comunicazione Strategica ed Istituzionale del Comune di Vaccarizzo Albanese, alla presenza dei sindaci dell’Arberia calabresi e di altre regioni e della rete imprenditoriale regionale, interverranno anche l’Agrichef ed Ambasciatore della Calabria Straordinaria Enzo Barbieri, il Presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli, il Consigliere Regionale Pasqualina Straface, il Commissario della Fondazione Istituto Regionale Comunità Arbëreshe di Calabria Ernesto Madeo, in rappresentanza di Confagricoltura Cosenza Filomena Greco, il funzionario del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria Francesco Chiellino, l’Ad di Omnia é Spa Vincenzo D’Agostino ed il Senatore Ernesto Rapani.

Nel tardo pomeriggio, alle ore 19, il Ministro sarà accompagnato in visita al Museo del Costume e degli Ori Arbëreshë e alle ore 20, in piazza Skanderbeg, prenderà parte alla cerimonia di premiazione della 18esima edizione del Concorso dei Vini Arbëreshë che con 200 iscritti quest’anno ha fatto registrare il record partecipanti.

In Piazza saranno presenti stand enogastronomici con la collaborazione dell’agrichef Enzo Barbieri e le più importanti Cantine calabresi e albanesi. (rcs)