L’OPINIONE / Nicola Fiorita: «No al Centro per il rimpatrio di migranti irregolari ad Alli»

di NICOLA FIORITA – Il governo sta valutando la possibilità di realizzare sul nostro territorio, nella zona di Alli, uno dei Centri per il rimpatrio degli immigrati irregolari (Cpr) previsti dal Decreto Cutro. Ho comunicato al Prefetto il mio “no” convinto per una serie di motivazioni.

La prima è che considero queste strutture disumane e inutili, lontane dallo spirito di solidarietà umana di cui la nostra città ha dato prova. I Cpr non risolveranno il problema dell’immigrazione irregolare e clandestina.
La seconda motivazione riguarda i criteri che devono guidare la scelta del governo. Non si capisce perché il centro dovrebbe essere collocato proprio a Catanzaro, una città che sta facendo i conti con un attacco criminale molto preoccupante e che vede il nostro Comune sotto assedio, come dimostra da ultimo il vigliacco maxi furto nel Centro fieristico.

Noi dal governo ci aspettiamo piuttosto un ulteriore potenziamento delle forze dell’ordine per contrastare i fenomeni delinquenziali e mafiosi che inquietano i cittadini e minacciano imprenditori e operatori commerciali. Il Governo invece si dimentica di Catanzaro e del suo ruolo istituzionale, magari organizzando il G7 non nel Capoluogo di Regione, e poi si ricorda di noi solo per individuare un’area che considera come «luogo scarsamente abitato».

Noi queste strutture disumane e pericolose non le vogliamo. Noi siamo per accogliere i rifugiati, coloro che scappano da guerre e carestie, con un modello diffuso che salvaguardi i bambini, le donne, gli adolescenti. Un modello che si spalmi su più località, non una specie di campo di concentramento che potrà solo amplificare l’illegalità. Il governo ha le armi per imporci questa scelta, ma sappia che ha la netta contrarietà della nostra comunità. (nf)

(Nicola Fiorita è sindaco di Catanzaro)

ALLI (CZ) – Lo Schiavo: «Scongiurati i licenziamenti all’impianto rifiuti»

«La Spada di Damocle del licenziamento, che incombeva su 18 lavoratori dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Alli di Catanzaro, è ufficialmente rientrata. Era quanto auspicavamo, ponendo alla Giunta regionale un’apposita interrogazione urgente riguardante tale vertenza nonché gli obiettivi di sviluppo dell’importante sito catanzarese. La conferma della positiva risoluzione della vicenda è arrivata direttamente in Consiglio regionale, ieri, nel corso del Question time, dalla viva voce dell’assessore all’Ambiente Marcello Minenna il quale ha inteso sottolineare anche il ruolo positivo svolto da Arrical. Non possiamo che accogliere positivamente la notizia, prendendo atto della crisi rientrata e dei posti di lavoro salvaguardati facendo valere i vincoli contrattuali tra le parti. Tuttavia, come ho avuto modo di precisare anche ieri in aula, continuo a vedere il rischio di tensioni tra il gestore e l’autorità regionale che potrebbero ancora una volta essere scaricate sull’anello debole della catena: i lavoratori. C’è, fortunatamente, il diritto del lavoro che li tutela ma non si può eludere un dato di fatto: il sito di Alli per troppo tempo è rimasto nell’incertezza rispetto al suo ruolo nell’ambito del Sistema regionale dei rifiuti, ed è bene che questo ruolo venga ora definitivamente e chiaramente individuato e sostenuto per evitare di ritrovarsi nel prossimo futuro a gestire nuove vertenze».

È quanto dichiara il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo (presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti) a seguito della discussione dell’interrogazione presentata sul rischio licenziamenti dei lavoratori della discarica di Alli, nel Catanzarese. (rcz)

Lo Schiavo in visita dai lavoratori licenziati di Alli: Presto un’interrogazione

«Ho incontrato una delegazione dei lavoratori dell’impianto di trattamento rifiuti di Alli, nel Catanzarese. Ben 18 di loro, più della metà della forza lavoro in servizio nel sito, hanno ricevuto la lettera per l’avvio delle procedure di licenziamento da parte di Alli Scarl, la società consortile che gestisce l’impianto. Ho voluto ascoltare dalla viva voce dei lavoratori le vicende che caratterizzano questa delicata situazione in cui, come spesso accade, la controparte più debole si trova a scontare le criticità aziendali e politiche che interessano il sistema. Si tratta di una questione complessa che chiama in causa, a più livelli di responsabilità, soggetti pubblici e privati che intervengono nel ciclo del trattamento dei rifiuti. Tra questi, benché le competenze siano state scaricate sulla nuova authority acqua e rifiuti Arrical, vi è certamente la Regione Calabria che, nel tempo, non ha messo in atto quelle azioni che avrebbero certamente potuto contribuire ad un rilancio del sito. Il timore è che, nello scontro tra le parti in causa, le garanzie occupazionali possano essere utilizzate come strumento di pressione per ottenere condizioni più vantaggiose. Ciò non è tollerabile e va rigettato con forza ogni tentativo di strumentalizzazione dei lavoratori. Al tempo stesso, tuttavia, la Regione non può sottrarsi alle proprie responsabilità e deve chiarire in che modo intende far sì che il sito non subisca ulteriori arretramenti e come pensa di intervenire affinché si interrompa il suo costante depotenziamento. Allo scopo presenterò presto, rivolgendomi all’assessore regionale all’Ambiente Minenna, un’interrogazione a risposta immediata per chiedere se e come la Regione Calabria si attiverà a tutela dei lavoratori della discarica di Alli».

È quanto dichiara il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo (presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti) a margine di un incontro con i lavoratori dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Alli, interessati da una procedura di licenziamento. (rcz)