L’appello di Manna (Anci Calabria) ai sindaci: Importante il voto per riforma della giustizia

Il presidente di Anci CalabriaMarcello Manna, in occasione del referendum del 12 giugno, ha lanciato un appello ai sindaci, ricordando che «come sindaci siamo tenuti a sostenere l’esercizio del voto, ancor più quando si pratica la democrazia diretta su temi così cruciali» e invitando a «sollecitare l’esercizio del voto e sensibilizzare le vostre comunità sui quesiti referendari».

«La legge Severino – ha spiegato – ne è un esempio lampante: molti di noi hanno toccato gli effetti di una legge ingiusta, che lede le funzioni degli amministratori in maniera incomprensibile. Per questo dobbiamo essere compatti e mobilitarci a sostegno di una battaglia che è prima di tutto di civiltà. Il silenzio e la necessità di oltrepassare il quorum del 50% stanno vanificando un istituito fondamentale per la democrazia: non si possono fare le riforme attraverso il referendum, ma è un segnale preciso verso il legislatore che la riforma della giustizia non è più procrastinabile».

«Domenica – ha concluso –si gioca una partita importante: diamo un segnale forte del nostro impegno civile, sociale, politico affinché l’inerzia parlamentare che registriamo su tali temi si arresti in nome della nostra Repubblica e nel rispetto della nostra Costituzione». (rrm)

Alla Parata del 2 Giugno a Roma anche il presidente Anci Calabria Manna

Anche il presidente di Anci CalabriaMarcello Manna, insieme a una delegazione di colleghi provenienti da ogni parte della regione, prenderà parte domani a Roma, insieme agli altri circa 300 sindaci, alla cerimonia della Festa della Repubblica, guidati dal presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, e dal presidente del Consiglio nazionale, Enzo Bianco.

La sfilata si terrà a via dei Fori imperiali, dopo uno stop di due anni dovuto alla pandemia. Come nelle precedenti edizioni, la scelta di far aprire la sfilata ai primi cittadini con le loro fasce tricolori servirà a sottolineare e valorizzare l’impegno degli ottomila Comuni italiani quale “prima linea” istituzionale e tessuto connettivo del Paese anche in termini di accoglienza e inclusione dei profughi dell’Ucraina.

«Mai come in questo momento storico, contraddistinto dai pericoli che la politica estera pone, è necessario trasmettere ai nostri cittadini il senso di unità che proprio nei momenti difficili ha reso più forte la nostra nazione e i principi democratici contenuti nella nostra costituzione. Il due giugno ricordiamo la nascita della Repubblica, ma anche principi su cui si fonda la nostra Costituzione», ha scritto Manna in un messaggio indirizzato ai primi cittadini.

«In occasione della celebrazione del primo referendum istituzionale – ha detto ancora Manna – con il quale, il due e tre giugno 1946, i cittadini italiani furono chiamati a scegliere la futura forma di governo dello Stato dopo la caduta del regime fascista, le istituzioni che rappresentiamo come sindaci debbono essere il faro delle proprie comunità e sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni sui sacrifici fatti dai giovani di oltre sessant’anni fa che ci consentono di vivere in un paese libero e democratico».

«Oggi celebreremo, dunque – ha concluso – la loro memoria e impegniamoci ad essere i partigiani del tempo presente: la resistenza civile che ci ha reso più forti durante la pandemia ci spinga a ritrovare la coesione nazionale necessaria a sostenere la partecipazione della cittadinanza alla vita sociale e politica, garantire i diritti umani e sociali egualmente riconosciuti a tutti, a creare le condizioni all’esercizio effettivo della Costituzione, base solida su cui poggia la nostra democrazia». (rrm)

Tirocinanti, Manna (Anci Calabria) propone tavolo di concertazione col Prefetto e Occhiuto

Il presidente di Anci CalabriaMarcello Manna, ha proposto al Prefetto e al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, un «tavolo di concertazione per trovare una risoluzione alla questione dei 4500 tirocinanti calabresi impiegati nella pubblica amministrazione».

Manna, che nei giorni scorsi aveva già sollecitato l’intervento da parte dei vertici governativi regionali e nazionali, ha sottolineato come: “vada al più presto risolta l’annosa questione che coinvolge gli ex percettori di mobilità in deroga i quali, a seguito dell’accordo quadro del 2016 della Regione Calabria di concerto con i sindacati confederali sono stati impiegati negli enti locali senza però poter godere della stessa stabilità contrattuale, degli stessi diritti e della stessa retribuzione dei dipendenti pubblici.

«Auspichiamo – ha aggiunto – che avvenga un necessario, quanto urgente, cambio di passo che da una parte riesca a restituire dignità e prospettive ai lavoratori che si trovano in condizioni di precarietà lavorativa e, dall’altra, venga incontro alle improrogabili esigenze degli enti locali di offrire servizi e di svolgere funzioni essenziali per la cittadinanza. Vista l’endemica carenza di personale che investe in particolare i nostri comuni. Per questo chiediamo che l’interlocuzione con gli attori interessati avvenga il prima possibile». (rrm)

Manna (Anci Calabria): Serve un incontro per la questione dei tirocinanti calabresi

Il presidente di Anci CalabriaMarcello Manna, ha evidenziato che «la questione dei circa 4500 tirocinanti calabresi impiegati nella pubblica amministrazione debba essere discussa con gli attori coinvolti. Serve attivare un confronto con i vertici governativi regionali e nazionali, atto a considerare l’adozione di urgenti e mirati provvedimenti legislativi che consentano un razionale assorbimento ed impiego di questi lavoratori, come, tra l’altro, sta avvenendo per i lavoratori impiegati nei diversi Ministeri come tirocinanti».

Il presidente Anci Calabria è intervenuto sull’annosa questione che coinvolge i tirocinanti della Pubblica Amministrazione, ex percettori di mobilità in deroga i quali, a seguito dell’accordo quadro del 2016 della Regione Calabria di concerto con i sindacati confederali sono stati impiegati negli enti locali senza però poter godere della stessa stabilità contrattuale, degli stessi diritti e della stessa retribuzione dei dipendenti pubblici.

«Il nostro auspicio – ha spiegato – è che avvenga un necessario, quanto urgente, cambio di passo che da una parte riesca a restituire dignità e prospettive ai lavoratori che si trovano in condizioni di precarietà lavorativa e, dall’altra, venga incontro alle improrogabili esigenze degli enti locali di offrire servizi e di svolgere funzioni essenziali per la cittadinanza. I circa 4500 tirocinanti hanno bisogno di risposte e, in quanto amministratori della cosa pubblica, siamo tenuti a garantire il diritto al lavoro e alla dignità e a mettere in campo le forze necessarie a superare una condizione di perpetuata precarietà e mancanza di adeguate tutele. L’endemica carenza di personale che investe in particolare i nostri comuni, potrebbe trovare beneficio dall’enorme bacino di tirocinanti che potrebbe essere funzionalmente valorizzato all’interno degli enti locali».

«I finanziamenti previsti dal Pnrr, inoltre – ha concluso – potrebbero offrire alle amministrazioni comunali l’opportunità di poter investire in tal senso. Auspichiamo, nei prossimi giorni, che si possa organizzare un incontro con il Governo regionale e i Ministeri coinvolti». (rrm)

Laurea detenuto Unical, Manna (Anci Calabria): Buona prassi da replicare

Il presidente di Anci CalabriaMarcello Manna, ha evidenziato come «con la proclamazione del primo dottore magistrale del Polo Universitario Penitenziario dell’Università della Calabria (PUP) si è scritta un’importante pagina di democrazia, con l’auspicio che questa possa divenire buona prassi da replicare in molte regioni e realtà territoriali che al momento ancora non offrono questa grande oltre che doverosa opportunità».

Il Polo, istituito nel 2018 grazie al protocollo d’intesa fra l’Ateneo di Arcavacata e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Provveditorato regionale per la Calabria, ma, di fatto, operativo da circa un decennio: «un plauso all’Unical, ai docenti del polo penitenziario, al penitenziario di Rossano. Nello studio e nella cultura e’ possibile ritrovare un motivo di riflessione profonda sia sulla propria condizione ma anche sulle motivazione che la hanno determinata acquisendo e integrando oltre al proprio capitale culturale anche una maggiore consapevolezza».

Il neo dottore in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ha discusso la tesi dal titolo I poteri clemenziali del Parlamento. L’indulto del 2006, davanti alla Commissione presieduta dal professore Ercole Giap Parini, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (Dispes), e composta dal Prorettore Francesco Scarcello, e dagli altri docenti Roberto De Luca, relatore della tesi, Franca Garreffa e Pietro Fantozzi, delegato del rettore al PUP.

«Come pensiamo o trattiamo i detenuti – ha dichiarato bLisa Sorrentino, assessore ai Diritti Civili del Comune di Rende e membro dell’Associazione Yairaiha Onlus – mostra il nostro essere civili, il nostro essere persone all’interno di una comunità. Lo scopo del carcere è principalmente quello rieducativo così per come enunciato dall’art. 27 della nostra Costituzione. Ciò implica il permettere alle persone che scontano una pena di rientrare in società e di ricostruirsi un’identità, una vita anche attraverso il riconoscimento dei principali diritti come il diritto allo studio».

«Tuttavia – ha concluso – il diritto allo studio universitario non è ancora considerato un vero e proprio diritto esigibile in maniera incondizionata e così la possibilità di esercitarlo non è data a tutti coloro che avrebbero l’interesse a farlo. Dipende, infatti, da molti fattori: dal carcere nel quale il detenuto si trova, dalla capacità di attivazione presso le amministrazioni, dalle strutture didattiche universitarie ma anche dall’interesse e sensibilità di alcuni docenti. Tutti questi fattori si sono combinati perfettamente dimostrando che una perfetta sinergia può contribuire a fornire gli strumenti più idonei per permettere a chi ha sbagliato  di tornare dalla parte del bene». (rrm)

Anci Calabria: Realizzare una rete tra istituzioni per la digitalizzazione per eliminare il gap con il Nord

Creare una rete tra Amministrazioni comunali, Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione per una svolta che colmi il divario tra nord e sud: è emersa, unanime, da parte dei sindaci della Calabria, la volontà di muoversi in sinergia sulla transizione digitale. È la proposta avanzata da Anci Calabria, nel corso del webinar PA digitale 2026, i Comuni protagonisti della transizione digitale promosso da Anci per le amministrazioni comunali sulle risorse del PNRR per la digitalizzazione della PA, in collaborazione con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il presidente Anci Calabria, Marcello Manna, ha evidenziato che «è questa un’occasione che noi amministratori dobbiamo cogliere. Il supporto che in tale direzione arriva dal ministero della Transizione digitale e dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui sono già iniziate le prime proficue interlocuzioni, ne siamo certi, si tradurrà in opere concrete perché, è ovvio che, solo così la trasformazione digitale potrà divenire fattore essenziale per la crescita, lo sviluppo sociale e la transizione verso un’economia sostenibile».

Filippo Pietropaolo, assessore regionale con delega in materia di Organizzazione e Risorse Umane, ha poi assicurato che «la regione Calabria offrirà, grazie anche alla collaborazione con la segreteria tecnica del ministro Colao, il supporto necessario a garantire la transizione digitale. Bisogna imporre questa importante svolta che permetterà ai comuni di migliore diversi servizi essenziali».

L’assessora con delega ai processi di Digitalizzazione del comune di Rende e CTER presso Istituto di Informatica e Telematica CNR sede di Cosenza, Lisa Sorrentino ha poi sottolineato: «i comuni del Sud Italia sono caratterizzati da un maggiore ritardo nello sviluppo del digitale, come indicano le performance dell’indice DESI Digital Economy and Society Index a livello regionale  Di fatto, si  coglie una linea di demarcazione estremamente evidente  tra chi sta dentro e chi sta fuori dalla società digitale, e quindi tra inclusione ed esclusione».

«Un forte divario digitale – ha aggiunto – che non riguarda solo l’attivazione di servizi a banda ultralarga ma ricomprende anche la disponibilità delle dotazioni tecnologiche (ad esempio, i device per accedere a internet) e soprattutto le competenze digitali. In diverse realtà locali in ambito sanitario, nelle scuole, si lavora ancora in modalità analogica, in assenza di un sistema informatico centralizzato, in carenza di un sistema di gestione e conservazione a norma e spesso senza una adeguata conformità alla normativa europea in materia di privacy e sicurezza con un grave rischio di cyber attacchi oltre che di sanzioni».

«Ciò premesso – ha proseguito – se è vero che la transizione digitale e costituisce uno dei tre assi strategici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è altrettanto vero che il timore che i Comuni del sud Italia a causa dei motivi sopraelencati, non riescano a recepire ed utilizzare le risorse previste dal Piano stesso e rispondere in maniera puntuale ai fabbisogni esistenti, non è purtroppo infondato.  Appare dunque assolutamente necessario accompagnare il PNRR con misure che affrontino più direttamente i vari gap esistenti. L’auspicio è a mio avviso che l’adozione delle tecnologie, sia accompagnata a idonee e puntuali misure strategiche per superare le carenze nella formazione e nei modelli organizzativi».

Luca Rigoni, Tommaso Goisis e Michele Vitiello, dirigenti del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno infine fornito ai sindaci presenti informazioni di maggior dettaglio sulle specifiche misure del PNRR per il digitale destinate ai Comuni, sulle modalità di accesso alle risorse, sulle possibilità di rimanere aggiornati sull’apertura degli Avvisi e sugli strumenti operativi per richiedere i fondi e rendicontare i progetti. Nell’evento è stato anche presentato PA digitale 2026, la piattaforma che consente alle amministrazioni di richiedere i fondi del PNRR dedicati alla transizione digitale, rendicontare l’avanzamento dei progetti e ricevere assistenza.

Nel concludere, il presidente Manna ha detto che «ritengo sia fondamentale impegnarsi in un vero e proprio cambiamento culturale che porti noi amministratori e il personale degli uffici pubblici a cogliere quotidianamente i benefici della tecnologia, uscendo dall’ottica del documento cartaceo in favore di procedure più smart, ma anche ovviamente favorire quanto più possibile il transito verso strumenti i più idonei ad attuare il paradigma della digitalizzazione. In questo senso è opportuno seguire con attenzione gli sviluppi dei diversi step progettuali con la consapevolezza che l’introduzione delle tecnologie può semplificare e ottimizzare i processi gestionali e organizzativi delle nostre amministrazioni concretizzando molteplici vantaggi». (rrm)

Mercoledì il webinar di Anci Calabria sulla digitalizzazione della PA

Mercoledì 6 marzo, alle 10, è in programma il webinar PA digitale 2026, i Comuni protagonisti della transizione digitale, organizzato da Anci Calabria in collaborazione con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

L’incontro è finalizzato a ricevere e veicolare informazioni di maggior dettaglio sulle specifiche misure del PNRR per il digitale destinate ai comuni, sulle modalità di accesso alle risorse, sulle possibilità di rimanere aggiornati sull’apertura degli Avvisi e sugli strumenti operativi per richiedere i fondi e rendicontare i progetti.
Durante l’evento sarà anche presentato PA digitale 2026 (https://padigitale2026.gov.it/), la piattaforma che consente alle amministrazioni di richiedere i fondi del PNRR dedicati alla transizione digitale, rendicontare l’avanzamento dei progetti e ricevere assistenza.
Dopo i saluti istituzionali da parte del presidente Anci Calabria, Marcello Manna e dal governatore della regione Calabria, Roberto Occhiuto, Lisa Sorrentino, assessore del comune di Rende con delega ai rapporti con la scuola, università, enti di ricerca, processi di digitalizzazione; CTER presso l’Istituto di Informatica e Telematica CNR Cosenza, avvierà i lavori.
Seguiranno gli interventi di Luca Rigoni e Tommaso Goisis, funzionari del Transformation Office del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri sui comuni protagonisti della transizione digitale.
«Sarà questa – ha dichiarato Manna – l’occasione per poter meglio discutere di possibili azioni e strategie congiunte nella prospettiva della crescita digitale delle nostre amministrazioni. Per come si evince dal Digital Economy and Society Index (DESI) il nostro Paese è infatti ancora agli ultimi posti nelle graduatorie in materia di digitalizzazione. La situazione più compromessa è certamente quella dei comuni del Sud il cui progressivo definanziamento ha imposto di rinunciare ad investire risorse in ambito ICT».
«I temi di questo ennesimo divario – ha proseguito – sono molteplici: dalla difficoltà di connessione, all’uso (o non uso) del cloud computing, dall’informatizzazione della gestione dei dati per le attività correnti (contabilità, tributi, protocollo, anagrafe) all’uso del web come mezzo di offerta di servizi, fino alla presenza di un ufficio autonomo di informatica interno – e ai corsi di formazione sull’ICT (quasi inesistenti) nei piccoli comuni».
«Ancora oggi – ha dichiarato l’assessore Sorrentino – in diverse realtà, si lavora in modalità analogica, in assenza di un sistema informatico centralizzato, in carenza di un sistema di gestione e conservazione a norma e spesso senza una adeguata conformità alla normativa europea in materia di privacy e sicurezza con un grave rischio di cyber attacchi oltre che di sanzioni. La digitalizzazione costituisce uno dei tre assi strategici del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), tuttavia, tuttavia, il timore che i comuni del Sud rappresentano al Governo è quello di non riuscire a recepire ed utilizzare le risorse previste dal Piano stesso e rispondere in maniera puntuale ai fabbisogni esistenti. Per questo è necessario moltiplicare le azioni che rafforzino le nostre competenze a riguardo attraverso momenti di confronto come questo».
Al fine di garantire una migliore organizzazione è opportuno inviare la propria adesione all’indirizzo mail: info@ancicalabria.it indicando i nominativi dei partecipanti e i rispettivi ruoli. (rrm)

Anci Calabria: I sindaci chiedono a Occhiuto incontro su rifiuti, idrico e sociale

È necessario che il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, incontri Anci Calabria, i presidenti degli Ambiti Territoriali Ottimali, una delegazione dell’assemblea dei sindaci dell’Autorità Idrica Calabria e i rappresentanti degli Ambiti Socio-Sanitari Territoriali rispetto al disegno di legge “Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente”. È quanto hanno chiesto, tramite una lettera, i sindaci Anci Calabria.

«Nella giornata del 29 marzo – si legge nella nota inviata stamane al presidente Occhiuto – si sono svolte due importanti riunioni presso la sala verde della Cittadella Regionale; la prima, sulle tematiche relative ai servizi socio-sanitari, partecipata da numerosi Amministratori degli Enti Locali coinvolti nei processi sottesi dalla tematica stessa, la seconda, l’Assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica della Calabria, altrettanto partecipata dai diversi Primi Cittadini che la compongono. Il 30 marzo, si è riunito sia il Consiglio Direttivo che il Consiglio Regionale di Anci Calabria. Le problematiche trattate, nei diversi consessi, hanno riguardato sia il nuovo piano socio sanitario che la Deliberazione della Giunta Regionale n°118 del 21.03.2022 avente ad oggetto: Disegno di Legge: Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente».

«Da tutte le predette Assemblee e riunioni – viene spiegato – è pervenuta, dai partecipanti e in modo pressoché corale, la richiesta di un incontro urgente da pianificare a strettissimo giro a riguardo degli interventi e degli effetti che le iniziative della Regione Calabria produrranno sui predetti ambiti gestionali. Infatti, la mancata interlocuzione e condivisione delle scelte che la Regione Calabria si appresta ad effettuare è stato il tema dominante di tutti gli interventi dei partecipanti ai singoli consessi. In particolare è stato evidenziato come il lavoro svolto dai Sindaci rispetto al tema dei rifiuti vede alcuni Ambiti Territoriali Ottimali, come quelli di Catanzaro e Reggio Calabria, molto avanti nel programma da realizzare; altre Ambiti Territoriali Ottimali presentano criticità, delle quali Ella è stato ampiamente informato, che riguardano la mancata scelta dei siti per l’Eco Distretto e per le discariche, scelte che risultano essere in capo ai commissari regionali nominati da diverso tempo».

«Anche per il settore idrico il lavoro svolto dai sindaci – continua la lettera – conclusosi con la individuazione del Gestore Pubblico attraverso la trasformazione della società Cosenza Acque S.p.A. in Acque Pubbliche della Calabria, viene completamente svilito ed annullato dal citato Disegno di Legge, lasciando in un disorientamento generale interi Consigli Comunali, i quali, con grandissimo senso di responsabilità e rispetto per le Istituzioni, hanno e stanno per deliberare in ordine alla adesione alla predetta società. È necessario che il lavoro prodotto dai Sindaci dei Comuni Calabresi sino ad oggi non sia svilito e mortificato così come rischia di fare il Disegno di Legge in oggetto che, in un sol colpo, cancella lo sforzo amministrativo prodotto dalla serietà e dal senso delle Istituzioni ampiamente dimostrato dagli stessi Sindaci».

«Sebbene i diversi percorsi di riorganizzazione dei servizi locali – prosegue la lettera – siano essi relativi al settore idrico, dei rifiuti o dell’assistenza socio-sanitaria, sui quali Ella è stato puntualmente informato, abbia visto lo sforzo organizzativo dei soli Sindaci come motore propulsivo, il Disegno di Legge che andrà in discussione in Consiglio Regionale, annulla tale impegno, riportando indietro nel tempo gli scenari che già vedono la Calabria in nettissimo ritardo in relazione alle necessarie ed improcrastinabili riforme dei settori in oggetto».

«A titolo di esempio – si legge ancora – le risorse finanziarie messe a disposizione dal Piano di Ripresa e Resilienza in materia di servizio idrico hanno scadenze incipienti ed impellenti (19 maggio e 30 ottobre per l’accesso ai 900 M€ dei quali 360 M€ destinati al SUD) che, laddove si verifichi una ulteriore anomalia organizzativa, rischiano di non essere rispettate. È di tutta evidenza che le eventuali verifiche normative e la messa a regime di nuove aziende richiedono tempi non compatibili con le attuali emergenze; la stagione estiva è vicina e porta con sé tutte le criticità relazionate agli aspetti ambientali delle quali Ella ha piena consapevolezza». (rrm)

Il Comitato direttivo di Anci Calabria su modifiche indennità sindaci e amministratori

Ad assumere una ferma posizione sulle modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2022 in materia di indennità di funzione dei sindaci, nonché vicesindaci ed assessori, dei comuni di varia dimensione, è stato il Comitato Direttivo di Anci Calabria.

Tali modifiche, ha rilevato l’Anci, «hanno fatto insorgere in molteplici realtà polemiche speculative talvolta promosse da soggetti che rivestono, anch’essi, diversi ruoli elettivi in altre istituzioni e che comunque godono di più adeguate e solide tutele che, peraltro, per certi versi – oltre la prevista finalità di strumenti di garanzia democratica – sono spesso apparsi come mezzi eccessivi tendenti a determinare una condizione di privilegio».

La posizione assunta dall’Associazione, nel corso dell’ultima riunione, indetta dal presidente Marcello Manna, è in in relazione all’accrescere di dichiarazioni ed iniziative – sporadiche ma alquanto preoccupanti – che assumono una connotazione populistica strumentale e che non giovano alla giusta causa di avere buone ed efficaci amministrazioni locali.

«Anci – si legge in una nota – insieme alle tante battaglie assunte a sostegno di bisogni e su criticità diverse che attengono alle legittime aspettative delle comunità locali, nei confronti con il Governo ed il Parlamento, ha anche più volte sollevato e affrontato la tematica di una più adeguata tutela e garanzia degli amministratori locali. Questi, infatti, specie nelle piccole realtà sono chiamati a prestare un servizio che richiede molta applicazione e che, di converso, implica una mole di responsabilità e rischi, anche giuridici, cui non corrisponde la previsione di trattamenti idonei a consentire un’adeguata dedizione per come di fatto è necessario».

«Ciò – prosegue la nota – senza molto ricalcare l’aspetto della dignità istituzionale su cui è da rilevarsi persino una marcata iniquità ed ingiustificato squilibrio, se si vuole raffrontare la diversità sproporzionata tra un qualunque eletto nel livello parlamentare nazionale o regionale ed i sindaci delle grandi città. La fondatezza della questione è stata riconosciuta in diverse occasioni pubbliche persino dal Capo dello Stato ed il Parlamento, dopo anni di attesa, ha fatto propria la necessità di provvedere disponendo nella ultima legge di bilancio le opportune modifiche ed adeguamenti. Ciò prevedendo una gradualità della variazione tra il 2022 ed il 2024 con appositi stanziamenti da parte dello Stato».

«Anci Calabria – prosegue la nota – ritiene e ribadisce che l’aspetto della tutela e garanzia della dignità minimale per chi presta la propria attività e dedizione a servizio delle comunità locali non può e non deve essere tralasciato rispetto alle tante altre battaglie, ne può divenire motivo di discriminazione».

«Pertanto – si legge ancora – l’Associazione ritiene doversi applicare le nuove disposizioni di legge, liberi da ogni possibile condizionamento, nell’intento esclusivo di consentire e pretendere che Sindaci ed Amministratori possano meglio dedicarsi all’esercizio del mandato in una condizione di indispensabile serenità. Rimane salva la rispettabile eventuale determinazione di coloro che, per particolari ragioni e valutazioni, dovessero ritenere anche in via temporanea di avvalersi – individualmente o collegialmente, come è sempre accaduto – della facoltà di parziale o totale rinuncia alle competenze indennitarie, ma a ciò non si può assolutamente essere indotti per via di strumentali ed ingiuste azioni speculative promosse da soggetti che alle esigenze di funzionalità generale tendono ad anteporre obiettivi di disturbo e contrasto che mirino a colpire i singoli amministratori, i quali meritano il rispetto loro dovuto per la funzione importante che rivestono».

«Giova, infine – conclude la nota – precisare che non sono consentite devoluzioni e che alle rinunce riguardanti il maggiore beneficio introdotto dalla legge fa seguito un obbligo di restituzione e recupero da parte dello Stato». (rrm)

Invasione della Russia in Ucraina, Anci Calabria: Governo Centrale, Ue e Onu svolgano ruolo di distensione

Il Comitato direttivo di Anci Calabria, guidato da Marcello Manna, si è riunito d’urgenza, e ha chiesto che «il Governo Centrale, così come l’Unione Europea e l’Onu, svolgano un ruolo di distensione in questo drammatico momento.
I diritti umani non si difendono con la guerra, poiché su di tutti si scaglierebbe il peso di una catastrofe umanitaria, oltre che di una crisi economica ed energetica di proporzioni incontrollabili».

L’Anci, inoltre, ha approvato all’unanimità il documento che recita: «L’articolo 11 della Costituzione Italiana ripudia la guerra come strumento per dirimere i conflitti e noi sindaci di Anci Calabria esprimiamo, convinti, la nostra ferma opposizione all’invasione da parte della Russia in Ucraina. Condividendo il tempestivo appello espresso dal Presidente Anci, Antonio Decaro, riteniamo che non è e non deve essere il secolo delle guerre, quello del terzo millennio.
Auspichiamo che si intervenga affinché non si acuisca una crisi che ha già provocato vittime e avrà conseguenze nefaste sul popolo ucraino».

«Moltiplichiamo, dunque – si legge nel documento – le iniziative di pace, facciamo sentire, forte e chiara, la voce di chi ripudia la guerra. Con questo spirito, nei prossimi giorni, faremo sventolare dai palazzi municipali il vessillo della pace accanto alle bandiere nazionale ed europea interpretando le sensibilità e le preoccupazioni diffuse nelle nostre comunità sull’attuale situazione di crisi internazionale». (rrm)