Inquinamento acustico, nuova dotazione strumentale per i Dipartimenti Arpacal

Sono stati consegnati, nella sede di Castrolibero (CS) dell’Arpacal, tre fonometri modello Fusion 01dB, con relativi accessori, appunto per potenziare la strumentazione tecnologica in dotazione all’Agenzia.

In considerazione della peculiare importanza che riveste il monitoraggio ambientale, ed in particolare modo quello dell’inquinamento acustico, il direttore scientifico dell’Arpacal, Michelangelo Iannone, ha promosso l’investimento per il potenziamento dei Servizi Radiazioni e Rumore dei dipartimenti provinciali Arpacal, incaricando per le fasi procedurali tecniche Nicola Miglino, funzionario tecnico del Servizio Radiazioni e Rumore di Cosenza, diretto da Francesca Tarsia.

I Servizi tematici Radiazioni e Rumore dell’Agenzia, al fine di poter svolgere i propri compiti d’istituto e nello specifico la misurazione di eventuale inquinamento acustico, devono infatti  utilizzare strumentazione scientifica adeguata all’evolversi della normativa di settore e della tecnologia disponibile. Negli anni, l’aggiornamento della strumentazione in dotazione ai Servizi Radiazioni e Rumore dei vari Dipartimenti Arpacal è stata una necessità sempre più importante in quanto, di fatto, tale strumentazione essendo “da campo”, ossia usata nelle attività all’esterno sul territorio, è soggetta ad usura aggiuntiva e sicuramente accelerata rispetto ad altre tipologie di strumentazioni tecniche di settore.

La consegna dei fonometri è avvenuta da parte Piertoni Cambiaggio, Responsabile Tecnico dell’Area Centro-Sud di Aesse Ambiente, che ha illustrato negli uffici del dipartimento Arpacal di Cosenza il funzionamento della strumentazione acquisita, alla presenza del Dirigente, Francesca Tarsia, e dei funzionari del Servizio stesso nonché del Servizio Radiazioni e Rumore del Dipartimento di Reggio Calabria.
Nello specifico con la strumentazione acquisita si potranno effettuare analisi più approfondite e di dettaglio delle varie sorgenti di rumore che di volta in volta sono oggetto delle varie indagini acustiche effettuate dall’Arpacal.

Il beneficio di poter utilizzare questa tipologia di fonometri sta anche nel fatto che molte Arpa italiane, nell’ambito di un costante e continuo scambio di “best practice” nel Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, utilizzano la stessa strumentazione e, pertanto, l’acquisto effettuato dall’Arpacal determinerà non solo evidenti vantaggi nell’utilizzo quotidiano dell’hardware e del software, perfezionati dalle molteplici esperienze pregresse delle altre ARPA, ma anche ottimizzerà il confronto e la collaborazione fra le Agenzie. (rcz)

Le donne, la scienza e l’ambiente: un’opportunità vista da Arpacal

Se si tengono presenti le statistiche relative all’occupazione delle donne nelle attività scientifiche, dove si registra una fortissima sperequazione tra i generi, merita mettere in luce una realtà del tutto incoraggiante all’interno dell’agenzia Regionale per la protezione del l’ambiente, in Calabria.

I ruoli ricoperti dalle donne sono meritocraticamente valorizzati, a dimostrazione che la visione stereotipata che precluderebbe alle donne l’impegno negli studi e nelle ricerche scientifiche non trova riscontro laddove l’accesso e la carriera delle donne alle attività scientifiche è regolato dal merito.

La riflessione vale soprattutto nell’ambito delle ‘scienze dure’, quali la fisica, chimica, la biologia, ecc. che, nel loro sviluppo storico, si può dire che siano state considerate esclusivamente appannaggio degli uomini. La riflessione sulla questione di genere nell’ambito delle attività scientifiche mette in luce una realtà positiva all’interno dell’Arpacal. Soprattutto se si considera la presenza femminile nei ruoli dirigenziali, presenza veramente preponderante, come risulta per la direzione dei dipartimenti: tre su cinque sono donne (Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro).

Donne sono anche la maggioranza dei biologi; due chimiche, Filomena Casaburi Mimma Ventrice dirigono i laboratori (bio naturalistico e chimico) del Dipartimento di Catanzaro. Al Dipartimento di Reggio, diretto da Giovanna Belmusto, chimico, è donna anche il dirigente del servizio tematico acqua, Francesca Pedullà, biologa. A Cosenza, Giuliana Spadafora, chimica, è dirigente del Laboratorio Chimico mentre Francesca Tarsia, fisico ambientale, è dirigente del Servizio Radiazioni e Rumore.

Inoltre, sono donne a guidare attualmente le cosiddette strutture strategiche dell’agenzia: Rosaria Chiappetta, dirigente chimico, per la Rete Laboratoristica, Sonia Serra, dirigente chimico, al Controllo Qualità, Teresa Oranges, dirigente geologa, al Centro di Geologia e Amianto, Claudia Tuoto, dirigente chimico, alla Rete di Qualità dell’aria.
La presenza delle donne nell’ambito di un’istituzione scientifica come Arpacal, e in particolare nei ruoli dirigenziali, è la prova di come l’ingegno femminile abbia una proiezione concreta nel lavoro e sia capace di aggiungere valore alle attività in cui è richiesta capacità di attenzione e coordinamento.

La riflessione vuole andare oltre la giornata dell’8 marzo per segnalare alle giovani donne, in particolare, l’opportunità di compiere scelte studi scientifici, libere da visioni stereotipate in cui la donna appare meno adatta degli uomini a sviluppare le sue capacità.

Ancora oggi, nonostante le evidenze presenti in ambito scientifico ed i traguardi raggiunti, il lavoro delle donne nelle attività scientifiche sia riconosciuto e il lavoro apprezzato, il binomio Donne e Scienza necessita di ulteriori passi per abbattere gli stereotipi e recuperare i ritardi che vedono le donne laureate in discipline Stem al 16,2% contro il 37,3% tra gli uomini. Ed è una necessità che le sfide ambientali della transizione ecologica mettono ancora di più in evidenza. Non è solo un’esigenza culturale presente ma anche economica che riguarda il futuro e la sostenibilità perché l’esperienza, all’interno dell’agenzia e nelle realtà lavorative in genere, evidenziano che le donne nel lavoro sono portatrici di perseveranza e immensa passione per il proprio lavoro.

Per ridurre il gap e far crescere la passione e la curiosità scientifica sin dalla giovanissima età, l’Arpacal ha acceso molte convenzioni con scuole e università. Perché rendere la scienza sempre più inclusiva per giovani, uomini e donne, è lo strumento essenziale per affrontare adeguatamente le sfide ambientali e porre le basi di uno sviluppo sostenibile. (DG Domenico Pappaterra, DS Michelangelo Iannone e DA Antonio Calli)

Ambiente e Salute, al via attività Arpacal di bio-sorveglianza del progetto Sari

Il 1° marzo, l’Arpacal ha dato il via alle attività di bio sorveglianza che hanno lo scopo di mettere in evidenza l’eventuale presenza di SarsCoV2, agente patogeno della Covid-19, nelle acque che giungono ai depuratori.

Il personale ha, infatti, proceduto a posizionare negli impianti di depurazione le apparecchiature per il prelievo dei reflui che saranno campionati e analizzati dai biologi nei laboratori Arpacal.

Si tratta di un progetto del Ministero della Salute e realizzato dalle agenzie regionali di protezione ambientale esperte nel monitoraggio delle acque reflue.

«Per questa attività altamente specialistica – ha dichiarato Domenico Pappaterra, direttore generale dell’Arpacal – nel laboratorio del Dipartimento di Catanzaro si è svolta una sessione formativa che ha coinvolto 10 biologi dell’agenzia in un clima di grande affiatamento che ci fa apprezzare la professionalità e lo spirito di collaborazione che svolgere quest’attività richiede, a dimostrazione che gli obiettivi si possono raggiungere quando prevale uno spirito di squadra».

I biologi, per quest’attività analitica, si avvalgono di apparecchiature tecniche che in futuro possono essere implementate anche con ulteriori protocolli di monitoraggio molecolare.

«Questo sistema di sorveglianza epidemiologica delle acque reflue – ha spiegato Michelangelo Iannone, ricercatore, medico e direttore scientifico dell’Arpacal –mette in luce i compiti di protezione sanitaria dell’agenzia e riguarda un’attività di fondamentale importanza in questa fase della pandemia, e lo sarà ancora di più nei mesi e negli anni successivi, perché monitorare l’eventuale presenza del virus consente di verificare l’efficacia delle misure di prevenzione e l’eventuale ritorno della patologia».

Cosa prevede il progetto

I tecnici di Arpacal effettueranno un prelievo di materiale refluo che giunge ai depuratori prima che questo venga depurato. Successivamente, applicando delle tecniche di biologia molecolare, verificano con specifiche analisi di laboratorio, la presenza o meno del virus responsabile della Covid-19 (Virus SARS-CoV-2).

La verifica condotta dai tecnici dell’agenzia, consisterà nell’applicazione di una tecnica di biologia molecolare del tutto paragonabile a quella che viene utilizzata per i cosiddetti “tamponi molecolari”. Il personale competente effettuerà quindi una “estrazione” di materiale genetico virale presente nel refluo, e successivamente ne “moltiplicherà” il segnale per renderlo leggibile. Il materiale così ottenuto, che – è bene precisare – è assolutamente innocuo per l’uomo e quindi incapace di provocare la malattia, verrà poi letto con particolari apparecchiature che ne consentono l’identificazione certa.

A cosa servono i dati

I dati processati nei laboratori Arpacal verranno inviati alla rete di sorveglianza istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Perché è importante la rete di sorveglianza

L’ISS considera che l’epidemiologia delle acque reflue sarebbe in grado di anticipare di 7 o addirittura 14 giorni l’andamento della curva delle nuove infezioni. Si tratta, quindi, di uno strumento essenziale per rilevare potenziali rischi e identificare nuovi focolai sul nascere.

Identificare precocemente la presenza del virus in una determinata popolazione, anche prima che si verifichino eventi di diffusione pandemica come quelli che abbiamo conosciuto in questi mesi, consente alle autorità sanitarie di porre in atto quanto necessario per allertare il sistema di sorveglianza epidemiologica e rallentare la diffusione del virus adottando misure di contenimento dei contagi in maniera più tempestiva.

Dove sarà svolto il monitoraggio di bio-sorveglianza

In Calabria, i campionamenti e le analisi dei reflui per la ricerca del virus SarsCoV2, saranno svolti  – su decisione dell’Istituto Superiore di Sanità – nei collettori di ingresso di sei comuni: Reggio Calabria, Catanzaro, Lamezia Terme, Crotone, Corigliano-Rossano e Cosenza. (rcz)

Il convegno sul mare di Nicotera: a breve acque marine pulite nel Vibonese

Interessanti contributi al convegno di Nicotera sulla Tutela e la conservazione del mare come eredità delle generazioni future che si è tenuto nella sala convegni del Liceo “Vinci” alla presenza di molte autorità civili, militari e religiose, ed un folto pubblico di cittadini, rappresentativi anche di associazioni e comitati, nonché di studenti del locale istituto superiore.

Il convegno, organizzato dall’associazione “Mare Pulito – Bruno Giordano”, è stato presieduto dalla dr.ssa Francesca Mirabelli che, nel suo messaggio di saluto introduttivo ai lavori, ha sottolineato come l’associazionismo sia una leva importante per stimolare le Istituzioni a svolgere le proprie competenze e, in questo caso specifico, dare risposte concrete alle criticità ambientali presenti sulle nostre coste regionali. Tra i relatori presenti al dibattito, moderato dal giornalista Pino Brosio, anche il dott. Camillo Falvo, procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, il dott. Silvio Greco, direttore della sezione di Amendolara della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” ed il Comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, Massimo Pignatale.

Presente anche il direttore generale di Arpacal, dott. Domenico Pappaterra: «Ancora una volta – ha detto – la provincia vibonese si contraddistingue come avamposto della sensibilizzazione collettiva verso la soluzione delle criticità ambientali, in cui le associazioni ed i comitati si sono resi propulsori di un dibattito estremamente costruttivo, a volte anche duro ma concreto, che ha attivato le istituzioni per dare risposte alle necessità del comprensorio. E qui il ruolo del dott. Camillo Falvo, procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, è stato straordinariamente efficace perché, forse anche fuori dal suo ruolo istituzionale, è riuscito a mettere intorno ad un tavolo tutte le istituzioni per concretizzare quanto le associazioni, appunto, chiedevano a gran voce. E noi, come agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, abbiamo ancora una volta garantito la nostra presenza. Mi ero riservato – ha dichiarato Pappaterra nel suo intervento – di illustrare le attività che la nostra Agenzia ha svolto da quel 16 dicembre scorso, in cui a Pizzo si sancì ciò che già concretamente si stava costruendo da qualche mese, ossia un patto interistituzionale per affrontare la problematica del mare nel tratto compreso da Tortora sino a Nicotera. Perché sebbene gli addetti ai lavori lo sanno, è giusto anche che la cittadinanza sappia che il Presidente della Regione Occhiuto ci ha chiamati a raccolta per collaborare con le nostre competenze, noi ad esempio per il controllo e monitoraggio, ed in quella cabina di regia ciascuno ha dato la sua disponibilità: ad esempio, ciò che sta facendo la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” del professore Greco è possibile anche perché Arpacal ha messo a sua disposizione uomini e mezzi per operare sul territorio. A dimostrazione che la collaborazione delle buone volontà deve avere solo un unico obiettivo. Noi abbiamo messo a disposizione anche l’alta tecnologia, con droni in grado di sorvolare i letti dei fiumi per verificare, come già fatto anche per il fiume Mesima, potenziali criticità determinate da sversamenti abusivi. Ma, come detto dagli altri relatori, è bene che la cittadinanza sappia che ci saranno dei miglioramenti nella prossima stagione balneare, ma non così evidenti come qualcuno ha potuto fraintendere. È una lotta da combattere insieme se tanti fronti, ed i risultati sensibili si potranno percepire solo a medio e lungo termine». (rvv)

Domenico Pappaterra confermato vicepresidente di Asso-Arpa

Prestigioso incarico per Domenico Pappaterra, direttore generale dell’Arpacal, che è stato confermato vicepresidente di Asso-Arpa, l’associazione nazionale delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione ambientale.

L’elezione dei vertici nazionali dell’associazione si è svolta ieri, ancora in modalità online nel rispetto delle normative anti-Covid, ed ha visto la conferma alla presidenza per il prossimo triennio di Giuseppe Bortone, direttore generale di Arpae Emilia-Romagna.
Ad affiancare Bortone alla guida di Asso-Arpa sono stati incaricati 4 vicepresidenti, che avranno un ruolo operativo nell’attuazione delle azioni individuate come prioritarie: Igor Rubbo (direttore generale di Arpa Valle d’Aosta), Fabio Carella (direttore generale di Arpa Lombardia), appunto Domenico Pappaterra (direttore generale di Arpa Calabria) e Vincenzo Infantino (direttore generale di Arpa Sicilia). Nel ruolo di segretario è stato nominato Alessandro Sanna (direttore generale di Arpa Sardegna).

«Ringrazio l’assemblea per la fiducia confermatami – ha dichiarato Pappaterra a margine dell’elezione – che indica la sempre maggiore partecipazione ai tavoli nazionali da parte dell’Arpacal e, quindi, la sua capacità di portare il suo contributo di tutto rispetto. Prosegue, quindi, il nostro percorso di crescita, conquistando nello scenario nazionale sempre più spazi di responsabilità che negli anni passati avevamo perduto. L’imminente inaugurazione dei Laboratori del Dipartimento di Catanzaro, completamente ricostruiti ed attrezzati dopo l’incendio che dell’agosto 2019, sarà l’occasione per avere in Calabria i vertici di AssoARPA e del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale».

Nel dettaglio, l’assemblea di Asso-Arpa ha chiesto ai nuovi vertici di impostare le attività dell’associazione in continuità con quanto portato avanti nel triennio precedente, proponendo di incentrare le iniziative di potenziamento del ruolo dell’associazione su 4 temi principali: il presidio delle principali tematiche istituzionali e il rafforzamento del posizionamento dell’associazione, con particolare attenzione al contributo di Asso-Arpa al potenziamento del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (composto da Ispra e da tutte le Agenzie ambientali regionali e delle province autonome); il presidio delle attività relative al rapporto tra ambiente e salute, un tema di sempre maggiore importanza, nell’ambito della collaborazione con i Dipartimenti di prevenzione regionali e alla luce dell’attuazione del Programma complementare ambiente clima e biodiversità, collegato al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);  l’approfondimento dei sistemi e modelli di finanziamento delle Agenzie ambientali, per renderle sempre più efficienti ed efficaci nella loro attività di prevenzione e presidio del territorio; il perseguimento di un più definito riconoscimento del valore positivo di Asso-Arpa quale soggetto importante di confronto e crescita del sistema delle Agenzie regionali e delle province autonome. (rrm)

Verifiche impiantistiche, accordo tra Arpacal e Ospedale Pugliese-Ciaccio

L’Azienda ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro ha scelto l’Arpacal per le verifiche periodiche degli apparecchi di sollevamento, come montacarichi o ascensori, nonché le verifiche periodiche prescritte per le installazioni e i dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, ma anche per impianti di messa a terra e per specifici impianti di riscaldamento presenti nelle diverse sedi del nosocomio cittadino.

L’accordo, di durata triennale rinnovabile, è stato siglato questa mattina nella sede centrale dell’Agenzia ambientale calabrese, dal commissario dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” , avv. Francesco  Procopio, e dal direttore generale dell’Arpacal, dott. Domenico Pappaterra.

Tra le diverse competenze assegnate dalla sua legge istitutiva del 1999, l’Arpacal effettua infatti le verifiche ad impianti e macchinari soggetti ai controlli periodici previsti dalla normativa vigente in materia. La normativa nazionale riconosce, inoltre, la competenza diretta per l’omologazione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione ed incendio. Per la convenzione con l’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio”, le attività di verifica sono affidate al Servizio Verifiche Impiantistiche del Dipartimento Provinciale di Catanzaro, guidato dal direttore f.f. dr.ssa Filomena Casaburi.

L’accordo con l’azienda ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” segue altre convenzioni con enti pubblici che in Calabria hanno diverse sedi operative nelle cinque province: è il caso dell’Agenzia delle Entrate e, proprio recentemente, dell’INPS.

«Abbiamo accolto la proposta dell’Arpacal – ha dichiarato il commissario dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro, avv. Francesco Procopio – non solo per la convenienza economica del rapporto contrattuale che stiamo instaurando, ma anche perché crediamo fermamente che si debba fare rete tra gli enti pubblici che, a vario titolo, erogano servizi sul territorio».

«Al di là della sinergia istituzionale tra due enti pubblici molto vicini tra loro, perché da diverse prospettive si occupano di salute delle persone e della collettività in genere – ha dichiarato il direttore generale di Arpacal, Domenico Pappaterra – questo accordo rappresenta un successo perché in questa specifica area tematica l’Arpacal opera come soggetto economico di mercato, e quindi in concorrenza con altri soggetti privati che possono offrire servizi come i nostri. Il fatto che uno dei più grandi nosocomi del Meridione d’Italia abbia scelto la nostra Agenzia è la miglior prova del bagaglio tecnico e professionale che mettiamo a disposizione della comunità calabrese». (rcz)

Por Calabria, Arpacal e il “Pitagora” di Rende per la formazione scientifica

All’Istituto Pitagora di Rende si è svolto il laboratorio di apprendimento sulle tematiche dell’inquinamento ambientale e della sostenibilità, un progetto didattico realizzato insieme all’Arpacal e tra i primi a ottenere il finanziamento con i fondi del Por Calabria.

L’obiettivo, è quello di rafforzare la dotazione strumentale e la pratica delle attività di laboratorio all’interno dell’esperienza scolastica, in modo da costruire un bagaglio di competenze utili anche per migliorare l’inserimento nel mercato del lavoro.

«La formazione scientifica – ha spiegato Michelangelo Iannone, direttore scientifico dell’Arpacal – è un potenziale mediamente poco sfruttato. In questo senso, la convenzione tra Arpacal e l’Istituto Pitagora di Rende che ne è stato promotore, attraverso la docente referente del progetto Lucia Sabino, indica un percorso formativo focalizzato sulle attività di laboratorio ambientale, non solo come elemento chiave di innovazione ma come strumento stesso in grado di abilitare azioni volte alla sostenibilità ambientale».

Se la percezione dei giovani rispetto all’importanza dell’ambiente e della necessità di affrontare i problemi che ad esso sono legati è certamente cresciuta, è altrettanto necessario accrescere le competenze e la capacità di sviluppare considerazioni basate sui dati. La sostenibilità, infatti, dipende da una reale cognizione dei fenomeni, dalla capacità di sviluppare considerazioni basate sui dati superando la conoscenza superficiale che non aiuta a individuare e adottare le soluzioni possibili alle criticità ambientali.

In questo senso, il supporto scientifico delle competenze dei tecnici dell’agenzia regionale che si occupa delle attività di monitoraggio delle varie matrici ambientali (“acqua” “aria” “suolo” “agenti fisici”) ha un ruolo chiave. Da qui la soddisfazione per il lavoro svolto dall’Istituto Pitagora, che ha compreso il valore strategico della convenzione per realizzare questo investimento nella strumentazione tecnologica e laboratoristica.

«Occorre valorizzare le enormi opportunità che la stessa pratica del laboratorio è in grado di abilitare a favore della sostenibilità ambientale. Opportunità che – ha concluso da ricercatore di lungo corso, il direttore scientifico Iannone – diventano sempre più evidenti in funzione delle risposte al territorio, poiché i laboratori ambientali sono strumenti che garantiscono le competenze di base necessarie a vivere consapevolmente le questioni ambientali in un’ottica capace di dare le risposte più concrete». (rcs)

SANTA SEVERINA (KR) – Al via il progetto “Non abusiamo del mare”

Parte dell’Istituto Omnicomprensivo Statale “D. Borrelli” di Santa Severina il progetto di educazione ambientale Non abusiamo del mare, realizzato dall’Arpacal in partenariato con la Capitaneria di Porto di Crotone e l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia ANMI – Gruppo di Crotone.

Le scuole che hanno aderito al progetto, infatti, dopo una fase di pianificazione dell’offerta didattica, ma anche di stretta organizzazione delle lezioni nel rispetto delle normative anti Covid-19, sono pronte ad entrare nel vivo del progetto che, come noto, è finanziato con fondi POR CALABRIA FESR-FSE 2014-2020, Piano di Azione 6 – Azione 6.5.A1 – SUB-Azione 4″, e si rivolge agli studenti degli Istituti scolastici ricadenti nel territorio di riferimento “UPTR 8bc- Valle del Neto e area del Cirò”, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza del valore della biodiversità e del paesaggio, sostenendo nelle scuole azioni di informazione, comunicazione e sensibilizzazione sui temi ambientali.

Recentemente rimodulato per adattarlo alle nuove contingenze determinate dalla situazione pandemica, pur mantenendo innovatività e rigore scientifico, il progetto è la risultante della collaborazione tra il Centro Regionale Sistemi di Gestione Integrati Qualità e Ambiente diretto dalla dr.ssa Sonia Serra ed il Centro Regionale Strategia Marina diretto dal dott. Emilio Cellini, e coinvolge il personale Arpacal delle sedi di Cosenza, Crotone e Catanzaro.

A partire dalle lezioni di domani nell’istituto Omnicomprensivo Statale “D. Borrelli” di Santa Severina, gli studenti e gli insegnanti saranno direttamente coinvolti in una serie di incontri formativi specifici con approfondimenti sulle diverse tematiche di tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile del territorio; previste anche le proiezioni di video professionali, con contenuti realizzati dai tecnici Arpacal nel corso del progetto e “segmentati” in base alle diverse matrici che compongono l’intera offerta didattica.

Il tutto programmato per analizzare il paesaggio e la biodiversità della Valle del Neto e dell’area del Cirò, con studio e conoscenza anche delle attività produttive che incidono sul territorio, il loro impegno in tema di acquisti verdi e consumo responsabile, il possesso delle certificazioni ambientali e l’analisi dell’economia circolare, ma anche i comportamenti che ciascuno può tenere per tutelare l’ambiente con piccole azioni quotidiane più responsabili e consapevoli.

Un particolare focus sarà dedicato alle attività di controllo dell’inquinamento marino condotte dal Centro Regionale Strategia Marina di Arpacal, nell’ambito di quanto prescritto dalla Direttiva Comunitaria “Marine Strategy”. Agli studenti, infatti, saranno fornite informazioni tecnico-scientifiche sull’inquinamento in mare da microplastiche, rifiuti galleggianti e spiaggiati, con dimostrazioni – anche grazie all’ausilio del personale della Capitaneria di porto di Crotone  – sulle attività analitiche di laboratorio per il loro monitoraggio.

Nelle prossime settimane, in parallelo all’offerta didattica, sarà infine lanciato il concorso “Ecoarte”: attività di “Laboratorio creativo” curato dagli studenti attraverso la creazione di opere artistiche, che saranno esposte nel corso dell’estate 2022 nella sede ANMI di Crotone ed una apposita giuria ne decreterà il vincitore. (rkr)

Al via nelle scuole di Catanzaro la campagna di monitoraggio per presenza di gas Radon

È iniziata, la scorsa settimana, una nuova fase della campagna di monitoraggio della presenza di gas radon nelle scuole cittadine del capoluogo di regione, a cura del Laboratorio fisico “E. Majorana” del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal.

Questa fase della campagna di monitoraggio del gas radon, che è in costante “work in progress” per l’acquisizione di sempre maggiori dati, prevede il posizionamento programmato dei dosimetri negli istituti ITIS “Scalfaro”, Liceo Classico  “Galluppi”, Liceo scientifico “Siciliani”, Liceo Linguistico e delle Scienze Umane “De Nobili” nonché dell’istituto comprensivo “Pascoli – Aldisio”.

L’Agenzia ambientale calabrese, infatti, regolarmente si interfaccia con le amministrazioni comunali calabresi per sollecitare l’attivazione di queste campagne di monitoraggio che, proprio perché svolte in luoghi sensibili come le scuole o altri uffici con accesso al pubblico, permettono alle amministrazioni di conoscere lo stato ambientale, relativamente al radon si intende, dei propri edifici di competenza, assolvendo anche ad obblighi di legge previsti dalle recenti normative di settore.

Per questo motivo, nel solco del binomio “ambiente e salute”, Arpacal ha stretto la collaborazione con il Comune di Catanzaro che nei mesi scorsi ha invitato tutte le scuole cittadine a rendersi disponibili alla programmazione dei tecnici dell’agenzia ambientale per posizionare nei luoghi più adatti i cosiddetti dosimetri, ossia la strumentazione necessaria per misurare nel corso di un anno, esattamente due campagne semestrali, la presenza del gas radon prevalentemente in luoghi interrati o a livello terra.

A conclusione della campagna i dati saranno consegnati alle amministrazioni scolastiche aderenti, con le quali l’Agenzia ha predisposto un calendario di comunicazione e divulgazione scientifica dei dati relativi alla campagna di misurazione.

«Informare la popolazione scolastica e quella cittadina sugli effetti del radon sulla salute – ha spiegato Michelangelo Iannone, direttore Scientifico dell’Arpacal- ci mette nella corretta condizione di adottare le eventuali contromisure per mitigare il rischio di un’esposizione inconsapevole».

«Occorre ricordare – si legge in una nota – che il radon proviene principalmente dal suolo e si accumula nei luoghi chiusi, raggiungendo in alcuni casi concentrazioni tali da comportare un eccessivo rischio per la salute. Dopo il tabacco, infatti, questo gas radioattivo è il secondo fattore cancerogeno in Italia per neoplasie ai polmoni».

«L’Organizzazione Mondiale della Sanità – conclude la nota – attraverso l’International Agency for Research on Cancer (IARC) ha valutato la cancerogenicità del radon fin dal 1988 e lo ha inserito nel Gruppo 1: “agenti in grado di indurre il tumore polmonare”. Stime consolidate da decenni a livello mondiale attribuiscono al radon la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di tabacco con un rischio proporzionale alla concentrazione. In Italia si stima che, su circa 30.000 casi di tumore polmonare che si registrano ogni anno, oltre 3.000 siano da attribuire al radon, la maggior parte dei quali tra fumatori ed ex-fumatori». (rcz)

Ambiente e Salute, Arpacal e Avis fanno rete per un progetto sull’epidemiologia ambientale

Importante partnership sarà firmata, il 1° febbrail, tra ArpacalAvis Provinciale di Catanzaro, per un progetto dedicato all’importante binomio ambiente e salute.

«Crediamo molto nel valore strategico del binomio ambiente e salute – ha dichiarato il direttore di Arpacal, Domenico Pappaterra – e per questo motivo abbiamo colto l’occasione di attivare una partnership con l’AVIS provinciale di Catanzaro, non solo per la sua meritoria storia nel volontariato, e quindi di presenza sul territorio, ma anche perché con essa siamo in grado di fare rete per un migliore servizio ai cittadini e, ciascuno per la propria competenza, anche al servizio sanitario regionale».

«Voglio ringraziare – aggiunge Pappaterra – per questo accordo non soltanto Francesco Parrottino, presidente dell’Avis provinciale di Catanzaro, ma anche il direttore scientifico, Michelangelo Iannone, che, con la sua esperienza come medico e docente universitario, ha dato il giusto impulso a questo progetto connesso all’epidemiologia ambientale ed altri che stiamo sviluppando».

Questa iniziativa, infatti, è stata fortemente voluta dal Direttore scientifico dell’Agenzia ambientale calabrese, Michelangelo Iannone, che, da medico nonché docente dell’Università Magna Grecia e ricercatore CNR di lungo corso nell’epidemiologia ambientale, ha già dall’anno scorso, in occasione di una interlocuzione con la facoltà di Farmacia dell’ateneo catanzarese per l’attivazione di un corso universitario in “One Health”, puntato molto anche sul binomio ambiente e salute.

«Il binomio salute e ambiente – ha dichiarato Iannone – è una visione ormai irrinunciabile per il sistema di protezione ambientale e questa convenzione è un modo concreto per riuscire a fare rete e migliorare le attività mettendole al servizio del sistema sanitario regionale e dei cittadini».

L’accordo fa forza sulla capillarità di un’associazione come Avis, particolarmente qualificata in ambito sanitario, per riuscire ad avvicinare lo scopo delle politiche ambientali all’esigenza di tutela della salute. Le attività previste dalla convenzione riguardano diversi  ambiti di indagine ambientale che hanno effetti sulla salute umana: dalla virologia ambientale, alla qualità dell’aria, dall’amianto, ai campi elettromagnetici solo per fare degli esempi.

Arpacal, inoltre, potrà avvalersi delle numerose sedi Avis per realizzare specifiche campagne ambientali, finalizzate alla divulgazione scientifica dei dati di monitoraggio che hanno effetti sulla salute. A partire dalla campagna di misurazione del radon, ad esempio, che è già operativa grazie al supporto di Salvatore Procopio, fisico del laboratorio “E. Majorana” del Dipartimento provinciale di Catanzaro, che ha avviato il monitoraggio di tutte le sedi Avis per realizzare una campagna mirata alla misurazione e la valutazione del rischio connesso alla concentrazione di attività del gas radon nei luoghi di lavoro e ambienti di vita (d.lgs. n. 101/2020).

Considerato che il gas radon negli ambienti confinati è classificato dalla OMS come cancerogeno certo di gruppo 1 ed è stimato come la seconda causa di rischio di insorgenza di tumore al polmone dopo il fumo, i dati del monitoraggio radon effettuato da Arpacal, attraverso il Laboratorio Fisico del Dipartimento di Catanzaro, risultano particolarmente significativi.

L’Isin, l’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, infatti, sulla base dei dati dell’agenzia, considera oggettivi i rischi di elevate concentrazioni di radon in Calabria, a conferma che la formazione rocciosa di tipo alpino e la presenza importante di faglie, rappresentano elementi assai predisponenti per la formazione del radon.

L’approccio che Arpacal salvaguarda in questo ambito di attività, nel binomio ambiente e salute, riprende e consolida il percorso di prevenzione, garantendo attraverso l’adozione di alcuni interventi tecnici, la riduzione e l’eliminazione del rischio radon per la salute. (aer)