LA FORTUNA ECONOMICA DELLA CALABRIA
È SEMPRE PIÙ TINTA DEL BLU DEL SUO MARE

di EMILIO ERRIGOSembrerà azzardata questa favorevole previsione geo economica e, a una prima lettura, pure curiosa convinzione personale, ma nulla al momento lascia presagire un futuro di crescente povertà per gli abitanti dei 404 Comuni della Regione Calabria.

Tutte le analisi strategiche e di contesto consultate, curate da autori di economia ambientale prevalentemente stranieri, portate a termine in questi ultimi decenni da parte degli analisti e ricercatori universitari più attenti, lasciano intendere chiaramente che c’è da organizzarsi in tempo,  prima che i “c.d. avvoltoi  del business” del turismo ambientale, velocizzino i loro passi da giganti economici  e viaggino per primi determinati  in direzione Calabria. 

È noto ai più che per gestire e supportare il cambiamento, occorra tanta buona e sana volontà e altrettanta lungimiranza.

Agli amici della Calabria, conoscendo l’ottimismo cosmico che domina geneticamente chi scrive, gli scapperà una felice risata nel leggere i primi periodi di questa convinzione economica personale, pensando che l’esternazione previsionale sia frutto di una esondazione letteraria, che generalmente caratterizza chi ama la propria terra natia, ma non è così!

Perché mi sono convinto che la fortuna dei poveri economici della Calabria sono o saranno i ricchi del mondo?

Ora cercherò di spiegarmi e motivare meglio il pensiero che sostiene la mia tesi di economia ambientale creativa!

Gli ecosistemi e la biodiversità che sono presenti in molte delle differenti realtà economiche, sociali e ambientali,  dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite, risultano compromessi, inquinati, alterati, sovrautilizzati e minacciati, da uno sviluppo economico aggressivo non più sostenibile, per le presenti e future generazioni. 

Per saperne poco o tanto di più, invito  a leggere, in primis il Rapporto Onu 2021, sullo stato di attuazione degli obiettivi  di sviluppo sostenibile nel mondo,  poi studiare bene il contenuto dell’Agenda 2030 e l’Unione Europea, facilmente estrapolabili attraverso i diversi motori di ricerca presenti nelle reti digitali.

Limitando alla estrema sintesi il mio scritto, per evidenti e intuibili ragioni di spazio disponibili, mi soffermerò geograficamente alla nostra Italia e poi focalizzerò il personale pensiero economico a favore  della Regione Calabria.

Il territorio politico della Repubblica italiana, misura ben 301,340 Kmq, a questa estesa superficie terrestre, alpestre, montana, collinare e pianure, vanno aggiunte altri 120, 868 Kmq di acque marittime giurisdizionali, comprensive delle acque interne marittime e mare territoriale Italiano.

Inoltre l’Italia, con la legge n.91 del 14 giugno 2021, interpretando coerentemente il diritto convenzionale,  uniformandosi al diritto internazionale pubblico, (in particolare la Convenzione delle Nazione Unite sul diritto del Mare, fatta a Montego Bay il 10 dicembre 1982, regolarmente firmata e ratificata dalla Repubblica Italiana ai sensi e per gli effetti degli articoli 10 e 11 della Costituzione, con legge 2 dicembre 1994, n. 689), ha deciso bene di autorizzare la istituzione di una zona economica esclusiva, pari a 200                    miglia ( 1 miglio marino = 1852 metri), una ampissima fascia di mare  situata oltre il limite esterno del mare italiano (ZEE), che permetterà allo Stato Italiano, di esercitare diritti esclusivi riconosciuti agli Stati e Regioni costieri, previsti dal diritto internazionale del mare.

Questa centrata decisione legislativa favorirà ampiamente quelle regioni  marittime che possiedono maggiori estensioni di chilometri di fascia costiera  territoriale marittima, così come è geograficamente, per la fortunata e bellissima sotto ogni profilo economico ambientale e per tanti altri aspetti paesaggistici,  per la Regione Calabria, che come non è noto (ancora per poco ) a tutti,  si affaccia  quasi totalmente  per una lunghezza di circa 800  km, sul Mare Mediterraneo,  come una estesa terrazza a balcone, anzi è semi sommersa al centro delle acque del Mediterraneo, tutto ancora da scoprire. 

Su questi ampi spazi di terrestri e marittimi rientranti nella sovranità nazionale e assoggettati alla giurisdizione dell’Italia, vivono la loro esistenza, nel bene e nel male, ben 58.842, 800 milioni di abitanti, con un reddito nazionale lordo pro capite (quantificato in dollari) pari a 35 240.

La qualità della vita in Italia, non possiamo avere il coraggio nel permetterci  di dire che sia pessima, anzi non essendo così, dobbiamo essere onesti e giusti per dichiarare apertamente che grazie a Dio, tra guerre, guerrieri, covid 19, alluvioni, terremoti, pacificatori e pacifisti, vigili del fuoco, medici, magistrati, infermieri, forze armate e di polizia, giudici, magistrati pubblici ministeri, uomini e donne della protezione e difesa civile, volontari del soccorso pubblico e sicurezza privata, agricoltori, pescatori, naviganti, lavoratori, poeti e cantanti,  avvertiamo  il dovere nel dire e affermare che in Italia ancora si vive benissimo e per adesso può andare bene così.

Alle regioni più meridionali del Sud Italia, per molti aspetti non andrebbe apparentemente ed economicamente tanto bene. 

Io non la penso così e mi sono convinto che la potenziale sconosciuta realtà e ricchezza di beni ambientali, ci consente di prevedere un futuro economico proprio bene, anzi alla grande!

La Calabria è la Regione d’Italia dove ancora si vive benissimo, anzi non si può vivere meglio la propria vita da soli e meglio se in felice compagnia. Il Popolo Calabrese è gioioso per sua natura, se entri in punta di piedi, chiedi con garbo e tanta buona educazione ciò che desideri, la bella e ospitale “Gente  di Calabria”, ti accoglie fraternamente, si rende disponibile ad esaudire ogni tua legittima e legale richiesta , finalizzata a conoscere le mille e forse di più realtà ambientali, luoghi ancora incontaminati grazie al mancato e ritardato sviluppo economico industriale.

Viaggiando,  in questi non ancora tutti conosciuti angoli di paradiso terrestre e marittimo, si possono esplorare e visitare con tutta la calma e serenità necessaria, i comuni costieri e montani della Calabria. 

Non hai che l’imbarazzo della scelta. Ci sono tante e tante di quelle cose belle, piccole e grandi da visitare e vedere in questi luoghi baciati da madre natura, che per poterle gustare appieno occorre fermarsi necessariamente almeno due o tre settimane di ferie,  alla seconda visita conoscitiva di questa regione situata a sud del sud della penisola italiana, sono sicuro che il ricco turista del mondo deciderà di permanere almeno un mese. 

Dopo aver trascorso questi brevi o lunghi periodi di assoluta libertà e gioia ambientale in Calabria, incalzerà l’innamoramento non solo dei luoghi, ma del cibo genuino, della  naturale umanità,  propensione al dialogo e amicizia sincera, tipica  di queste belle donne e uomini nati e che hanno deciso di vivere  in questi territori e spazi litoranei marittimi, sino al punto da  prendere la decisione di trascorrere parte o il resto della vita in Calabria.

Certo non tutti in un prossimo futuro si potranno permettere questa vita extra lusso a 10 stelle ambientali,  per venire a visitare in lungo e in largo  la Calabria, in quanto già dal mese di marzo aprile la capacità ricettiva è quasi al completo satura di ricchi turisti provenienti da ogni parte del mondo.

Che fare allora?

La legge della domanda e offerta, può venire in soccorso, di quanti hanno una capacità di investimento elevata, consentendo di far man bassa degli  spazi di territorio edificabile ancora per poco liberi, sia allo scopo di edificar  o acquistare la casa propria, che per decidere di investire capitali propri o di terzi investitori finanziari,  edificando  le strutture alberghiere e ricettive extra lusso, villaggi turistici e residenze estive di lusso con vista mare o dei sempre verdi territori collinari e montani. La Calabria per chi ancora non lo sapesse, annovera nei suo vastissimo territorio montano, complessivamente 13.222 Kmq,  ben 3 Parchi nazionali, altri regionali, Ville e Giardini Storici, 5 Riserve Marine, una Area Marina Nazionale  protetta, (Isola Capo Rizzuto), una infinità di grotte storiche, le Antiche Miniere Reali, di ferro, argento, forse pure oro ed altre ancora estraibili risorse minerarie, alcune delle quali messe in sicurezza e visitabili.

Nella considerata povera, straordinaria, meravigliosa,  bellissima terra e mare della  Calabria, mi sono convinto che nel non lontano futuro, saranno solo i più ricchi del mondo che si potranno permettertele di vivere in queste uniche realtà paesaggistiche e ambientali, ancora godibili a caro prezzo.

I beni ambientali, la biodiversità e gli ecosistemi integri e incontaminati della Regione Calabria, uniti al sole, al clima, aria purissima, alimenti che aiutano la  sana longevità, saranno rivalutati e valorizzati, perché sono le vere inesauribili risorse economiche che soddisferanno i crescenti bisogni dei più ricchi del mondo , la più grande fortuna del Sud Italia. (ee)

(Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, docente universitario e  generale in riserva della GdF, attuale Commissario Straordinario di Arpa Calabria)

UNIONCAMERE INDICA LA BLUE ECONOMY
È NEL MARE LO SVILUPPO DELLA CALABRIA

Lo sviluppo del territorio reggino passa per la Blue economy. È quanto è stato rilevato dal rapporto nazionale sull’Economia del mare a cura di Unioncamere e il Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne”, in cui viene evidenziato come la capacità moltiplicativa del valore aggiunto prodotto dalla blu economy sul resto dell’economia, per la Metrocity RC è è pari ad 1,9 (per ogni euro prodotto, se ne attivano altri 1,9 attraverso effetti di filiera. Il dato medio Italia è pari ad 1,7.

L’Economia del mare è, infatti, un sistema produttivo che genera ricchezza, nel quale rientrano sette filiere, individuate sulla base dei codici Ateco: filiera ittica; industria delle estrazioni marine; filiera della cantieristica; movimentazioni di merci e passeggeri; servizi di alloggio e ristorazione; attività sportive e ricreative; ricerca, regolamentazione e tutela ambientale. 

Lo studio condotto dalle Camere di commercio ha evidenziato che la blue economy è fortemente connessa con tanti altri settori e attività che contribuiscono alla sua realizzazione. Attraverso interazioni produttive a monte e valle, il “sistema mare” estende la capacità di produzione di ricchezza a numerosi altri settori. 

La risorsa mare, infatti, può essere una leva straordinaria per il rilancio del territorio metropolitano, grazie ai tanti km di costa: «Le stime e la potenzialità dell’economia del mare nel territorio reggino ancora non tengono conto di tutti quegli investimenti sulla Blu economy e sulla logistica previsti nel Pnrr», ha spiegato il Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, Antonino Tramontana.

«Si va dalla tutela della biodiversità, fino all’incremento delle energie rinnovabili marine e alla digitalizzazione della logistica portuale – ha aggiunto – con specifiche misure per il Porto di Gioia Tauro e la mobilità nell’area dello Stretto che potranno conferire al moltiplicatore economico stimato un rapporto ancora più soddisfacente».

Secondo l’ultimo rapporto realizzato da Unioncamere e dal centro studi Guglielmo Tagliacarne,  nel 2021 le imprese dell’economia del mare registrate a Reggio Calabria ammontano a 2.712 unità, rappresentando il 5% del totale imprese della provincia (Italia 3,7%). A livello regionale, Reggio Calabria è la seconda provincia per numero di imprese della Blue Economy, racchiudendo il 27,3% delle imprese blu calabresi.

Spicca la forte vocazione turistica di Reggio Calabria con quasi la metà delle imprese che appartengono ai servizi di alloggio e ristorazione (il 47,7%; 1.295 unità) e un altro 17,3% alle attività sportive e ricreative (469 unità). Di rilievo anche le imprese che operano nell’ambito della logistica e movimentazione merci via mare (117), anche per il numero di addetti che vi lavorano.

«Nel 2020 – viene rilevato nel rapporto – l’economia del mare italiana ha interessato 921 mila occupati, pari al 3,7% del totale, in flessione del -7,1% rispetto al 2019. In Calabria, gli addetti della filiera si attestano a 25,8 mila, pari al 2,8%, stabile rispetto al 2019. Nella Città metropolitana di Reggio Calabria gli occupati nella filiera si attestano a 9 mila nel 2020 (5,3%). I settori in flessione sono quelli legati ai servizi di alloggio e ristorazione (-21%) e alle attività ricreative (-17%)».

I 678 milioni di euro di valore aggiunto prodotti dall’economia del mare nella Città metropolitana di Reggio Calabria, pari al 8,2% del totale dell’economia locale (ottava provincia in Italia), sono stati realizzati prevalentemente grazie alla movimentazione merci e passeggeri che arriva a pesare per il 70% sul totale economia del mare locale.

«Il contributo di Reggio Calabria alla produzione del valore aggiunto – viene rilevato – è il più alto a livello regionale e si colloca al 8° posto nella graduatoria provinciale per incidenza del valore aggiunto prodotto dal “Sistema mare”».

Il 25,9% delle imprese della Blue Economy della Città Metropolitana di Reggio Calabria è guidato da donne. Un tasso di femminilizzazione, più elevato non soltanto rispetto a quello del sistema imprenditoriale locale nel suo complesso (24,9%), ma anche ri-spetto alle imprese blu a livello nazionale (tasso di femminilizzazione pari al 21,9%). Le imprese blu di under 35 reggine sono complessivamente 344, pari al 12,7% delle imprese dell’economia del mare della provincia, superando di oltre tre punti percentuali il peso che hanno nella Blue Economy a livello nazionale (9,4%). Decisamente più contenuto è il contributo delle imprese straniere. A Reggio Calabria si contano, nel 2021, 87 imprese blu condotte da stranieri, pari al 3,2% del totale imprese nell’economia del mare locale.

Ma non è la prima volta che si parla di Blue economy. A Roccella Jonica, nel mese di maggio, si è svolto un importante convegno promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Reggio Calabria.

In quest’occasione è stato evidenziato come la Blue Economy «è, senza dubbio, la risorsa più importante sulla quale poter fondare il rilancio e lo sviluppo della economia della nostra regione. Oggi, nel pieno degli sforzi per la ripresa, la nostra sfida è quella di considerare il “sistema mare” un alleato strategico per una competitività sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico, per valorizzare la biodiversità, per vincere la battaglia dell’approvvigionamento energetico e idrico».

D’altronde, è stato ricordato, «è cresciuta la consapevolezza  della rilevanza delle attività legate al mare nel peso dell’economia del Mediterraneo e del suo potenziale sviluppo». Una consapevolezza che ha portato l’Unione Europea a promuovere la Blue Growth – Crescita Blu, una strategia a lungo termine per sostenere la crescita sostenibile nei settori marino e marittimo, che riconosce nei mari un motore per l’economia europea, con enormi potenzialità per l’innovazione e la crescita.

L’ultimo rapporto dell’Unione Europea sulla Blue Economy, infatti, restituisce la cifra di 218 miliardi di euro di valore aggiunto e 5 milioni di occupati; in Italia il valore aggiunto prodotto nel 2020 è arrivato a 47,5 miliardi di euro, pari al 3,0% del totale dell’economia italiana. E quello della Blu Economy è l’unico settore produttivo nel quale la Calabria a livello nazionale occupa i primi posti in termini di valore aggiunto prodotto, numero di imprese operanti e numero di occupati.

E tutto questo senza che siano state esplorate e soprattutto valorizzate tutte le potenzialità che derivano dall’eccezionale sviluppo costiero della regione, dall’affaccio su due bacini del Mediterraneo e dagli amplissimi margini di miglioramento delle performances di settore. (rrm)

L’OPINIONE / Emilio Errigo: La Blue Economy potrebbe rivelarsi la vera fortuna della Calabria

di EMILIO ERRIGO – Non si può pretendere di avere  proprio tutto da madre natura e dalla vita. Leonida Repaci, uno tra i più noti dei tanti  scrittori  e poeti Calabresi,  nella Sua lode alla Calabria, dal titolo attraente, “Quando fu il giorno della Calabria”,
ne parló molto bene a giusta ragione della sua e nostra Madre Terra, con l’amore  intenso di un figlio nobile.

Immaginiamo per un solo attimo che la Regione Calabria, avesse il mare, le spiagge e tanta altra roba da proporre ai moltissimi denigratori di questa bella terra, creata e voluta bella così com’è, troppo bella, bellissima e anche  tanto affascinante, saremmo letteralmente invasi non solo dai fratelli e sorelle migranti, povera umanità camminante e navigante, in cerca di migliori fortune per la loro lunga e buona vita,  ma soprattutto, riconquistati ancora altre volte con inaudite violenze,  dallo straniero invasore, predone, assetato di potere, di terre fertili, di tanta buona acqua e vino rosso fuoco, cibi gustosi, bellezze femminili e  corpi forzuti maschili, senza pari confronti al mondo.

Se la Calabria avesse il mare, occorrerebbero molte  più autostrade, nuovi aeroporti, ferrovie moderne e sicure, porti turistici e commerciali adeguati, ci sarebbe bisogno di troppe risorse pubbliche, molto  impiego di denaro prelevato dalle casse dello Stato. Invece no, la Calabria e i Calabresi,  non avendo il mare, le coste e le spiagge, si devono e ci dobbiamo saper accontentare,  solo dei 4 Parchi Nazionali e dei boschi più estesi e sempre verdi d’Europa.
Che gran peccato non avere il mare in Calabria!

E le spiagge, almeno le spiagge bianche, quelle si potevano creare naturalmente,  grazie alle piogge invernali, con le sabbie bianche, che dalle  montagne dei Parchi Nazionali dell’Aspromonte, della Sila, del Pollino, delle Serre e altre colline e pianure, sempre fiorite di ginestre, zagare di agrumi e gelsomini, sabbie che sarebbero scese  a valle con le acque impetuose delle tante Fiumare della Calabria.

Chi viene in Calabria, dice che ha la sensazione di percepire all’olfatto profumi a lui o lei sconosciuti,  dicono che è essenza di Bergamotto, senza capire l’origine di questo fenomeno soprannaturale, che sa di mistero della fede.

Il mare e le spiagge, avrebbero portato tanto benessere economico, no per carità di Dio, troppa grazia Divina per una Regione, dove il reddito procapite regionale è  inferiore al 75 % alla media tra gli Stati membri dell’Unione Europea.

Se la Calabria avesse avuto il mare più blu e le spiagge più balneabili d’Italia, sarebbero in tanti gli oligarchi e istituti bancari esteri, a voler investire in Calabria,  i propri capitali,  nella costruzione di: porti turistici e crocieristici, ville mozzafiato con vista mare, marine  per mega yacht,  moderne strutture alberghiere e ricettive attrezzate, stabilimenti balneari di lusso, con annessi impianti  sportivi estivi, ristoranti e case vacanze.

Pensateci quanta ricchezza e benessere arriverebbe  dentro le  case dei Cittadini Calabresi!
Poi per chi ancora non lo sapesse le  spiagge, il mare territoriale, la piattaforma  continentale, fondo e sottofondo marino, la zona economica esclusiva, stante alla “Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite su Diritto del Mare firmata a Montego Bay nel 1982” e con legge n.91/ 2021, anche il fondo e sottofondo del mare, compresa la colonna d’acqua  sovrastante, sono sottoposti al diritto di  giurisdizione esclusiva  italiana, quindi con enormi benefici economici e occupazionali anche per i residenti  nella Regione Calabria.

Quanta ricchezza immensa, in molta parte sconosciuta, risorse minerarie ancora inesplorate e inutilizzate, ci sarebbe nel mare e sotto il fondo del mare della Calabria. Che gran peccato avrebbe commesso il creatore, se avesse deciso di privare questa terra nobile, illuminata molte ore della notte dalla luna e riscaldata dal sole 365 giorni l’anno , del mare blu e delle estese spiagge bianche incontaminate.

Chissà se un giorno o l’altro scopriremmo, che il continuo depauperamento del patrimonio boschivo, gli incendi estivi dolosi e l’assenza delle necessarie opere di contenimento del continuo dissesto idrogeologico, avessero favorito le piogge alluvionali e fatto della Calabria , una tra le più grandi Regioni d’Italia, tutta bagnata dalle acque del mare, con le coste marine  e le spiagge,  più  estese, lunghe e belle del mondo.

Le spiagge, anche quelle della Calabria, sono beni pubblici appartenenti al demanio turistico ricreativo, amministrati dai Comuni costieri, con conseguenti rilevanti entrate tributarie derivanti dai canoni demaniali, che affluiscono nelle casse degli Enti Locali marittimi. Un paradiso così grande  di bellezza infinita, ce lo meritiamo  proprio tutto in Calabria.

Pensate e ragionate, che attuando sul Mare e nelle Spiagge, il noto principio del tornaconto economico, investendo 1000 euro, nelle mille e più attività d’impresa, della Blue Economy, il moltiplicatore positivo di utilità economica, varia con un incremento reddituale che oscilla da 3 a 5, ottenendo utili netti d’impresa,  quantificati da un minimo di 3000 euro, a un massimo di 5000 euro.

La Blue Economy potrebbe rivelarsi la vera fortuna della Calabria.

(Intanto chi ne ha voglia e nutre interesse conoscitivo, consiglio di visionare, l’Allegato al Documento Economia e Finanza 2022, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, presentato dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, sottotitolato:
Dieci anni per trasformare l’Italia. Strategie per infrastrutture, mobilità e logistica sostenibili e resilienti. Per il benessere delle persone e la competitività delle imprese, nel rispetto dell’ambiente.)

Aspetta e spera!

Se la Calabria non avesse avuto  il mare e le spiagge, ci metteremmo tutti a ridere e pure molto.
Allora, visto e considerato, che il mare c’è e avvolge la fascia costiera della Calabria, bagnando e accarezzando tutte le lunghe spiagge bianche,  iniziamo pure  a ridere  tanto che fa bene al cuore! (er)

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, docente universitario titolare di “Diritto Internazionale  e del Mare” e di “Management delle Attività Portuali”, Consigliere  giuridico economico – finanziario internazionale]

A Roccella Jonica la due giorni sulla Blue Economy

Domani, venerdì 27 maggio e sabato 28, a Roccella Jonica, all’ex Convento dei Minimi, è in programma Blu Thinking: il futuro che viene dal mare, la due giorni di incontri sulle potenzialità della Blue Economy per lo sviluppo della Calabria, organizzato dal Comune di Roccella Jonica e Flag Jonio 2.

L’iniziativa, che vedrà riunirsi gli attori regionali delle filiere che compongono la Blue Economy, gli attori istituzionali nazionali e regionali che si occupano dei temi ad essa connessi, esperti di fama nazionale e “testimonial” di best practices di settore,  si articolerà in tre sessioni che faranno il punto sui temi: “La filiera ittica” (venerdì 27 dalle ore 9.30), con il contributo conclusivo dell’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo; “Il turismo costiero” (venerdì 27 dalle ore 16.00), con le conclusioni dell’assessore regionale al Turismo Fausto Orsomarso; “Blue Economy e innovazione” (sabato 28 dalle ore 9.30),  con  gli interventi finali del sindaco di Roccella, Vittorio Zito, e del presidente del Flag Jonio 2, Ernesto Alecci, dedicati alla realizzazione di “Un manifesto della Crescita Blu in Calabria”.

Nel corso degli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza della rilevanza delle attività legate al mare nel peso dell’economia del Mediterraneo e del suo potenziale sviluppo. Allo stesso modo è sempre più evidente per il mare la difficoltà di contemperare la crescita economica con la sostenibilità ambientale. Non solo gli ecosistemi marini sono sempre più esposti alla crescente pressione antropica, ma anche le nostre coste e le nostre infrastrutture costiere si rivelano estremamente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.

È per favorire uno sviluppo economico che tuteli una risorsa naturale così preziosa che l’Unione Europea promuove la Blue Growth – Crescita Blu, una strategia a lungo termine per sostenere la crescita sostenibile nei settori marino e marittimo, che riconosce nei mari un motore per l’economia europea, con enormi potenzialità per l’innovazione e la crescita.

Il segmento della Blue Economy si caratterizza per la sua trasversalità intercettando e interconnettendo diverse filiere produttive: il settore ittico, l’acquicoltura e la lavorazione del pesce, l’industria delle estrazioni marine, la cantieristica navale e la nautica da diporto, il turismo sportivo e la ricettività costiera, il trasporto merci e passeggeri. Un insieme di attività eterogenee che hanno come comune denominatore proprio il “mare”.
Una forza imprenditoriale che rappresenta un motore per la produzione economica, come testimonia l’ultimo rapporto dell’Unione Europea sulla Blue Economy  che restituisce la cifra di 218 miliardi di euro di valore aggiunto e 5 milioni di occupati. In Italia il valore aggiunto prodotto nel 2020 è arrivato a 47,5 miliardi di euro, pari al 3,0% del totale dell’economia italiana.

Il mare, e quindi la Blue Economy, è senza dubbio la risorsa più importante sulla quale poter fondare la ripresa e lo sviluppo della economia calabrese. Quello della Blue Economy è forse l’unico settore produttivo nel quale la nostra Regione occupa i primi posti in termini di valore aggiunto prodotto, numero di imprese operanti e numero di occupati. E tutto questo senza che siano state esplorate e soprattutto valorizzate tutte le potenzialità che derivano dall’eccezionale sviluppo costiero della regione, dall’affaccio su due bacini del Mediterraneo e dagli amplissimi margini di miglioramento delle performances di settore.

Oggi, nel pieno degli sforzi per la ripresa, la nostra sfida è quella di considerare il “sistema mare” un alleato strategico per una competitività sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico, per valorizzare la biodiversità, per vincere la battaglia dell’approvvigionamento energetico e idrico. (rrc)