A Carolei i ragazzi diventano contadini col progetto “Green Rural Farm” di Cascina Way

A Carolei i ragazzi e le ragazze tra gli 11 e 16 anni diventano contadini, grazie al progetto Green Rural Farm, a cura dell’Associazione di promozione sociale Cascina Way Aps, finanziato dal Ministero delle Politiche della Famiglia per contrastare la povertà educativa e sostenere opportunità culturali ed educative e in programma fino a giugno 2025.

In programma incontri e workshop, corsi di orticoltura biologica e apicoltura, seminari sulle energie alternative, allestimento di mostre. Tutto con il coinvolgimento delle giovani generazioni. 

In questi giorni i partecipanti al progetto stanno seminando e piantando verdure autunnali nell’orto biologico didattico. Attraverso il contatto diretto con la natura, i giovani imparano a valorizzare l’ambiente, sviluppano competenze pratiche e sociali e promuovono il loro benessere fisico e mentale. Un bio orto didattico non è solo un giardino, ma una vera e propria aula a cielo aperto, dove ogni pianta coltivata e ogni insetto osservato contribuiscono alla crescita e alla formazione delle nuove generazioni.

«Il progetto assume un’importanza strategica trasversale e di primaria importanza perché agisce su un territorio rurale marginale – ha dichiarato il presidente dell’associazione, Costantino Garofalole attività portate avanti hanno una grande valenza formativa perché consentono l’acquisizione di conoscenze tecniche e scientifiche. I ragazzi vivranno molte esperienze, grazie alla collaborazione avviata con strutture, aziende agricole, fattorie didattiche, opifici, musei, parchi e aree protette»(rcs)

 

Una mano sul cuore, 600 screening gratuiti in tre paesi delle Serre cosentine

La “Nuova Croce Azzurra” ha presentato i risultati del progetto sociale denominato “Una mano sul cuore”. 800 cittadini incontrati, 600 screening gratuiti effettuati, due Istituti scolastici coinvolti e tre paesi delle Serre Cosentine coinvolti. Si tratta di Cerisano, Marano Principato e Carolei.

Piena soddisfazione ovviamente da parte della presidente Maurizia Chiappetta che, con tanta emozione, ha voluto fortemente ringraziare la Regione Calabria che ha consentito la realizzazione del progetto e soprattutto i tanti volontari protagonisti delle giornate dimostrative. Insieme alla Nuova Croce Azzurra anche il sindaco di Cerisano Lucio Di Gioia che ha sposato appieno il concetto di collaborazione; il primo cittadino di Carolei, Francesco Iannucci, con la consapevolezza di creare momenti importanti per la collettività ed il vicesindaco di Marano Principato Angelo Roberto Bilotto che si è soffermato sull’importanza di formare più cittadini possibili per l’utilizzo dei defibrillatori, altrimenti mancherebbe un tassello importante dell’intera catena. Importante e fondamentale anche la partecipazione del dottor Sandro Ganzino, responsabile centro informazione Irc e del dottor Francesco Gallicchio, Dir. Cardiologo Asp Cosenza che hanno “accompagnato” le dimostrazioni, i corsi pratici e le fasi del progetto in ogni singolo appuntamento.

“Una mano sul cuore” ha avuto l’obiettivo di promuovere e tutelare la salute della popolazione ed ha inteso realizzare tale obiettivo in due modi: organizzando un programma di screening del rischio cardiovascolare finalizzato alla prevenzione attiva in parte della popolazione adulta dei tre territori comunali di Carolei, Cerisano e Marano Principato e diffondendo (in linea con le novità introdotte dalla legge 116 del 04 agosto 2021) l’installazione dei Dae automatici e semiautomatici sul territorio di riferimento e le nozioni base per il suo utilizzo da parte dei cittadini, secondo il motto “anche tu puoi salvare una vita”!, ha rimarcato Maurizia Chiappetta.

«Grazie ad un finanziamento della Regione Calabria con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Fondi Adp 2019, 2020 e 2021) l’attività di screening è stata condotta nelle piazze dei comuni con cinque eventi informativo/pratici sul primo soccorso e sull’utilizzo dei Defibrillatori automatici realizzati ma abbiamo anche coinvolto gli Istituti comprensivi di Carolei e Cerisano-Marano Principato rivolte ai ragazzi delle scuole primarie di secondo grado. I ragazzi, circa 150, suddivisi in piccoli gruppi, seguiti dal Dott. Ganzino e dai volontari della Nuova Croce Azzurra che supporta il Suem 118 di Cosenza, hanno potuto cimentarsi con i manichini per il training ed a ritmo di musica hanno simulato su piccoli cuori di stoffa le compressioni toraciche e la rianimazione cardiopolmonare», è la considerazione della presidente. Alla fine della presentazione un brindisi augurale per tutti e la volontà di ripetere l’iniziativa al più presto. (rcs)

CAROLEI (CS) – Saverio Daniele è il nuovo presidente del Lions Club Cosenza Castello Svevo

Saverio Daniele è il nuovo presidente del Lions Club Cosenza Castello Svevo, succedendo a Maria Donata Tortorici col il “passaggio del testimone”, cerimonia svoltasi nei giorni scorsi a Carolei, nella Filanda dei Quintieri.

Donata Tortorici ha illustrato, anche con un pizzico di orgoglio e di soddisfazione, le tante e molteplici iniziative che il Club ha portato avanti e sostenuto durante l’ultimo intenso anno Sociale, con una carrellata di immagini che hanno testimoniato il costante impegno del Club sul territorio.

Molto coinvolgente è stato poi il discorso di apertura di Saverio Daniele, che ha toccato importanti temi personali e lionistici, partendo dal significato e dal relativo impegno morale e civile di essere un Lion, per arrivare all’impegno preso come Presidente del Club e per finire alle strategie e agli obiettivi che deve perseguire il Club in questo anno sociale, avendo quale principio cardine quello della qualità e dell’incisività del “servizio”, nell’ambito della solidarietà attiva.

Durante la cerimonia sono stati consegnati i prestigiosi riconoscimenti Melvin Jones ai soci Gaetano Liguori e Peppino Spizzirri Marzo.

La serata ha visto anche l’ingresso di 6 nuove socie, che daranno sicuramente nuova linfa e spinta agli impegni che già da domani aspettano il club. Si tratta di Maria Vittoria Aquino, Elena Nigro, Federica Candelise, Roberta Guida, Maria De Rose e di Caterina Filardi.

La Cerimonia è stata conclusa con gli interventi di Gianluca Le Pera, Presidente di Zona, di Giovan Battista Malomo, Presidente della Circoscrizione, del 2^ vice Governatore, Pino Naim e dal Past Governatore, Francesco Scarpino, che ha speso importanti parole di elogio per il Club, sia per la qualità dei Service effettuati nell’anno sociale 2022/2023, che per il gran numero di soci, davvero ragguardevole sul totale del Distretto. Di ciò ha ringraziato Maria Donata Tortorici, la sua squadra e il Club Cosenza Castello Svevo, per lo splendido lavoro effettuato.

A fine cerimonia ha avuto luogo, il non meno apprezzato evento conviviale, nei locali e nel giardino della Filanda dei Quintieri. (rcs)

CAROLEI (CS) – Domani il progetto di prevenzione “Una mano sul cuore”

Domani e venerdì 21 luglio, a Carolei, dalle 9 alle 14, nella Scuola Elementare di Corso Mazzini, si terrà l’evento Una mano sul cuore, il progetto di prevenzione della Nuova Croce Azzurra che ha l’obiettivo di promuovere e tutelare la salute della popolazione e intende realizzare tale obiettivo in due modi: organizzando un programma di screening del rischio cardiovascolare finalizzato alla prevenzione attiva in parte della popolazione adulta dei tre territori comunali di Carolei, Cerisano e Marano Principato.

Oltre a questo, il progetto vuole diffondere l’installazione dei Dae automatici e semiautomatici sul territorio di riferimento e le nozioni base per il suo utilizzo da parte dei cittadini, secondo il motto “anche tu puoi salvare una vita”!

Dunque, in questa due giorni – in collaborazione con il Comune – si eseguiranno Ecg, esami ematochimici e valutazioni dei parametri di base vitali. Dalle 17,30 poi spazio alla formazione Blsd. Il dottor Sandro Ganzino, responsabile Centro formazione Irc effettuerà una informativa dimostrativo-pratica sul primo soccorso e sull’utilizzo del Dae.

Grazie ad un finanziamento della Regione Calabria con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Fondi Adp 2019, 2020 e 2021) l’attività di screening sarà condotta nelle piazze dei tre comuni. Sarà possibile prenotarsi per i seguenti esami: elettrocardiogramma, misurazione dei valori pressori, di glicemia, colesterolo e trigliceridi. Le visite saranno realizzate parte nelle ambulanze di soccorso facenti parte del parco automezzi dell’associazione e parte in strutture mobili e sedi comunali.
La visita di screening effettuata da un medico cardiologo refertatore, coadiuvato dai volontari (infermieri, oss e soccorritori), prevede la rilevazione di alcuni parametri antropometrici (peso, altezza, circonferenza vita), la misurazione della pressione arteriosa, l’esecuzione di uno stick glicemico, la misurazione di colesterolo e trigliceridi e per finire l’elettrocardiogramma. Per l’effettuazione degli esami del sangue sarà utilizzata un’apparecchiatura di autoanalisi del sangue che permette, mediante prelievo di piccole quantità di sangue capillare, di effettuare diversi test per efficacia e risultati paragonabili alle apparecchiature di laboratorio.
E poi schede valutative, nel rispetto della normativa sul trattamento dei dati personali, finalizzate ad effettuare una doppia valutazione: di tipo sanitario (valutazione del rischio cardiovascolare) e di progetto (valutazione d’impatto generale delle attività realizzate).
Non solo: l’attività sarà realizzata attraverso l’organizzazione di un evento per ogni Comune e di due eventi presso gli istituti scolastici “IC Carolei- Dipignano “Valentini” e“IC statale di Cerisano”, in cui saranno coinvolti, rispettivamente, la popolazione locale, le istituzioni, oltre al personale docente e Ata, gli studenti della secondaria di primo grado. Non per ultimo, infine, la donazione di un defibrillatore automatico esterno da installare sui rispettivi territori comunali per garantire a tutti i cittadini un’efficiente attivazione della catena della sopravvivenza.
Alla presentazione del progetto sono stati presenti la parlamentare Simona Loizzo, il sindaco di Cerisano Lucio Di Gioia, il sindaco di Marano Principato Giuseppe Salerno ed i due dirigenti degli Istituti comprensivi “Cerisano-Marano” e “Carolei- Dipignano”, Lorenzo Ciacco e Domenico De Luca.
Piena soddisfazione per i primi importanti risultati del progetto è stata espressa dalla presidente della “Nuova Croce azzurra”, Maurizia Chiappetta, dal cardiologo dell’Asp di Cosenza Francesco Gallicchio, dal medico Asp Paolo Filice e del responsabile del Centro di formazione Irc Sandro Ganzino, oltre che da tutto lo staff che sta lavorando, da mesi, all’iniziativa. (rcs)

Riapre l’Istituto comprensivo di Carolei e Dipignano

Mercoledì 12 aprile è stato inaugurato il nuovo edificio della scuola primaria di Laurignano. Un edificio scolastico completamente rimesso a nuovo, che gli ultimi lavori hanno reso più funzionale e soprattutto adeguato nel rispetto delle normative antisismiche, per garantire maggiore sicurezza a studenti, docenti e a tutti i fruitori della struttura.

La mattinata del 12 aprile è stata una giornata di festa per l’intero Comune, rappresentato dal sindaco Sorcale, dal vicesindaco Giannotta e dagli altri assessori e consiglieri presenti. Alla presenza di tutti gli alunni del plesso e di molte famiglie della frazione, le autorità presenti hanno proceduto al taglio del nastro per illustrare poi ai presenti l’interno dell’edificio e i lavori effettuati, mentre il parroco p. Giacinto ha proceduto alla benedizione dei locali. Soddisfazione è stata espressa dal dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Carolei Dipignano “Rendano – Valentini”, Domenico De Luca, che ha ringraziato l’amministrazione, la ditta e le famiglie degli alunni, evidenziando l’importanza della presenza scolastica sul territorio. Sia il Sindaco che il Dirigente scolastico hanno sottolineato la necessità di rafforzare la sinergia tra Scuola e amministrazioni locali, che rappresentano presidi di legalità e di cultura.

Laurignano, popolosa frazione del Comune di Dipignano, possiede infatti un polo scolastico costituito dalle tre strutture limitrofe che ospitano la scuola dell’Infanzia, anch’essa oggetto di lavori ormai a buon punto, la scuola primaria appena riaperta e la scuola secondaria di primo grado, quest’ultima dotata di un auditorium che ospita eventi scolastici e culturali. L’evento è stata anche l’occasione per ricordare la figura di Paolo Aquino, aviere originario del luogo cui l’edificio era stato originariamente intitolato.

La scuola primaria era chiusa dal 24 febbraio 2022, giorno in cui una scossa di terremoto aveva consigliato ai tecnici di chiudere l’edificio per svolgere degli accertamenti sulla struttura. Il lockdown dovuto alla pandemia ha poi fatto il resto, ma con la ripresa dei lavori si è riusciti a concludere il tutto e a riconsegnare la struttura alla popolazione di Laurignano. (rcs)

L’IC Carolei-Dipignano alla scoperta dei segreti della città di Cosenza

Nelle scorse settimane tanti piccoli esploratori dell’Istituto comprensivo Carolei Dipignano “Rendano-Valentini”, scortati da guide esperte, hanno visitato le strade, le piazze e i monumenti principali della città di Cosenza alla ricerca dei segreti della sua storia e dei protagonisti che l’hanno resa grande attraverso i secoli.

“Cosenza città segreta”, questo il nome del progetto ispirato al noto programma televisivo di Corrado Augias, ha offerto agli alunni dei percorsi di conoscenza differenziati in base all’età degli studenti, in grado di offrire uno sguardo inedito attraverso le biografie, i monumenti, le opere d’arte ed il ruolo che hanno avuto per la società e la cultura cosentina, e non solo.

Fondamentale è stata la collaborazione instaurata tra l’istituto e le guide specializzate Alessandra Scanga e Ida Luigia Tedesco, che con amore e passione nel mese di marzo 2023 hanno accompagnato i bambini e i ragazzi dell’Istituto nei vari percorsi. Gli alunni partecipanti sono stati oltre 250.

Gli itinerari proposti sono stati diversi, pensati tenendo conto dell’età degli studenti. Le classi I e II della scuola primaria sono andate alla scoperta dei misteri del Castello Svevo, rimanendo affascinati dalle sale dalle alte volte in pietra e dalle storie di cavalieri, dame e passaggi segreti che dal maniero si dipanavano verso la città per consentire una sicura via di fuga in caso di incursioni. Altrettanto mozzafiato il panorama che si gode dalla cima, che abbraccia una parte importante della provincia dalla Sila al Pollino.

Le altre classi della primaria e della secondaria di primo grado hanno scoperto invece i segreti della Cattedrale in occasione degli 800 anni della sua consacrazione, della Cosenza risorgimentale con i luoghi dell’epopea dei Fratelli Bandiera, dei luoghi della tradizione musicale cosentina con il celebre Teatro Rendano per finire alla città nuova con le sue opere d’arte contemporanea. Particolare attenzione è stata dedicata alla figura dell’Imperatore Federico II, che nella storia di Cosenza ha lasciato una traccia indelebile.

E il progetto non finisce qui. È prevista in autunno una nuova edizione, alla scoperta di nuovi segreti e in altri punti della città, perché il legame tra scuola e territorio si costruisce e si alimenta anche con iniziative che, in modo leggero ma accurato, facciano scoprire alle nuove generazioni la storia e le bellezze della nostra terra. (rcs)

L’IC Carolei Dipignano “Rendano-Valentini” contro bullismo, cyberbullismo e violenza di genere

L’Istituto Comprensivo Carolei – Dipignano “Rendano- Valentini” ha ribadito il suo no al bullismo, al cyberbullismo e alla violenza di genere. E lo ha fatto attraverso l’evento Il bullismo non è uno scherzo… è un reato.

Una manifestazione per sensibilizzare gli studenti sull’importanza di combattere il bullismo e la violenza. Il nome è quello del progetto presentato da Gianluca Lumare, presidente dell’Associazione “Educando Peter Pan – Uisp Solidarietà”, che ha coinvolto gli studenti delle classi della Scuola secondaria in un momento di riflessione ed approfondimento su tematiche toccano da vicino la vita scolastica e sociale dei ragazzi.

Quale luogo migliore della Scuola per svolgere azioni di sensibilizzazione e prevenzione? È infatti dagli stessi studenti coinvolti che può e deve nascere una nuova mentalità, un nuovo modo di vedere e rapportarsi all’altro mettendo al bando ogni genere di violenza. Nel corso dell’iniziativa si è discusso di bullismo e cyberbullismo, violenza di genere e altre devianze dell’età evolutiva. Tematiche che hanno delle implicazioni sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista giuridico, configurandosi come veri e proprio reati che portano conseguenze sia per chi li subisce che per chi li mette in atto.

Le riflessioni hanno suscitato la viva e spontanea partecipazione degli studenti, che hanno presentato le proprie domande agli esperti intervenuti dimostrando come iniziative di questo genere riescano a parlare direttamente ai principali soggetti coinvolti. Il presidente Lumare ha sottolineato la riuscita dell’iniziativa ed ha apprezzato la cura con cui è stata organizzata. I ragazzi avevano infatti già avviato la discussione sui temi trattati già nelle singole classi, preparando storie, poesie, cartelloni ed altri elaborati presentati durante la mattinata.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla referente dell’iniziativa, Angela Salvia, e dal Dirigente scolastico dell’Istituto, Domenico De Luca, che ha ringraziato Gianluca Lumare per aver trattato con incisività, chiarezza e competenza argomenti essenziali per la crescita di ciascuno e per dare risposte, non sempre facili, alle richieste di aiuto ed attenzione. La Scuola conferma dunque il suo impegno in prima linea nel processo di educazione e formazione, non limitandosi all’ambito strettamente didattico ma assolvendo quella che è la sua missione principale: formare la persona umana nel senso più ampio del termine. (rcs)

Alfonso Rendano. La vita, l’arte – di Bruno Castagna

di PINO NANO –  Alfonso Rendano. La vita, l’arte”, (350 pag. Edizioni Publisfera) è un saggio con cui Bruno Castagna, storico studioso del grande musicista calabrese, riapre il dibattito sulla vita e sul valore del principe della musica calabrese.  Si tratta, diciamolo subito, di un lavoro di grandissimo interesse per studiosi e appassionati di musica, e che vede la luce dopo anni di studi e di approfondite ricerche nelle maggiori biblioteche italiane ed europee. 

Il saggio dello storico Bruno Castagna illustra la vita e il percorso artistico del musicista calabrese, dai primi passi, nel paese natio di Carolei, fino alla sua morte, avvenuta a Roma nel settembre del 1931, ne riprende i momenti più importanti, attraverso cronache, lettere e documenti, nella maggior parte dei casi assolutamente inediti, e questo per Bruno Castagna è il secondo volume dedicato al concertista calabrese, dopo quello del 2008. 

– Bruno Castagna, cosa le rimane oggi di un lavoro così importante?

«È stato un lavoro appassionante”. Soprattutto è stato uno studio intrigante. Ricercare e mettere insieme un’infinità di documenti non è mai semplice. La passione è passione. La mia ha radici antiche. Mia nonna materna, Francesca Suriani, era stata un buon soprano. Amavo ascoltarla mentre suonava al pianoforte le arie più famose della Tosca e della Bohème, di Giacomo Puccini, Vissi d’arte, E lucean le stelle, Che gelida manina, Mi chiamano Mimì. Da lei ho ereditato pur senza saperlo l’amore per la musica. Mio nonno Mario Ridola è stato un pittore importante. Fondatore dell’Accademia di Belle Arti a Tirana, nel 1931. Lo ricordo armeggiare nel suo studio tra tavolozza e pennelli, colori e tinte, e dar vita alle sue tele. Fatte di ambienti, volti, paesaggi.  La passione per la ricerca, però, devo averla ereditata anche da mio padre Benito, poeta dialettale e, a suo modo, studioso delle tradizioni, dei luoghi e dei personaggi della vecchia Catanzaro».

– Com’è nata l’idea di occuparsi proprio di Rendano?

«Nel 1998 fondai a Carolei, centro nel quale risiedo dal 1979, il periodico locale Compagni di viaggio. Le testimonianze rintracciate su alcuni giornali d’epoca e pubblicate nella rubrica “cronache del passato” mi spinsero in biblioteca. Si affacciò, prepotente, la curiosità di saperne di più.  Riuscii a catalogare una enorme mole di documenti su Carolei e Rendano».

– Scrisse già allora qualcosa?

«Nacque il mio primo lavoro, Carolei. Dalla fase post-unitaria alle soglie della Repubblica, che mise insieme una infinità di articoli distribuiti in ben cinque volumi. L’interesse per Rendano si concretizzò in un primo opuscolo, Alfonso Rendano. Il beato angelico della musica, edito nel 2001, redatto insieme all’Associazione culturale Alfonso Rendano, nata nel 2000, e della quale facevo parte. Il resto è storia recente. Nel 2008 ho dato alle stampe Alfonso Rendano. Musicista d’Europa. Un passaggio importante, ma, soprattutto, l’inizio di una nuova avventura, quella che, ormai, dopo anni e anni di lavoro sta per concludersi». 

– Partiamo allora dal personaggio principe della sua storia. Chi era Rendano? 

«Alfonso Rendano fu un uomo semplice, di un carattere schivo e poco espansivo, ma di una generosità fortissima. Uno spirito aperto e schietto, ma sempre pronto a ribellarsi alle violenze ed alle ingiustizie. Il fitto e inedito epistolario con Antonietta Trucco, divenuta poi sua moglie, il carteggio con diversi artisti, la documentazione relativa ai rapporti con la dirigenza del Real Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, in cui fu chiamato ad insegnare nel periodo tra il 1887 e il 1889, ne sono la testimonianza più viva». 

– Che giudizio artistico si può dare di lui?

«Senza dubbio era un pianista eccellente. Ma non va dimenticato che fu anche un compositore eccellente. Concertista dallo stile semplice, ma vibrante di passionalità e di colorito. Comprese, come pochi, che l’arte è religione e non mestiere, e per questo fu interprete più grande, più fine, più delicato, più espressivo della musica classica, che tradusse con semplicità, con grazia, con purezza di stile incomparabile. Il tocco soave, morbido, scorrevole, la sua precisione di meccanismo raggiunse prove altissime di difficoltà da altri non superate mai». 

– 350 pagine sono un documento importante sulla vita del musicista…

«Per comprendere la grandezza di questo artista ho scandagliato, analizzandola a fondo, la documentazione riferita a circa settant’anni della sua vita. E cioè, dalla sua Rêve du Paysan, composta all’età di dieci anni, al Lento, pensoso, con profonda tristezza, ultimo atto della sua esistenza terrena. I due estremi di un percorso interamente dedicato all’arte.» 

– Possiamo parlare di Rendano primo emigrante della musica calabrese?

«Certamente quello che possiamo dire è che Rendano frequentò pianisti e compositori di prim’ordine. Da Saverio Mercadante che lo accolse, ancorché bambino, nel Real Collegio di Napoli, a Thalberg che, sempre nell’ex capitale del Regno, volle curarne personalmente la formazione, indirizzandolo in seguito alla corte di Rossini, a Parigi. E, ancora, dallo stesso Rossini, che lo segnalò a François Aubert, direttore del Conservatorio parigino, che lo ritenne idoneo a frequentare i corsi della gloriosa istituzione musicale parigina, e a George Mathias, discepolo prediletto di Fryderyk Chopin. L’allievo assimilò i dettami artistici del sublime polacco e ne riprese le tendenze». 

– Ma non finisce qui…

«Altrettanto importante fu la parentesi a Lipsia, dove nel conservatorio musicale prese parte a un piano di studi piuttosto articolato curato da Oscar Paul, Friedrich Richter, Carl Reinecke, Salomon Jadassohn e Ferdinand David». 

– Un successo dietro l’altro, dovuto a cosa?

«Rendano ricevette una educazione musicale rigorosa, vivificata dall’influsso della scuola di compositori della statura di Bach e Beethoven e rivelò abilità e versatilità sorprendenti. E per finire Liszt, l’immenso Liszt, con il quale Rendano intrattenne un rapporto professionale intenso. Un forte rapporto umano, ma anche un valido sodalizio musicale. Il pianista magiaro tenne a battesimo il terzo figlio di Rendano, cui era stato imposto il nome Franz. Il piccolo purtroppo morì pochi giorni dopo la nascita».

– Possiamo parlare anche un Rendano eterno girovago?

«Assolutamente sì. Nel suo peregrinare per l’Europa Rendano toccò le maggiori capitali europee e i luoghi sacri della musica classica continentale, Parigi, Londra, Lipsia, Vienna, Budapest, e ciò, naturalmente incise sulla sua formazione pianistica. La sua splendida carriera artistica toccò il punto più alto con la composizione dell’opera Consuelo.

– Cosa rimane oggi dell’opera di Rendano?

«Un’ottantina di composizioni, molte delle quali create in età giovanile. Tra esse spiccano un pregevole Quintetto per pianoforte e archi e un Concerto per pianoforte e orchestra di grande pregio. Liszt ne rimase affascinato e fece in modo di poterlo presentare in alcune audizioni a Weimar, al cospetto del granduca Carl Alexander». 

– E la “Consuelo”, naturalmente? 

«Finito il tempo dell’attività concertistica, Rendano si dedicò a quella che era la sua grande passione, la composizione. I romanzi di George Sand lo tentavano irresistibilmente. L’intuizione di riservare all’arte dei suoni la funzione di trait d’union tra i protagonisti di un intreccio amoroso, in un’epoca in cui la fantasia dei lettori avvertiva la necessità di qualcosa di più eclettico, aveva decretato il successo dei suoi racconti. E la curiosità di Rendano. La scelta cadde su Consuelo, un saggio di circa novecento pagine, pubblicato a puntate tra il 1842 e il 1843 su una rivista politica e letteraria, divenuto infine un romanzo. La figura di “Consuelo”, libera, semplice, indipendente, eroina romantica del mondo degli umili e degli oppressi affascinò. Rendano che la identificò come protagonista della sua opera. Era certo che una storia avvincente e un allestimento scenico ben strutturato ne avrebbero garantito la buona riuscita. Il fatto, poi, che sullo stesso lavoro si fossero misurati, con alterne fortune, anche Giovanni Battista Gordigiani nel 1846, Vladimir Kashperov nel 1865 e Giacomo Orefice nel 1895, una sfida importante che Rendano raccolse per rimarcare l’ammirazione per la Sand. La stesura del libretto fu affidata a Francesco Cimmino, poeta e letterato napoletano, noto negli ambienti del mondo letterario italiano per le sue amicizie con Enrico Panzacchi, Corrado Ricci, Edmondo De Amicis, Giosue Carducci, Giovanni Pascoli e, soprattutto, Antonio Fogazzaro e Benedetto Croce».

– Lei ricostruisce nel suo saggio la prima di quest’opera?

«Mi sembrava importante farlo. La Consuelo, opera lirica in tre atti, ricca di melodie eleganti ed originali, fu rappresentata a Torino nel maggio del 1902. Il 24 aprile del 1902 l’annuncio della Cronaca di Calabria: «L’opera del nostro Alfonso Rendano sarà rappresentata a Torino verso la fine di questo mese, e grande è l’aspettativa. Auguriamo all’illustre Maestro, che è gloria di Cosenza nostra e della intera Calabria, un completo trionfo». A dirigere l’orchestra Rodolfo Ferrari. Aveva legato indissolubilmente il proprio nome ai debutti e ad altre iniziative della giovane scuola operistica, fra cui L’amico Fritz e Andrea Chenier, e ad alcune prestigiose “prime” italiane». 

– In realtà la prima di “Consuelo” fu un successo?

«Il pubblico torinese, in genere molto severo con gli autori esordienti, ospitò la Consuelo con grande entusiasmo. Tutto si svolse in un clima di perfetta armonia. Il teatro Vittorio Emanuele consegnò a Rendano una importante novità: Julius Feuchtinger, un giovane editore tedesco che, conquistato dalle melodie rendaniane, propose di allestire una tournée in Germania. Una firma e una solenne stretta di mano sancirono l’intesa. Consuelo fu così rappresentata a Stoccarda e Mannheim nel 1903 e a Brema nel 1905. L’ultima esibizione si tenne a Norimberga, nel 1924». 

– Mi pare di capire, un successo dietro l’altro?

«Il 27 marzo del 1903, a Stoccarda, l’opera riportò un successo clamoroso. Il teatro reale affollatissimo, le congratulazioni di Guglielmo II e Carlotta, reali di Wurttemberg, che s’intrattennero cordialmente con Rendano, le acclamazioni e le continue chiamate sul palco, premiarono il maestro e la sua Consuelo». 

– È vero che fu anche un grande successo di critica?

«La stampa non fu da meno. Il compositore venne celebrato e osannato. Le sue fotografie esposte nelle vetrine dei negozi e una guida tedesca dell’opera il segno tangibile di grande rispetto. In Consuelo si percepivano echi wagneriani. E tutto ciò ai tedeschi piaceva. La Neues Tageblatt evidenziò l’originalità di «una prima esecuzione di un’opera italiana sulla scena tedesca, un avvenimento che non si era prodotto a Stoccarda dall’esecuzione del Ratcliff di Mascagni in poi».

– Uno dei meriti riconosciuto a Rendano, scrive lei nel suo saggio, fu quello di essere stato un insegnante di ottimo livello.

«Vede, dopo la breve parentesi al Conservatorio di Napoli, Rendano riprese a insegnare agli inizi del ‘900 e, soprattutto, nell’immediato dopoguerra. Si rivelò docente scrupoloso e paziente. La sua casa venne frequentata da tantissimi allievi che gli si accostarono con rispetto. Riuscì a formare nel corso degli anni una lunga schiera di pianisti che calcheranno le scene dei principali teatri italiani ed esteri: Edoardo Boccardo, Adriano Ariani, Augusta Coen, Ester D’Atena, Carlo Morozzo della Rocca, Rodolfo Caporali».

– Cosa ricorda del suo incontro con Rodolfo Caporali?

«Caporali, che ho avuto l’onore l’onore di incontrare nel 2001, rievocò con un filo di emozione il suo primo incontro con il Maestro Rendano, come amava definirlo, avvenuto nel 1915». 

– Cosa le disse in particolare?

«Che incontrarlo gli produsse un’emozione grandissima. Fu subito conquistato da quella nobile figura, da quello sguardo acuto che lo studiava, per intuire se ci sarebbe stata, in futuro, la stoffa per un allievo di valore, eventualmente un musicista o un concertista. E poi il suo stupore davanti a quel pianoforte a coda, che vedeva per la prima volta. C’erano anche tante foto – mi raccontò Caporali – e, tra esse, quella della Regina Margherita, con dedica personale al Maestro e, ancora, quelle di Rubinstein, Bulow, Listz… Ne rimase affascinato!. Mi raccontò anche che il Maestro non era di molte parole, ma aveva l’arte di farsi capire, anche con un solo breve accenno al pianoforte, guidando l’allievo, con sapienza, all’esecuzione di brani in progressiva difficoltà, scelti fra il miglior repertorio della letteratura pianistica, sicché egli mi nutrì di Mozart, Bach, Haydin e poi Schuman, Chopin, fino ai più moderni compositori».

– Bruno, il suo volume documenta anche il tentativo di Rendano di comporre una seconda opera? 

«Purtroppo, però, andato vuoto. L’idea era nata sul finire del 1903. Rendano nutriva grande stima per l’amico Nicola Misasi, letterato e scrittore cosentino, del quale apprezzava i romanzi. I suoi Racconti calabresi rievocavano quelli di Giovanni Verga, tra i maggiori esponenti del verismo in Italia. Popolati da pastori, contadini e briganti calabresi. Altri, invece, narravano di violente passioni d’amore, di gelosie e di vendette. Tutti, nel segno di uno sviscerato amore per la Calabria. Materiale di prim’ordine, dal quale, il musicista si augurava di riuscire a tirar fuori qualcosa di fortemente innovativo. Tra i tanti preferì il romanzo Senza dimani». 

– In realtà come andò a finire?

«Individuare un librettista di provata esperienza si rivelò più complicato del previsto. Illica e Giacosa, due degli autori più prolifici di fine Ottocento, primi novecento, molto legati a Puccini, declinarono l’invito. Rendano si affidò ad Antonino Anile e Giuseppe Pagliara, con i quali però – mentre il lavoro pareva stesse per andare in porto – emersero profonde divergenze. L’epilogo nell’aprile del 1904 sancì la fine del loro rapporto e quindi del progetto».  

– C’è qualche aneddoto curioso, un episodio, legato al nome di Rendano, che ci può raccontare?

«La storia di Rendano in realtà è ricca di situazioni a dir poco interessanti. Quelli legati a Rossini, per esempio. Il musicista pesarese accolse il giovane calabrese assai cordialmente, come soleva fare con tutti e specialmente con i giovani artisti, e lo invitò alle sue serate del sabato nella sua villa di Rue de la Chaussee d’Antin, nella quale risiedeva con la moglie Olympe Pelissier. Rendano aveva appena quattordici anni. Una sera, volendo fare una sorpresa all’illustre conterraneo, eseguì il “profond sommeil”, che aveva qualche volta inteso suonare dall’autore. Rossini lo lasciò finire, poi, tra il serio e il faceto, gli disse: “Pulcinella!. Chi ti ha autorizzato a farmi la concorrenza”. Tutti risero, eccetto il ragazzo, naturalmente, che, impacciato e quasi incredulo, sorrise solo in un secondo tempo.

– Ne ha un altro di aneddoti per noi?

«Un secondo episodio è quello relativo all’Esposizione universale di Parigi del 1867, un evento che attrasse nella capitale transalpina tantissimi artisti. La presentazione di una innovazione in campo tecnico-musicale, il cosiddetto melopiano, nato dalla fantasia dell’ingegnere torinese Luigi Caldera, aveva incuriosito musicisti del calibro di Liszt, Sgambati, Thalberg. Rossini affascinato dalla facilità d’uso del nuovo congegno, volle conoscerne l’inventore per testimoniargli la sua ammirazione. Ma la sorpresa era dietro l’angolo, raccontò lo studioso Francesco Dall’Ongaro, nei suoi Scritti d’arte. Rendano, che Rossini chiamava il suo giovane collega, appena ebbe osservato il modo col quale l’organista torinese cavaliere Marini, abituato al nuovo strumento, traeva e variava le sue note, domandò di poterci provare e vi eseguì su due piedi una sonata di Beethoven con gran meraviglia di quanti erano lì ad ascoltarlo».  

– Portare a termine un lavoro di tale portata immagino significhi dover ringraziare tante persone.

«Nei prossimi giorni avrò il piacere di esprimere la mia gratitudine a quanti con cortesia e passione, studiosi, bibliotecari e ricercatori di mezza Europa, hanno reso possibile ciò che all’inizio era una speranza, forse soltanto un sogno. Il libro vede la luce anche per merito di questi personaggi sconosciuti ai più, ma il cui apporto è stato determinante. Penso in particolare gli addetti agli archivi storici dei Conservatori di S. Pietro a Majella di Napoli, “Gioacchino Rossini” di Pesaro, Benedetto Marcello di Venezia. Così come, esprimo profonda gratitudine ai responsabili dell’Archivio Storico Ricordi di Milano, dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, dell’Archivio Storico della Psicologia Italiana, della Civica Biblioteca delle Raccolte Storiche di Milano e della Fondazione Istituto Liszt, di Bologna». 

– Immagino che fondamentale sia stato anche il rapporto con grandi biblioteche?

«Naturalmente ho lavorato su documenti ritrovati negli archivi storici delle più prestigiose biblioteche europee, Vienna, Budapest, Stoccarda, Dresda, Brema, solo per citarne alcune, nei registri dei teatri di Stoccarda, Mannheim, Brema, Norimberga, in centri musicali di rilievo quali l’Università di Musica e Teatro “Felix Mendelssohn Bartholdy” di Lipsia, il Conservatorio nazionale superiore di musica e di danza di Parigi». 

– Credo ci sia ancora di più?

«Si è vero. Ho avuto proficui contatti anche Wladimir Bulzan, manager della notissima fabbrica di pianoforti Bösendorfer, presso la quale nel maggio del 1878 Rendano acquistò il suo primo pianoforte di valore, forte dell’amicizia con il proprietario, Ludwig, approdato alla guida dell’azienda di famiglia dopo la morte del padre Ignaz. Un pianoforte che, vorrei che questo lei lo scrivesse, si trova oggi a Carolei, prestigioso cimelio del museo allestito dall’Associazione culturale che porta il nome del grande pianista cosentino». 

– E in Calabria, chi l’ha aiutata?

La Biblioteca civica di Cosenza è stato il naturale punto di riferimento da cui partire. Ho avuto modo di consultare i giornali calabresi e di acquisire materiale assai utile. E di questo ringrazio l’ex direttore Giacinto Pisani e l’infaticabile, e paziente, bibliotecario Luciano Romeo. Sono grato anche ad Antonio D’Elia, presidente dell’Accademia Cosentina e direttore della Biblioteca Civica di Cosenza, che mi ha permesso recentemente di consultare quell’Archivio Rendano che per merito di Ginetta Ruffolo Scarpa, discendente dei Rendano, è stato donato alla città di Cosenza. Ma mi piace citare, inoltre, gli addetti al servizio dell’Archivio di stato di Cosenza e quelli dell’Archivio storico diocesano “Prof. Luigi Intrieri” di Cosenza. Così come un ringraziamento particolare va a Marco Ruffolo, scrittore e giornalista, nipote di Alfonso Rendano, che mi ha seguito con passione nella mia lunga ricerca, mettendo a disposizione documenti di gran pregio tratti dall’Archivio privato della famiglia. 

– Possiamo scrivere che l’Archivio Rendano rappresenta oggi senza dubbio uno dei tesori più importanti per la città.  

«Certamente sì. Anche se non è il solo. Il Fondo-Rendano è, comunque, un fondo assai importante. Si compone di una decina di faldoni in cui c’è di tutto. Lettere, documenti, fotografie, diari, locandine, spartiti e molto altro. Documentazione preziosa. Peccato che per alcuni anni la Biblioteca Civica abbia vissuto una situazione di grande abbandono da parte delle Istituzioni locali, e che ne ha determinato il progressivo logoramento e, poi purtroppo la chiusura. La chiusura della Biblioteca e la conseguente impossibilità di consultare documenti di rilevanza storica penalizzano gli studiosi e un’intera città. Un motivo più che sufficiente, direi, per lanciare un fortissimo appello alle Istituzioni. Partendo proprio dall’indicazione che da più parti era già stata avanzata: quella cioè di destinare il materiale più prezioso della Biblioteca Civica alla Biblioteca Nazionale, affinché tutto possa essere finalmente fruibile da tutti. Non solo dagli studiosi, ma anche dalla gente comune che ha grande sete di informazioni».

– Il suo prossimo progetto Bruno?

«Per ora godiamoci Alfonso Rendano. Anche per me l’orizzonte che mi si palesa davanti non è più infinito. Vedremo». 

CAROLEI (CS) – L’IC “Valentini-Rendano” celebra la Giornata contro le mafie e la mafiosità

L’Istituto Comprensivo Carolei Dipignano “Valentini – Rendano” ha organizzato, per martedì 22 novembre, 2022 la Giornata contro le mafie e la mafiosità.

Dedicata agli studenti della scuola secondaria di primo grado, l’iniziativa è organizzata con il patrocinio dei Comuni di Carolei, Dipignano e Domanico e in collaborazione con il Teatro RossoSimona, che porta avanti attività culturali di spessore, e l’Associazione Libera, da sempre impegnata nella lotta contro le mafie e nella diffusione della cultura della legalità.

L’iniziativa, coordinata dalla docente Lucia De Cata, avrà avvio alle ore 9 con gli interventi introduttivi del dirigente scolastico Domenico De Luca e dei rappresentanti delle amministrazioni dei tre comuni nei quali opera l’Istituto comprensivo: il sindaco di Dipignano Gaetano Sorcale, quello di Domanico Gianfranco Segreti Bruno, e la commissaria prefettizia di Carolei Antonella Regio. Agli interventi istituzionali si aggiungeranno quelli di Lindo Nudo, direttore artistico del Teatro Rossosimona, di Franca Ferrami, referente del presidio Libera di Cosenza, e del docente Unical Giancarlo Costabile

Cuore della giornata sarà, alle ore 10, la rappresentazione teatrale Al posto sbagliato. Storie di bambini vittime di mafia. La rappresentazione, che vede la partecipazione dell’attore Francesco Pupa, è ispirata al libro di Bruno Palermo e mira a sensibilizzare su una tematica che tocca gli studenti da vicino: le storie di bambini e ragazzi vittime della criminalità organizzata.

Alla rappresentazione teatrale seguirà il dibattito con l’attore Francesco Pupa e con lo scrittore e giornalista Bruno Palermo, insieme agli interventi degli studenti della scuola secondaria di primo grado coordinati dalla docente Angela Salvia. Saranno presenti all’iniziativa anche i rappresentanti delle forze dell’ordine. 

Le iniziative che caratterizzeranno la giornata saranno dunque momenti formativi a tutti gli effetti, nella consapevolezza che è proprio sulle nuove generazioni che bisogna puntare per coltivare una mentalità sana, che riesca a marginalizzare fenomeni negativi che tanto male hanno fatto alla nostra terra. (rcs)

L’OPINIONE / Francesco Gagliardi: A Carolei ha vinto l’astensionismo

di FRANCESCO GAGLIARDIAnche a Carolei, cittadina alle porte di Cosenza, si è votato per l’elezione del nuovo Consiglio Comunale e per quella del Sindaco. Era in lizza una sola lista capeggiata da Francesco De Luca, perché l’altra lista capeggiata dal Sindaco uscente Iacucci era stata esclusa dalla competizione elettorale.

Iacucci era stato ritenuto incandidabile per una condanna. Come previsto, ha vinto a Carolei l’astensionismo, cosa che non è accaduto negli altri Comuni del Cosentino. Infatti a Panettieri, Cellara e San Vincenzo La Costa i cittadini non hanno disertato le urne, sono andati a votare, malgrado anche in questi Comuni era in lizza una sola lista elettorale. A Carolei hanno esercitato il loro diritto di voto appena il 29,87% degli aventi diritto al voto. Troppo pochi si sono recati alle urne. Hanno preferito la scampagnata ai monti e al mare evidentemente, direbbe qualcuno.

No, hanno accolto le indicazioni del Sindaco uscente il quale aveva invitato i cittadini a disertare le urne. Francesco De Luca, unico candidato rimasto, non è stato, dunque, eletto sindaco di Carolei, nonostante l’esclusione della lista Iacucci. Ora il Comune, come previsto dalla legge, sarà amministrato da un Commissario Prefettizio nominato dal Prefetto di Cosenza. Resterà in carica fino alla prossima elezione amministrativa. Ma ieri sera qualcuno ha festeggiato. A dire il vero hanno festeggiato in molti tra cui il sindaco uscente.

I tanti sostenitori di Iacucci, a urne chiuse, hanno sfilato per le vie del paese con tanto di suoni di clacson e fuochi d’artificio. Hanno fatto bene, hanno fatto male i cittadini della nobile cittadina a non recarsi alle urne? Non spetta a me dirlo che sono un estraneo.

Hanno preferito, però è bene dirlo, la nomina di un commissario prefettizio alla guida del loro Comune, piuttosto che un sindaco, democraticamente eletto, loro paesano, che conosce alla perfezione i vari e i veri problemi cittadini, perché consigliere comunale in carica nella passata consiliatura, nonché vice sindaco di Iacucci.

Io non avrei festeggiato. Carolei non avrà un Sindaco, non si sa per quanto tempo, e questo è molto grave. È una ferita che avrà delle conseguenze e che difficilmente si marginerà presto. I caroleani hanno disertato le urne perché vogliono bene al loro Sindaco uscente, hanno commentato in molti.  (fg)