Fillea Cgil Calabria: Codice degli Appalti ennesima scelta scellerata del Governo

Per Fillea Cgil Calabria, il nuovo Codice degli Appalti è «l’ennesima scelta scellerata del Governo».

«Non si può assolutamente abbassare la guardia su un tema così nevralgico per il settore edile – ha ribadito il segretario Generale Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre – . Le imprese di subappalto devono applicare lo stesso contratto collettivo nazionale che sono tenute ad applicare negli appalti pubblici le imprese vincitrici».

«Non può essere altrimenti – ha aggiunto – se non si vuole aprire la porta al dumping contrattuale, alla frammentazione dei cicli produttivi, nonché al lavoro irregolare, alle infiltrazioni criminali e di conseguenza anche a una minore sicurezza nei cantieri».

A preoccupare la Fillea è anche quanto è stato sottoscritto lo scorso 29 marzo tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e i Consulenti del Lavoro.

«Continuano le scelte scellerate, completamente scollate dalle dinamiche reali del mondo del lavoro – ha continuato Celebre – e continua a non esserci un confronto con le parti sindacali. Quanto stabilito nei giorni scorsi apre di fatto ad una privatizzazione delle attività di controllo andando a minare l’autonomia degli ispettori la cui funzione nell’ambito della salvaguardia della tutela e della salute dei lavoratori verrà depauperata».

«Tutto ciò mentre da anni chiediamo che ci siano più Ispettori del Lavoro la cui funzione è nevralgica, specie nel settore edile. Quanto si prospetta per il futuro, in base alle norme contenute nell’accordo, sono ispezioni concertate con i consulenti, quindi preavvertendo l’impresa e minando l’attendibilità dei riscontri ravvisati. Ancora peggiore – ha fatto notare Celebre – il fatto che le imprese che abbiano ottenuto una certificazione di conformità da parte dei consulenti del lavoro privati, pagando, possano non ricevere ispezioni».

«Si tratta di norme non degne di un Paese attento alla sicurezza dei propri lavoratori e che sembra non conoscere quanto spesso è stato ravvisato nei cantieri conquistando i titoli delle prime pagine dei giornali – ha detto ancora –. Non abbiamo alcuna intenzione di mollare la presa e, così come per il super bonus 110%, porteremo le nostre ragioni in tutti i luoghi di lavoro mettendo in campo un fitto piano di assemblee che ci porterà alla mobilitazione unitaria indetta da Cgil Cisl e Uil il prossimo 20 maggio a Napoli».

«Il governo – ha concluso il sindacalista – non può prendere decisioni così inique senza coinvolgerci». (rcz)

Perciaccante (Ance Calabria): Codice appalti da modificare in alcune norme contraddittorie

Il presidente di Ance CalabriaGiovan Battista Perciaccante, ha evidenziato come al Codice Appalti «occorrono correttivi essenziali al testo entrato in Consiglio dei ministri».

«In attesa di esaminare il testo definitivo approvato dal Consiglio dei Ministri – ha continuato Perciaccante – come Associazione Nazionale dei Costruttori Edili abbiamo il dovere di esprimere alcune considerazioni sull’impianto del nuovo Codice dei contratti pubblici che necessitano, a nostro giudizio, di essere sanate in sede politica. Bene l’introduzione del principio del risultato, della fiducia, di conservazione dell’equilibrio contrattuale e i principi di legalità, trasparenza e concorrenza. Positivo è certamente il processo di digitalizzazione delle procedure, così come il rafforzamento degli strumenti di deflazione del contenzioso giurisdizionale. Tuttavia, per far sì che questi principi siano effettivi e per non ripetere gli errori fatti nel testo approvato nel 2016, si rendono necessari alcuni correttivi da parte di Governo e Parlamento».

Queste le principali contraddizioni contenute nel testo a giudizio dei costruttori di Ance Calabria. Secondo il principio del risultato l’opera pubblica deve essere aggiudicata a chi è in grado di assicurare il miglior rapporto qualità-prezzo.

«Ma ciò – ha argomentato il presidente dei costruttori calabresi e vice presidente nazionale con delega al Mezzogiorno ed alle isole Perciaccante – mal si concilia con l’avvenuta eliminazione del tetto massimo al punteggio da attribuire al prezzo in sede di offerta economicamente più vantaggiosa. Così facendo, anche in aperto contrasto con la disciplina europea si reintroduce di fatto il massimo ribasso causa di tante distorsioni».

Del tutto condivisibile, continua l’analisi di Ance, l’affermazione del principio della fiducia che dovrebbe preludere ad una svolta positiva nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e imprese, rispetto al passato.

«In questa ottica – ha continuato Giovan Battista Perciaccante – appare del tutto contraddittoria la figura dell’illecito professionale la cui definizione appare piuttosto aperta e per di più ancorata ad accertamenti anche non definitivi, come un semplice rinvio a giudizio». 

Da rendere effettivo, a giudizio dei costruttori edili aderenti ad Ance, anche il principio dell’equilibrio contrattuale che, nel testo finora disponibile, si scontra con la norma scritta sulla revisione dei prezzi che prevede troppi limiti e meccanismi di funzionamento troppo complessi per essere efficace. In tal modo si perderebbe l’occasione di risolvere in via definitiva un problema su cui si è dovuti intervenire finora con innumerevoli decreti d’urgenza senza scongiurare il rischio, in caso di aumento dei prezzi, del blocco generalizzato di tutti i cantieri. 

Nella stessa misura, appare al momento solo una dichiarazione di principio quella sulla concorrenza e trasparenza. «Infatti – ha aggiunto il presidente dei costruttori calabresi Perciaccante – per l’effetto combinato della normativa che estende in maniera eccessiva le procedure negoziate sotto soglia e di quella sui settori speciali, ormai del tutto liberalizzati, nonché la possibilità per i concessionari di affidare i lavori senza effettuare gare, la quasi totalità delle opere pubbliche rischia di essere sottratta al mercato». 

Inoltre, appare in contrasto con il principio di tutela e sicurezza del lavoro anche la norma che consente di applicare altri contratti oltre a quello dell’edilizia. 

«Il nuovo Codice – ha concluso il presidente di Ance Calabria e Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante – sembra scontare un errore di metodo, che è forse all’origine della contraddizione tra principi annunciati e norme di attuazione, quello di essere stato redatto senza un adeguato confronto con chi con questo Codice deve lavorare. Lo stesso fatale errore alla base del fallimento del Codice del 2016, che si auspica non venga ripetuto». (rcz)

Pelle (Filca-Cisl): Bene Codice degli Appalti, ora Parlamento migliori il testo

Enzo Pelle, segretario della Filca-Cisl, ha espresso soddisfazione per l’approvazione del nuovo Codice degli Appalti, sottolineando che «arriva dopo una lunga attesa e nel momento in cui l’edilizia ha avuto nuovo impulso grazie al cosiddetto bonus 110. Ora tocca al Parlamento intervenire per migliorare il testo di un provvedimento inciderà sull’economia del Paese».

«Nel complesso l’impostazione del nuovo Codice valorizza l’interesse primario alla realizzazione delle opere in tempi congrui. Ora seguiremo con attenzione il percorso parlamentare per rivendicare ulteriori miglioramenti», ha aggiunto, spiegando che il nuovo Codice «ha l’evidente scopo di fornire un corpo unico, direttamente attuativo, grazie anche ai suoi 35 allegati».

 «L’impianto normativo – ha osservato –  ancora Pelle, in molte sue disposizioni, è apprezzabile e condivisibile, penso ai chiarimenti che fornisce in merito alla sostituzione delle cosiddette stazioni appaltanti nei casi di inadempienza contributiva e retributiva delle imprese, nei casi di suddivisione in lotti nella realizzazione di un’opera. Nel nuovo Codice, sottolinea Pelle, rimangono fermi quei principi positivi sui contratti per tutta la durata dell’appalto, con riferimento a quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, sul mantenimento delle stesse condizioni di lavoro in caso di subappalto. Inoltre, si conferma la centralità del sistema bilaterale nella certificazione contributiva, il Durc, una pietra miliare per il controllo della regolarità dei contributi e delle retribuzioni».

Quanto agli eventuali correttivi che in Parlamento dovrebbero trovare spazio in sede di approvazione il segretario della Filca ne ha individuati alcuni. «Noi crediamo, afferma, che sia ancora possibile rafforzare la digitalizzazione, strumento di semplificazione e trasparenza, e chiediamo l’elaborazione di un “bando tipo” correlato a un “contratto tipo” per tutti gli affidamenti, anche attraverso il dialogo con le parti interessate. Riteniamo importante, rileva ancora il segretario generale, il riferimento alle clausole sulla revisione dei prezzi, fondamentali per evitare di paralizzare il tessuto produttivo. La nostra proposta è l’introduzione di sistemi per aggiornamenti periodi dei prezzi, attraverso una sorta di paniere di beni fondamentali».

Pelle ha ritenuto meritevole di una particolare attenzione l’allineamento con la normativa europea in materia di appalti e subappalti. Siamo impegnati per modificarla anche a livello comunitario. «Posso affermare – ha concluso – che quando entrerà in vigore, il Codice potrà trovare concreta e speriamo definitiva applicazione». (rcz)