Coldiretti Calabria: a rischio l’avvio stagione agrumicola per mancanza di manodopera

La stagione agrumicola sta per partire, ma manca la manodopera, sia straniera che italiana. È questo l’allarme lanciato da Coldiretti Calabria su una situazione che, come ha spiegato il presidente Franco Aceto, costringerà gli agricoltori a lasciare «i frutti nei campi per la mancanza di manodopera in una stagione agrumicola che peraltro si annuncia per qualità e quantità su buoni livelli tendenti all’ottimo».

«Vi è un calo delle posizioni lavorative in agricoltura – ha spiegato il presidente Aceto – che dipende dai vincoli causa Covid-19, posti alle frontiere ai braccianti dall’estero che ogni anno arrivano per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Nonostante il lockdown – nelle campagne il lavoro non si è mai fermato ma, a pesare sui raccolti, è, appunto, il mancato arrivo di braccianti che non è stato accompagnato da misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani come l’introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà».

«Anche il reddito di cittadinanza – ha aggiunto – cosi come è congegnato non permette ai percettori di svolgere un lavoro, anzi, coloro che ne usufruiscono, preferiscono mantenere questa situazione. Non possiamo permetterci di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia poiché, con la carenza di manodopera, il rischio è che ci possa essere sui “banchi dei mercati” una ridotta disponibilità dei nostri agrumi con una perdita di competitività e quote di mercato e un deciso aumento delle importazioni dall’estero da spacciare come Made in Italy».

«Occorre – ha concluso il presidente di Coldiretti Calabria – che su questi aspetti ci sia una attenzione della politica regionale e soprattutto dei parlamentari nazionali  per mettere a punto provvedimenti e strumenti per il settore agili e flessibili, che taglino burocrazia e vincoli e, rispondano soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità al lavoro e dall’altra generino una preziosa opportunità di integrazione al reddito considerato il periodo di crisi». (rrm)

Oscar Green di Coldiretti Giovani, la Fattoria della Piana di Gioia alla finale nazionale

È Federica Basile, della coop. Fattoria della Piana di Gioia Tauro che rappresenterà la Calabria alla finale nazionale del concorso Oscar Green, il premio che Coldiretti Giovani Impresa mette in palio ogni anno per accendere i riflettori sui giovani impegnati in agricoltura.

La finale regionale, che ha visto premiati tre uomini e tre donne, si è svolta nella suggestiva cornice di Capo Vaticano e, da lì, «è emerso un forte ancoraggio nel presente e competenza e visione del futuro per un’imprenditorialità agricola che crede nel domani e non ha paura delle sfide» ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria.

«Un appuntamento – ha aggiunto il presidente Aceto –  sempre importante per tutta la Coldiretti, perché ci dà l’occasione di dare voce ad  esperienze brillanti che emergono dal tessuto imprenditoriale agricolo. Ogni anno la scelta dei vincitori è sempre più difficile perché crescono la qualità e il valore delle iniziative. Tutto questo ci racconta l’effervescenza creativa che nasce nelle campagne dove tanti giovani investono nel loro futuro».

«Sono esempi di storie vincenti sui giovani impegnati in agricoltura e nell’agroalimentare – ha commentato il delegato regionale di Giovani Impresa Coldiretti Enrico Parisi – protagonisti della rivoluzione green e dell’innovazione nei campi. A oggi sono oltre 2500 gli under 35 che hanno deciso di costruire la loro carriera professionale in campagna: il loro impegno va accompagnato da politiche regionali corrette che possano favorire e sviluppare questi percorsi».

Nuove leve dell’agricoltura regionale che, per Massimo Piacentino, dell’esecutivo nazionale, sono giovani capaci, veloci e smart. Sono riusciti a coniugare nuove tecnologie, e nuovi canali di vendita con la tradizione delle nostre campagne. Puntano sulla sicurezza alimentare, sul benessere e sulla trasparenza nei confronti dei consumatori. Un concorso come Oscar Green è molto importante perché consente loro di farsi conoscere, conoscere altre esperienze per prendere spunto o allacciare collaborazioni all’interno della filiera agricola.

Premiati, dunque, per Fare Rete Serena Paese, AnsepaSrls che, valorizzando la patate della Sila Igp, con “Le Montanine”, produce le prime chips made in Sila, unendo l’amore per il territorio e la tradizione di famiglia. Per Impresa 5.Terra, Gabriele Francesco Bafaro e il progetto di archeologia sperimentale Archeo-Vino Acroneo che nasce dalla volontà di ricostruire il processo di vinificazione antico e di sperimentare le tecniche di coltivazione della vite usate nell’antichità conservando il vino in anfore di artigiani calabresi.

Per Sostenibilità Ambientale Federica Basile, della Cooperativa agricola Fattoria della Piana, una cooperativa di allevatori che opera nel settore lattiero caseario calabrese della Piana di Rosarno e che ha realizzato un impianto di produzione biogas che consente di produrre energia in modo totalmente ecosostenibile, con una potenza elettrica di 998 kW.L’impianto utilizza gli scarti della Fattoria e di altre 80 aziende agricole per produrre energia elettrica e termica. Esempio di economia circolare.

Per Campagna Amica, la premiata è Elirosa Blaiotta della Società agricola Terzeria per il progetto “Rete in Rete”, che accoglie e realizza i valori di Campagna Amica. Terzeria, è ubicata nel cuore della Piana di Sibari, produce agrumi, ortaggi, cereali e foraggi, riso, olive e olio d’oliva e molto altro. Ha esperienza nella vendita diretta e on-line con spedizioni in tutta Italia.

Creatività: dopo un lungo lavoro di oltre 12 anni, Giovanni Celeste Benvenuto ha riportato in vita lo “Zibibbo di Pizzo”, vitigno che qui affonda le radici nelle antiche rotte commerciali dei Fenici, ha fatto rivivere le antiche tecniche di vinificazione del posto che si stavano estinguendo.

Per Noi per il Sociale, premiata la Coop. l’Arca di Noè con il progetto di Agricoltura Sociale Salute in Campo, che si colloca nel campo dei servizi alla persona. Il progetto affianca alla tradizionale funzione produttiva dell’agricoltura la funzione “terapeutica”, la capacità di generare benefici per le fasce vulnerabili della popolazione.

Una menzione speciale è andata all’Associazione Koinè di Maria Rosa Papalia, che con il progetto il Viaggio di Koinè promuove, nel cuore dell’Aspromonte, l’educazione ambientale, l’educazione alimentare e la riscoperta dei luoghi storici, con l’organizzazione dei “campi scuola” per bambini e ragazzi anche nei tempi dell’emergenza Covid19.

In un clima di commozione, un riconoscimento è andato alla memoria del giovane agricoltore Francesco Oliverio, recentemente scomparso in un incidente stradale e a cui è stata dedicata questa edizione di Oscar Greeen.

La giornata è stata arricchita dalla relazione del Presidente di Demoskopica Raffaele Rio e dall’intervento del presidente della sesta Commissione Consiliare agricoltura, Pietro Molinaro, che ha incoraggiato i giovani ad essere tenaci e a voler bene alla Calabria. (rrm)

Coldiretti Calabria: In Gazzetta Ufficiale il decreto sull’etichettatura dei salumi

Coldiretti Calabria è soddisfatta che sia stato pubblicato, in Gazzetta Ufficiale, il Decreto interministeriale sulle disposizioni per l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate, definendolo «un’ottima chance anche per i suinicoltori calabresi che possono adesso vedere premiato e valorizzato il loro lavoro».

«È uno storico via libera, e questo per adesso – ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – è l’ultimo capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa e consente ai cittadini/consumatori, di avere l’etichetta con l’indicazione di provenienza sui salumi, per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne tedesca o olandese spacciata per italiana».

«Questa – ha proseguito il presidente Aceto – è una grande opportunità per i nostri suinicoltori e la nostra economia vista la straordinaria valenza storico-culturale e ambientale- economica della filiera suinicola Calabria. Dobbiamo proseguire a portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy di cui quello calabrese è un pezzo significativo. In questi anni abbiamo potuto vedere tarocchi, che richiamavano esplicitamente la  Calabria come ad esempio, soppressata e salame calabrese».

« In un momento difficile per l’economia – ha aggiunto il presidente di Coldiretti Calabria – dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale. Il decreto nazionale interministeriale introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate, garantisce trasparenza ai cittadini-consumatori che portano in tavola salumi, e sostiene gli allevamenti di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale, per salvare il prestigioso e tradizionale settore della norcineria calabrese».

«Nella nostra regione – ha aggiunto – ci sono oltre 5mila allevamenti compresi quelli familiari con circa 52mila capi di suini e al netto dei quattro salumi DOP calabresi (capocollo, pancetta, salsiccia e soppressata) che già rispondono a precisi disciplinari sulla provenienza delle carni, Coldiretti stima che il comparto della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione, è di oltre 400 milioni di €uro. Dopo che in questi anni c’è stata una diminuzione dei capi, i comparto può riprendere fiato!». (rrm)

RENDE (CS) – Al via la “Campagna Amica… della bici”

Prende il via domani, a Rende, la Campagna Amica… della bici, una iniziativa promossa da Coldiretti Calabria in collaborazione con la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, presieduta da Marcello Carbone.

L’iniziativa, dunque, partirà da Rende alle 9.30, da San Carlo Borromeo e, percorrendo la ciclopolitana, arriverà al Mercato Coperto di Campagna Amica in Piazza Matteotti a Cosenza dove ci sarà una degustazione di prodotti locali, freschi, salutari e genuini.

Con questa salutare proposta frutto di un protocollo tra Campagna Amica e Fiab coincidono almeno due aspetti: la promozione e l’uso costante di mezzi di trasporto ad impatto zero e la sensibilizzazione, ormai avviata da anni, del consumo di prodotti agroalimentari a Kmzero.

«La sostenibilità – ha dichiarato Mario Ambrogio, responsabile regionale di Campagna Amica Calabria Coldiretti – è il tema dei temi e per i riflessi che ha, è fondamentale per la nostra regione, per i suoi cittadini, per il tessuto produttivo, per la mobilità urbana. Coldiretti annette grande importanza a questo tema che impatta in modo evidente con la qualità della vita e il benessere».

«Siamo entusiasti che anche a Cosenza si consolidi la collaborazione nata a livello nazionale fra due realtà che hanno come denominatore comune la tutela dell’ambiente e della salute – ha dichiarato Marcello Carbone – la bici oltre ad essere il mezzo più sicuro è sostenibile ci permette di fare la spesa quotidiana in negozi di prossimità, riscoprendo i prodotti locali, sani e genuini e coltivando la socialità. In programma ci sono attività future che partendo dall’aspetto cicloturistico, ci porteranno alla scoperta dei territori interni e borghi calabresi, attraverso la conoscenza e l’ospitalità negli agriturismi di Terranostra Calabria». (rcs)

Coldiretti Calabria protagonista al Peperoncino Festival: rilanciare il ‘made in Calabria’

Incentivi alla filiera, diminuzione dell’Iva e abolizione del segreto di Stato per rilanciare il peperoncino ‘made in Calabria’. Sono questi i punti su cui si è focalizzata Coldiretti Calabria nel corso del convegno Problemi e prospettive del peperoncino in Calabria, organizzato nell’ambito della 28esima edizione del Peperoncino Festival a Diamante.

Sono intervenuti, per la Coldiretti, il presidente Fabio Borrello, e Attilio Salerno, referente fiscale regionale dell’organizzazione.

In apertura del convegno, il dott. Salerno ha illustrato la problematica relativa all’aliquota Iva del peperoncino, che ad oggi, ha affermato «è  più alta rispetto a quella applicata ad ortaggi e ad altre spezie».

A tal proposito ha riferito che la Coldiretti, per rimediare a tale divergenza che certamente non agevola il comparto in crescita in tutta la regione, ha predisposto una proposta al Parlamento, chiedendo una modifica al decreto di agosto, che sarà convertito in legge entro il 14 ottobre, per la riduzione dell’aliquota Iva dal 10% al 5%. A tal fine, il sen. Ernesto Magorno , sindaco di Diamante, ha fatto propria tale indicazione impegnandosi, vista la portata a sostenerla.

Nel suo intervento, il presidente Borrello ha valorizzato e posto in evidenza il grande lavoro svolto ad oggi dalla filiera del peperoncino di Calabria che ha dato un contributo notevole al suo sviluppo e, a questo, ha contribuito in modo notevole anche il Festival del Peperoncino che, negli anni, è stato una fucina di idee e proposte garantendo, grazie al suo ideatore e promotore Enzo Monaco un continuo aggiornamento sulle tematiche e rilanciando la “cu(o)ltura del piccante” sia dal punto di vista della salute che dell’economia dei territori. Inoltre il Presidente Borrello ha illustrato anche come l’abolizione del segreto di Stato contenuto nel Decreto Semplificazioni, assicurerà la massima trasparenza sui flussi agroalimentari.

«Una volta approvato – ha detto – sarà finalmente possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall’estero. Un provvedimento finalizzato a distinguere il vero made in Italy e a garantire scelte di acquisto consapevoli soprattutto in un momento difficile per l’economia come quello attuale».

Il superamento del “segreto di Stato” sulle informazioni che attengono alla salute ed alla sicurezza di tutti i cittadini realizza una condizione di piena legalità diretta a consentire lo sviluppo di filiere agricole tutte italiane che sono ostacolate dalla concorrenza sleale di imprese straniere e nazionali, le quali, attraverso marchi, segni distintivi e pubblicità, si appropriano illegittimamente dell’identità italiana dei prodotti agroalimentari.

«Su questo – ha concluso il presidente Borrello – il peperoncino “Made in Calabria” è notevolmente danneggiato!». (rcs)

Coldiretti Calabria: per il ‘Vigneto Calabria’ aspettative ottime in termini di qualità

Per Coldiretti Calabria, «anche quest’anno in Calabria ci sono tutti i presupposti per un’ottima vendemmia, in termini di qualità, rispetto alla campagna precedente del 2019, nella quale si era registrata una produzione complessiva di 110mila ettolitri di vini e mosti, quest’anno la diminuzione si aggirerà tra il 10/15%».

«Come è noto, – ha spiegato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – anche nella nostra Regione, è stata autorizzata la “vendemmia Verde”, una misura straordinaria di sostegno al reddito in favore dei produttori che hanno proceduto entro il 25 luglio, all’eliminazione dei grappoli di uva dalla pianta, prima che questi giungessero a maturazione. Una scelta, allargata, in via eccezionale anche alle uve Doc e Itg, in previsione delle difficoltà di incameramento delle uve nella prossima vendemmia 2020, e questo a causa delle giacenze di vino rimaste invendute nelle cantine, per il blocco dei canali di destinazione, quali, hotel, ristoranti, catering, oltre ai mercati internazionali, a seguito della pandemia».

«Il meteo, finora – ha aggiunto  – sta dando una mano perché l’uva ha bisogno di giornate di sole, giuste temperature e buone escursioni termiche tra il giorno e la notte. Va comunque sottolineato che, finora, il vigneto Calabria ha goduto complessivamente di una stagione climatica ideale, che tradotto significa uve quasi ovunque sane, e i viticoltori sanno bene che non è certo questo il momento di abbassare la guardia».

«Se la vendemmia 2020 fa ben sperare in qualità– ha spiegato il presidente di Coldiretti – è altrettanto vero che poi il vino va venduto e, purtroppo, la crisi per Covid-19 non ha certo aiutato quest’anno il comparto e l’intera filiera. Dovrà essere compito di tutti, Regione Calabria inclusa, dedicarsi con vigore ancora maggiore alla promozione nei mercati internazionali dei nostri vini di qualità. Per centrare questo obiettivo sarà però necessario operare in squadra, coinvolgendo quindi cantine, consorzi e Istituzioni».

«Tra l’altro, quest’anno potrà mancare – ha continuato Franco Aceto – un positivo circuito “wine destination” che in questi anni ha contribuito anche il movimento dell’enoturismo che  ha stimolato il binomio vino-territorio che consente alle imprese vitivinicole di accogliere in vigna e in cantina gli enoturisti con la possibilità di far degustare e vendere il proprio vino in abbinamento ad alimenti tipici locali ‘freddi’. Abbiamo, però, vignaioli preparati che operano al fianco di tecnici preparati, in grado cioè di cogliere le sempre nuove esigenze del vigneto, determinate anche dai cambiamenti climatici. In sostanza, quella del 2020 si presenta come un’annata che può avere ottimi risultati qualitativi, visti i carichi produttivi medio/bassi nei vigneti, ma naturalmente la differenza dovrà continuare a farla l’andamento meteo anche se c’è il pericolo cinghiali».

«Con la vendemmia – ha riferito Coldiretti – si attiva un motore economico che genera fatturato e che da opportunità di lavoro nella filiera di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio».

«È importante – ha concluso il presidente di Coldiretti – sostenere un comparto che svolge un ruolo da traino del Made in Calabria poiché il vino calabrese è cresciuto enormemente e ha ampi margini di crescita continuando a puntare sulla sua identità, con una decisa svolta verso la qualità e che insieme alla distintività e legame con il territorio rappresenta un modello di riferimento per la crescita e la competitività dell’intero agroalimentare regionale. Non resta allora che incrociare le dita!». (rrm)

Coldiretti Calabria e Società Noberasco insieme per promuovere il “Fico di Cosenza Dop”

Accordo di filiera tra Coldiretti Calabria e la società Noberasco Spa per promuovere e commercializzare il Fico di Cosenza Dop varietà dottato che, presto, sarà protagonista sui mercati nazionali ed internazionali.

«Un contratto di filiera corta 100% calabrese – ha commentato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – che evidenzia l’importanza di “Una filiera agricola tutta italiana” come autentica garanzia di tracciabilità e di percorso etico-economico all’interno della filiera».

«Noberasco – ha riferito Coldiretti – è una società ligure che da oltre un secolo coltiva la passione per la frutta secca. La sua storia racconta di come la qualità sia da sempre la parola chiave del suo successo che la consacra azienda leader in Italia nel settore della frutta secca».

«Questo – ha continuato Aceto – è un riconoscimento alla qualità che assicurano le produzioni calabresi, in questo caso il Fico di Cosenza che si fregia del marchio Dop. Sono già stati stipulati contratti con imprese agricole e agro-alimentari presenti sul territorio per promuovere questa filiera che sarà caratterizzata dalla tracciabili certificata delle materie prime, al fine di consentire una scelta consapevole del consumatore nel momento dell’acquisto del prodotto».

«L’Accordo di Filiera – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Calabria, Francesco Cosentini – garantisce produzioni di qualità eccellenti, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale con particolare attenzione alla tutela dei lavoratori e alla lotta al caporalato. Ai coltivatori sarà riconosciuto un prezzo di acquisto con un’equa distribuzione del valore, basata sui costi di produzione e che prevede un prezzo medio di € 5,40 al Kg. L’intesa rappresenta anche un prezioso punto di riferimento per sostenere la competitività del Made in Calabria in Italia e all’estero».

«La fornitura di Fichi di Cosenza Dop – ha aggiunto – dovrà rispondere ai requisiti e alle condizioni stabilite nel Disciplinare di Produzione della Denominazione di Origine Protetta “Fico di Cosenza” e sarà destinata a produzioni alimentari di pregio, al fine di valorizzare l’identità territoriale degli stessi produttori». (rrm)

L’etichetta d’origine per i salumi è legge, soddisfatto il comparto suinicolo calabrese

È una giornata storica, per Coldiretti Calabria: da oggi, è obbligatorio indicare l’etichetta d’origine per i salumi. Con la firma del decreto interministeriale sull’etichetta d’origine dei salumi, prosciutti e mortadella da parte dei ministri delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, avvenuta in occasione dell’Assemblea Nazionale Coldiretti a Roma, «si pone fine all’inganno della carne tedesca o della “frugale” Olanda spacciata per italiana» ha dichiarato soddisfatto Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria.

Franco Aceto, infatti, era presente all’Assemblea insieme ai dirigenti delle provincie calabresi e ritiene che questo risultato «rappresenta indubbiamente una ottima chance  per i nostri suinicoltori e la nostra economia vista la straordinaria valenza produttiva e la tradizione nel comparto che ha la Calabria».

«Dobbiamo – ha aggiunto Aceto – proseguire a portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy di cui quello calabrese è un pezzo significativo. Coldiretti, storicamente impegnata, ricorda che questo è per adesso l’ultimo  capitolo. Infatti, l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro era arrivato a febbraio 2018, con il decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro».

«Il 13 febbraio 2018 – ha proseguito – è entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e il riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello Ue il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei»

«Il decreto nazionale interministeriale – si legge in una nota di Coldiretti Calabria – introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate, garantisce trasparenza ai cittadini-consumatori che portano in tavola salumi, e sostiene gli allevamenti di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale, per salvare il prestigioso settore della norcineria che nella nostra regione, al netto dei quattro salumi DOP calabresi (capocollo, pancetta, salsiccia e soppressata) che già rispondono a precisi disciplinari sulla provenienza delle carni. Coldiretti stima che il settore della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, dalla stalla alla distribuzione, è di oltre 400 milioni di €uro. Soddisfazione viene espressa da parte del comparto suinicolo degli insaccati calabresi, settore di punta dell’agroalimentare regionale». (rrm)

In copertina, i dirigenti di Coldiretti Calabria: Borrello, Aceto e Cosentini

Coldiretti Calabria: la vacanza calabrese “cult” è green, all’insegna del turismo rurale

Per Coldiretti Calabria, «la vacanza “cult” dell’estate calabrese è green alla scoperta dei piccoli borghi e centri minori», «preferibilmente in agriturismo, dove è possibile trascorrere le proprie giornate in sicurezza alla scoperta dell’entroterra calabrese e delle sue peculiarità culinarie e non solo».

Un’affermazione che nasce dalle nuove proposte avanzate dalle strutture ricettive calabresi, che propongono un turismo rurale di prossimità, dal Pollino all’Aspromonte o se si preferisce dalla Jonio al Tirreno, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne dove nascono la quasi totalità delle produzioni agricole.

«A far scegliere le nostre strutture agrituristiche in questa particolare estate – ha dichiarato il presidente di Terranostra Calabria, Adriana Tamburi – è certamente l’opportunità di conciliare la buona cucina della tradizione calabrese con la possibilità di stare all’aria aperta, avvalendosi anche delle comodità e dei servizi offerti. E se la cucina rimane una delle ragioni principali che spinge verso l’agriturismo, grazie anche alla maestria dei nostri cuochi contadini, sono sempre più diffusi, presso le oltre 300 strutture presenti, programmi ricreativi, il trekking, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, con la partecipazione ai famosi “cammini” che permettono di vivere a 360 gradi il nostro territorio».

«L’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza post covid-19 – ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità, garantendo il rispetto delle distanze sociali e contribuendo ad evitare il pericolo di affollamento lungo le coste. Il fatto che, anche durante il lockdown, un numero molto ridotto di contagi sia avvenuto nei campi, nonostante le nostre imprese non si siano mai fermate per garantire le forniture alimentari alla popolazione, è una notizia estremamente positiva, che può far ben pensare per tutti quelli che continueranno a scegliere di passare le proprie vacanze a contatto con la natura nella nostra Calabria».

«Infatti gli agriturismi – ha aggiunto Aceto – spesso situati nell’entroterra in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola, e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche».

«Dopo la difficile fase degli scorsi mesi – ha aggiunto Tamburi – ora le nostre imprese agrituristiche si sono rimesse in moto, con la filosofia dell’accoglienza che da sempre le contraddistingue, una attività di promozione svolta da Terranostra che ha avuto risposte positive, da parte dei viaggiatori che non si sono fatti attendere, attratti dalle bellezze del nostro territorio e dalle particolarità di queste strutture. La speranza adesso è anche un ritorno sempre più sostanzioso degli ospiti stranieri, che da sempre rappresentando un bacino d’utenza molto importante per gli agriturismi. C’è un’ampia possibilità di scelta del posto più adatto alle proprie esigenze poiché in Calabria si offrono esperienze a tutto tondo, dalle attività naturalistiche a quelle più sportive, ai laboratori per grandi e piccoli dove si imparano le ricette della tradizione ed i segreti della campagna, per vivere una vacanza esperienziale alla scoperta del territorio». (pa)

Coldiretti Calabria: Via libera dalla Ue all’etichetta d’origine per i salumi

Buone notizie per i suinicoltori calabresi: l’Unione Europea ha dato il via libera all’etichetta Made in Italy per le carni suine.

A renderlo noto, Coldiretti Calabria: «abbiamo sin da subito sostenuto il provvedimento – ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – e dopo la scadenza del cosiddetto termine di “stand still”, il periodo di “quarantena” di 90 giorni dalla notifica entro il quale la Commissione avrebbe potuto fare opposizione allo schema di decreto nazionale interministeriale (Politiche Agricole, Sviluppo Economico e Salute) che introduce l’indicazione obbligatoria della provenienza per le carni suine trasformate  c’è stato il via libera e questa è una buona notizia per i suinicoltori calabresi e la nostra economia».

«Una conquista importante – ha proseguito – che garantisce trasparenza ai cittadini-consumatori che portano in tavola salumi, e che sostiene gli allevamenti di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale, per salvare il prestigioso settore della norcineria che nella nostra regione, al netto dei quattro salumi Dop calabresi (capocollo, pancetta, salsiccia e soppressata) che già rispondono a precisi disciplinari sulla provenienza delle carni, Coldiretti stima che il settore della produzione di salumi, insaccati e carne di maiale, dalla stalla alla distribuzione, è di oltre 400 milioni di €uro. Dobbiamo continuare – insiste Aceto – il percorso di trasparenza e qualità perché fanno la differenza e consentono di essere leader in campo europeo».

Il decreto sui salumi, sarà presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale per essere operativo, prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali).

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”.La dicitura “100% italiano” è utilizzabile dunque solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.

Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.

L’etichettatura dei salumi è l’ultimo capitolo della storica battaglia per la trasparenza condotta dalla Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato l’Italia all’avanguardia in Europa. (rrm)